Il Presidente incaricato Bersani dimentica l’Unione Sindacale di Base e convoca solo la Confindustria e Cgil, Cisl, Uil e UGL, che hanno ridotto l’Italia in questo stato.
L’USB scrive a Bersani ed ai capogruppo di tutti i partiti presenti alla Camera e al Senato elencando le misure prioritarie che che potrebbero e dovrebbero essere adottate nei primi tre mesi di governo.
SALERNO – L’Unione Sindacale di Base scrive al Presidente Incaricato di Formare il Governo Pierluigi Bersani. La motivazione: quella di ricordargli quali siano per loro i principali punti da inserire nell’agenda di Governo se si vuole attuare una politica che vada negli interessi dei lavoratori. La lettera dell’USB è la conseguenza della dimenticanza di Bersani, il quale, nel convocare le parti sociali ha dimenticato che non esistono soltanto la Confindustria e Cgil, Cisl, Uil e UGL, cioè quelle cosiddette parti sociali che con la loro azione consociativa, l’USB ritiene abbiano fortemente contribuito a ridurre l’Italia alla situazione attuale.
USB, il maggiore sindacato indipendente e di base in Italia, fortemente rappresentativo in tanti settori produttivi del Paese, nello stigmatizzare tale omissione formale e sostanziale, ritiene comunque utile far sapere che cosa pensano realmente i lavoratori italiani e, crediamo, non soltanto quelli da noi rappresentati.
Abbiamo quindi inviato una lettera a Bersani ed ai capogruppo di tutti i partiti presenti alla Camera e al Senato che contiene le misure prioritarie che a nostro avviso potrebbero e dovrebbero essere adottate nei primi tre mesi di governo. Questi i punti:
- ripristino della sovranità politico/economica dell’Italia cancellando l’adesione ai trattati europei che predeterminano le scelte economiche del Paese in nome dell’austerity;
- ripubblicizzazione e rilancio di tutti i servizi pubblici, reinternalizzazione nella pubblica amministrazione dei servizi e dei lavoratori esternalizzati;
- favorire la ripresa economica attraverso la immediata introduzione del reddito sociale minimo di 1000 euro per tutti i disoccupati, i precari, ecc, sblocco dei contratti e consistenti aumenti salariali che restituiscano potere d’acquisto ai salari e agli stipendi;
- nazionalizzare le banche e le imprese strategiche a partire da quelle in crisi (ILVA ALCOA ecc.) fine della partecipazione alle “missioni di pace”, no alle spese per il sostegno al sistema militare industriale;
- cancellare le leggi che hanno introdotto e codificato la precarietà e definire un piano straordinario nazionale per il lavoro, sicuro e di qualità coniugare il diritto al lavoro con il diritto alla salute e alla salvaguardia dell’ambiente;
- immediato aumento a 1000 euro delle pensioni più basse, indicizzazione, rilancio della previdenza pubblica e fine dei fondi pensione privati. Tetto massimo di ogni pensione a 5000 euro al mese;
- fine della lottizzazione politica, diritto alla salute per tutti attraverso un sistema sanitario nazionale pubblico e di qualità sostenuto dalla fiscalità generale e da contributi progressivi da parte di chi ha redditi eccedenti i 35.000 euro;
- ridefinire il sistema fiscale con forte repressione dell’evasione e elusione fiscale, detassazione dei primi 10.000 euro per i redditi da lavoro fino a 35.000 euro, applicazione della proposta di legge di iniziativa popolare predisposta dall’USB (nostra proposta di legge);
- rilancio del diritto all’istruzione pubblica, di qualità e per tutti; fine del finanziamento pubblico ai privati; rilancio della ricerca pubblica, piano di rientro incentivato dei nostri ricercatori dall’estero;
- blocco totale di tutti gli sfratti, rilanciare l’edilizia popolare attraverso il riuso dello sfitto e delle strutture pubbliche abbandonate, diritto all’abitare per tutti coloro che vivono in Italia;
- rilancio del trasporto pubblico, diritto alla mobilità, fermare le grandi opere inutili e tutela dell’ambiente;
- cancellare la Bossi-Fini, chiusura dei CIE, diritti uguali per i migranti, asilo ai rifugiati e ai profughi, diritto di cittadinanza e residenza per i nati in Italia, diritto di voto per chi lavora in Italia;
- fine del monopolio della rappresentanza sindacale, libertà sindacale, diritto ad eleggere le proprie rappresentanza sindacali;
- fine del monopolio della rappresentanza sindacale, libertà sindacale, diritto ad eleggere le proprie rappresentanza sindacali democraticamente, fine dei privilegi e della possibilità per le controparti di scegliersi gli interlocutori fra quelli compiacenti (nostra proposta di legge).
……………………………. … …………………………….
……………………………. … ……………………………
…………………………….. … ……………………………..
Salerno, 24 marzo 2013