Il Commissario per gli usi civici, nell’udienza del 14 marzo scorso, ha rifiutato il suo consenso alla transazione per sottoporre la questione ai competenti uffici regionali.
Si apre lo spazio per far prevalere la ragione e i Riformisti sottopongono la Transazione “privatistica” dei Terreni dell’Istituto Orientale all’Avvocatura dello Stato per rivendicarne gli Usi civici, il quantum, le destinazioni urbanistiche.
EBOLI – “In una nota al Commissario per gli usi civici della Campania – scrivono i Consiglieri Comunali Liberi e Riformisti vicini all’ex Ministro Carmelo Conte, Salvatore Marisei, Antonio Petrone, Carmine Campagna – abbiamo sollevato le nostre perplessità sullo schema di transazione approvato dal Consiglio comunale per decidere la lite tra l’Ente e l’Istituto L’Orientale di Napoli.
Senza interferire nel giudizio, – aggiungono i Riformisti – abbiamo chiesto di analizzare attentamente la proposta transattiva sia sotto il profilo della legittimità dell’atto che nel merito dell’accordo, anche scomodando l’Avvocatura dello Stato.
Sono molti gli elementi che ci preoccupano, – precisano e li sottolineano – a partire dalla legittimazione del Comune non a rivendicare l’uso civico per la sua collettività, cosa di tutta evidenza, bensì a rinunciarvi con grave pregiudizio di tutti.
Una pronuncia del giudice sulla rivendicazione del Comune, – suggeriscono i riformisti contiani ritenendo che fugherebbe ogni dubbio circa l’annosa vicenda dei Terreni dell’Istituto Orientale – solo essa porrebbe fini all’annosa questione, non certo un accordo privatistico.
La transazione, – per i riformisti – oltre a prefigurare un possibile danno erariale di cui dovrà occuparsi la Corte dei Conti per la superficialità con cui si è addivenuti a stabilire il ‘quantum’ spetterebbe all’una o all’altra parte, senza perizie né tecniche né estimative, senza disciplinare la sorte dei frutti e delle migliorie di questi terreni, non scongiura l’ipotesi, tutt’altro che peregrina, che cittadini ed agricoltori rivendichino a loro volta l’uso civico nei confronti del Comune per i terreni di cui verrà in possesso.
Quanto alla realizzazione di un Centro studi, – avanzano tutti i loro dubbi – senza specificare né risorse, né tempi, né costi, ripetiamo trattasi, nella migliore delle ipotesi, solo di fumo negli occhi o, nella peggiore, di una sottrazione di questi terreni alla loro secolare destinazione per farne altro.
La delibera del Consiglio, infatti, – per i contiani – non specifica che la destinazione del terreno sarà agricola, lasciando aperta ogni ipotesi di trasformazione edilizia, con ciò beffando finanche gli attuali coltivatori dei fondi.
Regione e Provincia, – insistono i Liberi e Riformisti invocando un intervento – per il rilevante interesse pubblico che rivestono questi terreni, debbono poter partecipare alla discussione sulle finalità del principale patrimonio agricolo della piana del Sele. Escluderli oggi, pensando un domani di coinvolgerli solo per ricercare un finanziamento, ha il respiro corto di chi, ormai, pensa solo al suo presente, non avendo più futuro. Stupisce che in pochi l’abbiano compreso.
Saggiamente – Concludono Marisei, Petrone e Campagna – il Commissario per gli usi civici, nell’udienza del 14 marzo scorso, ha rifiutato il suo consenso alla transazione per sottoporre la questione ai competenti uffici regionali.
Si apre lo spazio per far prevalere la ragione.
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Eboli, 17 marzo 2013