Antonella Centanni, Presidente della Lega Nazionale del Cane, Sezione di Salerno, sulle aggressioni dichiarate, fornisce precisazioni e chiede a Voza una rettifica.
I cani ritenuti responsabili delle aggressioni agli animali del signor Claudio, non provengono dal Canile di Monte di Eboli. Il canile è recintato e custodito e non è possibile che i cani possano allontanarsi.
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Antonella Centanni, Presidente della Lega Nazionale del Cane, Sezione di Salerno, riguardo alla pubblicazione su POLITICAdeMENTE di una lettera aperta di Armando Voza, nella quale egli raccontava le disavventure e purtroppo fatti estremamente gravi raccontatigli e mostrati in alcuni scatti fotografici dal Sig. Claudio Proprietario della fattoria Didattica ai piedi della Collina di San Giovanni: “Il mondo di Heidi”.
La Centanni spiega con precisione in 6 punti circostanze, modalità e percorsi che caratterizzano gli interventi che la sua associazione ed evidentemente decine di volontari, mette in atto nella custodia e nella cura dei 450 cani che il canile dei Monti di Eboli ospita, oltre quelli che in ogni caso “albergano” nelle vicinanze, come faceva rilevare in un post, allegato all’articolo citato, accoratissimo di Marianna Genovese, che raccontava come quei cani che non possono essere ospitati, evidentemente per mancanza di spazi, ricevano comunque delle cure e restino nelle vicinanze perché vine dato loro oltre che l’assistenza sanitaria-veterinaria, anche del cibo, e come siano docili e particolarmente affettuosi.
Si comprende la rabbia per essere stati in qualche modo indicati come responsabili, ma non si riesce a comprendere a che tipo di rettifica si riferisce la Sig.ra Centanni e a chi è indirizzata, se a POLITICAdeMENTE o al Sig. Armando Voza, che ha scritto la lettera. Pur non comprendendo e magari immaginando che si chiede a Voza di rivedere i suoi assunti, mi corre l’obbligo di precisare, che questo sito è un sito libero, e veicola libere informazioni, lo fa in maniera disinteressata e offre a tutti i suoi spazi, compiendo un esercizio democratico di verità, e a contrario della carta stampata offre anche l’opportunità accogliendoli di sviluppare dei forum, e proprio in base a questi Forum che si compie l’azione democratica e di verità. Tuttavia, ritenendo sia oltremodo fastidioso, essere visti in maniera diversa da quello che invece si è, tenendo anche in considerazione le motivazioni che spingono molte persone a dedicarsi a determinate cause, sia a favore degli animali, come in questo caso, che a favore di altro, è giusto pretendere delle precisazioni, ovviamente, che rientrino nell’alveo della civiltà e del dialogo costruttivo, anche perché sembra che tutti sono particolarmente sensibili riguardo agli animali e al loro triste destino perché abbandonati da persone che non hanno nessuna sensibilità.
E’ vero anche che il problema resta, si tratta sicuramente di una muta di cani, che non ha nessuna cura da parte di chicchessia, e che devono per forza ricorrere ad aggressione di altri animali, per potersi procurare del cibo, ma poiché non si possono prendere le impronte “digitali” e nemmeno abbiamo foto segnaletiche per individuare i cani responsabili, è giusto allarmarsi e prevenire, ma è altrettanto giuso escludere che quelle aggressioni possano essere venute da cani ospiti e quindi opportunamente trattenuti in recinti, così come ha precisato la sig.ra Centanni.
Accogliendo l’invito del Presidente dela Lega Nazionale del cane Antonella Centanni, POLITICAdeMENTE si recherà a far visita al Canile sui Monti di Eboli, ma non certo con lo scopo inquisitorio, solo e semplicemente per dare corpo ad una solidarietà verso decine di volontari che disinteressatamente offrono il loro tempo.
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La nostra associazione Lega Nazionale per la Difesa del Cane sezione di Salerno, rispetto a quanto pubblicato nel suo blog nell’articolo “Allarme randagismo ad Eboli: ritrovati animali sbranati”, precisa quanto segue:
- Che “qualcuno pensa” che i cani ritenuti responsabili delle aggressioni verificatesi contro gli animali del signor Claudio, possano provenire dal Canile di Monte di Eboli è una volgare illazione priva di ogni fondamento; il canile è recintato e custodito e non è assolutamente possibile che i cani possano allontanarsi indisturbati;
- La nostra associazione, in esecuzione di un’ordinanza sindacale e di concerto con l’Asl Veterinaria di Eboli ed i Vigili urbani del Comune di Eboli, opera sul territorio per sterilizzare e reimmettere sul territorio i cani randagi; di fatto questi cani, dopo la sterilizzazione, non vengono reimmessi sul territorio perchè per la maggior parte viene promossa con successo l’adozione e la restante parte viene ospitata nel canile;
- La nostra associazione, LNDC, gestisce da anni il canile di Monte di Eboli per conto del Comune di Salerno e i cani ospitati al momento sono circa 450;
- Il signor Voza ignora, colpevolmente, che la stessa struttura ospita circa 60 cani del Comune di Eboli a seguito di regolare convenzione stipulata tra le parti;
- Come ignora che la nostra associazione è nelle stesse condizioni del richiamato, nell’articolo, canile di Francolise, atteso che il comune di Eboli non provvede ad erogare il ristoro, previsto in convenzione, da quasi due anni;
- Che nonostante l’insolvenza del Comune di Eboli, la nostra associazione continua a prodigarsi sul territorio di Eboli per arginare il fenomeno del randagismo, questo a prezzo di non pochi sacrifici da parte dei nostri volontari.
Riteniamo, pertanto, che, a tutela della nostra onorabilità e del rispetto della verità, lei debba provvedere a rettificare le inesattezze riportate nel suo articolo. Le esprimiamo, altresì, tutta la nostra disponibilità a fornirle ogni ulteriore chiarimento che lei ritenesse utile.
Eboli, 19 dicembre 2012
Ribadisco ancora una volta.
Quello che ho scritto a proposito della provenzienza dei cani non sono parole mie, visto che questo è un mondo che non conosco, ma sono semplicemente ipotesi avanzate, in un momento di disperazione, dal sig. Claudio del Parco Heidi il quale ha dichiarato che nelle tre occasioni nelle quali è stato “visitato” da una muta di cani affamati li ha visti scendere dalle colline alle sue spalle (ovviamente ciò non significa necessariamente che provenissero da quel canile). Lui ha precisato che sui Monti di Eboli c’è un canile e quindi ha fatto 1+1: lo ha ipotizzato, non lo ha affermato categoricamente. Io ho semplicemente preso atto di queste sue ipotesi e le ho riportate nella mia lettera. Avrei forse dovuto interpellare anche i responsabili di quel canile, lo ammetto. Se questo non corrisponde al vero ne sono ben lieto perché ciò significa che finalmente dalle nostre parti esiste una struttura di accoglienza per cani che funziona e che rispetta gli animali. Lo riferirò e tranquillizzerò Claudio quanto prima. Nella lettera non ho mai detto che sui Monti di Eboli non vi siano cani ebolitani ma invece che questa amministrazione abbia scelto di mandarne altri fuori del territorio (volendo significare che ritenevo più giusto, se possibile, lasciarli “vicino casa” e non spendere denaro per collocarli a qualche centinaio di chilometri da qui. Non vi è colpa, sig.ra Centanni, ma solo una mia ipotesi). Lei aveva ed ha il diritto di fare chiarezza ed io di darle spiegazioni ed ammetetre colpe qualora vi fossero. Quella lettera non era una croce lanciata addosso a persone che si prodigano per una nobile causa ma per la malagestione politica di cui voi stessi, come avete scritto, siete ancora vittima. Prenda il lato buono della vicenda, con quella mia lettera provocatoria si è mossa l’acqua stagnante della palude che ricopre questo problema e non è detto che da tutto questo riusciate anche vuoi, finalmente, a vedervi riconosciito quello che legittimamente vi spetta. Per il resto auguro buon lavoro a tutti i volontari ed un felice anno nuovo ai cani!
Mi creda, senza rancore (come spero per lei).
A.V.
Ho risposto alla sua provocazione. Mi degni almeno di una risposta o il mio era un atto dovuto?