Difensore Civico, la polemica continua
EBOLI – Riceviamo e pubblichiamo dal Consigliere Comunale Antonio Corsetto, il seguente Comunicato, nella speranza di suggerire a tutti di cercare di abbassare i toni, anche perché non si può continuare una discussione su fatti che si sono consumati e che dal punto di vista istituzionale, ora più che mai non bisogna mettere più in discussione. E’ diverso invece il rapporto politico che i diversi attori devono necessariamente tenere nel futuro, se vogliono e se ritengono opportuno, fidarsi o meno e continuare ad avere un dialogo e un rapporto politico corretto, indipendentemente dalle rispettive posizioni.
COMUNICATO STAMPA – DIFENSORE CIVICO
FORZA ITALIA – PDL
In riferimento alla vicenda della nomina del Difensore Civico, tengo a chiarire i passaggi finali della vicenda:
Dopo la nomina del commissario ad acta, su richiesta dei consiglieri Corsetto e Morrone, il Presidente Mario Conte ha convocato una conferenza dei capigruppo, per tentare di eleggere il difensore civico in consiglio comunale, scongiurando la nomina da parte della dott.ssa Donadio, inviata da Napoli per tale nomina.
Lo scrivente parlava con tre dei 5 consiglieri che hanno partecipato al voto, senza scorgere volontà di votare tale delibera. Uno si dichiarava sempre contrario a tale figura confermandolo anche la sera stessa in consiglio, un altro dichiarava di non dare il numero legale, ma di prendersi solo la presenza e di andare via, un altro ancora dichiarava di non presentarsi in consiglio, un altro diceva:”non esiste proprio”.
I 5 consiglieri, senza coinvolgere il gruppo di Forza Italia- PdL, CONCORDAVA con la parte socialista del PD e col Sindaco, la volontà di eleggere l’avvocato Gaetano Naimoli a Difensore civico comunale.
Allo stesso, inviavo, appena tornato a casa, una mail in cui gli auguravo buon lavoro, evidenziando che non aveva ricevuto il mio consenso ma che ero a sua disposizione per qualsiasi iniziativa.
Si chiarisce che l’accordo è stato confermato da esponenti del PD in presenza di alcuni dei 5 consiglieri.
La riprova è dovuta dal fatto che non si è provveduto nemmeno a sospendere il consiglio, per trovare ad un accordo, ma si votava direttamente ……………..ed anche un imbecille capirebbe che si è figli di un accordo trasversale, che ha portato esponenti del centro destra e di opposizione, a votare un provvedimento a favore di Martino Melchionda levandolo dalla brace ardente, di una scelta commissariale che avrebbe potuto nominare Massimo Del Mese o Luigi De Lisio ……. e sarebbero stati forti dolori di pancia per il buon Martino…. Che ha unito le forze proprio per evitare tali scelte.
Il nostro precedente comunicato è stato utilizzato da costoro, esclusivamente come scusante per la stessa votazione, screditando in consiglio comunale lo scrivente in tutte le modalità possibili, ma senza scalfirlo.
Quel comunicato era genericamente un’accusa di “essersi venduti”, ma utilizzato in modo maccheronico e senza cattiveria, che non mi appartiene.
Oggi dobbiamo specificare, che tra i 5 votanti e diffamatori dello scrivente, del consigliere Morrone e dell’Avvocato Fabrizio Violante, vi sono state diverse motivazioni di voto.
• Qualcuno ha votato perché sta organizzando il proprio partito nella stessa coalizione di Melchionda.
• Qualcuno ha votato perché aveva una cambiale elettorale da pagare dalle scorse provinciali, per l’appoggio di qualche associazione coinvolta.
• Qualcuno ha votato senza capire il perché…. e ancora se lo sta spiegando.
L’attribuzione se la facciano gli stessi consiglieri utilizzando la propria coda di paglia.
Abbiamo assistito e letto, su alcuni blog (POLITICAdeMENTE) e su facebook, ad offese indegne nei confronti del sottocritto, del Consigliere Antonio Morrone e dell’Avvocato Violante.
Volgiamo ricordare, per dovere di cronaca, che da statuto è possibile candidare alla carica di difensore civico, tramite richiesta scritta da parte di associazioni e consiglieri, qualunque professionista, perfino senza limiti di parentela.
L’avvocato Violante per la sua ricca esperienza nel Codacons, a difesa dei cittadini, era stato scelto dal partito, e non dal nostro gruppo, perché ritenuto degno di ricoprire tale carica.
Tengo a sottolineare che non ho mai chiesto a nessuno il voto per l’Avvocato Violante, ma ho solo inoltrato la sua candidatura, chiedendo al consiglio di poter lasciar libero di decidere il commissario ad acta, per una nomina imparziale.
I consiglieri affratellati a Melchionda, non solo hanno salvato il Sindaco, ma non ci hanno minimamente coinvolto in tale operazione “San Martino”, escludendoci di fatto.
La scorrettezza dei 5 è stata quella di non rispettare dei colleghi di opposizione, che erano riusciti a mettere in forte difficoltà la maggioranza, timorosa di potersi trovare personaggi scomodi a scavare tra le proprie delibere ed atti vari, difendendo i cittadini con veemenza, chissà con quali conseguenze, a riprova di una mancanza totale di trasparenza amministrativa.
In questo gesto si evince un forte atto di invidia e malevolenza politica che non ha scusanti.
Oltre ciò, evidenziamo che, quando si è insediato il commissario ad acta, gli apici della politica di via Ripa ordinarono di tenere top-secret la notizia, ignari che la copia dell’insediamento mi era stata inviata via fax, in quanto ero ricorrente.
Questo per dovere e per verità dei fatti.
EBOLI 11/09/2009
Il capogruppo di PDL- FORZA ITALIA
Antonio Corsetto
Lettera al Dott. Gaetano Naimoli
Per Gaetano Naimoli.
Gentilissimo Gaetano, credo posso chiamarti per nome, perché anche se non ti conosco, (non è una colpa, vista la tua età, ma per me è una colpa, poiché conosco praticamente tutti o quasi tutti), ma conosco i tuoi genitori, specie tuo padre al quale mi lega un’antica ed affettuosa amicizia dalla nascita.
Gli auguri te li ho già fatti ma come si dice, repetita juvant, te li faccio ancora. Sono d’obbligo perché con questa nomina, è nelle tue mani l’equilibrio. L’equilibrio, nel senso che devi vigilare sugli atti che spesso non vanno nella direzione giusta per il cittadino, senza per questo avere nessun preconcetto verso l’Amministrazione. Spesso gli amministratori spinti dagli eventi e dalle richieste , magari insistenti di taluni, commettono leggerezze, prepotenze o prevaricazioni, che invece producono disagi notevoli ai cittadini, i quali non necessariamente devono avere ragione, ma devono in tutti casi avere soddisfazione. Prepotenze, prevaricazioni e leggerezze, aggravate poi dal voler a tutti i costi difendere il proprio operato, magari indifendibile, che se prese in tempo, potrebbero essere corrette ed annullare ogni disagio.
Mi chiedi la collaborazione. Mi chiedi una cosa scontata. Così come è scontato per ogni cittadino a cui sta a cuore questa o qualsiasi altra Città. Tuttavia, ognuno deve svolgere il proprio ruolo a secondo dello spazio che occupa nella società, nelle Istituzioni, nei luoghi di lavoro. Il mio spazio, nonostante il mio tradizionale lavoro, me lo creo coltivando i miei hobbies e le mie passioni, tra queste vi metto al primo posto la politica.
Allo stesso modo insieme ai miei hobbies mi piace coltivare l’amicizia e i rapporti interpersonali, dando per scontato tutto quello che si può provare per la famiglia. Quindi al primo posto in assoluto, gli affetti, la politica. Quindi la morale, l’onestà. Nutrendo per contro un’avversione per tutto quello che si contrappone a questi valori per me fondamentali.
Per questo, per curare questi valori e questi affetti decisi di non partecipare più attivamente alla politica, che mi attribuiva anche un ruolo pubblico e un discreto successo, ritenendo, senza per questo abbandonare la politica, che si potesse partecipare in vari modi a questo bell’esercizio. Nel mio percorso ho incontrato persone eccezionali e persone spregevoli, uomini onesti e corrotti, delinquenti e persone per bene, e questi incontri hanno contribuito alla mia crescita e all’esercizio della conoscenza del genere umano.
Il Mio carattere, mi dicono gioviale ed affettuoso, mi ha aiutato moltissimo in tutti questi anni e per questo ho deciso di partecipare a mio modo al fermento della società, affidando per anni a rubriche giornalistiche (quotidiani, settimanali, mensili) le mie opinioni e i miei commenti, senza fare sconti a nessuno.
In questo modo ho alimentato ancor più la mia autonomia, il mio senso civico e il mio essere uomo d’onore e democratico, fino a quando non ho deciso di realizzare questo web site, attribuendogli anche un nome, POLITICAdeMENTE, che si presta con quel “de”, che non è solo privativo, ad una doppia interpretazione: politica fatta con la “mente”; politica fatta priva della “mente”.
Non ho fatto sconti a nessuno in tutti questi anni, non ne sto facendo adesso e non ne farò in seguito, la mia morale me lo impedisce. La collaborazione è naturale se va nella direzione dell’onestà, improntata sulla lealtà, sui valori, se esalta la legalità, se combatte ogni forma di sopraffazione a partire dalla corruzione, dalla criminalità, per finire alle mafie o alle Camorre che tanto tormentano le nostre terre e tanto ne condizionano la crescita e il relativo abbandono. Collaborazione ma nel rispetto dei ruoli, altrimenti rischia di diventare una “conventicola”. E’ giusto, però, che chiedi la collaborazione ai cittadini, ma non prima di aver “ispirato” te stesso e scegliere il tipo di percorso che sei intenzionato a fare.
Credo che la madre di tutti i problemi sia l’accesso agli atti. Non esiste un solo atto, che si può definire privato, quando questi nelle sue implicazioni produce effetti pubblici. Quindi la prima richiesta è quella di fare una battaglia perché l’accesso ai documenti non sia vincolato da “sbarramenti”. Per il resto non mi sento di suggerire l’agenda degli impegni, non è mia prerogativa e non è giusto, è giusto invece affidarti il mio buon augurio.
Massimo Del Mese
Sono d’accordo con te admin, cioè di abbssare i toni, ma secondo me, il tutto è ancora in discussione come dici tu dal punto di vista istituzionale. Esiste cmq una legalità che non è stat rispettata.
Bello vedere come è andata rileggendo un artcolo su Internet di Unico a firma di Francesco Fenza. Ogni commento è superfluo. Penso che alla fine della lettura si capirà che bisogna cambiare pagina alle prossime comunali perchè sono tutti perdenti ed incoerenti. Facce nuove . Le pretendiamo. Buona lettura.
Tratto da http://www.unicosettimanale.it/pdf2008/u-3808.pdf a firma di Francesco Faenza-
“Nel ventennio fascista chi dava fastidio
veniva convocato dalla polizia
politica. E messo da parte. A
bastonate, mandato in esilio. Nel
triennio di Melchionda, 70 anni
dopo, se c’è un ostacolo che da fastidio,
lo si toglie di mezzo.
L’ostacolo in questione si chiama
difensore civico. Un passo indietro.
Aprile 2005.
Eletto al primo turno con un plebiscito
popolare nella corrente deluchiana
dei Ds (scriviamo tre righi
come piace a Melchionda…) la
prima decisione del neo sindaco di
“sinistra” (si fa per dire) è stata
quella di spedire il difensore civico
nell’eremo di san Francesco. Esiliato.
In via Ripa era troppo vicino
ai cittadini che doveva difendere.
Immaginando un difensore civico
rompiballe, troppo petulante, Melchionda
gli ha fatto le valige per il
viaggio collinare, accanto al
museo, tanto per fargli capire l’antifonia,
l’idea che dominava con la
nuova amministrazione. Chi
rompe, fuori dai maroni.
Trascorsi i primi tre anni podestali,
l’incarico dell’emarginato difensore
(Giovanni De Martino, per la
cronaca) è scaduto. Senza cambiargli
sede, l’illuminato sindaco ha
aperto un bando pubblico. Questo
è un vero bando pubbico. Non
quelli di cui si favoleggia alla Multiservizi.
Al bando hanno risposto sei avvocati,
qualche prof.
Uno era il candidato favorito. Per
sei mesi nelle grazie di Melchionda.
Della sua maggioranza. Del centrosinistra-
destrorso. Svanita la grazia,
il candidato è stato accantonato.
Ma peggio. L’intero istituto del difensore
civico è stato cancellato.
Annullato, rimosso. Come si faceva
nel ventennio con i partiti non
fascisti, le associazioni non corporative.
Alla faccia delle regole,
delle leggi vigenti.
Settanta anni fa, a Roma, c’era un
giovane parlamentare. Giacomo, si
chiamava. Parlava, inveiva, contestava
il regime fascista.
Quattro “bravi” ragazzi, di scurmiciati, lo attesero al varco.
E gli spiegarono che parlare contro il
capo pelato, non era conveniente. Lo
riempirono di bastonate. E lo rimossero
per sempre. Dalla faccia dalla
terra. Settant’anni dopo, a Eboli è accaduto
qualcosa di simile. Non si
spaventi, impressionato sindaco. A
dirle queste cose sono gli ultimi consiglieri
con un po’ di decoro che, per
strane alchimie politiche, ancora sono
nella maggioranza di vossignoria
(Mastrolia, Caprarella, Vastola). Non
importa come si chiami il nuovo martire,
Giacomo Matteotti, Antonio
Gramsci, Nello o Carlo Rosselli…
mancando un candidato simpatico
alla maggioranza “fascista”, il
difensore civico è stato eliminato. E
ci vuole credulità a iosa a dar credito
alle parole di Paolo Polito, Salvatore
Di Dio e Mario Conte, socialisti uniti
nel Pd e nel Cdc: “abbiamo ritirato la
delibera”. E perchè? (tenetevi forte):
“per far partecipare tutto il popolo
ebolitano all’elezione del difensore
civico”.
Non sappiamo il politologo che abbia
suggerito ai tre eroi questa scusa
blanda. Ma se la guerra nel Pd deve
andare avanti a questi livelli…non li
fate proprio più questi penosi consigli
comunali. Il Pd stesso, la corrente di
Vastola e Mastrolia (alias Cuomo) ha
parlato di atteggiamento fascista: “è
stata una scelta antidemocratica la rimozione
del difensore civico”. Anche
il redivivo Caprarella ha condannato
la scelta “mussoliniana” della maggioranza.
Prima l’esilio a San Francesco,
deciso da Melchionda, poi
l’eliminazione totale, voluta dalla sua
(settima) maggioranza. E la frittata è
fatta. Cancellato il d.c.
L’unico oppositore d’accordo con il
neofascismo a Palazzo, è Giuseppe
La Brocca. Spaventato dal crollo
delle borse e dalla crisi dell’euro
forte, La Brocca è andato giù duro:
“via il difensore civico e pure il direttore
generale. Non servono a
niente, ci costano 500 mila euro”. Fascismo
di risparmio, il suo. Immaginiamo
la faccia del difensore
generale, in queste mattine, di fronte
all’adorato Melchionda: “Martì, ma
tu mi vuoi bene, mi vuoi sempre
bene?”.
Per il difensore civico non spenderemo
più soldi. Per l’inutile difensore
generale (così definito anche dall’amica
Uil), continueremo a gettare
soldi? Immaginiamo già la risposta di
Melchionda. Muta. Perchè è saltato il
difensore civico, il candidato Massimo
Del Mese, esponente dell’area
cuomiana? Nemmeno sotto tortura
Melchionda l’avrebbe fatto più votare.
E gli altri candidati?
Luigi De Lisio, avvocato del Pd, è
uscito dalle grazie di Palazzo. Non
buono nemmeno lui, per l’esiliante
Melchionda. Altri due avvocati erano
in lista: Fabrizio Violante, tra i pochi
di Forza Italia che non sono franati
nel Pd, e Gaetano Naimoli, avvocato
dal riccio “giottino” che va in piazza,
parla alla gente, chiede il rispetto
delle regole, reclama i principi della
democrazia, rilancia sull’illegittimità
della scelta, invoca lo statuto comunale,
invita i consiglieri comunali
giovani a una reazione dignitosa. Insomma,
tutta robaccia.
Tutti argomenti che danno fastidio all’amministrazione
Melchionda. Attento
Naimoli, settant’anni fa, a
Roma, c’era un ragazzo che come te,
parlava in parlamento e in strada,
contro il regime. Lo zittirono di
brutto. Se continui così, nella migliore
delle ipotesi diranno che sei un
visionario. La democrazia in comune?
Ma chi se ne frega.
Lo statuto comunale? Facezie per fichette
gay. Devi stare zitto. Stacca i
microfoni, cambia paese, parcheggia
in pineta, costruisci dove ti pare,
chiedi l’assunzione diretta alla Multiservizi,
sosta dove ti pare, fai il karaoke
in piazza, installa un centro
commerciale nella zona industriale,
ma non rompere i maroni con la democrazia.