Si è tentato di negare il diritto alla salute, si è violato palesemente i principi umanitari di cui alla Corte europea dei diritti dell’uomo, si è abusato della carcerazione preventiva.
Il Procuratore della Repubblica di Salerno intervenga e si accerti se sono stati violati i diritti fondamentali dell’uomo, perché non è ancora iniziato il Processo, se è giusto nelle procedure, e se vi è accanimento giudiziario nei confronti di Del Mese.
SALERNO – Paolo Del Mese è tornato a casa. Ma è sempre agli arresti domiciliari. Arresti che fanno discutere e per questo per la prima volta da dieci mesi a questa parte ne parlo. Non l’ho fatto nemmeno per altri casi. Non ne ho voluto parlare per diversi motivi: primo fra tutti perché Paolo Del Mese è mio cugino e potevo non essere obiettivo; poi perché ho fiducia nella Giustizia e non va mai ostacolata; e in ultimo perché non conoscevo gli atti, inquanto non c’é stato ancora nessun processo.
Quello che mi ha spinto ad intervenire è stata la lettera-appello che il Regista Andrea D’Ambrosio, autore del film-denuncia Biutiful Cauntri, mi ha inviato e che volentieri pubblico, con la quale, nel mentre si rivolge accoratamente al Procuratore della Repubblica Franco Roberti, esprime con durezza tutto il suo disappunto in quello che chiama: “Il caso Del Mese: una tragedia umana a cui porre fine“, ritenendolo di una “gravità inaudita“.
E come si fa a non essere d’accordo?
La convinzione ad intervenire si è rafforzata anche quando ho letto nei tanti resoconti giornalistici che gli avvocati difensori Paolo Toscano e Massimo Torre avevano presentato istanza per i domiciliari, successivamente accolta, e si è parlato per la prima volta di accanimento giudiziario nei confronti del loro assistito: «Ci sembra eccessiva l’insistenza con la quale si chiede il trasferimento in carcere» dichiarava Torre, e nel prosieguo dell’articolo annunciava un possibile incontro con la stampa nei giorni seguenti. Circostanza quella dell’accanimento, confermata nel corso di un colloquio telefonico –“Non si comprende – diceva l’Avvocato Massimo Torre – come a distanza di dieci mesi non si è arrivati alla scarcerazione, per un processo mai iniziato – condizione questa che lascerebbe spazio ad interpretazioni, che non escludono affatto quanto asserisce D’Ambrosio e non solo, ormai ne siamo tutti convinti, nel momento in cui si parla di accanimento giudiziario.
“In questa vicenda – aggiunge l’Avvocato Massimo Torre – tutti patteggiano e sono fuori e Del Mese che si difende è in carcere. – Un’altra distorsione, che si aggiunge alla violenza perpetrata e reiterata nella negazione del diritto alla salute, violando palesemente i principi umanitari di cui alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Adesso non è più un Processo, è una gogna, adesso non è più Giustizia ma è giustizialismo. A distanza di dieci mesi il PM dovrebbe avere già ben chiaro il quadro delle indagini, dal momento che vi sono state a frotte i patteggiamenti, si dovrebbero concludere le indagini, a meno che non si vuole fare un giro di “torture” e di “sevizie” per arrivare a “confessioni” che non hanno niente a che vedere con il giusto processo e che appartengono a ben altri regimi e non ad uno stato democratico.
La Giustizia deve essere GIUSTA e non può essere messa in discussione da nessuno e non può essere sfiorata dal benché minimo dubbio, così come non si può basare su teoremi ma su fatti e prove concrete per garantire, appunto, quel PROCESSO GIUSTO, e questa vicenda è una delle tante per le quali l’Italia è stata pluri-condannata nel 2012 dalla Corte Europea dei Diritti Umani, perché ha violato in innumerevoli casi la Convenzione per i ritardi nell’amministrazione della giustizia a danno degli imputati. L’Italia è stata condannata per avere violato la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Anche chi è colpevole deve essere tutelato nei suoi diritti e la carcerazione preventiva largamente abusata dai pm, irrompe in un modo sbagliato nel Processo poichè esercita una indebita pressione sull’indagato, ancor prima di aver raccolto prove sufficienti, mostrando una ulteriore distorsione evidenziando il disequilibrio tra l’accusa e la difesa, senza contare dei tempi biblici per la raccolta delle prove.
Infatti, il grosso delle violazioni riguarda proprio l’eccessiva durata dei processi, i restanti la non equità della procedura con la violazione del diritto di accesso ad un tribunale, la violazione della privacy della vita familiare, il rispetto del diritto di proprietà, il divieto di trattamenti inumani e degradanti e la violazione della libertà personale appunto con l’abuso della carcerazione preventiva.
I teoremi li devono trattare i matematici, la giustizia deve basarsi sulle prove. Ed è proprio l’accorato ma fermo appello di Andrea D’ambrosio, che apre una questione ben più grave, rispetto al processo stesso, e che il Procuratore della Repubblica di Salerno a questo punto dovrebbe necessariamente intervenire, per accertarsi se nel caso specifico siano stati violati i diritti fondamentali dell’uomo e se vi è un reale accanimento nei confronti di Del Mese, ma anche accertarsi che il Processo si faccia al più presto e che si restituisca agli imputati la dignità di esseri umani e si garantisca loro un giusto processo.
Intanto 28 imputati: Il cavaliere Giuseppe Amato, il presidente nazionale dell’Ordine dei commercialisti Claudio Siciliotti. Simone Labonia, Massimo Menna, Alfio Barbato, Antonio Anastasio, Enrico Esposito, Gilberto Belcore, Maurizio Pilone, Paola Bisogno, Luciano Vignes, Pasquale Attanasio, Roberto D’Imperio, Ignazio Amato, Maria Francesca Napoli, Giovanni Giudice, Leonardo De Filippo, Mirko Mannaro, Antonio Esposito, Michele Cicognini, Pietro Maria Vassena, Emanuele Troiero, Patrizia Beatrice, Francesco Franzesi, Maria Ciriello, Marcello Mascolo, Alfredo Delehaye e lo stesso Paolo Del Mese, non aspettano con terrore il processo ma aspettano con terrore di essere incarcerati “preventivamente”.
Senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria poichè ancora non c’é un Processo, tutto si baserebbe: su un ruolo politico che avrebbe avuto Paolo Del Mese; delle buone relazioni; intorno ad una cena; e riguardo ad un prestito. La vita è fatta di relazioni, di rapporti e anche di concessioni, e chi riveste ruoli politici, dei rapporti e delle relazioni ne fa motivo di impegno quotidiano.
In particolare, sempre secondo le indiscrezioni, riportate anche in alcuni servizi giornalistici, desterebbe qualche sospetto una cena svoltasi, nell’estate del 2006, nella villa del Cavaliere Giuseppe Amato in costiera Amalfitana, alla quale avrebbero preso parte: il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, Franco Ceccuzzi, parlamentare Pd successivamente eletto sindaco di Siena, Paolo Del Mese, all’epoca parlamentare Udeur, e Giuseppe Mussari, e allora? Che facciamo arrestiamo preventivamente tutti coloro i quali intrattengono buone relazioni? E quale è il reato, aver comprato il pesce sulla bancarella abusiva?
E che facciamo arrestiamo anche i vari Presidenti del Consiglio italiani che nel corso delle loro visite nei paesi stranieri si fanno accompagnare dai massimi imprenditori del Paese per cercare di intessere buone relazioni e magari organizzare scambi commerciali? E riguardo al prestito, premettendo di voler ignorare che tra la famiglia Amato e Del Mese vi fossero rapporti antichi di amicizia che giusstificano il prestito stesso, pare, sempre da resoconti giornalistici, che si teorizzi coincida con una tangente. Si è mai visto che chi si prende una tangente poi debba restituirla? Semmai nella peggiore delle interpretazioni era una vicenda di fisco. Che dobbiamo fare arrestiamo anche mio fratello e me perché magari mi ha prestato dei soldi?
Riguardo poi alla carcerazione preventiva, immagino motivata perché Del Mese avrebbe potuto inquinare le prove o reiterare i “reati” “teoremizzati”, e quale sarebbere stato il peso in termini di potere che esercitava dieci mesi fa Del Mese e che esercita oggi tali che potevano condizionare, alterare, inquinare, costringere o occultare prove? In termini politici, Paolo Del Mese è completamente bruciato a seguito della evoluzione di questa “indagine processuale“; E’ bruciato, sempre per via di questo Processo ancora in fase “progettuale”, anche sotto il profilo sociale e relazionale. Ma chi vuoi che risponda più al telefono sapendo che dall’altra parte della cornetta vi sia Paolo Del Mese? Ma quello che più è cocente e per questo devastante è soprattutto la distruzione delle relazioni affettive e familiari negandogli, prima la libertà personale e poi vivendo una condizione inumana e degradante costretto a privarsene e addirittura a combattere per ottenere cure appropriate a seguito della sua carcerazione, e in tutto questo senza che il Processo non sia ancora iniziato.
Forse Paolo Del Mese è già colpevole per il Pubblico Ministero?
Ho chiesto all’Avvocato Massimo Torre, il suo difensore, di formulare apposita richiesta di visita, fino ad ora non l’ho fatto. Non ho avuto il coraggio, mi sentivo “colpevole” a nome di quella società che ha lasciato a me, a noi tutti e soprattutto al PM un’Italia libera e democratica, patria dei diritti e delle libertà purtroppo troppo spesso violate.
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di Andrea D’Ambrosio
Regista
Il caso Del Mese: una tragedia umana a cui porre fine.
Ancora una volta la magistratura si accanisce. La procura di Salerno sia più umana e capisca che in ogni caso stiamo parlando di uomini e non di criminali. Non si parla di un pluriomicida, né tantomeno di un killer seriale. Un uomo che ha bisogno di una riabilitazione deve andare a casa, come è normale in qualsiasi paese civile. Prima si fanno i processi e poi semmai si mandano in galera i colpevoli, dopo aver esibito prove e aver condannato legalmente un individuo. Quello che sta accadendo all’ex deputato Del Mese lo trovo di una gravità inaudita, e di una responsabilità morale e civile senza precedenti. Questo vale per qualsiasi individuo e non solo per chi fa o ha fatto politica.
Paolo Del Mese un tempo contava molta a Pontecagnano e non solo e il cancello della sua casa era una sorta di girone dantesco. Chi cercava lavoro, chi lavoro per altri, chi semplicemente era lì per esserci. Da bambino ricordo le roboanti feste dell’amicizia con politici e cantanti di livello nazionale. C’era una partecipazione di massa. Che pena vederlo ora ridotto così.
Chi gli ha girato le spalle sono le persone che hanno avuto di più. Cittadini, politici, questuanti. Mi ricorda molto la storia di Salverino De Vito, ex potente ministro per il Mezzogiorno. Tempo fa lo incontrai a Bisaccia davanti la porta della sua casa, seduto su una sedia quasi incosciente. E’ morto solo, come se non fosse mai esistito. E’ la triste storia di questo maledetto Paese, ingordo ma cialtrone.
La barbarie della detenzione preventiva è un delitto che va abolito, cancellato da qualsiasi codice penale, civile e morale. Non entro nel merito della vicenda giudiziaria, anche se mi sembra che il processo in questo caso sia stato già fatto sui giornali che in un aula di tribunale, ma trovo davvero sconcertante che un essere umano in difficoltà venga trattato come un delinquente comune e gli venga impedito addirittura di curarsi.
Mi sembra invece che altri imputati dell’inchiesta siano a spasso e liberi di girare, uno addirittura si è candidato a sindaco.
Ma che paese è questo?
Ad un imputato viene addirittura impedito quasi di curarsi e ad un altro viene permesso di candidarsi a sindaco nel proprio paese?
Siamo ormai alla babele del diritto di solidarietà umana, allo sconvolgimento della democrazia e dei canoni di una qualsiasi convivenza civile. La maturità di un sistema Paese si evince dalla equità delle sue leggi, e dalla imparzialità di chi fa rispettare queste leggi senza adoperare mai la gogna della giustizia per colpire qualcuno o qualcosa. Senza una persecuzione che in molti casi italiani sembra una farsa.
Per questo Del Mese deve curarsi. Perché se accadesse qualcosa che potrebbe minare la sua salute, di chi sarà la responsabilità?
Perciò io mi appello alla profonda umanità di un uomo come il procuratore Franco Roberti, che è una delle persone che stimo di più, combattente sul fronte della legalità e della trasparenza, che ho conosciuto quando giravo Biutiful Cauntri, di capire e consentire almeno a quest’uomo di tornare semplicemente uomo, perché in fondo quello che è al di sopra di tutto, è la solidarietà umana e civile. Oltre ad una morale giuridica e tecnica, esiste una morale che si incentra sulla dignità della persona che, come ha scritto Hannah Arendt, non va mai e per nessun motivo oltraggiata.
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Salerno, 11 aprile 2013
Il processo inteso come “giusto” deve avere una durata proporzionata ai tempi medi dei paesi europei e non deve strutturarsi come una tortura psicologica degli indagati/imputati.
Il grande Carnelutti,affermava che già la “sotto-posizione ad un procedimento penale è di per essa pena”,e la dignità di una persona perbene viene violentata dal semplice sospetto.
Paolo Del Mese è stato uno degli uomini maggiormente influenti della provincia,da sottosegretario (de facto Ministro) con l’ultimo Gov. Andreotti era omaggiato e rispettato,come anche negli anni precedenti e successivi.
Sarei curioso di sapere quanti che hanno beneficiato, IN TANTI ANNI, delle attenzioni ed “intercessioni” di Del Mese,gli son stati vicini in questo triste periodo, in italia il MARAMALDO non è mai morto,per nostra disgrazia;del resto “la vittoria ha molti padri ma la sconfitta è orfana” affermava J.F.K!!!
A NOME MIO E DELLA MIA FAMIGLIA,ESPRIMO SOLIDARIETÀ UMANA AD UN VECCHIo AMICO DI MIO PADRE ANTONIO,CON L’AUSPICIO CHE POSSA BEN PRESTO USCIRE DA QUESTA VICENDA CON ONORE ED UN VIGOROSO IMPETO A CONTINUARE LE SUE BATTAGLIE..
Grazie alla politica giudiziaria di Berlusconi con la complicità di politici anche della cosidetta sinistra che abbiamo uno Stato allo sbando. Non è da me difendere la magistratura visto i loro organi, ma personalmente ritengo che i magistrati applicano le leggi che il parlamento legifera e che è un sacrilegio scagliarsi contro di essi, vedasi processo di Milano, pur tuttavia è umanamente ammissibile qualche errore di giudiziario, meno defiance di magistrati.
Penso che la carcerazione preventiva sia un applicazione che vada rivista nell’insieme di una riforma della giustizia che miri ad essere paragonata ad un paese civile, prescindendo dal caso particolare.
Poi, in riferimento alle indiscrezioni giornalistiche che sono ben lontane dagli atti processuali ancora inesistenti, se non erro pare ci fosse una certa movimentazione bancaria non proprio giustificatissima tra i vertici Amato e società riconducibili/e al Del Mese.
Poi, in questo contesto, ritengo il concetto di “Caso Umano” non appropriato, forse i casi umani sarebbero ben altri.
La carcerazione preventiva, prevista dalla legge (promulgata in Parlamento) non è un vezzo del PM (richiesta avanzata dall’accusa – P.M. – che deve essere avallata o meno dal GIP – che è altro organo – al quale si può ricorrere facendo istanza al Tribunale della Libertà – vedete quanti livelli di controllo ci sono? Altro che magistrati fascisti o comunisti a seconda del caso!-) ma una necessità, discrezionale fino ad un certo punto, per evitare INQUINAMENTO DELLE PROVE e PERICOLO DI FUGA. Se il magistrato non ottemperasse a tale OBBLIGO e l’indagato fuggisse all’estero o facesse sparire le prove sarebbe certamente crocifisso dai Superiori, dal CSM e dall’opinione pubblica (che potrebbe ritenerlo complice o chissà cos’altro) che oggi sbraita per l’eccesso di zelo e domani potrebbe lamentarsi del contrario.
Non in carcere per reati del genere (perché troppo duro per POLITICI ed IMPRENDITORI invece normale per GLI ALTRI DELIQUENTI?), allora create strutture vigilate più accoglienti e meno traumatiche garantendo sempre l’isolamento altrimenti verrebbe meno la finalità della restrizione.
Errori giudiziari? Certo che possono capitare e cambiano la vita, credetemi (ho persone care che ne hanno patito) ma è anche vero che i meccanismi della giustizia tengono fuori gli assassini di Garlasco di Perugia e quant’altro perché, pur essendoci enormi sospetti, manca la prova regina. Ed in Italia in galera ci va solo si va OLTRE OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO!
Armando V.
La Carcerazione preventiva (ante iudicium) art.280 Libro IV Misure cautelari ss cpp che ha perso il suo significato primitivo ( ovvero impedire o ridurre i rischi di fuga e impedire l’inquinamento delle prove) ed ha assunto sempre più il senso afflittivo che la sta caratterizzando negli ultimi tempi.
La custodia cautelare è una delle tante falle del nostro sistema penale, d’accordo sul suo utilizzo :
MA LA DILAZIONE DELLA STESSA,OVVERO STARE IN CARCERE,O ANCHE AI DOMICILIARI SENZA UN GIUDIZIO,DI UN ORGANO GIUDICANTE,E’ UN OBBROBRIO,UMANO OLTRE CHE GIURIDICO!
NON VORREI CHE PER I CITTADINI NORMALI O PER GLI EX POTENTI VI SIA UN GARANTISMO MENO “GARANTE” E DI CONVERSO,PER I BIG DELLA POLITICA & FINANZA CHE GODONO DI MEDIA FAVOREVOLI,SE NON SIANO ADDIRITTURA AZIONISTI DEGLI STESSI,IL GARANTISMO DIVENTI “PELOSO” GRAZIE AD ABILI LEGULEI,NE ANDREBBE DELLA CREDIBILITÀ in Toto,DEL SISTEMA!
La Legge in italia,(cod. pen e di rito) andrebbe a mio umilissimo avviso,rivista totalmente.
La solidarietà umana verso Paolo Del Mese, a prescindere dal merito della vicenda, non può non essere espressa.
Però è un caso singolo.
Io volevo segnalare, visto che pochi lo sanno, che il governo Monti, sostenuto da Pd-Pdl e Udc (buonanima) utilizzando il DL 35/8.4.2013 (il presunto sblocca-debiti della PA) vuole invece illecitamente rendere definitivamente irrecuperabili le somme liquidate dai giudici ai cittadini con le sentenze (formalmente decreti) ex lege Pinto per il risarcimento delle eccessive lungaggini processuali. Somme che lo Stato non ha mai pagato spontaneamente.
Blocco altamente illecito realizzato aggiungendo all’art. 5 della legge Pinto il comma 5, che prevede l’incredibile divieto dei pignoramenti presso terzi, lasciando la sola ‘possibilità’ dell’espropriazione di però inesistenti fondi presso i distretti dei Ministeri Giustizia, Economia e Finanze, e Difesa, in cui è stato emessa la sentenza.
La legge Pinto ( dal nome dello stesso parlamentare salernitano che la propose) è una delle leggi + civili nel panorama legislativo e renderla di fatto inapplicabile è un crimine che coinvolge un numero indeterminato di persone.
Grazie a tutti per l’attenzione.
IL DECRETO SVILUPPO DI MONTI MODIFICA L’INDENNIZZO DA LEGGE PINTO!
Con la legge Pinto sinteticamente Si può ottenere l’indennizzo (il pagamento dovuto ad un soggetto per un pregiudizio da lui subito che, però, non consegue ad un atto illecito = responsabilità civile) per processi/procedimenti durati oltre sei anni, con un ricorso indirizzato alla Corte di Appello entro il limite temporale di 6 mesi (passaggio in giudicato)dalla cessazione del processo.
La Corte ai sensi di legge pronuncerà entro 30 giorni dal deposito del ricorrente.
Sarebbe d’uopo che prima di inoltrare la richiesta di indennizzo, considerare insieme ad un esperto, se ci siano fattive possibilità di un esito positivo del ricorso(vocatio iudicis), per non incappare in sanzioni negative di carattere patrimoniale (1000-10.000.€)
ORA il Decreto sviluppo MONTI, prevede la necessità di notificare la copia autentica del ricorso e del decreto di accoglimento alla Pubb.ammne che risulta soccombente. Infatti l ricorso, unitamente al decreto che accoglie la domanda di equa riparazione, deve essere notificato per copia autentica al soggetto nei cui confronti la domanda e’ inoltrata.
Il decreto di accoglimento perde efficacia qualora la notificazione non sia eseguita nei d trenta giorni dal deposito in cancelleria del provvedimento e la domanda di equa riparazione non può essere più proposta.
Quindi,il cittadino che ha subito il danno da ingiusta durata del processo dovrà anche richiedere copia autentica di ogni succitati documenti, esonerando la P.A. che già li detiene, e così sostenendone il costo.
IL PARADOSSO:
lo Stato, condannato TANTE VOLTE per l’inefficienza della della giustizia, poi non paghi il dovuto rendendosi moroso e persino “soggetto” impignorabile.
ULTIMA SPIAGGIA:
LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO A STRASBURGO!!!