La Corte Costituzionale Boccia i Piani di dimensionamento scolastici 2012-2013: Sono illegittimi

La Corte Costituzionale fa giustizia sull’ingiustizia dei dimensionamenti scolastici e con la sentenza del 4/06/12, ne ha dichiarato l’illegittimità. La Giunta Caldoro e l’Assessore Miraglia ne prendano atto.

Il Piano 2012-2013, prevede 151 autonomie in meno, di cui 134 per il primo ciclo e 17 per il secondo. Napoli con la sua provincia avrà 57 autonomie in meno, Caserta 27, Salerno 38, Avellino 15 e Benevento 14. Una catastrofe se non si annulla immediatamente la delibera.

Caterina-Miraglia-Assessore Istruzione-Regione Campania

NAPOLI – La Corte Costituzionale ha bocciato la norma varata dal Governo Berlusconi sul dimensionamento scolastico. La sentenza n.147 depositata ieri dichiara incostituzionale il comma 4 dell’art.19 della Legge 111/11 che dispone per il prossimo anno scolastico la creazione di istituti comprensivi di almeno 1000 alunni e la conseguente cancellazione – mediante accorpamento – delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1°grado.

La scure del ministro Tremonti negli anni scorsi si è abbattuta sulla scuola pubblica, con il blocco delle carriere del personale, degli stipendi, con l’aumento del numero di alunni per classe ed, in ultimo, con i soliti numeretti, a causa dei quali, come dal d.l. n. 98/11, convertito nella legge n.111/11, le scuole venivano trasformate in istituzioni esagerate (1.000 alunni minimo e scomparsa delle scuole medie e dei circoli didattici) che sarebbero state ingestibili. L’ingestibilità naturalmente non deriva solo dai numeri, in quanto un istituto con 1.500 alunni a Napoli è sicuramente una regola ma nel Cilento, negli Alburni, dove la maggior parte dei comuni si e no arriva a mille abitanti, per arrivare ai numeri previsti dalla norma di cui sopra, bisognerebbe accorpare 10 comuni, con tutto quello che comporta per il trasporto e i servizi essenziali.

caldoro_miraglia

Fortunatamente i giudici della Suprema Corte hanno accolto il ricorso presentato da 7 Regioni (Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata) che ritenevano la norma sul dimensionamento lesiva delle proprie prerogative. La Corte infatti riconosce che la norma sul dimensionamento viola l’art.117 della Costituzione (quello che definisce le competenze tra Stato e Regioni) perché interviene su una norma di dettaglio (i parametri per costituire gli istituti comprensivi) che avrebbe dovuto essere concertata con le Regioni perché rientrante in un ambito di competenza concorrente. La Corte, e non poteva essere altrimenti, ha dato giustamente ragione ai ricorrenti dichiarando, con sentenza del 4/06/12, l’illegittimità dell’art. 19, comma 4 del d.l. n. 98 del 2011.

A seguito dei piani di dimensionamento approvati dalle regioni si causa inevitabilmente:

  • la chiusura di oltre 1000 scuole sull’intero territorio nazionale.
  • un ulteriore taglio di organico di tutto il personale.
  • la determinazione di numerosissimi soprannumerari, in particolare Dirigenti scolastici e Dsga, personale docente e non docente.
  • la costituzione di Istituti comprensivi abnormi senza alcun fondamento didattico,

Si tratta di conseguenze gravissime, danni incalcolabili, che il Governo Berlusconi e il duo Tremonti-Gelmini non si è curato minimamente di calcolarne gli effetti, effetti che si aggiungono alla situazione già difficile del Paese e dei lavoratori della scuola e alla qualità dell’istruzione pubblica presi di mira dalle regressive politiche del precedente governo, e per questo, fortunatamente la Corte Costituzionale con la sua sentenza ha posto rimedio.

Ne consegue che i dimensionamenti delle istituzioni scolastiche per l’anno scolastico 2012/13, realizzati in applicazione della legge Gelmini-Tremonti, sono illegittimi e vanno immediatamente annullati, pena l’avvio di numerosi contenziosi da parte del personale della scuola( vedi dirigenti e dsga) perdente posto.

Sarebbe saggio che la Giunta Caldoro della Regione Campania e l’assessore all’Istruzione Caterina Miraglia, annullasse la delibera relativa al dimensionamento per l’anno scolastico 2012-2013,  e provvedesse al dimensionamento delle istituzioni scolastiche della Campania, in applicazione dell’art. 2 del d.P.R. n.233/98, ripristinando così la legalità e consentendo un funzionamento ottimale delle scuole in oggetto. Il Piano prevede 151 autonomie in meno, di cui 134 per il primo ciclo e 17 per il secondo per la prima fase arrivando poi raggiungere quota 285 come chiesto dal ministero della pubblica istruzione in base alla legge 111 del 2011. Napoli con la sua provincia avrà 57 autonomie in meno, Caserta 27, Salerno 38, Avellino 15 e Benevento 14.

Napoli, 3 luglio 2012

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