Appello dei lavoratori ex Ense della sede di Battipaglia. Martedì vertice al ministero dell’agricoltura Catania.
Inran smembrato: a rischio 32 dipendenti. Chiude l’Ente che si occupa della certificazione delle sementi elette.
BATTIPAGLIA – Dramma occupazionale per i 32 dipendenti dell’Inran (ex Ense) della sede di Battipaglia. Il decreto legge del Governo del 6 luglio scorso (la spending review) ha praticamente chiuso l’ente che si occupa della certificazione delle sementi elette. Per effetto della detta soppressione sono attribuiti al CRA le funzioni ed i compiti già affidati all’INRAN. Sono attribuite all’Ente Risi le competenze dell’INRAN acquisite nel settore delle sementi elette. Sono soppresse le funzioni dell’INRAN già svolte dall’ex INCA.
A seguito di tale norma, si è verificata una pesantissima situazione per i dipendenti che nel mese di agosto non hanno percepito retribuzione e che per taluni casi non sono pagati dal mese di luglio. Per questi motivi i dipendenti, riuniti in assemblea, dal dieci settembre scorso hanno annunciato lo stato d’agitazione. In tutte le sedi italiane, compresa quella di Battipaglia, il personale, nel garantire comunque le certificazioni delle sementi, è riunito in assemblea permanente. Gli stessi dipendenti hanno fatto appello alle organizzazioni sindacali di organizzare una grande manifestazione di mobilitazione in vista dell’incontro che ci sarà il prossimo martedì al ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali con il ministro Mario Catania e con il sottosegretario Francesco Braga.
«L’assemblea concorda che, al fine di evidenziare all’esterno tale grave situazione dei lavoratori – si legge nella mozione del personale Inran -, si rende necessario dare un chiaro segnale, con il rallentamento di tutte le attività istituzionali e di ricerca per tre giorni, senza soddisfare le urgenze, a partire da lunedì 10 settembre fino all’incontro con il Ministro dell’Agricoltura del 18 settembre, al seguito del quale si proporranno nuove iniziative. E’ chiaro che in questa fase non verranno effettuate dal personale ore di lavoro straordinarie. Si concorda per la redazione di un testo scritto da condividere, e che verrebbe allegato ad ogni trasmissione di atti da ciascuna sede.
Potrebbe anche essere lo stesso testo del decreto con l’aggiunta di alcune osservazioni sul mancato pagamento degli stipendi. L’assemblea richiede, infine, a tutte le organizzazioni sindacali, di verificare, attraverso un esposto alla Corte dei Conti, le responsabilità della situazione di dissesto dell’INRAN».
In agitazione con Battipaglia, anche i dipendenti delle altre sedi italiane a Palermo, Roma, Bologna, Verona e Milano. «Nella nostra città – spiega Antonio Mondillo -, sono a rischio 12 dipendenti fissi e altri 20 tra collaboratori assunti a tempo determinato e operai agricoli. Martedì al ministero chiederemo di non smembrare l’Inran in due tronconi come, invece, vuole fare il Governo. Una parte andrà al Centro Ricerche Agricoltura e la restante parte ad un ente privato l’Ente Risi. In questo modo perderemo di sicuro lo status di ricercatori. Questo non deve avvenire». Il futuro dei dipendenti dell’Inran ex Ense è ora legato a ciò che deciderà il Governo. La speranza è che la trattativa con il ministro Mario Catania vada a buon fine, anche per evitare ripercussioni su tutto il settore sementiero italiano.
Battipaglia 14 settembre 2012