Per l’ex Direttore Generale: L’indebitamento degli Enti Locali incide per il 60% nella formazione del PIL. E’ necessario un radicale cambiamento nel modo di fare politica, bisogna perseguire strade diverse.
Il Decreto vuole equilibrare responsabilità e modalità di spesa. A fronte della introduzione del controllo diretto con la nomina dei Revisori e della sottrazione delle responsabilità di segretari e dirigenti all’azione politica, vi è per contro l’incapacità degli enti di acquisire proprie risorse.
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo, alcune brevi riflessioni sul così detto Spending Review, il Decreto Legge 174/2012, del dott. Gianfranco Masci, Vice Presidente Ordine dei Commercialisti e Revisori Contabili, già Direttore Generale del Comune di Eboli e ex Presidente della Multiservizi S.p.A.. Decreto, denominato anche “Decreto Salva Comuni 2012“, che dovrebbe intervenire sugli Enti locali, attraverso la possibilità per i Comuni insolventi di acquisire somme a prestito, con l’obbligo della restituzione in cinque anni, mettendoli sotto “tutela” in una sorta di condizione “Pre-dissestuale”.
Secondo Masci, il Decreto vuole equilibrare responsabilità e modalità di spesa. A fronte delle quali, introduce il controllo diretto con la nomina dei Revisori e sottrae le responsabilità di Segretari comunali e Dirigenti all’azione politica, e per contro vi è l’incapacità degli enti di acquisire proprie risorse. Così come l’ex Direttore Generale sottolinea come l’indebitamento degli Enti Locali, concorre per il 60% alla formazione del Prodotto Interno Lordo del Paese, condizione che fa pensare quanto sia urgente provvedere ad un radicale cambiamento delle modalità usate al momento dnel fare politica, e di quanto sia giusto perseguire strade diverse.
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di Gianfranco Masci
Vice Presidente Ordine dei Commercialisti e Revisori Contabili
già Direttore Generale del Comune di Eboli
e ex Presidente della Multiservizi S.p.A.
Alla luce del decreto legge 174/2012, ai più noto come Spending Review, cioè quello che dovrebbe attendere all’autonomia degli enti locali, sembra ormai un lontano ricordo. Tale decreto legge ha profondamente modificato e ridimensionato l’azione politica all’interno del governo degli enti locali, incidendo in modo particolare su quello dei comuni. Gli stessi si vedono potenziato e amplificato il sistema di controlli interni ed esterni a cui sono soggetti. Ciò implica che da un lato vi sia un incremento delle competenze dei Dirigenti e degli organi di revisione e dall’atro un’improvvisa limitazione delle stesse a discapito della Giunta comunale, dando maggior peso al Consiglio Comunale.
Con Il decreto legge 174/2012, La Corte dei Conti si vede ampliare le sue competenze sull’azione di verifica e controllo degli enti locali, in modo particolare sull’organo di gestione. Alla stregua delle nuove direttive, i Sindaci sono obbligati ad inviare alla Corte dei Conti, semestralmente, referti che esplicano in maniera dettagliata la situazione finanziaria, la consistenza del patrimonio e i livelli d’indebitamento raggiunti dall’ente locale da loro gestito. Tale “referto” dovrà essere, contestualmente inviato al Consiglio Comunale, che ne esprimerà proprie valutazioni. Sotto tal punto, il Decreto ha voluto incidere, in maniera rigorosa, sull’azione di controllo dell’ente che risulta fortemente stimolata, altresì condizionata, dalle possibili sanzioni che potrebbero essere comminate a carico dei soggetti inadempienti. Particolare attenzione viene incentrata sull’attività dei Dirigenti e Funzionari degli Enti che non potranno assurgere a giustificazione motivazioni di natura politica. La Corte dei Conti, a tal uopo, ha stabilito che, al verificasi di tali comportamenti, le loro responsabilità non risulteranno né limitate né ridotte.
Il Governo Centrale, con la Spending Review, ha inoltre fortemente limitato il proprio intervento finanziario a supporto degli enti locali, attraverso una graduale riduzione dei trasferimenti e una progressiva crescita dell’autonomia impositiva dell’ente locale. Ad oggi, Gli enti registrano in entrata un rapporto del 25% delle risorse provenienti dai trasferimenti dello Stato e il 75% dal proprio sistema impositivo.
Ulteriori interventi limitativi vengono previsti nel caso dei Comuni in stato d’insolvenza. Attraverso la creazione di un apposito fondo (fondo di rotazione), è data la possibilità ai Comuni insolventi di acquisire somme a prestito, con obbligo di restituzione in cinque anni. Tali introiti in concorso con risorse proprie dell’ente dovranno portare ad un riequilibrio finanziario, quinquennale, di Bilancio. Come è facile intuire, tali somme, assegnate dal fondo di dotazione, risulteranno difficilmente sufficienti per garantire un’adeguata copertura volta a riequilibratura dei Bilanci. Basti pensare che, in passato, nonostante gli ingenti e numerosi interventi dello Stato a supporto dei Comuni in difficoltà vi è stata una costante crescita dell’indebitamento degli stessi.
Le cause, che hanno spinto il Governo centrale ad adottare gli attuali provvedimenti limitativi, vanno ricercati nella necessità di dare un freno all’ingente Spesa Pubblica e in tal modo cercare di arrestare o quanto meno ridurre l’indebitamento degli Enti Locali. Attualmente l’indebitamento incide per il 60% nella formazione del Prodotto interno lordo (PIL).
In conclusione si rende necessaria una riflessione volta ad analizzare quali siano le reali cause che spingano gli Enti alla crescita dell’indebitamento. E’, facilmente, intuibile che qualcosa non funzioni e che i principali responsabili siano da identificare:
- nel mancato controllo della spesa, dove ci si preoccupa più della quantità che della qualità;
- nell’incapacità di acquisire proprie risorse, generando una crescita progressiva dei residui attivi;
Da ciò ne consegue la crescita sempre maggiore della forbice tra la produzione di spesa e l’acquisizione di entrate.
Risulta chiara, ad oggi, l’esigenza della ricerca di un diverso approccio e di rimando la nascita di nuovi metodi per affrontare problematiche quali una maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi, una migliore razionalizzazione della spesa che coincida con una appropriata e migliorata capacità a produrre entrate, volta ad evitare la necessità di colpire in modo ancora più drastico il tenore di vita dei cittadini.
Tutto questo sarà reso possibile solo a seguito di un radicale cambiamento nel modo di fare politica all’interno del governo degli enti locali. Va da sé che, allo stato attuale, la politica ha la necessità e l’obbligo di intraprendere nuove strade che portino in primis a preoccuparsi del risanamento dei conti, volto a garantire un risanamento della propria situazione finanziaria, e come conseguenza finale all’individuazione di una serie di azioni politiche proficue allo sviluppo e di beneficio della collettività.
Eboli, 14 novembre 2012
IL DOTT. MASCI HA ESPOSTO DETTAGLIATAMENTE IL FUTURO EQUILIBRIO DI BILANCIO DELLE AUTONOMIE LOCALI. PER QUANTO RIGUARDA LE RESPONSABILITA’ A EBOLI QUESTA AMMINISTRAZIONE E LA PRECEDENTE SONO LE UNICHE CHE HANNO CREATO IL DISAVANZO DI BILANCIO E A TUTT’OGGI LE MASSIME FIGURE ISTITUZIONALI MELCHIONDA E ROSANIA NON SI DECIDONO AD INFORMARE I CITTADINI I MOTIVI E LE CAUSE DI UN EVENTUALE DISSESTO.
Ma come fa il Masci ad esporre tesi e a divulgare concetti sulla buona gestione amministrativa degli EE.LL.? Un minimo di pudore sarebbe necessario, in considerazione dei suoi numerosissimi incarichi politici ricevuti in oltre 20 anni, in questa città, grazie ai quali ci si è costruiti professionalmente e politicamente. Dovremmo ricordare al Masci i lauti compensi ricevuti da queste nomine. E’ alquanto imbarazzante dover leggere questa presunta lezione di sana gestione, sulla quale si potrebbe esprimere una seria riserva. A dire il vero, la massima di Totò calza a pennello: <>.