La desertificazione di uno dei tessuti industriali più importanti del mezzogiorno, denuncia Cecilia Francese mette in pericolo realtà industriali come Alcatel, Paif, Fos. Un migliaio i posti di lavoro a rischio.
Per Etica per il buon governo i giornali scrivono delle lotte dei lavoratori in realtà produttive storiche del nostro patrimonio industriale, per difendere le commesse e il loro posto di lavoro. Aziende in crisi che pagano scelte sbagliate.
BATTIPAGLIA – “Il Polo industriale di Battipaglia, fino a qualche anno fa era uno dei più importanti del Mezzogiorno d’Italia! – si legge in una nota politica di Cecilia Francese, leader le movimento civico Etica per il buongoverno, con la quale mette il dito sulla piaga e individua nella crisi politica ed economica in cui il paese in generale, ma la Città di Battipaglia in particolare è precipitata, la responsabilità della “desertificazione industriale” atteso che decine e decine di Aziende, medie, piccole o grandi che siano colpite duramente dalla crisi chiudono i battenti – Un tessuto industriale ricco e vario che andava dal settore alimentare (collegato, in particolare, a quella straordinaria realtà agricola rappresentata dalla Piana del Sele) a quello della elettronica e della telefonia. Oggi di quella grande realta’ industriale rimane ben poca cosa, e quello che rimane lotta per potere sopravvivere all’interno di una crisi economica che “morde” sempre piu’ forte, e che se nel resto d’Italia mette a dura prova realta’ economiche consolidate come il nord-est del paese, qui da noi ha effetti devastanti! a Battipaglia stiamo assistendo ad una sorta di desertificazione industriale!
In questi mesi, in questi giorni – scrive Cecilia Francese – le pagine dei giornali sono riempite dalla notizia delle lotte messe in campo dai lavoratori di realtà storiche del nostro patrimonio industriale: “L’ALCATEL” che da anni cerca di trovare una strada per rimanere attiva; “la PAIF” dove nonostante un portafogli d’ordini ancora valido si pagano, probabilmente, scelte gestionali non sempre felici; “la FOS” dove i lavoratori proprio in questi giorni hanno avviato uno stato di agitazione per difendere il proprio posto di lavoro.
Sono oltre un migliaio i posti di lavoro a rischio! – lancia l’allarme la Francese – Quasi tutti lavoratori,tecnici altamente professionalizzati,della nostra città! Se queste lotte si dovessero concludere negativamente sarebbe un colpo micidiale all’economia di Battipaglia! Un migliaio di famiglie della nostra città perederebbero una fonte di entrata vitale, si ridurrebbe la capacità di spesa della nostra comunità, cosa che si ripercuoterebbe sulla attività commerciale locale, altro storico punto di forza della nostra economia. il rischio e quello dell’avvitamento nel vortice di una crisi terrificante !
Per questo – aggiunge – noi di Etica per il buon Governo, come abbiamo sostenuto anche nel comizio della nostra Cecilia di sabato scorso,riteniamo che la societa battipagliese, le forze sociali e politiche cittadine, non possano restare estranee a questi momenti di lotta!
per questo – rimarca ancora – nell’esprimere la nostra solidarieta’ ai lavoratori di quelle realta’ industriali impegnati nella difesa del piu’ elementare dei diritti, quello al lavoro, abbiamo voluto porre con forza l’accento sulla questione occupazionale nella nostra zona, nell’incontro avuto col commissario prefettizio che regge il comune di Battipaglia dopo la vicenda che ha travolto la amministrazione Santomauro: e lo abbiamo sollecitato ad accompagnare le organbizzazioni sindacali, i lavoratori ad ogni tavolo di trattativa dovesse aprirsi per affrontare quelle crisi !
Noi – tiene a sottolineare – siamo ben coscienti che a livello comunale si possa fare ben poca cosa, rispetto agli effetti di una crisi di portata internazionale, ma riteniamo indispensabile che la comunità locale si faccia sentire,non faccia mancare la proria solidarietà e vicinanza ai lavoratori, chiami tutti i livelli istituzionali a fare i conti con quanto sta avvenendo. 49 anni fa la citta’ di Battipaglia, proprio come reazione alla chiusura di realta’ produttive storiche seppe inscenare uno dei momenti di lotta popolare piu’ duri e drammatici della storia dell’italia degli ultimi decenni!
Noi – conclude Cecilia Francese – non abbiamo bisogno, oggi, di una nuova “fiammata”, ma di una strategia che renda l’ente locale protagonista a tutti i livelli di discussione! Anche per questo, per riaprire la dicussione sulla realta’ industriale di Battipaglia e della Piana del Sele, nei nostri incontri del “programma partecipato” abbiamo previsto uno specifico appuntamento su questi temi a cui inviteremo i lavoratori, gli imprenditori, le forze sindacali.
Dobbiamo fermare il processo di desertificazione industriuale in atto nella nostra zona da troppi anni!”
Battipaglia, 12 giugno 2013
Gentile dott.ssa Francese, i giornali li sappiamo leggere anche noi, la realtà è in grado di vederla chiunque, il suo sfogo in questa “nota politica” è condiviso da tutti. Mi preme ricordarle però che il ruolo della politica, e quindi il suo, è diverso. Degli sterili attestati di solidarietà non sappiamo più cosa farcene, dire “bisogna trovare una soluzione” non serve detto dalla politica. Siete VOI (politici intendo) che dovete trovare le soluzioni e indicare le strategie, non altri. Se il territorio muore senza reagire la colpa è ESCLUSIVAMENTE di chi si è proposto come classe dirigente ed è stato votato.
Invece di sterili polemiche, proponga soluzioni. Se non è in grado di pensarle si faccia da parte.