Cento strade–Natale antiracket: una passeggiata tra i commercianti e gli imprenditori del centro, con le Associazioni Antiracket, le Autorità e le Forze dell’Ordine.
La passeggiata antiracket organizzata dalle associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane, nell’ambito dell’evento nazionale “Cento strade. Natale Antiracket 2012”- progetto PON Sicurezza “Consumo critico”. Melchionda: “un importante momento di incontro tra le istituzioni e i cittadini”.
EBOLI – Nella mattinata di ieri, 18 dicembre 2012, si è svolta la passeggiata antiracket organizzata dalla Federazione nazionale delle associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane, nell’ambito dell’evento nazionale “Cento strade. Natale Antiracket 2012” – progetto PON Sicurezza “Consumo critico”.
Hanno preso parte all’iniziativa le autorità politiche e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine del territorio, gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario Giustino Fortunato, Salvatore Cantone – presidente dell’associazione antiracket Pomigliano per la legalità “Domenico Noviello” – il presidente della Federazione antiracket italiana Tano Grasso, il questore di Salerno Antonio De Iesu, il prefetto di Salerno Gerarda Pantalone e il Sindaco di Eboli Martino Melchionda.
La passeggiata, alla quale si sono uniti numerosi cittadini, è partita dalla Residenza Municipale per poi proseguire lungo via Matteo Ripa e viale Amendola, facendo tappa nelle diverse attività commerciali presenti.
Si tratta di un evento nazionale, che intende incoraggiare i commercianti e gli imprenditori a denunciare ogni intimidazione, a creare un movimento collettivo di opposizione al fenomeno del “pizzo” ed esprimere la vicinanza delle istituzioni, in un periodo come quello natalizio, in cui spesso si intensificano le attività estorsive.
“La Federazione nazionale antiracket, – ha dichiarato Tano Grasso – da più di vent’anni, è impegnata a difendere e tutelare le vittime delle estorsioni, combattendo la solitudine in cui spesso si trovano i commercianti e favorendo la collaborazione con le forze dell’ordine e con l’autorità giudiziaria.
L’obiettivo primario è quello di combattere la paura, incentivando la forza ed il coraggio di denunciare attraverso la condivisione dell’esperienza estorsiva. Soltanto così si potrà sconfiggere la presenza delle mafie attraverso il racket del pizzo. Occorre unire le forze per dissolvere la paura.”
“Questa iniziativa – ha dichiarato il prefetto di Salerno Gerarda Pantalone – testimonia la presenza dello Stato e delle istituzioni e serve a combattere l’isolamento e la solitudine in cui spesso si trova chi è vittima di attività estorsive. Qui ad Eboli agiamo in chiave preventiva, non credo ci siano seri problemi in tal senso.
La sicurezza rappresenta un sistema molto complesso, e per garantirla occorre favorire la collaborazione tra le istituzioni, i cittadini e soprattutto i giovani. Utilissima oggi la presenta di una rappresentanza scolastica. La scuola deve essere attiva, deve favorire l’avvicinamento dei giovani alla realtà, alla quotidianità per fare di loro i protagonisti del nostro futuro.”
A riguardo è intervenuto il Sindaco di Eboli Martino Melchionda: “E’ stato un bel momento di incontro tra le istituzioni e i commercianti locali, che ha azzerato quella distanza che troppo spesso viene avvertita dai cittadini. Ci siamo recati in diverse attività commerciali, incontrando grande disponibilità e partecipazione da parte di tutti. Importante e molto significativa la presenza di alcuni studenti che hanno preso parte con grande interesse ed entusiasmo all’iniziativa.
Occasioni di questo tipo – conclude il primo cittadino – sono molto importanti, consentono loro di incontrare la realtà, di diventare protagonisti attivi e di recepire nuovi e più ricchi spunti didattici. Ringrazio, dunque, il preside e gli insegnanti dell’istituto agrario di Eboli, i commercianti tutti per l’ospitalità ed ovviamente Tano Grasso, promotore dell’iniziativa, il questore, il prefetto di Salerno e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine.”
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Eboli, 19 dicembre 2012
Il problema non sono le istituzioni esterne che sono venute nel nostro paese (segno che Eboli vive da anni momenti di grande criticità tanto da essere stati onorati della presenza di queste persone tanto importanti), il problema è che queste persone sono andate via lasciandoci con chi invece è restato.
Da anni si parla di molti commercianti ebolitani vittime dell’usura o del racket; le motivazioni sono ben note a tutti: contrazione dei consumi, costi di gestione sempre più alti, linee di credito ridotte o azzerate: manna per la criminalità organizzata che ha enormi capitali da ripulire. Come? Individuare le persone messe peggio, bonariamente prospettare la posssibilità di avere denaro senza troppe formalità, prestare loro denaro a tassi usurai così da intrappolarlo; se non rientra il commerciante o chi per esso deve “decidere” di cedere l’attività o di entrare come socio occulto (o far entrare un proprio prestanome) nell’attività fino a fagocitarla con il tempo. Ecco come la C.O. crea le cd. “lavatrici” per ripulire il denaro.
Ma non sempre sono i delinquenti a fare questo. Circolano voci sempre più insistenti, ma non ne abbiamo le prove, secondo le quali noti professionisti ebolitani per far fruttare denaro dalla provenienza poco chiara (evasione fiscale, mazzette o peggio) abbiano acquistato immobili o attività commerciali avviate intestandole a prestanomi consenzienti. Avrei una gran voglia di capire chi sono questi personaggi perché ho il vago sospetto che verrebbero fuori cose che ci lascerebbero davvero senza fiato.
Il problema non sono le istituzioni esterne che sono venute nel nostro paese (segno che Eboli vive da anni momenti di grande criticità tanto da essere stati onorati della presenza di queste persone tanto importanti), il problema è che queste persone sono andate via lasciandoci con chi invece è restato.
Ditemi quale politica questi signori stanno attuando per rilanciare il commercio in città. Continuando ad inaugurare mega centri commerciali stanno di fatto scrivendo la morte per l’intero comparto.
Da anni si parla di molti commercianti ebolitani vittime dell’usura o del racket; le motivazioni sono ben note a tutti: contrazione dei consumi, costi di gestione sempre più alti, linee di credito ridotte o azzerate: manna per la criminalità organizzata che ha enormi capitali da ripulire. Come? Individuare le persone messe peggio, bonariamente prospettare la posssibilità di avere denaro senza troppe formalità, prestare loro denaro a tassi usurai così da intrappolarlo; se non rientra il commerciante o chi per esso deve “decidere” di cedere l’attività o di entrare come socio occulto (o far entrare un proprio prestanome) nell’attività fino a fagocitarla con il tempo. Ecco come la C.O. crea le cd. “lavatrici” per ripulire il denaro.
Ma non sempre sono i delinquenti a fare questo. Circolano voci sempre più insistenti, ma non ne abbiamo le prove, secondo le quali noti professionisti ebolitani per far fruttare denaro dalla provenienza poco chiara (evasione fiscale, mazzette o peggio) abbiano acquistato immobili o attività commerciali avviate intestandole a prestanomi consenzienti. Avrei una gran voglia di capire chi sono questi personaggi perché ho il vago sospetto che verrebbero fuori cose che ci lascerebbero davvero senza fiato.