Speciale Elezioni a Scafati- Intervista al Sindaco Aliberti: Il favorito

Con un cartello di 8 liste: Pdl, Udc; e sei civiche, Aliberti Sindaco, Alleanza Popolare, Grande Scafati, Azzurri, Noi per Scafati e Scafati cresce; Aliberti è il favorito e va per la riconferma.

Aliberti alle accuse risponde con il programma e va all’attacco. Il familismo? Ne io, ne mia moglie siamo stati mai inseriti in elenchi o listini, abbiamo sempre affrontato con successo il corpo elettorale. Gli affari? non ho mai svenduto la Copmes, mai reso edificabili terreni di proprietà, mai realizzato Centri commerciali o Centri sportivi in terreni agricoli o a verde pubblico.

Pasquale Aliberti
Pasquale Aliberti

di Giovanna Criscuolo e Massimo Del Mese

SCAFATIAngelo Pasqualino Aliberti, 41 anni, è sposato con Monica Paolino e ha due figli Rosaria e Nicola. E’ Laureato in medicina e Chirurgia Generale, ed e’ specialista in “Igiene e Medicina Preventiva”. Per il passato è stato responsabile della U.O. di Riabilitazione del Distretto Sanitario 65 e da Competente nella sua specialistica è stato medico di diverse Aziende private.

Politicamente si iscrive nel 94 a Forza Italia e subito si distingue e ricopre ruoli importanti come quello di Coordinatore Cittadino, poi di Delegato del Collegio 17, e successivamente Delegato al Congresso nazionale, in seguito viene eletto Consigliere Comunale nel 94 e riconfermato nel 2003.

Dal 2008 è Sindaco della Città di Scafati a capo di un’amministrazione di centrodestra a guida PDL, di cui ne fa parte, e specie dopo la recente fuoriuscita di alcuni esponenti aderiti nel frattempo alla neo-formazione politica Fratelli d’Italia e dopo la netta distanza di quest’ultimo dal PDL, ne diventa punto di riferimento politico sia di Scafati che dell’agro, essendo tra i fautori, insieme all’ex Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna del “nuovo corso” del Partito di Berlusconi.

 Pasquale Aliberti

Pasquale Aliberti

Aliberti oggi tenta il bis e si ripresenta al corpo elettorale con la coalizione ‘Orgogliosi di Scafati‘, e un cartello di 8 liste: Pdl, Udc; e sei civiche, Aliberti Sindaco, Alleanza Popolare, Grande Scafati, Azzurri, Noi per Scafati e Scafati cresce. Un esercito di candidati che ormai è già lanciato alla conquista di Palazzo Majer.

Attualmente, oltre all’incarico di Sindaco, è particolarmente attivo sia in ruoli politici che istituzionali: è capogruppo provinciale del PDL; Membro dell’Ufficio di presidenza nazionale dell’ANCI. Ed è proprio per il suo attivismo, ma anche per la sua tenacia e il momento politico particolare che passa attraverso queste elezioni amministrative, che lo vede impegnato alla riconferma della carica di Sindaco di Scafati per ultimare quello che egli dice “Quel lavoro straordinario“, che lo intervistiamo consapevoli del ruolo politico che andrà ad assumere all’indomani di questa competizione elettorale.

Il Sindaco Aliberti sembrerebbe essere favorito rispetto agli altri competitor, perché gli altri sono divisi, perché alcuni sono minimali, perché alcuni altri appartenevano a questa Amministrazione e potrebbero non essere credibili, perché il centrosinistra è diviso e una parte di loro ha ripiegato su Nicola Pesce, ma anche perché le sorti di Scafati sono legate al nuovo corso, post-Cirielli del PDL in Provincia di Salerno. Si sente favorito?

R – Sento di aver lavorato in modo straordinario in questi 5 anni. Tempi che hanno coinciso con il peggior periodo che il Paese Italia ha attraversato nell’ultimo trentennio. Più che essere favorito, credo che si è lavorato bene e per questo auspichiamo un risultato importante al di la delle divisioni del centro-sinistra o degli errori di altri Partiti o di altri candidati che sono in gioco in questa partita, ci aspettiamo un risultato importante per quello che abbiamo fatto in questi anni.

Quando le ha pesato la divisione all’interno del PDL e la fuoriuscita di quelli che poi sono diventati Fratelli d’Italia?

R – Per la verita è stato un problema più unano che politico, perché con loro abbiamo condiviso un percorso importante che va dal ’94 ad oggi, sono rapporti che nascono da lontano prima umani e poi politici. Dal punto di vista politico hanno assunto una decisione che rispettiamo ma che  non condividiamo e non capiamo. Il quadro politico è chiaro, lo dicono i fatti e i dati, i risultati di oggi ci dicono che in provincia e a livello nazionale non c’é spazio per un centrodestra diverso da quello che è stato interpretato e guidato da Berlusconi.

Aliberti-Cirielli-
Aliberti-Cirielli-

Questi riflessi condizionano i rapporti politici provinciali, anche alla luce dell’ultimo posizionamento dei Fratelli d’Italia a livello Nazionale, atteso che non hanno votato il Presidente Napolitano e quindi si sono collocati al di fuori de centrodestra e lontani dal PDL?

La nostra posizione è chiara anche a livello provinciale, per quanto si provava a costruire un centro destra diverso da quello che si era posto politicamente in contrapposizione a quelo che avevamo costruito, e quindi non vedendo spiragli di possibili dialoghi siamo passati all’opposizione. Nel PDL c’era una componente che immaginava un centro destra diverso da quello che esisteva in Italia e in questa provincia, e quindi anche in provincia siamo stati conseguenziali. E’ una fase di chiarimento, lo dimostrano i casi di Cava dei Tirreni o di Sarno anche abbiamo scelto l’opposizione. Insomma laddove goveranavamo con fratelli d’italia abbiamo preso le dovute distanze.

Quindi c’é un pressing su Fratelli d’Italia?

R – Credo che debba essere importante discuterne a tutti i livelli e soprattutto a livello regionale per colmare il disequilibrio delle rappresentanze istituzionali. Ne ho parlato anche con il Presidente Caldoro, e lo faremo subito dopo queste elezioni, gli ho rappresentato di come l’UDC abbia rivisto le sue posizioni dando all’alleanza politica con il PDL un altro risvolto rispetto al passato, a dimostrazione di come i nuovi rapporti e il nuovo corso sia aperto alle altre forze politiche alleate e di come questi rapporti abbiano dato dei risultati concreti. A livello regionale bisogna quindi, rivedere alcune posizioni, per esempio: non è possibile che un gruppo politico che non conta in questo momento neanche un Consigliere regionale, abbia una rappresentanza in giunta di due assessori, indipendentemente del valore degll’Assessore Taglialatela e delle capacità dell’Assessore Romano. Questa posizione, tra l’altro, è condivisa sia dall’Onorevole Carfagna che dal Commissario regionale Nitto Palma.

Le politiche del PDL in questi anni sono state muscolari rispetto alla gestione della sanità, dei trasporti, dell’ambiente, eppure a distanza di 4 anni oggi assistiamo ancora a un braccio di ferro contro una classe dominante sorda, e non abbiamo ancora un Piano sanitario regionale., l’ATACS sta sull’orlo del fallimento, non si sono fatti passi avanti significati riguardo ai rifiuti e all’Ambiente. Per la Sanità si parla di anticipazioni di discrezioni, di bozze, di bozze corrette, di bozze riviste e ricorrette, fatto sta che i reparti chiudono, gli ospedali chiudono, e i servizi agli utenti sono compromessi e non rispondenti ai reali bisogni. L’Ospedale di Scafati per esempio ha avuto 3 milioni di euro, ma solo sulla carta. Riguardo all’ambiente poi dove sono quei “grandi risultati” dell’assessore Romano. I suoi risultati vengono meno, ed è emerso in ogni circostanza come quello del Inceneritore di Salerno che più che seguire un programma politico si è adottato l’imposizione della muscolarità e dello scontro con il Comune di Salerno e De Luca, che negli anni non ha portato nessun frutto.

R – Noi dobbiamo fare un distinguo tra la gestione dei problemi da una parte e quelli riconducibili alla politica dall’altra. La politica invece dei Fratelli d’Italia era impostata su una visione diversa pretendendo di rappresentare in ogni circostanza un centrodestra diverso, da quello a cui si richiama il PDL, lo abbiamo visto nel corso della campagna elettorale politica, con i loro tentativi di smarcarsi dal PDL e dalla Politica impressa dal nostro leader Berlusconi. Abbiamo subito più attacchi da parte loro che dai nostri avversari del centrosinistra in provincia, confondendo i nostri elettori. Invece al momento, secondo gli ultimi sondaggi Berlusconi e il PDL sono in assoluta crescita, significa che quel centrodestra che si voleva costruire in altrernativa al nostro non trova spazio nel nostro elettorale. Sul piano poi della gestione della Sanità, va detto che vista la complessità e le difficoltà in cui versava è stata sottoposta a commissariamento, cioè che le decisioni in materia, non appartengono al Consiglio regionale, vieppiù le scelte sono vincolate a scelte di livello nazionale, e qualsiasi cosa deve avere il placet del Governo centrale a differenza di quello che avveniva con Bassolino.

 Pasquale-Aliberti-Stefano-Caldoro

Pasquale-Aliberti-Stefano-Caldoro

Appunto il commissario è Caldoro e non altri, e questi ha comunque delegato prima Zuccatelli, poi Bortoletti e ora Squillante.

R – Detto ciò, il Piano che aveva elaborato Zuccatelli e quel famoso decreto 49 sul quale si continua a lavorare, non lo abbiamo mai condiviso. In precedenza c’era una cattiva sanità e una mobilità passiva, cioé le tante persone che non si fidavano della nostre strutture e si curava altrove facendo crescere il deficit. Cera una replica degli ospedali. Anche noi pensiamo che si debba puntare ad un nuovo piamo per le emergenze. Nelle prossime ore ci dovrebbe esserci il placet della Regione, e così si daranno le giuste risposte che la Sanità si aspetta. Scafati chiede di rientrare nel piano dell’emergenza dei piani ospedalieri, credo che il piano precedente è stato superato anche sotto il profilo dei finanziamenti con la realizzazione di opere murarie e l’acquisto di macchinari, e a seguito di questo non si può più tornare indietro, speriamo che si apra il centro di Pneumologia punto di riferimento del meridione, perché vogliamo stare nel piano di emergenza, sperando che questo Ospedale diventi importante sia per Scafati che per tutto il territorio. Tutto questo nonostante i problemi economici che stiamo attraversando. Si era partiti male sia con il decreto 49 gestito di Zuccatelli ma poi si è raddrizzato il tiro, affinché queste questioni locali trovino un interlocutore certo anche perché c’é un Caldoro prigioniero del livello centrale.

E’ impensabile che ognuno si disegni il suo e poi si debba trovare per incanto un collegamento al tutto. Parliamo anche di territorio e di programmazione del territorio. Scafati rientra in un’area particolare, è l’estremo confine della provincia di Salerno ma è parte di un’area metropolitana ben più complessa, per questo ha pensato di coinvolgere le altre realtà  locali per concentrare gli investimenti, le programmazioni, la viabilità, le politiche generali in termini di area metropolitana?

R – Il tema di questi giorni al di la del mio programma, ne stiamo parlando con i sindaci dell’agro, stiamo cercando di ragionare insieme su una serie di temi all’ordine del giorno. Ci sono strumenti di partecipazione territoriali, come il patto territoriale, agroinvest o il piano di zona che sono superati anche da regole nuove, per cui pensiamo ad un unico strumento di partecipazione che metta insieme i Comuni dell’agro, per gestire i fondi del sociale, stanziati ultimamente dal Ministro Barca, Fondi comunitari, sulle tematiche sociali, sulla possibilità di captare finanziamenti per le strutture e le infrastrutture e che abbia quest’organismo, la capacità anche di pensare ai piani di insediamenti produttivi come per il passato per Agroinvest, quindi un unico strumento innovativo in grado di dare risposte complessive e utili all’intero territorio, ma con tratti di innovazione rispetto al passato.

Se vince le elezioni in che modo pensa di poter coinvolgere le opposizioni? In genere quando si ricopre un secondo mandato si cerca di passare alla storia anziché passare il testimone senza aver lasciato nessuna traccia.

R – L’opposizione sarà coinvolta sui temi che riguarda lo sviluppo della Città e non per la “spartizione” di spazi politici ed amministrativi che non siano propri ad essa come ad esempio sulle grandi opere avviate, da avviare o da completare. L’opposizione che ho avuto fino ad ora è stata poco interessata e poco incisiva rispetto ai temi proposti, pensiamo al PIU’ EUROPA o all’ex COPMES. I temi su cui discutere ci sono, sono tanti, li abbiamo avviato e ora bisogna completarli: Il Più Europa e l’ex Copmes e al piano di riqualifiacazione di una delle più grandi aree industriali dismesse che ormai si è avviato con un primo lotto che impegna oltre 35 milioni di euro, va ricordato che questo è stato un problema che ha interessato inutilmente per decenni le varie amministrazioni che si sono susseguite e solo oggi si avvia alla sua soluzione; penso al PUC che ormai arriverà in discussione in Consiglio come uno dei primi atti della nuova amministrazione, avendo superato tutti gli iter e i vari vincoli a cui era sottoposto; penso all’acquisizione al patrimonio comunale del polverificio borbonico, per il quale si è messo in piedi un progetto di riqualificazione che coinvolge anche i privati; alla manifattura dei tabacchi e che dovrà andare in appalto entro l’anno all’Urban Center che bisogna costruire al suo interno; penso al ruolo nuovo della Scafati solidale e per quello vogliamo creare una partecipata che si dedichi di servizi alla persona per svincolare i fondi che spendiamo sul sociale, al patto di stabilità; se su questi temi l’opposiziane riesce a dare suggerimenti e ad essere propositiva la si coinvolge, ma nel caso contrario, ove mai ci siano tentativi di strumentalizzazione come per il passato, andremo avanti per la nostra strada, guardando al dafarsi rispettando però sempre i ruoli istituzionali.

monica-paolino
monica-paolino

I suoi detrattori, come spesso si legge sui quotidiani, l’accusano di familismo e di affarismo come si giustifica?

Sono due temi diversi: la faccenda del familismo; e quella dell’affarismo. Va da se che non ho mai occupato, attraverso la politica, ruoli che non fossero elettivi, ovvero, ogni qualvolta ho conquistato uno spazio sia da consigliere comunale, provinciale e così via, è stato sempre in conseguenza di un confronto elettorale, e così è stato per il caso di mia moglie che è stata eletta a seguito di una consultazione elettorale. Non sono mai stato inserito in elenchi o listini bloccati dove non si ha nemmeno la possibilità di essere scelti, come nel caso del parlamento. Asserire il contrario è un’offesa ai 16mila elettori che hanno votato Monica Paolino.

Ci spieghi.

In quella circostanza la candidatura fu l’espressione di una strategia volta a dare rappresentanza e forza ad un gruppo provinciale che faceva capo a Mara Carfagna, un gruppo che aveva lavorato bene su Scafati, e quel gruppo indicò mia moglie come candidata, con il compito primario di contrapporsi al gruppo di potere di Cirielli, rafforzando, una volta eletta, una presenza di opposizione interna al PDL. Gli elettori ci hanno premiato sia a Scafati con oltre 6500 voti, che in provincia. Mettere insieme quel risultato contro il Presidente della Provincia, che al momento deteneva nelle sue e nelle mani dei suoi uomini l’intero partito e conseguentemente anche tutto il suo potere, non è stato facile, ma fu un risultato straordinario. Per il resto non ho mai dato inacrichi a miei familiari, e ne talpoco ne ho ricevuti senza passare per il confronto elettorale, sono stati gli elettori che hanno premiato me e mia moglie in questo caso eleggendola alla Regione. Sulla faccenda dell’Affarismo poi bisogna capirci bene.

Fin quì ci siamo e ora affrontiamo quella degli affari.

Non ho mai programmato e mai approvato un Piano Urbanistico che fosse a vantaggio mio e/o della mia famiglia; non ho mai detto di voler trasformare qualche terreno agricolo di mia proprietà per realizzare un Centro commerciale; non ho mai svenduto la Copmes a qualche signore che veniva dal nord, che si è preso i soldi dallo Stato e poi è andato in galera, prendenfosi un’area industriale di un valore immenso a titolo gratuito; non ho mai creato contenziosi idrici ad arte per regalare 5 miliardi di vecchie lire al mio avvocato di riferimento del mio comitato, o ad avvocati di mio riferimento politico, o a miei amici avvocati professionisti esterni; non ho mai realizzato un centro sportivo in un’area a verde pubblico attrezzata con una semplice convenzione approvata in Consiglio comunale, con la quale si prevede che qualche ragazzo instabile vada a nuotare qualche ora a settimana; non ho mai fatto speculazioni immobiliari nei miei terreni; mi accusano di aver ristrutturato la casa di mio padre; mi accusano di aver avuto avvisi di garanzia per falso ideologico dove non ho avuto nemmeno il rinvio a giudizio ma la totale prescrizione, rispetto alla nomina di un avvocato; mi accusano per la vicenda di un mio consigliere delegato ai servizi cimiteriali legata all’autorizzazione d’ingresso al cimitero. Credo che questi sono gli affari a cui fanno riferimento. Io sono un Medico e non altro.

E riguardo alle ultime vicende dei dirigenti?

Rispetto alla posizione dei miei tre dirigenti, in quella storia non hanno nessuna responsabilità, l’accusa sarebbe quella di falso ideologico perché la professionista che sarebbe arrivata secondo al concorso, con una sua certificazione affermava di avere prestato servizio in altri comuni, premesso che la certificazione andrebbe verificata, ma da altri e non dai dirigenti i quali non potevano avere il compito di verificarla poiché non ne avevano l’autorità e non potevano nemmeno entrare nel merito di competenze di dirigenti di quel comune. Comunque  parliamo di un concorso a tempo determinato, per sei mesi, e anche in questo il Sindaco non c’entra niente. L’unico avviso di garazie è sicuramente quello che si riferisce ad un falso ideologico, sempre da verificare, perchè non eravamo contemporaneamente presenti in giunta.

Aliberti-Carfagna
Aliberti-Carfagna

Passiamo ad altro. Come sono i rapporti politici e privati con l’onorevole Mara Carfagna?

C’é stato un memonto di incomprensione, ma ora sono straordinari, perché è una persona che non impone, è per il dialogo, perché nella sua discrezione e con la sua autorevolezza Mara ha dimostrato di essere un personaggio nazionale che va ben oltre i confini regionali, e quel ruolo per nulla invadente ma presente lo ha tenuto anche e soprattutto quando era impegnata a fare il Ministro. In quella circostanza è stata capace di essere presente senza essere invadente e ha mostrato con la sua vicinanza affettuosa e costante un interesse ad intrattenere rapporti umani e politici che vanno oltre un ruolo freddo e gerarchico che si intrattiene tra figure politiche presenti in un Partito.

Quale è il sogno nel cassetto di Aliberti?

Continuare a fare il Sindaco di questa città, perchè fare il Sindaco è la cosa più straordinartia in assoluto per chi fa politica, soprattutto  pensando al contatto con la città e i cittadini e poi attraverso il ruolo, e per questo sono grato a Scafati, anche perché mi ha regalato una visibilità che va oltre Scafati stessa. Oggi sicuramente è questo il sogno nel cassetto. Se dovessi cambiare questo ruolo con altre cose? Non sò se farei di meglio.

Se tornasse indietro quale è la cosa che non farebbe più?

La cosa che no farei più? E’ difficile per un politico dirlo e pensarlo, potrei smentirmi. In politica si deve essere pronti al cambiamento e alla mediazione. Riguardo invece alla vita Privata, dovrei fare ammenda e magari dedicare un poco di tempo in più a i miei due figli Nicola e Rosaria, perché il tempo dedicato a loro è assolutamente troppo poco. In politica non rinnego nessuna delle scelte che ho fatto, come è capitato ad altri che hanno cambiato i loro percorsi. Sono rimasto dalla stessa parte anche nei momenti difficili: prima in forza Italia; poi nel PDL; non mi sono pentito delle scelte che ho fatto in tutti questi anni e che ritengo responsabili, a differenza degli altri che nei momenti difficili non hanno trovato di meglio che scappare in luoghi diversi. Luoghi nemmeno tanto praticati a giudicare dai risultati elettorali conseguiti.

Fuori intervista poi Aliberti ha rivendicato con orgoglio il suo ruolo ed è proprio grazie a quello che ritiene “lavoro straodinario” che la sua Amministrazione ha fatto in questi 5 anni, che si dice pronto a ripetere quella esperienza che definisce allo stesso modo “straordinaria”, mostrandoci i simboli e le sue otto liste che lo sorreggeranno nella riconquista di Palazzo Majer, e a giudicare dalla vigilia, Aliberti sembrerebbe essere il favorito, specie adesso che l’ex Presidente della Provincia sta da un’altra parte e sostiene altri. Alcuni attenti sostenitori del Sindaco, pare hanno notato in questi anni che tutti i candidati a sindaco che ha sostenuto l’ex Presidente dela Provincia siano stati sonoramente sconfitti a partire da: Vito Busillo a Eboli; passando da Battipaglia con Gerardo Motta; da Roccadaspide con Mario Miano; arrivando a Nocera Inferiore con Adriano Bellacosa; e passando per la batosta salernitana con Anna Ferrazzano. Non c’é che dire un bel curriculum da fare invidia alla peggiore “sfiga”.

Scafati, 25 aprile 2013

3 commenti su “Speciale Elezioni a Scafati- Intervista al Sindaco Aliberti: Il favorito”

  1. E’ veramente favorito e tutto per le responsabilita’ gravissime del PD locale e di quello provinciale. Aliberti se vince e’ perche’ il centrosinistra ha deciso di perdere. Quantoa Fratelli d’Italia raccoglieranno niente.

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