Pier Luigi Nervi. Arte e Scienza del Costruire. Il bilancio sulla mostre al Complesso dell’Addolorata a Salerno ed all’Università di Salerno, Campus di Fisciano.
Grande successo di pubblico e di critica per le due mostre in onore del grande Maestro dell’Architettura e dell’Ingegneria Italiana del ‘900.
di Enrico Sicignano*
SALERNO – Si sono chiuse le due mostre organizzate dalla Fondazione Nervi e dal Comune di Salerno, sponsorizzate dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno e partner Scientifico l’Università degli Studi di Salerno. Grande successo di pubblico e della critica hanno riscosso le due mostre in onore del grande Maestro dell’Architettura e dell’Ingegneria Italiana del ‘900.
Pier Luigi Nervi è il genio creativo asceso a quell’empireo inscindibile di arte e scienza del costruire, ingegneria ed architettura, audacia nella progettazione strutturale ma anche continuità nel solco della grande tradizione classica sia nella costruzione che nella forma. La sua lunga attività e ricerca si svolgono lungo quel filo rosso che partendo dai grandi costruttori Romani passa per il Rinascimento, per l’Ecole Polytechnique a Parigi, l’Ingegneria Strutturale dell’800, per farsi essa stessa interprete e vera protagonista dell’Ingegneria Strutturale del ‘900.
Il merito storico di Pier Luigi Nervi è stato quello di avere non solo fatta propria la complessa eredità francese ma di averla ampiamente superata nella intuizione delle potenzialità del cemento armato quale ”pietra fusa”, materiale plastico e plasmabile, sia in termini di autentica rivoluzione costruttiva (elementi, particolari, grandezza delle luci e delle campate, ecc.) sia in termini di linguaggio.
Tutta la sua ricerca ed attività ha ascendenze nel repertorio della classicità. Egli eredita dal mondo classico romano e rinascimentale la centralità della pianta e la monumentalità dell’impianto; mentre dall’architettura gotica, da Viollet le Duc e dallo Strutturalismo Francese eredita la riduzione all’essenziale delle sezioni resistenti, il diradamento della materia e l’esaltazione della struttura.
In Nervi la forma è compiuta in sé, la geometria è chiusa, l’architettura è controllata. E’ una classicità consonante. La bellezza estetica coincide con la bellezza statica. Le tre fasi della sua lunga e brillante carriera rappresentano tre ambiti e tre diverse identità di ricerca, di costruzioni, di linguaggio.
La prima fase è quella epica delle prime sperimentazioni. Egli è, allo stesso tempo, progettista architettonico e strutturale e costruttore delle sue stesse opere. Data l’autarchia fascista ottimizza l’uso del ferro nelle armature, riduce poco alla volta le casseforme in legno per approdare ad una prefabbricazione a piè d’opera.
La seconda fase, quando ha già compiuto settantanni, si svolge durante il boom economico degli anni ’60. Per la XVII Olimpiade di Roma del 1960 si aggiudica, tra il 1954 ed il 1960, quattro importanti progetti ed appalti: il Palazzo dello Sport all’EUR, il Palazzetto dello Sport, lo Stadio Flaminio ed il Viadotto di Corso Francia al Villaggio Olimpico.
La fama ed il prestigio internazionale sono associate alla terza fase: quella delle grandi e prestigiose opere all’estero, delle quali è però solo progettista. In questa fase viene meno la costruzione ed il controllo diretto e personale del cantiere ed il progetto gli viene quasi sempre affidato insieme ad altri autorevoli firme di livello internazionale: la Sede dell’UNESCO a Parigi del 1952-58; la Torre della Borsa di Montreal del 1961-65; la Chiesa di Saint Mary a San Francisco del 1963-71; l’Ambasciata Italiana a Brasila del 1969-79 e tante altre. In provincia di Salerno Pierluigi Nervi, con l’Impresa Ingg, Nervi e Bartoli, realizza nel 1940-42 l’hangar a Montecorvino Rovella, ora nell’aeroporto “Costa d’Amalfi”. La superficie è di metri 45 x55 con una copertura a botte ad orditura primaria composta da travetti reticolari in cemento armato prefabbricati a piè d’opera ed una orditura secondaria trasversale sempre di travetti prefabbricati ma di minore altezza.
La copertura scarica il proprio peso direttamente su due serie fitte di pilastri disposti sui lati lunghi. L’ingresso all’aviorimessa, che conteneva 46 aerei, avveniva solo da uno dei lati corti e la copertura avveniva con portoni scorrevoli. Questo tipo di struttura rientrava nel brevetto registrato da Nervi nel 1939 al n° 377969. Quest’opera è simile, per tipologia ed anche coeva all’hangar di Marsala, nell’ex Idroscalo Stagnone. ”Figlia minore”, si differenzia dalle più note ed emblematiche aviorimesse di Orbetello, Orvieto, Torre del Lago del 1935-42 per una maggiore semplicità costruttiva allo scopo di contenere al massimo i costi di costruzione;ma è e rimane -pur sempre- una “figlia d’arte”.
Salerno, 11 marzo 2013
*Professore Straordinario di Architettura Tecnica nell’Università degli Studi di Salerno
a mio avviso, oggi l’opera di Nervi appare inevitabilmente datata, legata ad un certo positivismo tecnicistico tipico del periodo del boom economico degli anni ’50-’60, egli stesso scrive “i materiali, la statica, la tecnologia costruttiva, il buon rendimento economico, le esigenze funzionali siano i vocaboli per comporre la Poesia (l’architettura) e la corretta Prosa (buona edilizia), tenendo conto delle opportune regole di grammatica e di sintassi (la tecnica).”
Una riflessione forse un pò categorica sul binomio forma-funzione, una infallibile ‘ricetta’ per giustificare sempre e comunque la forma-struttura dei non-luoghi spesso temi delle sue progettazioni.