Venerdì 8 marzo 2013, ore 12.00, P.zza Vittorio Emanuele, Agropoli, Flash Mob per gridare “ora basta” alla violenza sulle donne!
Le donne rivendicano il loro diritto di essere amate e rispettate. Nel 2012 solo in Italia sono morte 127 donne, uccise per mano dei propri mariti, compagni, fidanzati o ex.
AGROPOLI – Il Forum dei giovani di Agropoli, patrocinato dal Comune di Agropoli, scende in campo per dire NO alla violenza sulle donne con un Flash Mob per denunciare un fenomeno sociale che secondo gli ultimi dati ufficiali sta crescendo.
Lo slogan della giornata è chiaro: “Un miliardo di donne che subiscono violenza sono un’atrocità. Un miliardo di donne che danzano una rivoluzione”.
Sarà un momento di condivisione sociale e culturale importante per la comunità agropolese e vuole essere un appello alle donne e agli uomini per dire “no” alla sottocultura dello stupro, un atto di solidarietà, un rifiuto ad accettare la violenza contro le donne e le ragazze come qualcosa di ineluttabile, un nuovo modo di essere.
Questa iniziativa, realizzata in collaborazione con gli istituti scolastici di Agropoli, le associazioni giovanili e un invito esteso a tutta la cittadinanza di partecipare, vuole sensibilizzare e far riflettere le nuovissime generazioni. Il giorno 8 marzo è la festa della donna, una festa nata in seguito alla morte di tantissime donne che furono uccise solo per il fatto che rivendicavano i loro diritti come lavoratrici.
Le donne rivendicano il loro diritto di essere amate e rispettate.
L’evento prevede un corteo che partirà dalla sezione scientifica “Alfonso Gatto” di Agropoli, per poi percorrere via Pio X, punto d’incontro con gli altri istituti superiori. La fine del corteo sarà in P.zza Vittorio Emanuele dove si ballerà sulle note della canzone Break the chain.
L’iniziativa si svolgerà giorno 8 marzo in P.zza Vittorio Emanuele alle ore 12.00.
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/FlashMobAgropoli?fref=ts
Video: https://www.facebook.com/photo.php?v=535325469823195
Nel 2012 solo in Italia sono morte 127 donne, uccise per mano dei propri mariti, compagni, fidanzati o già stati tali. Una strage. Una strage che ha come obbiettivo le donne, donne presumibilmente “amate” ma ritenute schiave o oggetto considerando come affetto il possesso e per possesso poterne fare quello che si vuole: mortificarle, picchiarle, seviziarle, sottometterle fino al punto da ucciderle. Una considerazione che hanno portato Luciana Littizzetto nel corso della Trasmissione televisiva di Fabio Fazio “Che tempo che fa” a fare alcune considerazioni sulla violenza sulle donne nel mondo e specialmente in Italia:
“In Italia in media ogni due o tre giorni un uomo uccide una donna, compagna, figlia, amante, sorella, ex. Magari in famiglia. Perché non è che la famiglia sia sempre, per forza, quel luogo magico in cui tutto è amore.
La uccide perché la considera una sua proprietà. Perché non concepisce che una donna appartenga a se stessa, sia libera di vivere come vuole lei e persino di innamorarsi di un altro.
E noi che siamo ingenue spesso scambiamo tutto per amore, ma l’amore con la violenza e le botte non c’entrano un tubo. L’amore, con gli schiaffi e i pugni c’entra come la libertà con la prigione. Noi a Torino, che risentiamo della nobiltà reale, diciamo che è come passare dal risotto alla merda.
Un uomo che ci mena non ci ama. Mettiamocelo in testa. Vogliamo credere che ci ami? Bene.
Allora ci ama male. Non è questo l’amore. Un uomo che ci picchia è uno stronzo, sempre. E dobbiamo capirlo subito. Al primo schiaffo. Perché tanto arriverà anche il secondo, e poi un terzo e un quarto. L’amore rende felici e riempie il cuore, non rompe costole e non lascia lividi sulla faccia, pensiamo mica di avere sette vite come i gatti? No. Ne abbiamo una sola.
Non buttiamola via“.
E non buttiamo via la speranza che si possa cambiare e non certo perché ci si affidi a una legge che obbliga le Società ad inserire nei loro Consigli di Amministrazione donne o inserire nelle liste elettorali donne, e così via di seguito. ma maturando l’idea che gli esseri umani siano esse donne o uomini hanno gli stessi diritti e questi devono essere universalmente riconosciuti senza nessuna Legge che lo sancisca
Agropoli, 5 marzo 2013
1 commento su “Da Agropoli “NO” alla violenza sulle donne”