Vibonati, Manuel Borrelli: Il PD o Cambia o muore

Il Segretario PD Borrelli di Vibonati a commento dei risultati elettorali: Gli errori del PD. O si cambia o si muore.

Borrelli: “Il PD deve ritornare a parlare tra la gente, nella piazze e non in sale chiuse,  Occorre elaborare un piano per riaprire Sezioni , Circoli e luoghi di incontro”.

Manuel Borrelli
Manuel Borrelli

VIBONATI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Manuel Borrelli Segretario Pd e Consigliere Comunale di Vibonati, che affronta in modo critico il dopo voto e i risultati elettorali che ne sono scatutiti, che certo non sono esaltanti per il Partito Democratico, provando, tra l’altro, anche ad individuare alcuni errori, primo fra tutti, l’eclusione dei Renziani dai processi politici locali.

“Il Risultato delle recenti elezioni politiche – per Manuel Borrelli – rappresenta  la fine vera e propria della seconda repubblica. Un cambiamento epocale così come avvenne, tra il 1992 e il 1994, quando tangentopoli contribuì a demolire i già traballanti partiti che dal 1948 reggevano le sorti della politica italiana. D’altronde l’Italia non è nuova a questi stravolgimenti  veloci, a  questi repentini cambi di direzione. La sua storia è piena di bienni traumatici (1920-21, 1942-43 per esempio). 

I partiti  tradizionali, PD, PDL , Lega e UDC, escono tramortiti dal voto perdendo  quasi 12 milioni di voti rispetto alle elezioni del 2008. L’affermazione del movimento di Grillo è clamorosa, indiscutibile. Il M5S ha saputo interpretare meglio di qualunque altro il disagio che covava da tanto tempo nella “ Pancia” del paese e si è fatto interprete  della voglia di rinnovamento, del desiderio di rottura con la vecchia politica, con i “morti” dei vecchi partiti. 

Il PD che, dalla caduta del governo Berlusconi, veniva indicato, da tutti gli istituti demoscopici ,come possibile vincitore, è  riuscito  per una manciata di voti a conquistare la maggioranza assoluta alla Camera dei Deputati e, seppur di pochi seggi, quella relativa al senato. Si tratta comunque di una sconfitta che non ammette giustificazioni.

I democratici – secondo Borrelli – hanno pagato più di chiunque altro il sostegno al Governo Monti. Il professore se, da un lato , è riuscito a ridare una credibilità Internazionale al Paese  distrutta, nel corso degli anni ,dall’inaffidabilità e dalle continue gaffe del cavaliere, dall’altro ha imposto agli italiani una politica fatta di tagli e di austerità. Le misure del governo tecnico hanno colpito i ceti medio-bassi che già stavano pagando un prezzo alto alla grave  crisi economica. Nel sottosuolo del paese è cresciuto a dismisura  il livello di insofferenza nei confronti di una classe politica che, mentre  conservava per sé  benefits e privilegi di ogni genere,  imponeva forti sacrifici alle famiglie italiane.. Monti ha deluso le aspettative di cittadini e imprese. Non ha saputo far riprendere l’economia, distribuire equamente i sacrifici.  Da tempo  si percepivano segnali di disaffezione e il campanello d’allarme era già suonato, rumorosamente,  con il voto amministrativo dello scorso anno  quando i Grillini erano riusciti a  conquistare il comune  di Parma.

Nulla è stato fatto. Sarebbe bastato che il Pd avesse proposto, un anno fa, all’esame del  parlamento tre cose semplici e chiare: Dimezzamento del numero dei parlamentari, riduzione dei costi della politica e abolizione delle province. Bersani, negli ultimi tre mesi, ha fatto solo un  timido accenno ai temi dell’anti-politica e la sola possibilità , ventilata più volte , di una nuova alleanza con Monti ha finito per allontanare tutti quelli che delusi da Berlusconi guardavano con interesse al pd.

Il PD – continua ancora Borrelli – ha condotto una campagna elettorale al di sotto delle attese, senza passione. L’entusiasmo delle primarie  si è esaurito nel voto delle parlamentarie in cui si sono acuite, nei territori,”le guerre tra Bande“. Bersani non è stato in grado di lanciare un messaggio di speranza alle giovani generazioni afflitte da una precarietà economica, lavorativa ed esistenziale. E’ mancata un’idea  vincente e anche alcune proposte positive, avvertite dai più  come indispensabili, come l’eliminazione dei ticket sanitari o i 7,5 mld per le scuole e gli ospedali, sono state poco cavalcate.

Il Voto in Campania e in Provincia di Salerno – conclude il Segretario cittadino di Vibonati del PD Manuel Borrelli – riflette in larga parte  il trend nazionale. Non credo che il gruppo dirigente regionale o provinciale potesse invertire i numeri e contribuire a   scrivere un’altra pagina  di storia. Andavano certamente fatte più liste, Berlusconi ne ha presentato 9, andavano coinvolti i Consiglieri regionali, i Sindaci e gli Amministratori comunali perché in certi  luoghi, dove il pd ha fatto la campagna elettorale porta a porta,  i numeri dicono qualcosa di diverso. Non condivido totalmente l’analisi del Sindaco di Giffoni, Paolo Russomando, ma  si è sbagliato ad escludere  i “ Renziani” dalle Primarie del 29 Dicembre. Una fetta importante del partito è rimasta con le mani in mano. Occorre, ora o mai più, ritornare a parlare tra la gente, nella piazze e non in sale chiuse,  Occorre elaborare un piano per riaprire Sezioni , Circoli e luoghi di incontro. Il Pd deve cambiare nelle forme, nel linguaggio , deve elaborare una proposta politica  netta perché al momento non è né carne e né pesce. Mi auguro che si possa fare una discussione pacata, seria e lucida perché  o si  cambia o si muore e non c’è  più spazio per le classiche guerre tra correnti.

Vibonati, 2 marzo 2013

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