Il Piani di Zona S5 ha promosso un confronto sulle azioni del Piano di Azione e Coesione dei servizi sociali.
Dal Workshop è emerso la necessità della sitematicità della erpogazione dei fondi. La Regione, per questo è chiamata a definire concretamente e con immediatezza rispetto ai temi per la tenuta stessa del sistema dei servizi sociali.
CONTURSI TERME – Il confronto sulle politiche sociali e sull’applicazione all’interno dei territori di alcune azioni specifiche del piano di azione e coesione, promosso dal Piano di zona S5 di Eboli che si è tenuto a Contursi Terme il 29 e il 30 novembre, ha evidenziato una serie di opportunità e di problematicità che sono state rappresentate con forza ai funzionari del Ministero per la Coesione territoriale, diretto da Fabrizio Barca, presenti all’iniziativa.
Gli stessi hanno risposto ai quesiti inerenti le due azioni fondamentali del Piano di azione e coesione, che traccia le linee di indirizzo e le risorse da impiegare sui due assi portanti che lo compongono: i servizi per l’infanzia e gli anziani. Le azioni ci sono, ma le amministrazioni locali ed i tecnici hanno espresso criticità a proposito dei mancati trasferimenti regionali.
“La precarietà delle strutture, la necessità di stabilizzare il personale, come di dare una personalità giuridica ai piani è fondamentale per riuscire a concretizzare le azioni in campo – ha detto il Sindaco di Eboli Martino Melchionda, intervenendo durante il dibattito. – La sofferenza sociale è enorme, e cresce; occorre indirizzare le risorse verso la giusta direzione e serve un livello di collaborazione concreta ed elevata con tutti i livelli istituzionali.
I Piani di zona devono essere destinatari diretti dei fondi europei, per velocizzare il rafforzamento delle azioni, aumentare le strutture e promuovere una maggiore articolazione delle stesse. Oggi, – conclude il Sindaco – nonostante la carenza delle risorse, il nostro piano di zona rappresenta uno dei pochi che continua a garantire servizi importanti alle fasce più deboli della popolazione”.
La richiesta di bypassare la Regione e il vincolo del patto di Stabilità affinché i fondi giungano direttamente ai Comuni è stata sostenuta con forza dai responsabili dei piani di zona intervenuti, così come il grido d’allarme degli stessi piani sui tagli che spesso vengono operati su fondi già impegnati, mettendo a rischio la tenuta dei servizi sociali.
Questa sorta di stati generali dei piani di zona promossa dall’ambito S/5, dunque, hanno posto in essere la necessità di dare certezza a quel poco che c’è per evitare di mandare in tilt il settore, che lavora su bisogni sempre più crescenti della popolazione.
La precarietà delle strutture, con la necessità di stabilizzare il personale che da anni opera è una delle problematicità affrontate durante il workshop organizzato dal piano di zona ebolitano, condotta dal dirigente, Gerardo Cardillo, che ha visto una nutrita partecipazione di piani provenienti da tutta la Campania.
Per quanto riguarda i flussi finanziari, da una parte si è preso atto con soddisfazione delle risposte che sono venute dai dirigenti del Ministero della Coesione Territoriale e della centralità che sempre di più vanno assumendo i Piani di zona anche nella programmazione dei fondi comunitari e, dall’altra delle difficoltà da parte degli operatori per mantenere il sistema in equilibrio a causa della lentezza dei trasferimenti regionali.
Oltre ai flussi finanziari, che devono essere erogati nei tempi urili per evitare di non fornire alcuni servizi nel corso dell’anno e poi magari organizzarli e piuttosto precipitosamente in maniera asistematica nella fase finale dell’anno, riducendo portata ed efficacia. Allo stesso modo va aggiunto un sistema di selezione che non penalizzi i giovani che hanno titoli specifici come è avvenuto nel caso del progetto “generazioni a confronto“, delle quali selezioni, vi sono dubbi ed ombre mai del tutto chiarite.
Una risposta in tal senso è attesa dalla Regione, chiamata a definire concretamente e con immediatezza temi che attengono alla tenuta stessa del sistema dei servizi sociali.
Eboli, 4 dicembre2012