E’ iniziata la campagna elettorale, smarrita la sig.ra SERIETA’. E un altro Consiglio Comunale va deserto.
La marina di Eboli non si rilancia a colpi di promesse, di spuntini, merendine, per l’elaborazione del nuovo piano spiaggia ci vuole ben altro. Discutiamo del nuovo PUC e vediamo in che misura raccoglie la visione dell’Accordo di Reciprocità “Sele-Paestum.
EBOLI – “l Sindaco deve davvero sentire la sua poltrona traballante a giudicare dagli atti che porta in Consiglio comunale. – scrivono i Consiglieri Liberi e Riformisti Salvatore Marisei, Carmine Campagna, Antonio Petrone, Armando Cicalese, all’indomani di un altro Consiglio comunale che non si è tenuto per mancanza del numero legale dopo che le opposizioni hanno abbandonato l’aula – Nulla di concreto, ma solo demagogia e promesse, buone per la campagna elettorale, salvo poi fare figuracce facendo mancare il numero legale e, di fatto, sfiduciando il Vice Sindaco Cosimo Cicia, che del provvedimento porta la paternità.
E’ quanto è accaduto per gli indirizzi per l’elaborazione del nuovo piano spiaggia (PUAD). – aggiungono – A farne le spese gli operatori balneari che attendono da anni il rilancio della marina. Invece di fidarsi, farebbero bene a chiedere il conto del malgoverno che hanno subito, Melchionda risponde per gli ultimi otto.
Ora il bengodi sarebbe nella possibilità di realizzare in area demaniale le strutture balneari, dove una volta sorgevano le villette abbattute, arretrandole di qualche centinaio di metri per farne chioschi e bar a fronte strada. Detta così saremmo tutti d’accordo, ma si può fare ratificando in Consiglio una delibera di Giunta e quattro scartoffie scritte così male che dopo mesi di lavoro all’ultimo minuto arriva il solito emendamento riparatore?
Proviamo a mettere ordine: il Consiglio comunale ha già espresso i suoi indirizzi per la fascia costiera con il Piano strategico per la redazione del PUC e l’Università di Salerno ha completato il suo lavoro consegnando la bozza del piano nel mese di Marzo. È costato oltre 450mila euro, ma giace nei cassetti.
Dovrebbe prevedere per la marina un disegno organico delle tre fasce di cui si compone: la spiaggia, l’area demaniale al di sotto della strada litoranea e le aree per insediamenti turistici al di sopra della stessa strada.
Se zonizzazioni, indici di edificabilità, area per servizi e a verde, parcheggi, nuova viabilità, norme tecniche di attuazione, sono già minuziosamente previsti, – si chiedono i Riformisti – a cosa servono questi altri indirizzi, forse ad una innovativa gestione dell’urbanistica che inaugura “la madre di tutte le varianti”, quella che agisce sia su un vecchio che su un nuovo piano?
In che misura questi ‘indirizzi’ sono concretamente percorribili in assenza di pareri ed autorizzazioni degli Enti competenti, o ci siamo già dimenticati di vincoli, lacci e lacciuoli che – nel disinteresse generale di chi ci ha rappresentato a tutti i livelli istituzionali in questi anni bui – hanno preso il sopravvento sulle politiche di sviluppo?
Il tutto non ci pare una cosa seria. – Affermano i Liberi e Riformisti – La marina di Eboli non si rilancia a colpi di promesse di spuntini e merendine, ci vuole ben altro. Discutiamo del nuovo PUC e vediamo in che misura raccoglie la visione dell’Accordo di Reciprocità “Sele-Paestum” che:
- coniugava lo sviluppo della costa e delle colline di un comprensorio vasto da Battipaglia a Capaccio, da Serre a Giungano;
- rilanciava il tema della portualità turistica e del contrato all’erosione;
- ribadiva la priorità di realizzare le infrastrutture idriche, fognarie e della depurazione;
- recuperava la previsione di nodi modali e di servizio lungo la strada litoranea, già oggetto della pianificazione provinciale del ‘Distretto Costa del Sele’;
- ipotizzava il nuovo disegno della pineta ed il raddoppio degli spartifuoco, l’alternanza tra zone verdi ad alta protezione e luoghi di maggior fruizione;
- stimolava la domanda di investimenti dei privati per realizzare alberghi e complessi ricettivi, strutture e servizi di intrattenimento e per il tempo libero.
Molto di questo si poteva realizzare già in questi anni, – concludono i riformisti – con l’attuale PRG, grazie ai fondi del Grande Progetto provinciale sui corpi idrici superficiali, ai fondi del programma Jessica per le città con più di 30mila abitanti, ai fondi del POR FERS per gli attrattori turistici e culturali.
Una pioggia di milioni di cui Eboli non ha visto neanche le briciole, perché i milioni non sono tutti uguali. In questi anni abbiamo imparato che quelli del mattone sono gli unici benvoluti in città, mentre quelli dello sviluppo li lasciamo agli altri e ci teniamo le lamentele del Sindaco e della sua alternante maggioranza sulle colpe del Governo, della Regione, della Provincia, della Germania“.
Andate a casa. Adesso!
Eboli, 14.11.2012