Con la Giornata Mondiale della Tiroide, si chiude la settimana dedicata alla prevenzione.
Le malattie che possono colpire questa ghiandola, colpiscono ben 6 milioni di italiani, con un’incidenza delle forme tumorali e delle tiroiditi in continuo aumento. Un problema che riguarda milioni di italiani.
ROMA – Si è conclusa oggi, con l’annuale Giornata Mondiale della Tiroide, la settimana dedicata alla prevenzione delle malattie che possono colpire questa ghiandola, patologie che colpiscono ben 6 milioni di italiani, con un’incidenza delle forme tumorali e delle tiroiditi di Hashimoto in continuo aumento.
In Italia a promuovere l’iniziativa, patrocinata dal Ministero della Salute con il Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini (CAPE), sono state l’Associazione Italiana della Tiroide (AIT), l’Associazione dei Medici Endocrinologi (AME), la Società Italiana di Endocrinologia (SIE) e la European Thyroid Association.
E’ necessario alzare la soglia di attenzione nella popolazione ha sottolineato Francesco Trimarchi, presidente eletto della SIE, spiegando che le malattie che colpiscono quest’organo se diagnosticate nella fase iniziale possono essere trattate con successo. Un controllo specialistico e un esame del sangue possono prevenire le importanti complicanze cardiovascolari, ossee e metaboliche che anche una lieve disfunzione tiroidea, se non riconosciuta ed adeguatamente trattata, può determinare.
La prevenzione non è né complicata, né costosa. Il costo della profilassi è, infatti, di 1 solo euro a persona, mentre la spesa sanitaria per la diagnosi e la cura costa 6 euro. Pochi euro che vale la pena di spendere in una realtà in cui, come ha spiegato Enrico Papini, responsabile scientifico AME, lo screening ecografico della popolazione adulta rileva che dal 30 al 50% delle persone esaminate presenta noduli tiroidei.
Tiroide in forma per una buona gravidanza
Trimarchi non ha mancato di ribadire l’importanza di proteggere la salute della tiroide durante la gestazione.
Durante la gravidanza, la tiroide è costretta ad aumentare di circa il 50% la produzione dell’ormone tiroideo dal momento che il feto, fino alla 12° settimana, è privo di una sua tiroide ed è la mamma a dover supplire e trasferire, oltre allo iodio assunto con gli alimenti, la quota di ormone necessaria alla crescita e garantire lo sviluppo del sistema nervoso centrale.
Tutte le tappe dello sviluppo del sistema nervoso centrale, da quelle più precoci a quelle più tardive sono sotto il controllo degli ormoni tiroidei prima materni e poi materni e fetali. Quindi prima di iniziare una gravidanza il consiglio è di assumere iodio in quantità sufficiente e di verificare il buon funzionamento della tiroide per garantire al bambino un apporto di iodio e ormoni tiroidei sufficienti all’armonico sviluppo del suo sistema nervoso e della sua intelligenza.
Rischi e cure
Papini ha spiegato che i noduli sono più frequenti nel sesso femminile e nelle aree con deficit di iodio, anche se di grado lieve, come molte regioni dell’Italia.
L’assoluta maggioranza dei noduli tiroidei è benigna e solo il 5% rappresenta un tumore. In caso di noduli iperfunzionanti la terapia di elezione (con l’esclusione della gravidanza) è il trattamento con radioiodio. Nei noduli non funzionanti, dopo la definizione della loro natura benigna, nella maggioranza dei casi non è in genere necessario praticare alcuna terapia.
È necessario comunque ricordare che l’uso del sale iodato, assunto fin dall’infanzia, costituisce la migliore prevenzione dello sviluppo di gozzo o di noduli tiroidei.
I noduli non sono, però, gli unici problemi con cui può avere a che fare la tiroide: scoprite su BenessereBlog tutte le malattie che possono colpirla!
Roma, 25 maggio 2013