Oggi 27 gennaio 2013 “Giorno della Memoria”. Il 27 gennaio 1945 fu liberato il Campo di sterminio di Auschwitz e il mondo scoprì l’orrore. Il ricordo delle sorelle Andra e Tatiana Bucci.
Il Ricordo delle vittime per mantenere viva la memoria delle loro esistenze e l’assurdo motivo per cui furono troncate. La Shoah” in ebraico vuol dire “catastrofe”, “distruzione”. Un progetto, che dalla metà degli anni trenta al 1945, mirava alla totale e sistematica eliminazione della popolazione europea ebraica.
MONDO – Ogni anno e tutte le volte che è necessario POLITICAdeMENTE si occupa di quello che l’uomo non deve mai dimenticare. Oggi è il 27 gennaio 2013, il “giorno della memoria 2013“. 70 anni fa il mondo scoprì la Shoah. Il 27 gennaio 1945 fu liberato il Campo di sterminio di Auschwitz e si scoprì l’orrore. Una realtà che nemmeno la fantasia più fervida poteva rappresentare.
Nel corso della trasmissione TV Talk del 26 gennaio 2013 di Fabio Morasca, ho ascoltato la testimonianza delle sorelle Andra e Tatiana Bucci, due sopravvissute ad Auschwitz, le “sorelline dai capelli bianchi” come ormai le chiamano. Hanno raccontato la loro storia triste e dolorosa e quella del loro cuginetto Sergio. Sto ancora piangendo. Ho un groppone alla gola.
Di padre cattolico e di madre ebrea, provenienti da Fiume, in Croazia, Andra e Tatiana furono internate con la mamma Mira, la nonna, la zia e il cuginetto Sergio nel “Kinderblok” di Birkenau, dopo il transito alla risiera di San Sabba. Avevano rispettivamente solo 4 e 6 anni.
“La tv deve riaccendere la memoria – dice una delle sorelle Bucci – ma non vorrei che fosse tutto concentrato in questi pochi giorni. Si deve sapere quello che è successo. Noi andiamo in tv per ricordare i nostri morti, affinché le cose non si ripetano, per far capire che gli italiani non erano tutti brava gente. E’ davvero successo questo. Non è una storia”.
Andra e Tataiana rispondendo alle varie domande in uno studio silenzioso e attento, hanno ragione a dire che sarà difficile ricordare: “Ci auguriamo che la memoria resti anche quando non ci saranno più testimoni diretti. Le persone dopo di noi dovranno mantenere la luce su questi fatti. Potrete dire di aver conosciuto dei testimoni”.
Hanno raccontato il loro calvario fino al 27 gennaio 1945, il giorno della liberazione del campo di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa. Dei due anni passati dopo la liberazione in vari orfanatrofi e in case di riabilitazione per ebrei deportati tra Praga e l’Inghilterra, dove Andra e Tatiana, con l’aiuto di una fato, riuscirono ad essere identificate e a ricongiungersi al padre e alla madre, anche lei miracolosamente scampata ai lager. La zia Gisella, la madre di Sergio, fino alla sua morte, ha continuato a sperare nel ritorno del figlio. Sergio aveva solo 7 anni, fu trasferito a Neuengamme vicino ad Amburgo, il suo destinato gli riservò una morte atroce, fu usato come cavia per orribili esperimenti sulla tubercolosi in uno dei tanti campi assegnato al dottor Heissmeyer, agli ordini di Mengele, “l’angelo della morte”.
Andra e Tatiana Bucci hanno continuato il loro racconto: «L’ ultimo ricordo di nostro cugino Sergio è il suo sorriso mentre ci salutava dal camion che lo portava via insieme agli altri 19 bambini, desiderosi di rivedere le loro mamme». Questa è una delle tante storie che tiene oggi vivo il ricordo di quei giorni, in verità, molti altri ebrei d’Italia e d’Europa furono uccisi nelle settimane seguenti; ma la data della liberazione di quel campo è parsa più adatta di altre a simboleggiare la “Shoah” e, sperabilmente per sempre, la sua fine.
Il “Giorno della Memoria”, dunque, commemora la “Shoah” ma nello stesso tempo vuole ricordare quanti, pur trovandosi in schieramenti diversi, ebbero il coraggio e la determinazione di opporsi a quel folle e disumano progetto di genocidio e non esitarono a proteggere in tutti i modi, in condizioni spesso disperate, i perseguitati, anche a rischio della propria vita.
“Shoah” è un termine ebraico che vuol dire “catastrofe”, “distruzione”, ed è ormai universalmente utilizzato per definire ciò che accadde agli ebrei d’Europa dalla metà degli anni Trenta al 1945, in particolar modo nel quadriennio finale, quando fu pianificato e rigorosamente attuato il progetto di totale e sistematica eliminazione della popolazione europea ebraica”.
Ricordare quelle vittime serve a mantenere viva la memoria delle loro esistenze e dell’assurdo motivo per cui furono troncate.
Avere consapevolezza di quel passato, dare attento ascolto alle parole dei sopravvissuti, è diventato ormai un nostro preciso dovere, se vogliamo costruire il futuro come tempo dell’armonia e della solidarietà fra gli uomini, oltre ogni irragionevole ed insano pregiudizio di razza e di fede religiosa. E quando non ci saranno più testimoni che potranno raccontarci queste tristi storie, dobbiamo solo rafforzare la memoria rafforzando i valori universali della Pace, della fratellanza tra i popoli, della solidarietà, della ragione e del dialogo.
Per scongiurare che mai più possano ripetersi simili tragedie, sono stati organizzati incontri, cerimonie e momenti comuni di rievocazione dei fatti e di riflessione (in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado), su quanto accadde allora agli ebrei nei campi di sterminio nonché ai deportati politici e militari italiani nei campi di concentramento nazisti.
Sto piangendo ancora e continuerò a farlo tutte le volte che sentirò toccare i miei sentimenti di uomo libero e democratico, sicuro che il pianto non è la testimonianza della debolezza ma la forza del rispetto e la delicatezza del ricordo di quei racconti e di quei fatti.
Eppure ancora oggi il Mondo è martoriato da piccoli e grandi egoismi, da piccoli e grandi conflitti, molti dei quali, almeno una trentina del tutto dimenticati, dalle nazioni così dette civili e dai mass media che coinvolgono in maniera solidale tutte le aree della Terra, dal medioriente al nostro più vicino mediterraneo, dall’Africa all’america del Sud, dall’Asia all’Europa, uomini che uccidono uomini e i morti si contano a centinaia di migliaia.
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La Testimonianza
L’ebolitano e carissimo amico Carmine Campagna ci invia una testimonianza, quella di suo padre Fiore, che scrive a sua madre Filomena a Colliano, prigioniero nel lager di “M – Stammlager XII F“, a Forbach in Germania, durante l’ultimo conflitto mondiale, che noi pubblichiamo ritenendola utile come tutte le esperienze vissute in quel conflitto e nel ventennio precedente. Esperienza fortunatamente conclusasi bene per Fiore Campagna.
Anzi sarebbe necessario e utile che chiunque abbia vissuto in prima persona quelle esperienze e quel periodo o abbia raccolto testimonianze da persone che hanno sofferto e magari non ci sono più, le invii per la pubblicazione.
L’invito è rivolto a chi magari ha racchiuso la sua esperienza nel proprio silenzio per allontanarne le sofferenze vissute, parlarne invece e condividerle con gli altri è quanto mai utile, proprio per mantenere vivo il ricordo e proprio per onorare tutte quelle sofferenze subite, trasmettendo con il ricordo ai posteri, quei sentimenti di pace e di solidarietà di cui la nostra società ne ha tremendamente bisogno.
Carmine Campagna ci scrive e lo ringraziamo: “Caro Massimo, per ricordare la “Shoah” – “Giorno della memoria” – ho pensato di inviarti una vecchia cartolina di mio padre, scritta da un campo di prigionia durante di guerra. La cosa che mi ha fatto maggiormente soffrire nel leggerla, oltre le tante cose che mio padre ci raccontava da vivo è l’ultima frase in calce alla cartolina: “scrivimi subito”. Quasi a voler sperare di vivere per ricevere la risposta dai suoi cari.
Aggiornato alle ore 15.28 del 27 gennaio 2013
Mondo, 27 gennaio 2013 – a futura memoria
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BERLUSCONI SU MUSSOLINI: “….Ha fatto cose buone”
Come al solito il Cavaliere ha perso un’altra occasione per tacere ma ci fornisce un’altra prova di quello che veramente pensa.
MILANO – Berlusconi “inciampa” su Mussolini, ancora una volta. Quando ne parla, non è la prima volta, capita che gli sfugga qualche elogio come è successo anche domenica 27 gennaio. Ovvero, da anni, il “giorno della memoria” per ricordare le vittime dell’Olocausto. Il giudizio di Berlusconi è che per tanti versi Mussolini aveva fatto bene ma ”il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa”. Insomma, quasi a voler dire che quelle barbare leggi furono l’unica vera, grave, colpa su un percorso tutto sommato lodevole. E poi: “L’Italia non ha le stesse responsabilità della Germania ma ci fu una connivenza che all’inizio non fu completamente consapevole”.
”Non si possono più ripetere quelle vicende che qui iniziarono – ha proseguito -, solo mettendosi nei panni dei deportati si può capire quali vortici di tragedia si raggiunsero”. Berlusconi ha spiegato che ”l’Italia preferì essere alleata alla Germania di Hitler piuttosto che contrapporvisi” e ”dentro questa alleanza ci fu l’imposizione della lotta contro gli ebrei”.
Una sostanziale assoluzione, quella di Berlusconi, difficilmente celata. Nel 2011, alla presentazione di un libro di Vespa dedicato al dittatore, disse: “Debbo dire che in quelle lettere mi ci ritrovo. Chi governa l’Italia non ha potere, può al massimo chiedere una cortesia, ma non può dare ordini”. E a chi gli fa notare che quella di Mussolini non era una democrazia, il Cavaliere replica: “Beh era una democrazia minore”.
Articolo aggiornato alle 16.12 del 27 gennaio 2013
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Tra le iniziative si segnala:
- Tavola rotonda “il coraggio di resistere”– è il tema dell’annuale tavola rotonda promossa dal Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, organizzata in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L’incontro sarà introdotto dal Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, e dal Presidente dell’UCEI, Renzo Gattegna.
- Giornata di studio in ricordo della shoah – Per la celebrazione del Giorno della Memoria 2013, la Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno realizza il 25 gennaio, in collaborazione con la Fondazione Museo della Shoah, una giornata di studio che avrà come tema “L’oppressione, l’indifferenza, il coraggio”.
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Mostra – “1938-1945. La persecuzione degli ebrei in italia. Documenti per una storia” – Alle celebrazioni del Giorno della Memoria 2013, il Ministero dell’Interno partecipa, come di consueto, con varie iniziative tra cui la Mostra dal titolo “1938-1945. La persecuzione degli Ebrei in Italia. Documenti per una storia” che, quest’anno, si svolgerà a Caserta dal 23 gennaio all’11 febbraio p.v. nelle prestigiose sale della biblioteca palatina della Reggia di Caserta.
- Presentazione del libro: “Testimonianza- Memoria della Shoah a Yad Vashem” – Il giorno 27 gennaio, nel corso di una cerimonia che si terrà a Milano presso il Memoriale Binario 21, cui parteciperà il Ministro della cooperazione internazionale e dell’integrazione, Andrea Riccardi, verrà presentato, in collegamento diretto con il Museo di Yad Vashem, il Libro dal titolo “Testimonianza- Memoria della Shoah a Yad Vashem”, traduzione italiana del libro “To Bear Witness”, un testo redatto nel 2005 dallo storico istituto, situato sul monte del Ricordo di Gerusalemme, per documentare, attraverso la storia dello Yad Vashem stesso, il periodo più drammatico vissuto dal popolo ebraico e da tutta l’Europa.
- Brundibár – un’opera per non dimenticare – L’evento è organizzato dalla Comunità Ebraica di Roma in collaborazione con il Teatro dell’Opera. Il 23 settembre 1943 ebbe luogo la prima rappresentazione dell’opera per bambini Brundibár, non in un normale teatro, bensì nella fortezza di Theresienstadt (in ceco Terežín), situata a 60 km da Praga, trasformata, a partire dal 1942, in un ghetto chiuso e recintato dove vennero concentrati ebrei di una certa notorietà, la cui scomparsa avrebbe potuto dar adito a richieste di spiegazioni da parte di paesi esteri.
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“I Testimoni della Memoria” – “dopo la Shoah…il ritorno alla vita” – Sarà presente uno dei più autorevoli testimoni sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti:
Rav Ysrael Meir Lau, ex Rabbino Capo d’Israele, attuale Rabbino Capo di Tel Aviv e Presidente dello Yad Vashem Council. Rav Lau è’ stato deportato con la sua famiglia nel campo di concentramento di Buchenwald all’età di 6 anni da cui è tornato insieme ad un unico fratello perdendo l’intera famiglia.
E’ la testimonianza di cosa significhi il tornare a vivere dopo che si è perduto tutto: famiglia, dignità, fede. Saranno presenti gli studenti delle scuole romane e l’evento sarà presentato da Marcello Pezzetti, Direttore Scientifico del Museo della Shoah. - Spettacolo musicale Mr. Dago I belong Nowhere! – La Direzione generale per le biblioteche e gli istituti culturali, la Direzione generale per gli archivi, l’Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi e la Comunità ebraica di Roma hanno organizzato lo Spettacolo musicale dal titolo “Mr. Dago- I belong Nowhere!”, scritto da Marco Bonini e Joe Bologna, musiche di Roberto Colavalle, Regia di Massimo Natale, che verrà presentato a Roma, all’Auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, il 28 e 29 gennaio 2013.
- Ricordo del Porrajmos – Il 27 gennaio al Museo MAXXI, si terrà il terzo appuntamento con la Campagna itinerante “DOSTA!” che, dopo le tappe di Catania e Reggio Calabria, giunge finalmente a Roma. Si tratta di un ampia iniziativa di sensibilizzazione per combattere i pregiudizi e gli stereotipi nei confronti dei Rom, Sinti e Camminanti, patrocinata dal Consiglio d’Europa e coordinata e finanziata dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) del Dipartimento delle Pari Opportunità.
Si segnala inoltre la consegna delle medaglie d’onore ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti nel corso del II conflitto mondiale –
- Per il quinto anno consecutivo, nel corso di una cerimonia che si svolge tutti gli anni al Quirinale per celebrare il Giorno della Memoria, una rappresentanza di Insigniti riceverà la Medaglia d’onore prevista dall’articolo 1, commi 1271-1276, della legge n. 296/2006. La legge stessa ha disposto la concessione di una medaglia d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, ai quali, se militari, è stato negato lo status di prigionieri di guerra, secondo la Convenzione relativa al trattamento dei prigionieri di guerra fatta a Ginevra il 27 luglio 1929 dall’allora governo nazista, e ai familiari dei deceduti, che abbiano titolo per presentare l’istanza di riconoscimento dello status di lavoratore coatto.La normativa stessa prevede che un apposito Comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri individui gli aventi diritto dietro presentazione di istanza da parte degli interessati.Ad oggi, in tutto sono state concesse circa 14 mila Medaglie d’onore.Quest’anno per il Giorno della Memoria saranno consegnate 800 Medaglie d’onore, di cui 21 saranno conferite al Quirinale ad altrettanti Insigniti accompagnati da un familiare, mentre nelle sedi provinciali, come in passato, saranno le Prefetture che si faranno carico di consegnare le restanti nel contesto di cerimonie ed iniziative celebrative.La cerimonia del Quirinale anche quest’anno prevede che in una Sala attigua al Salone delle Feste gli ex deportati viventi, a ricordo delle sofferenze subite in ragione della coerenza e della irrinunciabilità dei valori patriottici, saranno decorati dell’onorificenza dalle mani del Presidente della Repubblica accompagnato dal Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Immigrazione, dal Presidente del Comitato per la concessione della Medaglia d’onore e dal capo del Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo.
Fonte: Comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah – Servizio per i rapporti con le confessioni religiose e per le relazioni istituzionali
Mondo, 27 gennaio 2013
GRAZIE , Massimo, per la bella “pagina”.
Ho visitato, Dacau, Mautahusen, Auschwitz – Birkenau,e invito ad andare in particolare in quest’ultimo lager. Oggi Giornata della Memoria, dobbiamo ricordare non solo gli ebrei, i rom, i preti,gli omosessuali ed “altri” diversi, ma anche tanti e tanti italiani non ebrei. Per es. a Muatausen ( Austria), fusono “tradotti” 8002 ITALIANI, tornarono 850. Quel “campo” è situtao su di una collinetta a poche centinaia di metri di una cava di pietre, dove secndendo qualche centinaia di gradini venivano portati “gli ospiti del campo” a cavare pietre che venivano trasportate poi , salendo verso il campo, per completare la costruzione del grande lager. Vi è un piccolo cimitero ITALIANO e leggendo le storie di tanti nostri connazionali, “tradotti” nei lager dopo lo sbarco Avalance del 1943, si resta eterefatti. Grazie quindi, Massimo, un Paese senza memoria è un Paese senza futuro.
BRAVO Massimo.
Ogni tanto,nel percorso delle “gite scolastiche” inserivo anche una tappa ai campi di sterminio. Sopratutto i giovani non devono dimenticare l’orrore e lo sterminio di questa pagina oscura del novecento europeo. Contro ogni tentativo di negazionismo e di oblìo bisogna sempre ricordare il bene supremo della democrazia e della libertà.
tutto ciò non doveva accadere è un ingiustizia che delle persone hanno subito senza aver fatto nulla domani a scuola vedremo shinder’s list visto che oggi è domenica ho già visto il diario di anna frank il bambino col pigiama a righe e la vita e bella e letto l’amico ritrovato e tutti mi hanno fatto commuovere e capire le ingiustizie che ci furono non bisogna permettere che accada mai più.
Uno dei racconti più belli, commoventi e comprensibili che ho visto in TV della genesi della Shoah (non tutto capita per caso, purtroppo), è la bellissima ricostruzione di Marco Paolini, davvero straordinaria e stupenda, che ti resta nell’anima, dal titolo “Ausmerzen”, andata in onda su LA7 giusto un anno fa. Se riuscite a trovarla in rete, vi consiglio di rivederla. Una ricostruzione storica puntuale e certosina della terribile vicenda legata alle teorie dell’eugenetica che fra il ’34 e il ’45 ha portato il nazismo alla sterilizzazione prima e all’eliminazione poi dei disabili e dei malati di mente, prologo di quanto sarebbe successo in futuro.
Ho capito che cosa era stato il Nazifascismo leggendo all’età di sedici anni gli atti del processo di Norimberga. Anche se la mia famiglia mi aveva già educato con “sentimento antifascista”. la conoscenza diretta dei fatti fu per me un atto fondamentale per capire realmente quello che era avvenuto. Per questo ritengo essenziale dare alle nuove generazioni gli strumenti per capire e rinfrescare la memoria a chi, ancora oggi, inneggia con sciagurata leggerezza al fascismo e al suo lugubre capo. Bravo Massimo per il contributo che stai dando!
Le sorelle Bucci sono rispettivamente mia madre e mia zia. Sono due donne straordinarie che sono sopravissute ad un incubo che pochi si possono immaginare. Voglio ringraxziarti, Carmine, per come hai raccontato la loro storia e ti mando un abbraccio
Per Tatiana Shafer,
grazie di cuore a te cara Tatiana, per la tua attenzione e per quello che rappresenti e che sei destinata a rappresentare, il giorno in cui, mi auguro fra cento anni, tua zia e tua madre non ci saranno piu’, e alle straordinarie Andra e Tatiana.
Non hai idea di quanto sia importante l’eredita’, per quanto triste e dolorosa, che ti lasciano Andra e Tatiana Bucci, e non hai idea quanto sara’ importante che tu la racconterai, e quanto sia importante tenere in vita la memoria in questa societa’ cosi’ distratta e sperficiale.
Saro’ lieto di intraprendere iniziative che mirano alla narrazione di questa storia, per spegnere quel “fuoco”, l’odio verso tutte le diversita’ sia esso per motivi di razza, di religione, di pensiero, che cova sotto la cenere dell’indifferenza.
Un abbraccio affettuoso, anche da parte dei miei lettori, sia a te che a tua madre e tua zia.
Massimo Del Mese
I “furbi” dicono che non se ne dovrebbe parlare più. Mia nonna diceva ogni tanto: Il cieco più cieco è colui che chiude gli occhi. Teniamo ben aperti occhi e orecchie, perché il pericolo che il mondo ricaschi nell’incubo di 70 anni fa è sempre presente. Non dimentichiamo. Amiamo e ricordiamo rispettosamente chi soffrì.