“50^ Fiera di Eboli – Quale futuro?”…. il Workshop delle speranze

“50^ Fiera di Eboli – quale futuro?”. Un Workshop al capezzale di una Fiera Campionaria antica e blasonata, per discutere del suo rilancio.

Nell’ambito della 49^ Fiera Campionaria di Eboli, un tavolo per analizzare la situazione del settore fieristico ed individuare le strategie da mettere in campo per rilanciarla e rilanciare il settore. Una Fiera Antica, blasonata, decadente e rimaneggiata: un 50ennio di speranze mal riposte.

Lamberti-Zottoli-Antonini-Melchionda-Bello-Galiano-Clarizia-Russolillo-Astone-Convegno Fiera

EBOLI – Si è tenuta nella giornata di ieri sabato 29 settembre alle ore 18:00, nell’abito della 49^ edizione della Fiera Campionaria un open workshop per discutere della: “50^ Fiera di Eboli – Quale futuro?”.

Sono intervenuti: Vincenzo Russolillo, Consorzio Gruppo Eventi; Attilio Astone, Confesercenti Eboli; Michele Zottoli, Confcommercio Eboli; Antonio Lamberti, Pro Loco “Città di Eboli”; Luisa Clarizia, Pro Loco “D. Paesano”; Sergio Antonini, presidente della Eboli Multiservizi; Enzo Galiano, Intertrade Salerno e il Sindaco di Eboli Martino Melchionda.

Ha coordinato i lavori il neo-assessore alle Attività produttive e Turismo Francesco Bello.

Il dibattito, partendo da un’analisi del settore, di cui ciascuno degli intervenuti ne ha dato la sua personalissima visione, è stato l’occasione per fare alcune valutazioni circa la situazione del sistema fieristico, l’impatto della crisi economica, i cambiamenti strutturali da essa indotti e le risposte dei quartieri fieristici per combatterla. Ma soprattutto si è discusso, analizzandone le circostanze ed i risultati, per nulla esaltanti, della individuazione di strategie da adottare per affrontare la manifestazione fieristica ebolitana, che il prossimo anno giunge al 50° anno.

La Fiera Campionaria di Eboli è tra le manifestazioni fieristiche che si svolgono in Italia e specie dell‘Italia meridionale, una delle più antiche, seconda solo alla Fiera del Levante di Bari. Antica e blasonata, ma decadente e rimaneggiata a giudicare dal suo lento declino sia in relazione ai partecipanti, sia in relazione all’offerta, e se la strategia di voler affidare a Società esterne non è valsa la sua ripresa, non varrà mai abbastanza un suo rilancio se la classe politica e quella imprenditoriale di questa Città, non uniscono le loro forze e insieme si pongono una domanda semplice: Cosa farne della Fiera, quale è il settore o i settori trainanti su cui incidere e puntare, quali mezzi usare, quale organizzazione darsi, quali obiettivi, quali strategia adottare per raggiungerli, insomma cosa fare da grandi?

E se da un lato a queste domande, sebbene complicate e semplici allo stesso tempo, non è facile dare delle risposte, dall’altra vi è la consapevolezza che per anni si è solo discusso e mai attuato piani strategici su cui poter dire di essere d’accordo o meno. Oggi ci troviamo allo stesso punto di partenza e forse peggio, avendo alle spalle oltre un 50ennio di speranze mal riposte e sulla base di questi percorsi non si può che sottolineare, come a quel tavolo mancassero interi settori presenti sul territorio, ma per nulla coinvolti nel circuito cittadino, ne da ora ne da sempre, abbandonati a se stessi e al mercato, non riconosciuti e non apprezzati allo stesso tempo, che potrebbero essere trainanti, ma che potrebbero essere anche risolutivi rispetto ad una connotazione futura della Fiera Campionaria di Eboli.

  • Innanzi tutto la risposta più semplice sicuramente è una: Si è fatto abbastanza perché si potesse giungere ad una partecipazione più numerosa e nello stesso tempo più qualificata?
  • A quel tavolo potevano sedere quegli imprenditori che operano nella Piana del Sele, e che rappresentano aziende tra le più attive e protagoniste della realtà economiche di primo piano del Meridione e d’Italia?
  • Si è mai pensato ad un loro coinvolgimento che non fosse improvvisato e ridotto alla semplice richiesta di partecipazione di una settimana prima?
  • Forse si dovrebbe essere più consapevoli che la Piana del Sele, per il 60%, ricadente nel Comune di Eboli ed è il primo “Distretto” produttivo della filiera bufalina, concentrando in essa il più grande numero di capi e il più grande numero di aziende produttrici?
  • Forse bisognerebbe essere più consapevoli ed essere più conseguenziali, pensando sempre che nella Piana del Sele, con le medesime percentuali di cui sopra, vi è la più alta concentrazione di Aziende Agricole, ben 1800, spegializzate in colture avanzate e serricole, i cui terreni agricoli sono occupati per circa il 25% da Serre di ultimissima generazione?
  • Bisognerebbe convingersi ed esserne più consapevoli che, sempre nella Piana del Sele, ed in particolare ricadenti nei territori di Eboli e Battipaglia vi sono le Aziende più importanti, leader e capofila della così detta “quarta gamma“, raggiungendo un livello di qualificazione, di produzione e di innovazione da generare una branca aggiuntiva così detta della “quinta gamma“?
  • Questo sempre guardando solo nel settore agricolo e alle sue promanazioni produttive e commerciali, senza invece rivolgerci ad aziende industriali di primo piano e leader mondiali presenti sempre tra Battipaglia in prima e Eboli, aziende del tutto estranee a processi sociali perché evidentemente non coinvolte e semmai lasciate sole pensando che il loro successo fosse estraneo al contesto sociale?

Le risposte sono tutte in queste semplicissime e nello stesso tempo complicate domande, e pur comprendendo lo sforzo di chi ha partecipato a quel tavolo, oggettivamente non si individuava in loro, o almeno solo in loro, quegli interlocutori giusti, magari non solo ad individuare i “titoli” delle problematiche ma anche cercando di pensare allo “svolgimento” del “tema” e giungere alle soluzioni giuste.

Ma in ogni caso, e sempre con la stessa speranza, che non è e non sarà mai l’ultima a morire, il così detto Workshop: “50^ Fiera di Eboli – quale futuro?” al capezzale della Fiera di Eboli morente, per discutere del suo rilancio, pur raccogliendo gli sforzi dei presenti, avrebbe dovyto pensare di rivolgersi più al mondo terreno che a quello dei cieli ed essere più realistici, ricordando che gli sforzi, anche quelli più semplici diventano impossibili se non ci sono le motivazioni giuste per supportarli, indipendentemente dagli intenti e dalle dichiarazioni della vigilia sia del neo-Assessore Francesco Bello che del Sindaco Martino Melchionda:

“L’economia occidentale – ha dichiarato l’assessore Francesco Belloè colpita da una crisi economica e finanziaria senza precedenti. Numerose sono le aziende che attraversano un momento molto delicato. La stessa realizzazione della 49^edizione della fiera campionaria è stata una vera impresa. Di fronte a ciò, occorre, pertanto, chiedersi quale sarà il futuro del settore fieristico e quali programmi bisogna adottare in vista della 50^ edizione”.

“Il nostro Paese, in questa fase, lamenta ha aggiunto il Sindaco di Eboli Martino Melchionda una grande debolezza. In quest’ottica il sistema fieristico entra a pieno titolo tra gli strumenti di politica industriale ed economica coinvolti.

Le fiere sono da sempre un elemento strategico per lo sviluppo dell’economia, grazie alla loro capacità di creare per le nostre imprese nuove opportunità di business.

Stiamo pensando, dunque, sin d’ora, alla realizzazione della prossima edizione della Fiera campionaria. Tuttavia, rispetto ai cambiamenti in atto, l’individuazione di nuove visioni, di più moderne strategie e di rinnovati approcci  non può essere procrastinata”.

Non ci resta che attendere che questi “pensieri” si traducano in atti concreti e giusti per evitare si possa fare come quel medico che “mentre pensava il suo ammalato se ne morì”.

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Eboli 27 settembre 2012

11 commenti su ““50^ Fiera di Eboli – Quale futuro?”…. il Workshop delle speranze”

  1. Questa amministrazione ha già organizzato 7 Fiere. Negli ultimi anni la partecipazione degli espositori è andata sempre diinuendo. Sicuramente colpa della crisi economica ma allora perché non rivitalizzare la manifestazione chiedendo agli espositori di pagare meno il fitto degli stand? Quella di quest’anno è stata misera cosa. Di chi la colpa? Di cosa si dovrà parlare in quel convegno? Spero che non sia l’ennesimo parlarsi addosso ma che sia, il flop di quest’anno, motivo di riflessione profonda. E’ difficile amministrare, lo sappiamo ene, ma è da conannare chi, davanti ad un problema lo evita o non è capace di affrontarlo.
    A.V.

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  2. Leggendo i nomi di coloro che dovrebbero discutere del futuro della manifestazione ho avuto una reazione di tipo isterico. Non sapevo se ridere o piangere.
    Per completare il quadro manca solo una persona di cui non faccio il nome per non essere ulteriormente comico.

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  3. Che brutta cosa sentir parlare di querele. Un’occasione persa per dimostrare di stare dalla parte del giusto e neutralizzare, con i fatti, le calunnie. Il primo cittadino parlava di un paese destinato all’immobilismo perché piegato dalle malelingue che gettano discredito sul paese, da faide interne ai partiti che rallentano e bloccano l’attività amministrativa. E’ stato anche detto che “i non titolati” non hanno diritto alla parola. Solo chi sa può parlare. Che vergogna. PD significa Partito Democratico. E’ democratica un’affermazione del genere? Un cittadino-elettore che subisce le scelte di un’amministrazione priva di costrutto, tesa solo all’autoconservazione, miope e priva di un vero programma di sviluppo, che non passi necessariamente attraverso il cemento, può considerarsi “non titolato” a parlare? E’ triste pensare che questa gente consideri chi non la pensa come loro avversari personali. Che tristezza. Ed ancora più triste è utilizzare lo strumento della querela per intimorire, per costringere al silenzio chi non la pensa come loro: a quanto pare si respira già aria di elezioni e scatta il divieto di disturbare il guidatore. E’ un errore pensare che il rilancio della Fiera possa passare solo attraverso il contributo di soggetti economici ed associazioni di categorias ed è ancora più assurdo pensare che possa passare solo attraverso l’impegno di un assessorato. La macchina amministrativa deve muoversi all’unisono. Assessorati-feudo, assessori che non parlano tra loro (spesso per invidia ma anche per incapacità) che non progettano e pensano insieme, progetti privi di sinergia, uffici che lavorano poco e se lo fanno lo fanno male (perché fatta di gente demotivata) non porterà mai da nessuna parte. La Fiera non può essere immaginata come un’entità slegata dal paese che la ospita e allora cosa offrire ai “non ebolitani” che vengono a trovarci? Un paese pulito, bello, commercianti educati, locali accoglienti, luoghi incontaminati, un centro antico degno di essere visitato. Invece mentre questi signori ancora parlano di cosa fare in un palazzo nobiliare nel centro antico di Eboli qualche settimana fa è sparito dalla facciata un pezzo di affresco del 1500, letteralmente strappato dal muro, e uno stemma araldico. Ma di cosa state parlando? Assessore Bello, la mia stima nei tuoi confronti è grande ed incondizionata ma ti chiedo … cosa ci fai tra questa gente?

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  4. Tutti gli interventi sono stati interessanti ma ho apprezzato molto quelli di Attilio Astone ed Enzo Galiano che hanno dato all’ipotesi di un rilancio della 50^ edizione della Fiera un respiro più ampio. Quella che hanno proposto loro è frutto di una mentalità vincente. In momenti di crisi non ci si può rinchiudere in se stessi ma bisogna osare e guardare oltre l’ostacolo.

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  5. BRUTTA NOIOSA E SCONTATA,ED ANCHE CARA X GLI SPAZI ESPOSITIVI,O SI RILANCIA CON INCENTIVI,O SAREBBE MEGLIO X DECENZA CHIUDERLA DEFINITIVAMENTE(al limite si potrbbe accentrare la location)
    AD UNO STRAZIO SENZA FINE è DA PREFERIRE UNA FINE INDOLORE!!!!

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  6. Come sempre nel tuo articolo hai toccato i punti salienti per avere una piccola speranza per la 50^ edizione.
    Secondo me la colpa non è dei presenti alla discussione che poco possono fare (quanti di questi hanni partecipato come spositori a fiere di carattere internazionale?) ma del pensiero ricorrente da sempre ad Eboli: basta che faccio io e come viene viene.
    Non c’è mai stato un interesse dell’amministrazione (non solo di questa) a far decollare la fiera, difatti tu pensi che facendo entrare nella gestione gli imprenditori da te individuati ( filiera ortofrutticola, bufalina, pastaia etc) questi non dovrebbero inevitabilmente togliersi di mezzo?
    Quindi pensare in grande non conviene!!

    Saluti

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  7. Credo che gli amministratori debbano fare una scelta quella di specializzare la fiera di Eboli.Devono puntare su un prodotto come può essere il fiore, nella nostra piana ci sono numerosissimi vivai sarebbe opportuno riunire tutti i vivai della piana del Sele per creare la Fiera del Fiore. Solo così Eboli può salvaguardare la Fiera,naturalmente la fiera del fiore è solamente un esempio.

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  8. Per la fiera di Eboli esiste intanto la tecnica di parlare poco e lavorare sodo ma ancora non si è trovato probabilmente la persona giusta forse qualche anno fa qualcosa era successo ma come si dice :”La provvidenza
    non sempre è riconosciuta” …. una brusca sterzata e l’opportunità è stata sbalzata e si è rimessa la fiera in mano ad incopetenti, arrivisti e politichesi di basso borgo. Per ottenere dei risultati ci vuole: Esperienza, Competenza, capacità, volontà ed amore per quello che si fa …. probabilmente ai rampanti organizzatori dell’ultima ora mancano diverse di queste qualità … 50^ auguri

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  9. SPOSTATELA IN PIAZZA, O NELL’AREA EX PEZZULLO,O PER AMOR DI PATRIA, CHIUDETELA,LASCIATE CHE COSI SOPRAVVIVA IL SUO MITO,OSTINANDOSI A PRESENTARLA OGNI ANNO IN TONO MINORE,FINIRA’ X ESSERE RICORDATA COME IL WAREHOUSE DEL POCO O NIENTE..LO DICO CON AFFETTO!!!

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