Ultimati i lavori della “Casa dell’Acqua”. Il costo dell’impianto: 52.457,30 euro, di cui 38,198.34 a carico dell’ATO, 14.258,96 a carico del Comune di Battipaglia. La tariffa per litro è di 0,05 centesimi.
L’ATO Sele 4 ha suggerito ai comuni la Società Sidea Srl senza nessun altro confronto. Un busines da oltre 3milioni di euro se aderiscono i comuni salernitani e di oltre 17 milioni di euro se aderiscono tutti i comuni campani, e l’Assessore Romano sta a guardare.
BATTIPAGLIA – Il Comune di Battipaglia ha aderito al finanziamento dell’Ambito Territoriale Ottimale Sele 4, per la realizzazione e l’attivazione di un impianto denominato “Casa dell’Acqua”.
Sono stati ultimati i lavori della “Casa dell’acqua” che sarà installata all’esterno della Villa Comunale di Taverna in Via Parmenide di Battipaglia, in pratica, dalla struttura denominata “Casa dell’Acqua“, si potrà attingere acqua potabile proveniente direttamente dall’acquedotto cittadino, opportunamente filtrata per eliminare qualsiasi impurità, odore e sapore eventualmente presente, a temperatura ambiente o fredda, liscia o gasata mediante impianti addizionatori di anidride carbonica.
L’affidamento e la fornitura, nonché la gestione della “Casa dell’acqua” è stato dato alla Società Sidea s.r.l. di Molino del Piano (FI), anche alla luce della ricerca di mercato realizzata dall’ATO Sele 4, giusto approvazione della Deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 68 dell’ 8 agosto 2012.
L’area individuata per l’installazione dell’impianto è quella all’esterno della Villa Comunale di Taverna, caratterizzata da un forte insediamento abitativo. L’impianto prescelto è il modello “Fontanello Maxi” ed è ritenuto idoneo a soddisfare la prevedibile richiesta di acqua minerale addizionata e acqua naturizzata.
La concessione alla Sidea Srl avrà la durata di sei anni, la tariffa di vendita al pubblico concordata è di 0,05 centesimi di euro per litro. Il costo dell’impianto: 52.457,30 euro, di cui 38.198,34 euro a carico dell’ATO, 14.258,96 a carico del Comune di Battipaglia. L’architetto Angelo Mirra è stato nominato Responsabile Unico del Procedimento.
Fin quì sembrerebbe tutto normale, anche perché sembrerebbe un servizio aggiuntivo che si fornisce ai cittadini, atteso che si spendono tanti soldi per le acque minerali, e un danno all’ambiente per l’utilizzo delle bottiglie di plastica, oltre che realizzare un notevole risparmio dal momento che 10 litri d’acqua minerale addizionata verrebbero a costare solo 50 centesimi.
Un bel risparmio a fronte dell’impegno di una cifra per nulla esagerata, pari a 52.457.30 euro, per la realizzazione dell’impianto, includendo i macchinari, i vari lavori e i vari allacci, specie se poi il 60% del costo è a carico dell’ATO Sele 4 e il restante 40% a carico del Comune. Se si considera poi che la stessa ATO previa una opportuna indagine ha individuato nella Società SIDEA S.r.l. di Firenze capacità tecniche adeguate alla fornitura degli impianti denominati “Casa dell’Acqua”, tanto da inviare una circolare e suggerire a tutti i Comuni dell’Ambito di affidarle l’impianto, allegando alla suddetta Delibera, tutta la modulistica indispensabile per ottenere il finanziamento, alla scelta dell’impianto con tutte le caratteristiche e i costi da deliberare.
Se tutti i comuni della provincia di Salerno dovessero aderire come ha fatto Battipaglia e altri, e spendendo mediamente 32mila euro per il costo dell’impianto, sarebbe un’operazione di 3.200.000 euro, se la stessa si dovesse estendere a tutti e 551 comuni della Regione Campania, l’operazione salirebbe a qualcosa come 17.632.000 di euro, sempre con la formula del 60% a carico dei vari Ambiti di competenza e il restante 40% a carico dei Comuni.
Un business di tutto rispetto se si aggiungono anche gli utili, sebbene i prezzi della vendita dell’acqua sono contenuti. Ma conseguentemente si nota come una spesa ragguardevole come quella ipotizzata, non sia stata sottoposta a nessun confronto con altre offerte, altre apparecchiature e ad altre tecniche.
Se l’iniziativa potrebbe anche essere considerata positiva riguardo alla fornitura di acqua potabile trattata e depurata, ma si badi bene proveniente dall’acquedotto e quindi già potabile e rispondente a tutti i parametri mineralogoci perché si possa definire tale, è quanto mai inquietante si acconsenta ad un ulteriore “depurazione” per eliminare le “eventuali” impurità presenti nell’acqua erogata, presupponendo vi siano impurità e quindi non del tutto idonee alla erogazione, ignorando tra l’altro che un impianto del genere potrebbe anche presentare delle anomalie e/o malfunzionare negli apparecchi germicidi o negli abbattitori batterici, oltre a contenere filtri con carbone attivo, e ignorando che l’acquedotto attualmente funzionante è continuamente controllato.
Questo relativamente all’impianto e al Business, senza aggiungere nessun’altra valutazione politica che boccerebbe senza appello sia gli ATO, sia l’Assessorato Regionale all’ambiente e sia il suo Assessore Giovanni Romano. Si evidenzia una assenza totale di politiche di gestione delle acque, ma anche una scarsa attenzione per gli impianti esistenti, oltre che azioni confliggenti tra loro. Nel mentre si finanzia forme giudicate migliorative alla normale e semplice erogazione di acqua potabile dell’acquedotto, lasciando immaginare per questo una cattiva qualità dell’acqua stessa, non si destinano somme per intervenire a migliorare e potenziare la rete idrica esistente, e per contro si immagina impianti di superfice trascurando il resto.
L’Assessorato all’Ambiente, anzichè preservare i corsi d’acqua, i bacini esistenti, le falde freatiche e gli impianti esistenti, salvaguardando conseguentemente anche il territorio e anzichè di individuare nuove altri invasi naturali e prevenire quelle che sono le eventuali emergenze, individua un macchinario e ne regala la fornitura ad una ditta, senza effettuare nessuna gara sia per la fornitura di macchinari stessi, sia per la loro realizzazione che per la gestione spendendo un fottio di soldi.
E l’Assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano che fa? Sta a guardare.
Battipaglia, 4 aprile 2013
L’acqua è un bene essenziale, per cui è un bene comune…deve essere garantita a tutti e per tutti GRATUITAMENTE. Non è bello speculare su queste cose…..capisco gli impianti etc etc…ma il Comune deve già GARANTIRE alla fonte, che le acque siano POTABILI.
L’acqua è un bene prezioso, l’Italia per grazia di Dio ne abbonda,tanto che gli italiani da sempre sono abituati a sperperarla allegramente. L’acqua è una delle cose che da anni tentano di scipparci e se dipendesse da questa casta di sciacalli e sanguisughe che ci governa da 20 anni e di cui non riusciamo a liberarci anche questo “affare” sarebbe cosa fatta.
L’acqua meravigliosa d’Italia è uno dei principali motivi che mi ha indotto a votare 5 stelle, difenderla è un dovere di tutti, anche degli idioti di questo paese.
Non commento,
vi lascio solo questa piccola informazione, di cui sono al corrente in pochi:
http://www.feltrinellieditore.it/SchedaTesti?id_testo=1879&id_fatto=5971
purtroppo da quelle parti ci sono stati morti e feriti e sicuramente la nostra situazione non è certo quella del paese andino, ma gli attori sono gli stessi : società private che prendono “potere” su un bene pubblico e primario come l’acqua.
Vorrei sottolineare il carattere “non politico” del piccolo “promemoria” che qui vi lascio.Ad ognuno le sue conclusioni con i colori che ritiene necessari.Fatto sta che anche un “piccolo servizio”, come potrebbe essere inteso quello pubblicato nel post, nasconde insidie che l’autore stesso del post ha già messo in luce. Quanto tempo ci vorrà secondo voi, una volta “ammessi” tali tipi di mercanteggi su tali tipi di beni, prima di arrivare a situazioni simili a quella Boliviana ?
Forse per una volta possiamo provare ad imparare dai guai degli altri ed evitare che accadano a noi ….
il costo delle casette a Battipaglia è 5 volte in più del costo reale di una casetta d’acqua dove è la convenienza per il comune che col suo 40% sta pagando la casetta per intero ed oltre