Nasce “EboliCambiaEboli” un nuovo comitato che si prefigge di cambiare qualcosa. Propone 4 referendum cittadini. L’appuntamento costitutivo è per stasera alle 19.00 all’Hotel Grazia.
Tra i fondatori i Consiglieri contiani Marisei, Campagna e Petrone. Mentre la Città muore, sprofonda e cerca invano di cambiare pagina, per assurdo è condannata a trovare in quelle successive gli stessi protagonisti di quell’inarrestabile declino.
EBOLI – Ormai la nascita di nuovi comitati che hanno come obbiettivo: quello di “Cambiare” le cose; di introdurre un “modo nuovo” di fare politica e semmai promettere “trasparenza“; che si proclamano “apartitici” e “apolitici“; che si richiamano a principi di “partecipazione democratica” e invitano i cittadini al “protagonismo“; si contano a iosa e ogni giorno a iosa arrivano comunicati stampa che preannunciano la costituzione di gruppi, associazioni, comitati, molti dei quali non fanno in tempo a nascere che già sono scomparsi, altri vorrebbero avere come scopo quello di avere un poco di visibilità, altri ancora partono e poi naufragano nelle tempeste della politica, altri ancora, al contrario sono funzionali a fiancheggiare azioni politiche per creare consenso e conferire maggior peso intorno ad alcune battaglie che se al contrario avessero solo una paternità politica non avrebbero nessun prosieguo.
Se le motivazioni sono tante, valide o meno che siano, è solo perchè i Partiti non ci sono più, e se ci sono, non riescono o non vogliono più coinvolgere i cittadini, ma anche perché sono in mano a minoranze bene organizzate, che non hanno nessuna intenzione di aprire le porte e mollarli a tutti quei rompipalle che hanno solo una colpa: quella di chiedere, di voler dare il proprio contributo; e quindi i cittadini, non hanno nessuna possibilità di confrontarsi, di dare il proprio contributo, di partecipare disinteressatamente o interessatamente che sia alla vita e ai processi politici della Città, e avvertono sempre più forte la necessità di luoghi nei quali confrontarsi. Poi se si aggiunge la circostanza di trovarsi in una Città come Eboli, allora è ancora più drammatica la condizione di “esclusione” che si vive. Ci vuole poco a non condividere l’azione politica dell’attuale Amministrazione Comunale, della sua maggioranza, e dei Partiti che la compongono. Partiti che neanche esistono più come per esempio l’API, o la stessa UDC, ma anche come il Partito Democratico, la cui classe dominante sembrerebbe essere avveniristica, avendo anticipato i tempi della sua disintegrazione, tanto che da ormai due anni non esiste nemmeno più la Sezione e un gruppo dirigente che la guidi. Eppure questi partiti continuano ad avere ben salde le leve del comando, perché per assurdo le opposizioni non si presentano sufficientemente credibili, vuoi per inconsistenza e incapacità come nel caso della Destra, vuoi perché alcune altre, indipendentemente dal loro valore e dalle loro iniziative, senza soluzioni di continuità, sono troppo legate perché “figlie” e “nipoti” (non in senso letterale delle parole) di poteri ancora del tutto dimenticati.
E manco a farlo a posta, l’ultimo Segretario del PD è stato proprio Salvatore Marisei, il quale figura tra i fondatori del neo Comitato “EboliCambiaEboli“, e insieme al suo collega Consigliere Carmine Campagna, altro coofondatore che rivestiva il ruolo di Capogruppo Consiliare del PD, dopo un importante incarico dai Assessore ai Lavori Pubblici dell’Amministrazione Melchionda, entrambi, oltre al giovane Consigliere Antonio Petrone, altro cofondatore del neo-comitato, facevano parte a pieno titolo di quell’allegra brigata, della quale oggi si avverte la necessità di volersene liberare, e noi con loro, per proporre un “modo nuovo” di fare politica, che utilizzerà la “trasparenza“, che per le sue caratteristiche sarà “apartitico e apolitico“, che assicurerà una “partecipazione democratica” e che assicurerà a tutti il diritto alla “partecipazione“, e qui al contrario ci divarichiamo anche se si possa condividere almeno nella discussione e non nel merito, alcune di quelle proposte come ad esempio l’Ospedale Unico della Valle del Sele, e la programmazione della manutenzione per i vari quartieri, ma non per ricadere nel “vizietto” di voler favorire qualche ditta anziché altre.
Naturalmente leggendo i nominativi e alcune delle motivazioni, l’iniziativa merita tutto il rispetto possibile ed immaginabile, anche per le ragioni di impraticabilità dei campi politici a cui si faceva riferimento, tuttavia parafrasando quella regola matematica che dice: “invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia“, mi viene da pensare che il tentativo vada ben oltre la partecipazione stessa dei più e tenda a rimettere in discussione provvedimenti, ai quali non si è potuto dare un epilogo diverso per via dei risultati che hanno attribuito loro maggioranze istituzionali qualificate.
Si direbbe altresì: “La lingua batte dove il dente duole“, e quel dente, riferendosi a quei provvedimenti duole da diverso tempo, da decenni, e coinvolge malauguratamente tre epoche politiche diverse, tutte naufragate nel nulla: La prima, legata al potere dominante dell’ultima fase del Socialismo contiano; la seconda a quella neo-comunista ideologico-distruttiva dell’era di Gerardo Rosania; la terza, svogliata, minoritaria e improduttiva dell’Amministrazione Melchionda.
La prima fase, corrispondente all’ultimo decennio di quel ventennio che ci riporta alla prima Repubblica e alla classe politica dominante che si rifaceva all’ex Ministro Carmelo Conte, tra l’altro in molti casi pure male interpetrato dai suoi “brocchi” dell’epoca, non solo non ha saputo risolvere quei problemi, riferendoci ai Terreni dell’Orientale e alla stessa Fascia Costiera, ma ha prodotto solo immobilismo nel tentativo di voler controllare e controllare il controllato. E così: mentre per quei terreni, fortunatamente coltivati e detenuti da persone amiche degli amici, se ne accettava ieri la condizione, oggi per immutati rapporti e perché gli stessi detentori sono disconosciuti, e forse per questo se ne chiede il conto; nel secondo caso invece, quello della Fascia costiera ebolitana, nel mentre si ricorda di una progettualità in atto che dovrebbe coinvolgere Comuni, Provincia e Regione e della quale in parte il Comune aveva anche cercato di svincolarsi con i Patti di Reciprocità, presentando progetti inadeguati e doppioni di quelli regionali in itinere, si ricorderà che non è stata mai dotata di Piani Particolareggiati, come per il resto della Città capoluogo, mentre si provvide in tempi lontani e per chi sa quali reconditi motivi, a farlo per il “Bivio di Santa Cecilia“, tra l’altro compromettendone il suo possibile sviluppo e condannandolo ad una divisione perenne in quattro compartimenti urbani, per nulla collegati fra loro, solo da poco messo in sicurezza con la realizzazione della rotatoria da parte dell’ANAS.
Ma se l‘era contiana non ha prodotto gran che, quella Rosania ha lasciato macerie e contenziosi, e quella in atto di Martino Melchionda? è solo l’aborto di una stagione che ha pensato di far dimenticare i precedenti fallimenti e di evitare altre derive populiste ma finendo poi per precipitare in un decadentismo politico senza precedenti. Ed è con questi “padri” che questi “figli” crescono. Ed è di queste “parentele” che la Città muore, sprofonda e cerca invano di cambiare pagina, condannata a trovare in quelle successive gli stessi protagonisti di un trentennio, gli stessi che vorrebbero cambiare se stessi.
Ma come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere e sicuramente al di la di alcune prese di posizioni “ideologiche” e di principio, come quelle appena discusse sopra, le consultazioni di “iniziative popolari” sono uno strumento democratico straordinario, ma più in fase di proposta. Quella di revoca diventa quanto mai politica atteso che chi l’ha deliberata tende a rafforzarla e potrebbe essere più un atto di divisione che di condivisione.
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“Siamo un gruppo di cittadini – si legge nella nota stampa che preannuncia la costituzione del Comitato referendario “EboliCambiaEboli” questa sera si è dato appuntamento presso l’Hotel Grazia di Eboli per costituirsi e per lanciare 4 referendum di iniziativa popolare che avrebbero lo scopo di chiedere la revoca e non “l’abrogazione” di alcune delibere che individuano in un documento che si allega al presente articolo, per i quali i fondatori Ruggiero Giuseppe, Filomena Domini, Vincenzo Monte, Gennaro Pierro, Carmine Busillo, Leopoldo Catena, Antonio Vitolo, Assunta Nigro, Fabio Ciaglia, Antonella Mastrolia, Salvatore Marisei, Pietro Campagna, Ivan Avallone, Giuseppe Rinaldi, Mario Vitolo, Marco Santoro, Italo Ciccarone, Raffaele Giordano, Carmine Campagna, Raffaele Della Greca, Claudio Paraggio, Cesare Moscariello, Antonio Petrone, Marco Genovese, chiedono eventualmente una firma – con esperienze diverse nella politica, nella cultura, nell’ambiente, nell’impresa e nel sociale, convinti che ci si debba impegnare in prima persona per la nostra città. Eboli vive il peggior periodo della sua storia, la politica locale si dimostra incapace di assumere scelte coraggiose e lungimiranti. Stanchi di restare a guardare, vorremmo colmare questa assenza con un’iniziativa al passo con i tempi, fatta di partecipazione senza steccati ideologici, che renda i cittadini protagonisti del loro futuro.
Con difficoltà – scrivono i fondatori-promotori del neo-comitato – abbiamo articolato alcuni quesiti referendari, scegliendo tra le molte questioni urgenti ed importanti per la nostra città: ci ha guidati la convinzione di dover puntare su ciò che è decisivo per lo sviluppo di Eboli, ciò che potrà mutarne in meglio le sorti negli anni a venire, soprattutto per le nuove generazioni.
Promuoviamo perciò la nascita del comitato ‘EBOLICAMBIAEBOLI’, come prevede lo Statuto della nostra città, per sostenere 4 referendum comunali:
- «Vuoi abrogare la delibera di Consiglio Comunale n. 11 del 07.03.2013 che prevede un accordo tra il Comune di Eboli e l’Università degli Studi L’Orientale di Napoli in luogo della pronuncia del Commissario per la Liquidazione degli Usi Civici per la Campania ed il Molise, unico organo deputato per legge a decidere definitivamente sulla lite?»
- «Vuoi promuovere un concorso internazionale di idee, ai sensi dell’art. 108 del D.Lgs. n. 163/2006 del ‘Codice degli Appalti’, per rilanciare la marina di Eboli con un grande disegno di sviluppo che produca occasioni di reddito e di lavoro per i cittadini ebolitani?»
- «Vuoi che l’Ospedale Unico della Valle del Sele, previsto dal ‘Piano sanitario regionale 2011- 2013 si realizzi in località San Nicola Varco di Eboli, in prossimità della ex Centrale Ortofrutticola, su aree già di proprietà della Regione Campania?»
- «Vuoi sperimentare per i prossimi tre anni un sistema di manutenzione programmata in tutti i quartieri della città di Eboli utilizzando i ‘buoni lavoro’ introdotti dal D.Lgs. n. 276/2003 (legge Biagi)?».
Il prossimo appuntamento è per lunedì 06 maggio, all’hotel Grazia, alle ore 19.00: sarà l’occasione per discutere dei quesiti e far nascere il comitato. Di lì partiremo per presentare i quesiti alla Commissione Affari Istituzionali del Comune di Eboli, integrata dal Segretario Generale dell’Ente, chiamata ad esprimere il proprio parere sull’ammissibilità.
Incontreremo mille difficoltà, ma varrà la pena provarci soprattutto con quanti ad Eboli, a costo di enormi sacrifici, si impegnano tutti i giorni per realizzare qualcosa di buono. Non guardiamo al passato, non cerchiamo responsabilità, chiediamo impegno per cambiare in meglio la nostra città.
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Eboli, 5 maggio 2013
UN BELL’ESEMPIO DI INIZIATIVA TRASVERSALE,DOVE SI INCONTRANO STORIE E SENSIBILITÀ DIVERSE,UNITE DAL COMUNE INTENTO DI SERVIRE DELLE ISTANZE POPOLARI.
SPERIAMO CHE LE FORZE NON SI DISPERDANO ED IL PROGETTO NON VENGA ARCHIVIATO
Pensiero personale del sottoscritto assumendomi tutte le responsabilità di ciò che affermo,trascrivo e dico:FUORI DAI COYTES I TANTI SCIENZIATI DELLA POLITICA E DEL SAPERE QUOTIDIANO IN PURA SALSA EBOLITANA…firmato Bingo Bongo f.m-167 alias Franco Moraniello .-
http://www.youtube.com/watch?v=QFvodMm4KYQ&feature=youtu.be…
Solo Eboli può cambiare Eboli, altrimenti non si avanza mai,anzi si retrocede sempre di più…per gli ebolitani che veramente amano eboli e che vogliono cambiare le sorti della città …è JUNGLA l’ora di cambiare e non di restare sempre JUNGLA di città in tutto e per tutto.-