Mentre PD e centrosinistra si disintegra c’é ancora una speranza. In Friuli la Serracchiani vince contro il presidente uscente Tondo, del Pdl e il grillino Galluccio.
Ha votato il 50,51% degli aventi diritto, contro il 72,33% del 2008. Il candidato M5S perde 8,5% rispetto alle consultazioni politiche di febbraio, ma va meglio della sua lista (in calo del 14%): “Ci aspettavamo qualcosa di più”.
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TRIESTE – “Abbiamo vinto“: Debora Serracchiani ufficializza la vittoria alle regionali del Friuli Venezia Giulia in serata, quando mancano ancora 35 sezioni da scrutinare. Il presidente uscente della regione Renzo Tondo, del Pdl, ammette la sconfitta e telefona alla candidata del centrosinistra per complimentarsi. Delusione per i 5 Stelle: “Ci aspettavamo qualcosa di più“, commenta il candidato Saverio Galluccio.
Finisce così, alle 20 e 30, uno spoglio al fotofinish. E’ stato testa a testa fino all’ultimo voto quello tra Serracchiani e Renzo Tondo per la poltrona di governatore del Friuli Venezia Giulia. La candidata del Pd vince per una manciata di voti, neanche duemila di scarto.
Sono passati solo 4 anni da quando Debora Serracchiani infiammò i circoli del PD con quel dito alzato, rivolto ai “capoccioni” e tutti i media nazionali e stranieri puntarono i riflettori su questa nuova leader. EL PAIS titolò “Sinistra è nata una Stella“. E oggi più che mai lo si può affermare. Non è tutto perduto, si può ricominciare abbattendo il grigiore antico e i nuovi avventurismi,
Serracchiani: “Senza Roma sarebbe stata un’asfaltata“. Una vittoria che incoraggia il Pd. E’ andata “straordinariamente bene, visto che dall’esito delle politiche in poi, non abbiamo brillato per iniziativa politica, fino ad arrivare all’elezione del presidente della Repubblica con tutto quello che è accaduto”, commenta Serracchiani. Che, agli ultimi voti diceva, dal quartier generale: “Se non c’era Roma sarebbe stata un’asfaltata’”. Opinione condivisa anche da altri esponenti del Pd del Friuli Venezia Giulia, che, presenti al quartier generale, hanno commentato: “Se a livello nazionale le cose fossero andate in modo diverso e cioè se il Pd fosse stato in grado di formare un governo e di eleggere un suo Presidente della Repubblica, il dato nazionale non avrebbe penalizzato quello regionale e a questo punto la partita si sarebbe chiusa a nostro favore”.
Molto contento anche Matteo Renzi, che dalla trasmissione Otto e mezzo manda “un abbraccio agli amici friulani che hanno vinto”. I complimenti a Serracchiani arrivano anche da Massimo D’Alema secondo il quale l’elezione dell’esponente del Partito democratico alla guida della Regione Friuli Venezia Giulia rappresenta “senza dubbio un riconoscimento del lavoro da lei svolto in questi anni. Non solo, perchè il successo conseguito da Debora Serracchiani è un segnale di incoraggiamento e speranza nel momento non facile che sta vivendo il Pd e conferma che il centrosinistra può raggiungere risultati positivi anche al Nord”.
Il confronto con le elezioni politiche. Rispetto al voto delle politiche, due mesi fa, il voto in Friuli restituisce un panorama mutato. Allora la coalizione del centrosinistra era al 27%, oggi è al 39,3%. L’area di centrodestra oggi è al 38 per cento, mentre era al 28 per cento alle scorse elezioni politiche. Il candidato grillino Galluccio ha conquistato in Friuli il 19 per cento delle preferenze, ma la lista M5S fa registrare un calo significativo: alle politiche era al 27%, ora in Friuli è circa al 13 per cento. Scomparsa la coalizione dei Montiani, che al voto del 24-25 febbraio era al 12,8 per cento. Riguardo ai partiti principali, il Pd prende oggi il 2 per cento in più rispetto alle politiche, stessa percentuale per Sel, mentre Pdl e Lega crescono dell’1,5 per cento.
Galluccio (M5S) deluso. ”Ho sempre detto che per me abbiamo già vinto, perché abbiamo messo in piedi un Movimento”, sono state le parole del candidato M5S, Saverio Galluccio. Galluccio ha ricordato che ”abbiamo portato la gente in piazza, abbiamo avvicinato molti alla politica. Abbiamo ricevuto 600 curriculum di persone per sostenerci nell’azione di governo. Le useremo – ha annunciato – anche a livello politico, indipendentemente dal risultato”. Galluccio ha inoltre rivendicato di ”non aver mai fatto promesse in campagna elettorale; vediamo invece se chi vincerà manterrà le sue. Noi siamo stati sempre umili – ha concluso – e questo ha pagato”. Il candidato M5S non condivide il paragone con le febbraio, ritenendo che ‘‘il voto alla Politiche sia diverso dal voto territoriale”, e che quindi non si possa confrontare la performance di 2 mesi fa con il voto delle Regionali. ”Continuare a dire che noi abbiamo perso voti perché alle Politiche avevamo il 27%, è un’analisi che parte da un dato che è sbagliato”.
Sel: sorpresa positiva. “La sorpresa positiva è che il Friuli Venezia Giulia non sarà la prima Regione a 5 stelle”, ha commentato il segretario provinciale di Trieste di Sel, Fulvio Vallon. Buone performance per Sel: “Dovremmo essere il secondo partito della coalizione. Mi pare che il centrosinistra tenga”, afferma Vallon. “Può darsi che il governatore uscente non riesca a recuperare”, ha aggiunto.
Berlusconi: “Elettori poco mobili”. “Il centrosinistra ha scarsissima mobilità, da sempre votano sinistra e c’è poca mobilità anche rispetto agli accadimenti dei giorni scorsi”. Così Silvio Berlusconi su La7 ha commentato i dati sulle elezioni in Friuli.
Crolla l’affluenza. È stata pari al 50,51% l’affluenza alle urne. Il dato segna una netta flessione rispetto alla tornata regionale 2008, quando la percentuale fu del 72,33. Nel 2008, però, si votò sia per le regionali che per le politiche, dunque con l’Election Day. Due mesi fa, invece, in occasione delle elezioni politiche, l’affluenza per i voti della Camera è stata del 77,19%. Nella circoscrizione di Trieste hanno votato 97.369 (45,86%), in quella di Gorizia 63.089 (52,61%), in quella di Udine, dove si votava anche per il Comune di Udine e la Provincia, 218.029 (53,46%), a Tolmezzo 38.327 (46,67%), a Pordenone 138.496 (49,99%).
I seggi. I seggi sono stati chiusi alle 15 i seggi nei 218 Comuni della regione per il rinnovo del Consiglio Regionale, per l’elezione del presidente e del Consiglio della Provincia di Udine e di 13 Amministrazioni comunali, tra le quali Udine. Lo spoglio delle schede è iniziato subito dopo.
Complessivamente sono 1.099.336 gli aventi diritto al voto, di cui 528.823 uomini e 570.513 donne. Per circoscrizione elettorale gli elettori risultano 212.338 a Trieste, 119.924 a Gorizia, 407.875 a Udine, 82.132 a Tolmezzo e 277.067 a Pordenone.
Gli sfidanti. Alla guida della regione hanno concorso il centrodestra con il presidente uscente del Pdl, Renzo Tondo il quale ha potuto contare su sei liste (Autonomia responsabile, Unione di centro, Pdl, La Destra, Lega Nord e Partito pensionati), per il centrosinistra Debora Serracchiani, già europarlamentare, sostenuta da cinque liste (Sel, Pd, Lovenska Skupnost, la lista civica “Cittadini per Debora Serracchiani presidente” e Italia dei valori), per il Movimento Cinque Stelle Saverio Galluccio e, infine, “Per un’altra regione” (già costola del Pdl) Franco Bandelli. Uno dei candidati, Marino Andolina, della lista “Sinistra”, sostenuta da Rifondazione Comunista e dal Partito dei Comunisti Italiani, è stato escluso dalle elezioni a causa della mancanza di una firma nei documenti relativi alla presentazione della lista nella cirscocrizione di Trieste. Andolina ha presentato ricorso al Tar che, però, lo ha respinto.
Fotofinish. Finale al fotofinish. Con 1239 sezioni scrutinate su 1374, la candidata del centrosinistra ha un vantaggio limitato: +0,7%. Serracchiani (centrosinistra) ha il 39,42%, Tondo (centrodestra) il 38,7%. Il candidato Saverio Galluccio si è fermato sotto il 20% delle preferenze, con una perdita secca dell’ 8,5% sul territorio rispetto alle politiche dello scorso febbraio.
Trieste, 23 aprile 2013
La dimostrazione lampante che ,in specie nel periodo attuale,gli umori elettorali nostrani, fan si che sia impossibile fare previsioni alcune,e dove una buona campagna elettorale ideata + attuata da persone competenti, da di sicuri i suoi frutti!
Un PD spaccato a Roma,nonostante le figure barbine recenti,riesce sul territorio «Non meritavamo di restare sotto le macerie
nazionali. Siamo una bestia rara: un centrosinistra che vince» (nel Nord-Est) ad ottenere compensi nell’urna e fa rimpiangere le divisioni concausate dalla miopia della dirigenza.
Grillo da buon politico,de facto,critica i risultati e vede miglioramenti,bontà sua visto il mesto dimezzamento,in Italia del resto nelle analisi post voto nessuno ammette(la sconfitta è figlia di n/n) di deflettere nelle preferenze popolari, altro che il 50% strombazzato in ogni calle,se continua di questo passo non rientra neanche in parlamento!!!
Dato preoccupante:Con il 50% di astensione,la disaffezione alle elezioni si palesa come un onda anomala che sconcerta gli analisti.
Questo è il PD che vince. Il PD che vogliono i suoi elettori ma che non vuole non la sua casta dirigente.