Venerdì 12 aprile, ore 17.30, Sala conferenze, Comune di Battipaglia, manifestazione dal tema: “9 aprile 1969, 9aprile 2013. 44 anni dopo lo sciopero di Battipaglia”.
L’Associazione “Iniziativa Popolare” ricorda il “9 aprile 1969”: due morti e centinaia di feriti per non perdere il lavoro. Oggi a 44 anni da quei moti lo scenario politico non è dissimile a quello di allora. L’unica differenza: non abbiamo più la speranza.
BATTIPAGLIA – Si svolgerà venerdì 12 aprile, alle ore 17.30, presso la sala conferenze del comune di Battipaglia, in Via Italia, una manifestazione sul tema: “9 aprile 1969, 9 aprile 2013. 44 anni dopo lo sciopero di Battipaglia”. Il dibattito è stato organizzato dall’Associazione “INIZIATIVA POPOLARE” e vedrà la partecipazione del presidente Carmine Galdi, di Giacomo Strizzi, di Enrico Giovine (testimone politico del 1969) e di Fernando Di Mieri.
Previsto nel corso del dibattito anche il saluto del Sindaco di Battipaglia Giovanni Santumauro mentre il convegno sarà moderato da Dora Longobardi, vice presidente di Iniziativa Popolare.
Sono trascorsi ormai 44 anni da quel fatidico 9 aprile del 1969. E nell’anniversario dei moti di Battipaglia è doveroso un ossequioso ricordo, non tanto noi che lo abbiamo vissuto, ma per le giovani generazioni, soprattutto per far nascere in loro un sentimento vivo di appartenenza per una Città benché giovane, nuova, come Battipaglia piena di speranza e piena di tradizione di quei cittadini che con lo spirito di sacrificio vollero porre le basi per una Città che si è saputo meritare un ruolo straordinario e preminete, nella Piana del Sele, in Provincia di Salerno, nel mezzogiorno d’Italia.
Allora ero un giovane studente del “Fabio Besta” e in quel giorno c’ero anche io. Scendemmo in piazza con la solita generosità dei giovani a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, che scioperarono contro la chiusura del Tabacchificio e dello Zuccherificio.
La chiusura di quelle Aziende, anche considerandone l’indotto, metteva in crisi l’intera città, tenuto conto che circa la metà della popolazione ne traeva la loro unica fonte di guadagno.
Lo Sciopero Generale fu l’unica conseguenza possibile e fu sentito e partecipato da tutta la città, anche da noi studenti, e molti di noi benché non fossimo di Battipaglia avvertimmo la necessità di partecipare in quanto riconoscevamo l’importanza per l’economia cittadina di quei due opifici.
Lo Sciopero Generale era sentito anche per un’altra ragione, era l’occasione per dare la solidarietà alle tabacchine che da ben una decina di giorni occupavano lo stabilimento di S. Lucia. Sulla Città aleggiava lo spettro di una crisi, che aveva già toccato con la chiusura alcune industrie di trasformazione conserviere e che si preannunciava drammatico per migliaia di lavoratori che inevitabilmente avrebbero perso il loro posto di lavoro.
L’occupazione dello stabilimento di S. Lucia, lo Sciopero Generale con la mobilitazione di tutta la Città, dagli operai, ai commercianti, agli studenti, furono una risposta straordinaria ma ben presto vi furono momenti di tensione e, come spesso accade, successivamente sfociarono in veri e propri moti. Battipaglia divenne un teatro di violenti scontri, si alzarono le barricate e si bloccarono tutte le vie di uscita e di accesso, si arrivò all’occupazione della Stazione ferroviaria. La Polizia caricò, e quella che doveva essere una grande giornata di solidarietà verso chi voleva mantenere il proprio posto di lavoro si trasformò in una insurrezione popolare.
“La rivolta “popolare” del 1969 ha segnato per sempre ed in modo indelebile il destino della comunità locale; fu una giornata di fuoco, morirono due giovani: Carmine Citro e Teresa Ricciardi. Gli scontri tra le forze dell’ordine e i dimostranti furono violentissimi, ci furono centinaia di feriti sia da una parte che dall’altra. Quando ci rendemmo conto della tragedia era già tardi. Piansi.
La città lottò per vedersi riconoscere quel diritto al lavoro sancito costituzionalmente. La paventa chiusura del Tabacchificio e l’ordine di trasferire altrove lo Zuccherificio scatenò l’ira dei battipagliesi. Un popolo che già negli anni precedenti aveva subito grosse perdite nel campo economico, si persero migliaia di posti di lavoro.
L’eco della violenta reazione, per la manifesta incapacità dell’allora classe dirigente, si ebbe in tutto il mondo e su tutto il territorio nazionale. La situazione di crisi che si attraversa oggi, sotto il profilo economico, è analoga se non addirittura peggiore. Sarebbe opportuno non dimenticare, facendo tesoro delle battaglie di libertà fatte nel passato dalla nostra comunità; sarebbe opportuno che l’attuale classe dirigente dia delle risposte ai tanti giovani senza lavoro prima che sia veramente troppo tardi.
44 anni dopo i moti di Battipaglia, lo scenario politico non è dissimile a quello di allora. La crisi politica sta lasciando sul terreno a Battipaglia, decine di aziende, in Italia migliaia, e conseguentemente migliaia e migliaia di lavoratori hanno perso il lavoro e hanno perso ogni speranza, ma oggi non c’è più quella carica che animò allora i battipagliesi e quelli come me che sposarono la loro causa. Che Dio ci aiuti.
Battipaglia, 11 aprile 1969