Rilanciare la Previdenza pubblica, tutelare la liquidazione dei lavoratori bloccando la previdenza complementare.
L’USB raccoglie le firme contro la previdenza complementare in tutti i posti di lavoro, per restituire dignità alla previdenza pubblica e giusto valore alle pensioni. Nell’ARAN il presidente Allegrini insieme ad altri 8 sono tutti sindacalisti.
ROMA – “Se i sindacati complici finiscono in minoranza si può fermare il processo di smantellamento della previdenza pubblica e impedire che il TFR sia scippato per finanziare i fondi previdenziali privati, che nel pubblico impiego hanno i nomi di Espero, Perseo, Sirio. – A sostenerlo è l’UNione Sindacale di Base, che lancia un attacco frontale ai Fondi Pensione e ai Sindacati, cioè quei Sindacati “blasonati”, quelli ormai che non li crede più nessuno, ma quelli che si siedono ai tavoli delle trattative per poi passare da una parte all’altra del tavolo e preferendo infarinarsi piuttosto che difendere i lavoratori, le pensioni, e in questo caso il TFR. –
E’ questa – per l’USB – la lezione che arriva dalla Presidenza del Consiglio, dove CISL e UIL insieme non rappresentano la maggioranza dei lavoratori sindacalizzati e la CGIL non è nemmeno rappresentativa.
USB in questa circostanza ha fatto da ago della bilancia e ha impedito, nelle settimane scorse, che si raggiungesse l’accordo per l’adesione dei lavoratori della Presidenza del Consiglio al Fondo Sirio, il fondo pensione costituito nel 2011 con atto sottoscritto da ARAN e CGIL-CISL-UIL-UGL. A presiedere il Consiglio d’Amministrazione c’è Giorgio Allegrini, ex segretario generale della CISL INPS, con un compenso annuo di € 21.000,00 stabilito dall’atto costitutivo, mentre altri otto sindacalisti figurano come Consiglieri.
In un recente incontro sindacale a Palazzo Chigi, la ministra Fornero ha dichiarato che vorrebbe essere il ministro che fa decollare la previdenza complementare nel pubblico impiego. Dopo le riforme delle Pensioni e del Lavoro, la professorale ministra vorrebbe mettersi al collo anche questa terza medaglia. Forse la Fornero farebbe bene a rivalutare le Pensioni minime e a ritoccare al rialzo quelle di anzianità ferme al palo da quattro anni, e magari proteggerle dal caro vita facendole recuperare almeno l’inflazione, e non quella “abbubbazzata” dell’ISTAT, ma quella reale, e magari non facesse più prelievi forzati di circa il 10%, sempre ai pensionati, in nome dell’interesse superiore della Nazione, affamandoli e mortificandoli, mentre “porci” Istituzionali, tra il Lazio e le altre Regioni d’Italia saccheggiano i fondi pubblici.
Nel 2007 la campagna d’informazione e di mobilitazione attuata dalla RdB e dal sindacalismo di base salvò il TFR di moltissimi lavoratori del privato dalla speculazione finanziaria e dai rischi collegati ai fondi pensione. Oggi USB è impegnata a tutelare la liquidazione dei lavoratori pubblici e il 18 maggio di quest’anno è partita una raccolta di firme a livello nazionale per bloccare la previdenza complementare nel pubblico impiego. – per l’USB – Il successo di questa iniziativa può essere determinante per il fallimento di un’operazione fortemente sostenuta da CGIL-CISL-UIL che hanno interessi diretti nella gestione dei fondi pensione.
Siamo con molta probabilità alla vigilia di un’aggressiva e generalizzata campagna pubblicitaria – concludendo la sua nota politica l’USB ritiene che – per imporre la previdenza complementare nel pubblico impiego. I primi segnali in alcune amministrazioni regionali vanno in questa direzione e le stesse amministrazioni pubbliche spingono perché l’operazione abbia successo. Impediamo lo scippo del TFR dei lavoratori pubblici. Raccogliamo le firme contro la previdenza complementare in tutti i posti di lavoro, lottando tutti insieme per restituire dignità alla previdenza pubblica e giusto valore alle pensioni.
Roma, 02 ottobre 2012