Il segretario regionale dello Sindacato Medici Italiani, Mignone interviene sulla nuova gestione del Direttore generale ASL Sa Squillante e gli da i “numeri”.
I dirigenti buoni dell’ASL Salerno vanno premiati e assoldati nella nuova gestione aziendale. Squillante potrebbe trarre beneficio da quei professionisti nella ristrutturazione dell’azienda, della rete dell’emergenza e della rete ospedaliera.
SALERNO – Si apre una nuova fase, c’è personale di qualità che va rivalutato all’Asl di Salerno. Il segretario regionale dello Sindacato Medici Italiani, Antonio Mignone interviene sulla gestione Squillante: “Il Direttore Generale dell’ASL SA, Antonio Squillante potrebbe trarre beneficio da tali professionisti se rivalutati nella ristrutturazione dell’azienda, della rete dell’emergenza e della rete ospedaliera, in particolare se le le loro prestazioni sono valutate per costi di produzione e qualità di prodotto-salute”.
I dirigenti amministrativi e medici che, – prosegue Mignone – godendo della massima fiducia del colonnello Bortoletti, hanno profuso la loro intensa attività per supportare e/o avallare scelte strategiche, rivelatesi fallimentari, devono essere mantenuti lontani dall’attuale gestione dell’Azienda. Invece i numerosi buoni dirigenti dell’ASL Salerno vanno premiati e assoldati nella nuova gestione aziendale. Squillante potrebbe trarre beneficio da tali professionisti nella ristrutturazione dell’azienda, della rete dell’emergenza e della rete ospedaliera.
In quest’ottica – secondo il Presidente dello SMI – vanno tenute presenti le recenti divulgazioni delle performance dei singoli reparti a mezzo stampa (rivista Focus). Qui è stato messo in luce il lavoro svolto dall’Agenas su mandato del Ministero della Salute al fine di individuare quali ospedali andavano assolutamente chiusi sull’analisi delle schede di dimissione del 2010. La cosa ha assunto connotati più urgenti alla luce della spending review che dovrebbe diminuire la quantità di posti letto in dotazione al SSN portandoli a 3,7 posti ogni 1000 abitanti di cui lo 0,7 per la riabilitazione.
Le osservazioni dell’Agenas sui centri di chirurgia generale, nella provincia di Salerno, utilizzando come indicatore il numero di colecistectomie laparoscopiche, – fa rilevare Mignone – danno risultati certamente disarmanti. L’intervento di colecistectomia laparoscopica, indica infatti una buona qualità chirurgica generale, sia perché permette la rapida dimissione del paziente, diminuendo i costi di gestione, sia perché gravato da minori complicanze postoperatoria. Nella provincia di Salerno si evince che anche grandi ospedali hanno un basso volume di tali interventi nonostante sia una palotogia molto diffusa.
E il Presidente dei Sindacato dei Medici Italiani elenca: gli Ospedali con un volume di interventi annui definito troppo basso (<85) e che quindi non hanno un’esperienza da generare una casistica operatoria così ampia da dare un rodaggio tale sia a livello professionale che organizzativo così da far funzionare senza intoppi la macchina dell’ospedale. Di fatto qui di seguito sono elencati gli ospedali con una casistica di chirurgia laparoscopica per intervento di routine come la colicistectomia troppo bassi da assicurare buoni risultati in una alta percentuali di casi.
Osp.Umberto I – Nocera Inferiore, Osp.S.Maria dell’Olmo – Cava dei Tirreni, Osp. S.Luca – Vallo della Lucania Osp.Scarlato – Scafati, Osp.SS. Maria Addolorata – Eboli, Osp.S.Maria della Speranza – Battipaglia, Osp.Andrea Tortora – Pagani, Osp.AO S.Giovanni di Dio – Salerno, Osp.Fucito – S.Severino, Osp.Civile – Agropoli, Osp.Roccadaspide – Roccadaspide, Osp.Polla – Polla.
Come si vede – sostiene Micnocne – solo l’Ospedale di Oliveto Citra, in provincia di Salerno, è largamente fuori da questa classifica, in quanto ha un ragguardevole numero di interventi chirurgici, che lo pone all’avanguardia in Regione Campania in questa tecnica innovativa, ponendolo di fatto come naturale polo chirurgico della provincia di Salerno, insieme agli ottimi risultati ortopedici, confermati anche in questo studio, con una casistica elevata per interventi al collo femore e tempi di intervento chirurgico rispetto all’infortunio, tra i più bassi d’Italia.
La casistica operatoria chirurgica – conclude la nota di Antonio Mignone dello SMI – assume un significato ancora più interessante quando scopriamo che in laparoscopia ad Oliveto Citra si pratica anche per: il cancro del colon, l’appendicectomia, erniectomia bilaterale, splenectomia (raggiungendo numeri totali superiori ai 300 annui). Di fatto Chirurgia Generale, Ortopedia ed Urologia costituiscono l’unico polo chirurgico della provincia di Salerno. Tanto avvalorato e da dati ufficiali Agenas e dal fatto che verso questo ospedale per le chirurgia c’è una forte attrazione di pazienti da tutta la provincia e non solo, qui tra l’altro si pratica la stabilizzazione della colonna vertebrale, intervento di alta specialità”.
Salerno, 14 settembre 2011