Parte da Salvatore Gatto un ricorso alla Commissione provinciale di garanzia del PD e al Segretario provinciale Nicola Landolfi per salvare un PD “mummificato”.
Le motivazioni del ricorso: violazione dello statuto del Partito, irregolarità ma anche questioni strettamente politiche come la sfiducia al Segretario cittadino Lascaleia. Intanto si profilano nuove dimissione in massa di dirigenti e iscritti.
di Massimo Del Mese (da POLITICAdeMENTE)
BATTIPAGLIA – La mozione di sfiducia al segretario cittadino del Pd di Battipaglia e il ricorso alla Commissione provinciale di Garanzia, per come si sono svolte le votazioni in seno al direttivo, sono le notizie del giorno, ma sono anche la logica conseguenza di una protesta che punta il dito su un PD battipagliese che supinamente si è accontentato di posizioni marginali ma che non gli hanno impedito di essere travolto dalle responsabilità politiche in capo all’Amministrazione Santomauro.
Un organismo secondo Salvatore Gatto, svuotato da qualsivoglia funzione ed al quale, per l’occasione, pare siano stati invitati iscritti selezionati dal segretario, facenti probabilmente parte di quella componente che da decenni governa il partito e per la quale l’importante è stare sui banchi del consiglio comunale accontentandosi di avere solo due consiglieri. Un Direttivo per Gatto, “nel quale sono stati chiamati a votare anche non iscritti, una mancanza addebitabile a mera dimenticanza da chi le tessere le detiene a pacchetti, quando servono, quando non servono non si fanno, come per l’anno in corso”.
Una notizia che scuote ancora più violentemente quell’albero del PD che ormai non ha nemmeno più le foglie perché possa far riparare i suoi dirigenti dalle pesanti ombre riguardo alle denunce che ha avanzato Salvatore Gatto nella mozione presentata al direttivo del Pd il 06 maggio 2013.
“Questa mozione – si legge – non è dovuta né legata in alcun modo ai fatti recentemente accaduti a Battipaglia che hanno visto coinvolti sindaco e funzionari comunali. Bensì alla necessità di rilanciare il partito che appare mummificato, chiuso in un fortino alla strenua difesa delle mura del Palazzo di città e dei suoi signori, pronto a giustificare qualsiasi atto, provvedimento, determina, ed allo stesso modo qualsiasi negligenza, prepotenza e finanche intimidazione nei confronti della città.
Il partito promotore della campagna elettorale e della vittoria del sindaco – aggiunge Gatto – è stato umiliato, trattato alla stregua di consiglieri senza bandiera e senza partito pronti a trattare il proprio voto in cambio di posti, prebende, sottogoverno. E’ stato lacerato da decisioni prese soltanto dai consiglieri comunali, se non in altri luoghi e sedi, emblematica la scelta degli assessori anzi dell’assessore.
Mi riferisco all’assessore alle politiche sociali presentato come un professionista serio ed affermato in grado di dare una svolta alle politiche di settore e di costruire un riferimento seria per la popolazione. L’assessore cui va tutta la mia stima e fiducia ha fatto bene, molto bene, anche a detta di chi lo ha scelto. Ma guarda caso, nonostante tutto questo dopo un anno diventa di peso ed ingombrante e viene sostituito con la scusante di prendere un assessorato, a dire dei consiglieri, più pesante. In questo clima matura la scelta di numerosi componenti il direttivo di dimettersi con lettera formale consegnata al segretario.
Ciò non provoca alcuna reazione da parte del segretario, – tiene a precisare gatto – nessuna richiesta di chiarimento in merito alla decisione che anzi viene prese con molta leggerezza, come un peso in meno da sopportare. Chiarimento che arriva in un direttivo con la presenza del segretario provinciale che dichiara, tra l’altro, il dovere del segretario cittadino di attenersi alle decisioni unitarie del congresso. Nelle settimane e mesi successivi nulla è cambiato il partito è andato avanti con una posizione di forte consenso acritico all’amministrazione e con un passo da lumaca nelle iniziative che si sono limitate ad alcune riunioni in occasione della campagna elettorale e all’allestimento di gazebo in alcune piazze la domenica.
Così, come fossimo il direttivo dei giovani democratici, ma senza l’entusiasmo, l’allegria, la freschezza di idee e la partecipazione di massa.
Un partito lumaca – prosegue inesorabile nelle sue critiche Gatto soprattutto riferendosi all’accettazione supina di essere guidato da un civico poi aderito all’UDC – che non lascia nemmeno la scia dietro di se ed anzi lascia nel sentore dei cittadini un odore di vecchio, di naturale corresponsabilità nei fatti amministrativi nel degrado della città, nella scelta di uomini, manager o assessori che la governano. Il partito è stato deriso da chi dopo tre anni da civico sceglie un altro partito, imponendo un proprio uomo al comando dello stesso, dopo le elezioni andate malissimo per Casini, cerca di tornare nel Pd, anche qui, cercando di far traslocare suoi uomini per controllarlo con il consenso non tanto nascosto di membri di questo direttivo. Intanto non va bene neanche per noi, se è vero che alle politiche 2013 perdiamo tremila voti alla Camera e duemila al Senato rispetto alle politiche del 2008. Se e vero come è vero che nel 2009 avevamo: 699 tesserati, nel 2010: 433, nel 2011: 315, nel 2012: 257. Tralasciando l’anno 2009, dal 2010, anno del congresso cittadino abbiamo perso 176 iscritti.
Amici e compagni, – spiega e incalza Salvatore Gatto nel motivare senza nessun equivoco le richieste di dimissioni del Segretario Luca Lascaleia – queste sono alcune delle motivazioni per cui chiedo le dimissioni del segretario, l’azzeramento di tutte le cariche interne e la reggenza del partito, fino al congresso, ad una personalità del partito oppure ad commissione formata da tre esponenti il direttivo.
Chiedo inoltre – e conclude le sue osservazioni Gatto – che il singolo nome o il comitato di reggenza venga proposto dalla segreteria provinciale, per evitare nuove lacerazioni tra gruppi e componenti e facilitare un percorso unitario insieme ad iniziative nella città in grado di ridare una immagine e rilanciare il partito.
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Quando certi processi partono a catena innescano una serie di reazioni, in questo caso, sempre politiche che danno corpo alla “Mozione di sfiducia al Segretario cittadino” avanzata da Salvatore Gatto, diventando una vera e propria sollevazione, di altri esponenti politici del PD i quali a loro volta hanno preso spunto dalla mozione stessa, per riprendere una serie di contestazioni a loro volta già avanzate e mai risolte che hanno indirizzato alla commissione Provinciale di garanzia del PD e al Segretario del PD Nicola Landolfi.
Il deterioramento del quadro politico-amministrativo della città di Battipaglia, – si legge nell’istanza – culminato con l’arresto del sindaco e lo scioglimento del consiglio comunale, e l’annichilimento del Partito Democratico a Battipaglia, impongono una presa di responsabilità necessaria e doverosa. Il Partito Democratico aveva dato un contributo fondamentale alla vittoria nelle amministrative del 2009 con l’indicazione del candidato sindaco e nella costruzione della coalizione. Ma nei mesi successivi l’azione amministrativa si era piegata ad una costruzione di una maggioranza priva di identità politica, addirittura fuori dall’alveo del centrosinistra, e il direttivo cittadino era stato ridotto a vuoto ratificatore di decisioni già assunte e di compromessi al ribasso, mentre è mancata una discussione vera e consapevole sullo sviluppo della città e sul ruolo del partito.
Per queste ragioni – si ricorda nella missiva-esposto – il 1 luglio 2011 con lettera rrr Carmine Crudele, Raffaele Femiano, Gerardo Bovi, Salvatore Gatto, Amedeo Bufano, Nunzia Dell’Orto, Raffaele Cristaino, Vincenzo Cestaro, Angelo Marsico, Capezzera Maria Vincenza, Italo Crispino e Angelo Di Tore rassegnavano le dimissioni da ogni incarico del circolo cittadino in conseguenza dello svuotamento degli organi di partito e ravvisando l’impossibilità di poter concorrere alla formazione delle decisioni e visto l’impoverimento della vita interna del partito.
Il circolo di Battipaglia ormai composto da organismi monchi e dimezzati, sia sotto l’aspetto politico che numerico-funzionale, cercava una ricomposizione della frattura nel settembre 2012, stabilendo un accordo in presenza del Segretario Luca Lascaleia, Carmine Crudele, Salvatore Gatto, Raffaele Femiano Angelo Marsico, che prevedeva il rientro degli iscritti dimessi e delle surroghee la riorganizzazione del partito così come previsto dal congresso.
Il 6 giugno 2013 – si spiega ancora nel documento inviato agli organi provinciali del Partito – nella riunione di coordinamento convocata per discutere su una Mozione di Sfiducia presentata dall’iscritto Salvatore Gatto, peraltro già richiesta verbalmente il 13.05.2013, (in un contesto drammatico con un’amministrazione decapitata dalla magistratura e un partito che alle politiche 2013 ha perso tremila voti alla Camera e duemila al Senato rispetto alle politiche del 2008 e con un numero di iscritti che è passato da 699 tesserati nel 2009 a 257 nel 2012) il segretario cittadino presentava alla chiama del voto una composizione del direttivo diversa e con quattro iscritti decaduti per la mancata iscrizione al partito nel 2012 e facendo votare tre di loro, uno assente e non convocando coloro i quali sono componenti del coordinamento cittadino e che hanno rinnovato l’iscrizione nell’ultimo anno. E’ evidente la lesione del principio partecipativo sancito dagli articoli 9 e 10 dello statuto nazionale e dell’art. 12 dello statuto regionale sul corretto funzionamento del coordinamento di circolo.
In questo situazione di evidente sbandamento – concludono Carmine Crudele, Raffaele Femiano, Gerardo Bovi, Salvatore Gatto, Amedeo Bufano, Nunzia Dell’Orto, Raffaele Cristaino, Vincenzo Cestaro, Angelo Marsico, Capezzera Maria Vincenza, Italo Crispino e Angelo Di Tore – chiediamo l’intervento della commissione di garanzia per ripristinare il corretto e adeguato svolgimento e il recupero delle condizioni minime di vita interna al circolo del PD di Battipaglia, vista la palese violazione degli articoli statutari attinenti allo svolgimento delle funzioni degli organismi statutari, ripristinando la democrazia interna, la delegittimazione delle decisioni per effetto della partecipazione di chi ha perso lo stato di iscritto, al grave danno al partito in seguito a ripetute inadempienze statutarie, di gravi ripetute omissioni e non da meno la perdita di prospettiva politica in una città importante delle provincia di Salerno.
Non è affatto un fulmine a ciel sereno, visto che ormai da più di un mese le nubi si sono fatte così scure su Battipaglia e su tutti i protagonisti politici che si richiamano all’esperienza dell’Amministrazione Santomauro e a tutte le relative implicazioni, che il fragore dei tuoni preannunciavano che prima o poi ci sarebbe stato un temporale. Tanto tuonò che piovve, ed ha piovuto.
Per il momento sotto accusa sarebbe sia il Segretario cittadino del PD Luca Lascaleia, che i due Consiglieri comunali, Egidio Mirra e Piero Lascaleia, a giudizio dei firmatari ricorrenti, responsabili politici e responsabili di gravi irregolarità di norme statutarie, e la scelta dei tempi sembra coincida anche con la brutta figura elettorale che il PD ha collezionato in Provincia di Salerno, unica Provincia d’Italia dove il Partito democratico ha perso miserevolmente le elezioni, in piena controtendenza con il dato nazionale.
In questo quadro e con questi documenti in corso di valutazione si impongono conseguentemente altre scelte che escluderebbero di fatto i protagonisti destinatari delle accuse, verso qualsiasi scelta che li potrebbe indicare in ruoli politici di rappresentanza, specie se il PD provinciale dovesse optare per un commissariamento del Circolo battipagliese, ma che necessariamente aprirebbe ad altre ipotesiche pure si sono presentate e che si stanno organizzando che suggerirebbero di affidare le sorti del Partito a personalità non coinvolte ma di area democratica, per cercare di rimediare ed essere competitivi per le prossime consultazioni comunali. Insomma si dovrebbe cominciare da zero, e come diceva Bartali “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”.
Intanto prosegue la corsa verso la nomination a candidato Sindaco sia nel PDL che vede i meglio piazzati: Giuseppe Provenza, Carmine Pagano, Gerado Motta o il fratello Vincenzo, e sopra tutti nel caso si dovesse andare verso una Grosse coalition di destra, Cecilia Francese; Fernando Zara per l’altra destra; e avanza sempre di più l’ipotesi di una convergenza dei Democrat su Nicola Vitolo, sostenuto dal Movimento politico “A717 Battipaglia & Oltre“, per non restare fuori e fare la fine di Scafatie di campagna.
Battipaglia, 12 giugno 2013
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