Nessuna procedura partecipata per la Centrale a Biomassa: L’autorizzazione è nulla

La Centrale a Biomassa di Femmina Morta per SEL è un altro Flop di Melchionda & Soci. Non c’é stata nessuna procedura partecipata come prevede la direttiva europea.

235 Ettari sottratti alla produzione per un ristoro di 9mila euro all’anno. SEL denuncia: Qual’è stato il ruolo dell’Amministrazione? Perché il Consiglio non è stato coinvolto? Quali sono i vantaggi? Quali garanzie sono state offerte?

Impianto-Biogas-cantiere a Femina morta di Eboli

EBOLI – Non bastava la mega centrale fotovoltaica realizzata sui Monti di Eboli, i cui vantaggi sono esclusivamente del Comune di Salerno, e che alle prime piogge ha dimostrato cosa significa impermeabilizzare circa 40 ettari di terreno con problemi a colture ed alla stessa sicurezza delle aree limitrofe. Ora l’amministrazione Melchionda, mentre chiude il tribunale, l’ufficio delle Entrate se ne va, e l’ospedale è in “coma”, riesce a regalare alla nostra città un’ altra “perla”: una centrale a biomasse in piena piana del Sele.

Abbiamo chiesto con specifica interrogazione qual’è stato il ruolo dell’Amministrazione in questa vicenda, quali le garanzie, quali i vantaggi della comunità ebolitana, perché il Consiglio comunale è stato tenuto, come al solito, in modo scientifico, all’oscuro di questa nuova operazione.

Le risposte ottenute, non solo non sono soddisfacenti, ma sono addirittura preoccupanti, per la cultura che esse esprimono: alla domanda sul perché il Consiglio comunale (nel silenzio passivo e piuttosto sconfortante dei consiglieri di maggioranza, ridotti a meri “alzatori di mano”) fosse stato tenuto all’oscuro di questa vicenda (neanche una comunicazione!) con fare “tecnicistico” ( qui si sentono, ormai, tutti tecnici alla Monti ed il suo governo!) ci è stato risposto che si è seguita la procedura prevista dalla normativa, e che l’Amministrazione ha seguito con attenzione la vicenda!

Biogas-Zona Isca-Palazzo Reale

Peccato, S.E.L. ha appurato che nessuna pubblicazione è avvenuta all’albo comunale di questa città, e che quindi gli stessi cittadini ebolitani non sono stati messi in condizione di intervenire in quel procedimento. Ed alla luce di questo, siamo sicuri che la procedura sia corretta, visto che le direttive europee, recepite dalla normativa nazionale, pongono la procedura partecipata come condizione di efficacia dell’autorizzazione?

Peccato che alla fine si è appurato che alle stesse conferenze di servizio il Comune di Eboli non è stato presente con la componente politica, ma solo con quella tecnica, fra l’altro con una procedura piuttosto strana: il sindaco delega il vice-sindaco, ed il vice-sindaco, a sua volta, delega un tecnico. Perché questo strano “scaricabarile”? quasi si avesse timore di “sporcarsi le mani”! Ma può un delegato a sua volta sub-delegare?

Ma in sostanza cosa avviene a “Femmina morta”? si realizza una struttura per la produzione di energia (biogas) utilizzando biomasse.

La biomassa deriverebbe dalla produzione agricola (in particolare mais!) di 235 ettari di terreno fra i più fertili della Piana, che quindi non produrranno più per l’alimentazione, ma per procurare la “biomassa” alla centrale.

L’energia utilizzata sarà solo quella elettrica, mentre l’energia termica prodotta, sembra, verrà dispersa (quindi non utilizzata!).

Della biomassa introdotta, pare che solo il 20% verrà utilizzata ai fini di produzione di energia, il resto (80%) rappresenta lo scarto, e quindi si apre un problema di smaltimento delle scorie (il digesto!); i terreni sono sufficienti per lo smaltimento?

Qual è la ricaduta occupazionale? Dalla documentazione in nostro possesso si intuisce che non più di due persone troveranno occupazione nella centrale.

Impianto-biogas-Cartello indicazione lavori

Qual è il “ristoro” del comune di Eboli: circa 140 mila euro in 15 anni, ossia poco più di 9 mila euro all’anno, pari al 3% dell’utile. Abbiamo chiesto se c’è una certificazione degli uffici comunali sul piano finanziario presentato: abbiamo capito che non ci si è pensato, sempre in nome della “attenzione” con cui l’Amministrazione ha seguito la vicenda!

In definitiva la domanda da porci è questa: ne vale la pena?

  • 235 ettari di terreno fertilissimo non più finalizzati alla produzione alimentare;
  • energia termica dispersa nell’aria;
  • energia elettrica immessa in rete, non utilizzata sul territorio;
  • problema di dispersione del “digesto”;
  • nessuna partecipazione o coinvolgimento nella procedura;

rischio concreto di creare un precedente preoccupante, che potrebbe portare, com’è avvenuto nel Beneventano o nell’Avellinese, a sconvolgere la struttura produttiva di una intera area, perché si potrebbe ritenere più vantaggioso utilizzare i terreni per questo tipo di attività piuttosto che per la produzione ai fini alimentari: sarebbe la fine della piana del Sele: l’ultima grande zona agricola della regione Campania!

Per valutare anche queste cose sarebbe stato importante il coinvolgimento del Consiglio comunale, che invece si è tenuto fuori, così come a suo tempo avvenuto con la centrale fotovoltaica a Monti di Eboli.

Noi di Sinistra Ecologia e LIBERTA continueremo a seguire la vicenda; abbiamo, intanto,  richiesto l’ intervento dell’Unione Europea, per verificare se le procedure sono state effettivamente rispettose di quanto disposto dalle direttive europee.

Per adesso l’impressione è che ancora una volta, come sulla vicenda della mega centrale fotovoltaica sui monti di Eboli, abbia prevalso l’improvvisazione!

Il problema è che, ancora una volta, quelli che sono chiamati a pagare sono i cittadini!

Eboli, 20 novembre 2012

3 commenti su “Nessuna procedura partecipata per la Centrale a Biomassa: L’autorizzazione è nulla”

  1. Conosco bene quella zona una specie di sperone alto e sporgente come una collina ricade netto con un dislivello di 30 metri circa sul suolo piano del letto del fiume Sele a soli pochi metri ,e gia questo fa immaginare effetti catastrofici.Passando di la si intravede la costruzione,mura altissime di cemento a forma di vasche aperte lasciano immaginare caos e tristezza.E’ proprio vero ,quel luogo di femmina morte sembra dannato come il nome che porta.Negli anni settanta proprio li nel lato mopposto dove sorge la centrale sorgeva una discarica a cielo aperto, oggi si violenta quel luogo con una produzione di biomassa,che intelligenza che hanno questi uomini.

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  2. melchionda ce l’ha fatta a rimanere nella storia di eboli, infatti verrà ricordato come il sindaco della monnezza…e non solo perchè ha completato il ciclo dei rifiuti, come ripetutamete suole vantarsi

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  3. Due commenti mi sembrano un pò pochi per un impianto del genere…ma che succede a questo popolo?Perchè ci facciamo scippare la terra rimanendo inerti?Non ci interessa il fututo dei nostri figli?ma anche il nostro presente è a rischio con scelte che non pare abbiano una ricaduta vantaggiosa nè sul territorio nè sulla nostra salute nè nelle nostre tasche…cosa devono farci ancora per farci reagire?

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