Martedì 18 dicembre 2012 scorso nella Sala Consiliare, nell’ambito della valorizzazione delle tradizioni storico-culturali di Battipaglia si è tenuto: «l’Omaggio a Italo Rocco nel centenario della nascita».
Dopo il saluto del Sindaco Santomauro sono intervenuti: Enrico Giovine, Alessandro Di Napoli, Giovanni Savarese, Salvatore Memoli, don Ezio Miceli. Carmen Picciariello ha presentato il recital di poesie di Italo Rocco dal “Canto dell’Umanità, di Rosanna Marotta.
BATTIPAGLIA – Un secolo fa, nel paesino di Ottati, alle estreme pendici del massiccio degli Alburni, nasce Italo Rocco. Si forma presso il Seminario vescovile di Teggiano e frequenta gli studi universitari presso l’Ateneo di Roma. Comincia la sua attività di insegnamento prima nella scuola elementare e poi in quella media. Intanto conosce e sposa nel 1942 Aurora Galdi, prima donna laureata della giovane Battipaglia, dove si stabilisce.
Martedì 18 dicembre 2012 scorso, nella Sala Consiliare, nell’ambito della valorizzazione delle tradizioni storico-culturali di Battipaglia si è tenuto: «l’Omaggio a Italo Rocco nel centenario della sua nascita». Nel corso della manifestazione, dopo il saluto del Sindaco di Battipaglia Giovanni Santomauro sono intervenuti: Enrico Giovine su “L’Impegno etico-civile”; Alessandro Di Napoli “Il poeta”; Giovanni Savarese ”Italo Rocco carducciano in terra salernitana”; Salvatore Memoli “La cultura patrimonio del territorio”; Padre Ezio Miceli “Umanità e religiosità in Italo Rocco”, è seguito poi il recital di poesie di Italo Rocco dal “Canto dell’Umanità, tradotto in tredici lingue, di Rosanna Marotta. La serata è stata presentata da Carmen Picciariello.
Negli anni difficili del secondo conflitto mondiale, tra i laceranti suoni delle sirene per l’allarme dell’aviazione nemica all’attacco, i bombardamenti, le corse al riparo lontano dal centro cittadino, nodo ferroviario e stradale, Italo Rocco comincia ad essere per la sua attività di docente il punto di riferimento di tante giovani generazioni, che serberanno per sempre il ricordo dei suoi preziosi insegnamenti. Assurge, intanto, ad un ruolo di rilievo anche nella vita politica, aderendo alla Democrazia Cristiana, di cui è fervido ed operoso sostenitore sino agli ultimi giorni della sua esistenza e facendo parte, appunto in rappresentanza della D.C. con Mario Guarracino e Luca Tortorella del Comitato di Liberazione Nazionale. Coltiva interessi poliedrici, tra i quali quelli di pubblicista, editorialista e diffusore di principi religiosi; comincia la sua collaborazione con “Il Giornale d’Italia“, “Il Popolo“, “Il Quotidiano” e la RAI. In particolare si dedica alla capillare diffusione in provincia di Salerno (agro nocerino-sarnese, Vallo di Diano e Cilento ) del quotidiano cattolico diretto da Nino Badano tanto da organizzare una specifica pagina per la provincia salernitana. La passione per l’attività letteraria e la saggistica lo spinge ad essere autore e propulsore di iniziative editoriali. I primi scritti riguardano il sistema penale dantesco ed alcune problematiche di carattere didattico.
Uomo di grande fede e profonda religiosità merita con la sua alacrità e generosità un ruolo di primo piano nell’organizzazione dell’Azione Cattolica, venendo chiamato alla presidenza della Giunta dell’Archidiocesi di Salerno-Acerno da mons. Demetrio Moscato con il sostegno spirituale di mons. Guido Terranova, che, con affetto fraterno, lo accompagna nella difficile missione. Dopo aver insegnato lettere presso la Scuola Media “Francesco Fiorentino” di Battipaglia si trasferisce alla “Torquato Tasso” di Salerno per contemperare le esigenze professionali e quelle del ruolo nell’Azione Cattolica. Dalla scuola salernitana avvia il percorso dirigenziale che lo vede preside in numerosi centri della provincia di Salerno, a cominciare da Capaccio, Trentinara, Giungano, Paestum per poi passare a Perdifumo, Mercato Cilento, Montecorice e Teggiano.
In queste comunità resta ancora vivo il ricordo della sua prolifica azione di educatore, oltre che di impegno civile e sociale.. L’incontro con Capaccio vecchio il Santuario della Madonna del Granato, le ripetute visite alla zona archeologica di Paestum con le necropoli, le soste al Getsemani danno l’occasione per il definitivo lancio della sua attività di poeta, scrittore, saggista, editorialista con un respiro che assume una dimensione ultranazionale. Non è casuale che l’attività editoriale che precede la nascita della rivista “SILARUS” (nome latino del fiume Sele ) parte nel 1961 con un numero speciale della scuola media che dirige dal titolo appunto ” La voix dell’ècole “; dopo riuscite edizioni annuali con una pioneristica guida della zona archeologica di Paestum, nel 1966 diviene bimestrale e da quell’anno continua sino al n. 207 (oggi continua per l’impegno dei figli Lorenza e Piero ) con insolita puntualità per rassegne letterarie che non hanno alle spalle Accademie e/o Fondazioni.
Già nel 1966 la Rivista viene riconosciuta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri “periodico di alto valore culturale”. L’estro del Poeta raggiunge vette di rilievo scandite da una serie di sillogi, tra cui “Palpito della terra”, “Segreto richiamo”, “Ed aperte le braccia”, “Quartiere di periferia” ed “Ascolto il palpitare della sera” che gli valgono un posto di rilievo nella poesia religiosa accanto a Luzi, Capronio, Rebora, Batocchi, Turoldo, Santino Spartà e Giovanni Romeo. Le sue liriche trovano spazio nelle antologie scolastiche di maggiore diffusione e la definitiva consacrazione nell’agone poetica si ha con i volumi de “Il Canto dell’Umanità”, mentre le sue liriche vengono tradotte in greco, francese, inglese, rumeno, tedesco, portoghese e turco ed alcune vengono musicate. I riconoscimenti per la sua attività non possono trovare spazio in questa nota perchè sono stati davvero tanti, come il riconoscimento della sua capacità critica che gli è valsa la partecipazione in seno alle commissioni giudicatrici di prestigiose manifestazioni letterarie della nostra penisola.
Accanto alla rivista, annualmente, a far data dal 1968 ha organizzato il Premio nazionale di poesia, narrativa e saggistica “Silarus “, di cui è stata bandita in questi giorni la quarantacinquesima edizione. Sia la rivista che la celebrazione del Premio portano Italo Rocco a diventare un cittadino del mondo, che conquista consensi ed amicizia in ogni angolo della nostra nazione, oltre che dell’estero. Infatti la Camera di Commercio di Salerno, scegliendo Battipaglia come uno dei comuni protagonisti del primo quarantennio della vita repubblicana, segnala Italo Rocco quale personaggio eminente della cultura della città. Peraltro il nipote diretto custodisce gelosamente le testimonianze epistolari dei rapporti con esponenti letterari d’ Italia ( il filosofo Nicola Abbagnano, Francesco Grisi, Franz Maria D’Asaro, Mario Pomilio, Domenico Rea, Michele Prisco, Vittorio Cerofolini, Sergio Segalini, Pasquale Maffeo, Filiberto Mazzoleni, Mario Apice, Mario Tornello e tantissimi altri ) e dell’intero pianeta (dalla Grecia, alla Romania, alla Bulgaria, al Brasile, all’Argentina, agli Stati Uniti, al Canadà oltre che dei paesi europei ).
Quando il 18 dicembre 1999 la morte lo coglie d’improvviso sta lavorando al terzo volume de “Il Canto dell’Umanità” ed al n. 207 della rivista “Silarus”.
Gli aspetti della variegata personalità di Italo Rocco saranno ricordati nel tredicesimo anniversario della morte, che coincide con il centenario della nascita con una cerimonia rieviocativa nel palazzo di città di Battipaglia con inizio alle ore 17,30. Si alterneranno in ricordi e testimonianze Don Ezio Miceli, l’avv. Enrico Giovine ed il prof. Giovsanni Savarese, oltre che di quanti ebbero modo di apprezzare le sue doti di umanità.
……………………… … ………………………..
Battipaglia, 15 dicembre 2012 (aggiornato il 21 dicembre 2012 alle ore 13.00)