25 lavoratori della “New lat” sono a rischio: E’ l’effetto dei nuovi Piani di programmazione Industriali dell’Azienda.
L’accusa: Il silenzio delle forze politiche e delle istituzioni locali è assordante, mentre i lavoratori della New Lat corrono il rischio di perdere il posto di lavoro. SEL propone un Consiglio Comunale aperto per affrontare la questione New Lat.
EBOLI – Solidarietà ai lavoratori della “New lat“, l’azienda che opera nella storica struttura della ex Pezzullo, i quali corrono il rischio di perdere il lavoro nel silenzio assordante della Città nel suo complesso, delle forze politiche e delle istituzioni locali.
Da qualche giorno c’è di nuovo allarme fra i lavoratori della New lat, con nuovi piani di riorganizzazione industriale da parte dell’azienda che puntualmente prevede ancora la perdita di posti di lavoro. Sarebbero 25 i lavoratori a rischio. Le organizzazioni sindacali sono impegnate in una nuova difficile trattativa, dopo quella di 4 anni fa che vide i lavoratori in lotta per molti giorni.
Si pensa a un canale diplomatico, prima che la situazione diventi insostenibile e gli eventi precipitino. Intanto arriva la solidarietà di Sinistra Ecologia e Libertà che affida ad una nota la sua posizione:
“Quello che a noi di Sinistra Ecologia e LIBERTA’ sembra essere assolutamente inaccettabile – si legge nella nota politica a commento della crisi della New Lat – è il silenzio delle istituzioni, come se quell’ azienda non ricadesse nel territorio ebolitano, come se non si trattasse del destino di decine di lavoratori della nostra città, come se le ricadute negative derivanti da ulteriori tagli occupazionali nel nostro tessuto produttivo non ricadesse sull’ intera città.
Per situazioni analoghe, come la vicenda Alcatel di qualche anno fa, la vicina città di Battipaglia, istituzioni locali in testa, scese in piazza; – fa notare SEL – l’intera città si strinse intorno ai lavoratori in lotta, ed i risultati si ebbero. Ad Eboli non si ritiene neanche di convocare un Consiglio comunale per discutere della vicenda, per licenziare un atto di solidarietà.
Ancora una volta – Conclude la nota di Sinistra Ecologia e Libertà – tocca a noi di S.E.L. dire ad alta voce che non ci stiamo a questo modo burocratico, asettico, estraneo di concepire il governo cittadino. Chiediamo a gran voce che si proceda ad una convocazione urgente del Consiglio comunale, aperta ai lavoratori ed alle organizzazioni sindacali per affrontare la vicenda della “New lat”.
Eboli, 10 ottobre 2012
TEMO CHE QUESTA RIORGANIZZAZIONE AZIENDALE,POSSA ESSERE IL PRELUDIO ALLA CHIUSURA E CONSEGUENTE DISMISSIONE “in loco” DELLA SOCIETA’ IN QUESTIONE.
UNO STORICO OPIFICIO,ANCHE SE NELLA SUA FORMA DELOCALIZZATA,CHE HA DATO LAVORO A MIGLIAIA DI FAMIGLIE NEI DECENNI,NON DOVREBBE CHIUDERE.
ESSA COSTITUISCE UN SIMBOLO,MA I SIMBOLI SON PER I ROMANTICI E NON PER IL MONDO CON UNA ECONOMIA GLOBALIZZATA.
SI AUSPICA CHE SIA SOLO UN MOMENTANEO DISIMPEGNO,O CHE AL LIMITE ALTRI GRUPPI POSSANO ESSERE INTERESSATI A SUBENTRARE,ANCHE CON FITTI DI RAMI DI AZIENDA, MA TANT’E’ AD OGGI,L’AMBASCE DELLE FAMIGLIE E’ COMPRENSIBILE DALLA CITTADINANZA INTERA.
IL MONDO POLITICO E SINDACALE SI ATTIVINO IN TUTTI I MODI LORO SPETTANTI,A QUESTA GENTE MANCA POCO TEMPO E POCHI APPOGGI!
cara SEL in dialetto ebolitano si dice : STATT A CASA…. i guai li avete fatti già in passato….grazie a voi siamo a quota 70 milioni di debiti…..toglietevi dalle scatole….!!! avete rotto già abbastanza !!…e STOP….
di questi tempi l’unico settore che gira è l’agroalimentare,risulta evidente che le difficoltà dell’opificio in questione è responsabilità solo ed esclusivamente della proprietà,che non ha una cultura industriale ma solo ed esclusivamente finanziaria.
Pietro non sono d’accordo. La responsabilità è anche e soprattutto della politica che avrebbe tutti gli strumenti per contrastare questa finanza cinica dell’era della globalizzazione che ci porta rapidamente alla fine.
La ricetta è semplice:sostenere i lavoratori e tutte le picole imprese a misura d’uomo.La politica avrebbe il dovere di farlo e invece produce leggi che non tutelano i lavoratori e tartassano a sangue e disincentivano chi cerca di creare, con coraggio e sacrificio, un’attività in proprio o di tipo familiare ,favorendo in maniera indecente gli speculatori finanziari che mettono al centro dei propri interessi unicamente il maggior profitto possibie.
Se oggi va tutto a rotoli è perchè QUESTI POLITICI convergono sul medesimo interesse degli speculatori finanziari: il maggior profitto possibile. Se non si spezza questa innaturale convergenza sottraendo a chi fa “politica” ogni possibilità di arricchirsi per costringerli a concentrarsi e a tutelare i nostri interessi e non i loro profitti sarà sempre peggio.
Mi scuso con i lavoratori a rischio della New Lat per un discorso che esulava dal caso specifico. Naturalmente la loro situazione sta a cuore a tutto il popolo Ebolitano: SOSTEGNO E SOLIDARIETA’ ALLA VOSTRA BATTAGLIA.
La situazione lavorativa, soprattutto nel nostro contesto territoriale assume ogni giorno di più i tratti di una tragedia.
Nella ovvia solidarietà che esprimo verso i lavoratori che manifestano la propria giustificatissima inquietudine è giusto ricordare che esiste una generazione di ventenni e trentenni che hanno abbandonato anche la via della speranza.
Oggi, in questo contesto recessivo ci troviamo a fare i conti con un debito pregresso causato da generazioni precedenti che si sono preoccupate di dilapidare tutto tra mandandoci gli interessi da onorare.
Sicuramente non è il momento di scatenare una battaglia generazionale ma penso sia giusto prenderne atto.
la classe politica locale è del tutto inadeguata,la responsabilità delle scelte fatte in passato le stiamo pagando adesso,gli autori degli appelli(ROSANIA,CARIELLO,)sono i responsabili,perchè sordi alle richieste della passata imprenditoria locale vedi FUSCO,PEZZULLO,GIOIA,DE MARTINO,OMEP,sono i responsabili,delle fughe,dei fallimenti di tante imprese.
Fabio hai perfettamente ragione solo che questo debito non è stato causato da “generazioni precedenti” ma da una sola generazione: quella precedente alla tua. Quella generazione però ai tempi della nostra meglio gioventù non perdeva occasione per scendere in piazza a difendere i propri diritti per lo studio,il lavoro o solo per solidarietà verso tutti gli oppressi e le ingiustizie sociali, anzi ad essere onesti si esagerava perchè ogni occasione era buona per infiammare le piazze e far sentire la propria protesta spesso e volentieri a fianco degli operai e dei sindacati.
Voi siete le vittime principali di quella generazione e della sua incapacità di conservare quello spirito ribelle una volta raggiunto il benessere.Benessere di cui voi avete goduto a piene mani.I politici della mia generazione ne hanno combinate e ne combinano di tutti i colori, ci sono guerre dappertutto anche ai confini di casa,anche l’Italia vi partecipa attivamente con la scusa di portare la pace ma quasi mai ho visto manifestazioni di protesta giovanili che assomigliassero seppur vagamente alle nostre.
Come mai da ragazzi avete dormito qualsiasi cosa succedesse, mentre vi toglievano tutto a cominciare dal diritto allo studio e solo ora,”intorno ai 30 anni”(come recitava una famosa canzone di mimmo locasciulli) cominciate a svegliarvi?
Non sarà che studiare,leggere un giornale,informarsi e partecipare alle problematiche della vita quotidiana fino a questa fatidica età toglieva tempo ad altre attività più comode e meno impegnative come ad esempio i videogiochi,le discoteche, le gite scolastiche nell’ottica dei divertimenti goliardici,ecc.,ecc,?
Non sarà che voi non siete altro che le vittime, non incolpevoli, dell’opulenza dei padri?
Prima di condannare senza appello tutti i pensionati e quelli futuri che hanno avuto il solo torto di avere un lavoro e dei diritti che oggi a voi sono negati sarebbe il caso di cominciare a dare una risposta anche a domande un tantino più scomode. Chi ha la pancia piena non protesta. Per noi la protesta era pane quotidiano. Per voi invece?
Con stima. Compaesano.
Caro Compaesano, al termine del mio intervento precedente evidenziavo la necessita di prendere atto di una condizione di disagio maturata negli anni precedenti ed esplosa negli ultimi tempi con una violenza inaudita.
Dopo di ciò è altrettanto necessario evidenziare che l’inerzia e la passività della mia generazione contribuisce almeno in egual misura al disastro economico/sociale e politico che imperversa il nostro tempo.
Nel tentativo di classificare le esigenze dei miei coetanei svetta in cima alla classifica l’iPhone, incalzato dal divertimento nei weekend.
Abbiamo delegato la programmazione del nostro futuro a chi nel contempo dava libero sfogo al proprio istinto di sopravvivenza biologicamente comprensibile ma nefasto dal punto di vista generazionale.
Ho avuto la fortuna di poter frequentare liberamente l’università senza assilli particolari, frequentavo il campus di Fisciano, ero presente quando le proteste contro la riforma Gelmini erano protagoniste dell’agitazione universitaria, non ho mai sentito proferir parola contro la gerontocrazia accademica, contro il baronaggio storico, contro LR associazioni studentesche, centro d’incontro tra i responsabili delle pubbliche relazioni dei locali più in della provincia sostituendo di fatto il motore propulsivo delle rivendicazioni sacrosante.
Le elezioni universitarie, necessarie per eleggere la rappresentanza studentesca negli organi di indirizzo e amministrazione dal consiglio di facoltà al senato accademico non sono altro che momenti utili alla costruzione di un rapporto privilegiato con la classe docenti senza decenza.
Ma non perdo la speranza.