E’ necessario unificare il Centro-sinistra? Siamo sicuri che questo sia l’imperativo politico-culturale che abbiamo di fronte oggi?
“Melchionda che idea ha del centro sinistra? Che idea ha della politica? Che idea ha del suo partito (ma esiste il PD ad Eboli? E, se sì, quali sono le proposte che potrebbero unire a sinistra?)”
EBOLI – Gli avvicinamenti di Nichi Vendola e Antonio Di Pietro producono già degli effetti. I duue leader ritengono di rilanciare un nuovo manifesto e una nuova sinistra e lo fanno partendo le distanze dal Governo Tecnico di Mario Monti, colpevole delle lacrime e del sangue che stanno caggiando gli Italiani. E quegli effetti non tardano a manifestarsi anche ad Eboli, tanto che Sinistra Ecologia e Libertà, i suoi militanti e il suo leader locale, lex Sindaco ed ex Consigliere Regionale Gerardo Rosania si chiedono analizzando gli eventi del momento, specie quelli ebolitani, ponendosi la domanda se veraente sia utile oppure no spingere sull’unità del centrosinistra. Le dichiarazioni poi che ha rilasciato ai giornalisti il Sindaco Melchionda poi hanno sollecitato SEL che già era sollecitata dagli eventi nazionali, rilevando nelle sue domande, risposte chiare ed inequivocabili: un netto no.
Le elezioni di maggio hanno sparigliato le carte e Melchionda a parte SEL e i partiti tradizionali si devono chiedere veramente se esiste il centro sinistra e in cosa si differenzia dagli altri schieramenti, e si deve chiedere che tipo di linguaggio e che tipo di comportamenti deve avere per cercare di non perdere gli elettori che ha, e quelli che dovrebbe conquistare per cercare di rilanciarsi.
Il problema non è Melchionda, semmai sono i Partiti che non riescono più ad imcidere con le loro azioni sulle questioni principali che affliggono il paese ed è responsabilità del PD, e di tutti i partiti, comprendendo anche SEL.
“Costruire l’unità del centro-sinistra ad Eboli, così come a livello nazionale. Fare una sommatoria (un’operazione di marketing) e non creare una forza compatta seppure nella diversità dei singoli partiti.” Scrive SEL in un documento politico che analizza il momento -.
Siamo sicuri che questo sia l’imperativo politico-culturale che abbiamo di fronte oggi?
Noi di Sinistra Ecologia e LIBERTA’ incominciamo ad avere dei dubbi!
Ci sembra – scrivono criticamente i dirigenti di SEL – che le elezioni amministrative di Maggio abbiano detto alcune cose forti e chiare: la politica tutta, compresa la Sinistra (presente o meno nel Parlamento) è lontanissima dai cittadini. Non riesce più a parlare con la gente, non riesce a dare risposte credibili, non riesce a dare speranze, non riesce più a far sognare!
Non serve a molto bollare come “anti-politico” il movimento di Beppe Grillo, quasi a non voler vedere quello che sta accadendo, invece di porsi il problema del perché la Sinistra non riesce ad intercettare neanche la protesta.
La crisi economica sta portando insicurezza, paura, sfiducia e la disoccupazione a livelli mai raggiunti. Le risposte che vengono dal Governo Monti sono di carattere meramente “monetarista”, con lo smantellamento dello Stato Sociale, con un appesantimento intollerabile del prelievo fiscale, con un impoverimento complessivo delle famiglie italiane, con una preoccupazione crescente per i giovani.
A fronte di questo quadro, quello che è avvenuto è la collocazione del “pareggio di bilancio” nella Costituzione e l’attacco ai presìdi di tutela dei diritti dei lavoratori: lo smantellamento dell’art. 18.
In questo clima non c’è più spazio per i tatticismi, per la rincorsa ai ceti moderati (che non vanno spaventati!) o per le “narrazioni”. La Sinistra tutta, oggi ha un dovere: rispondere con chiarezza all’obbligo che poneva con forza su “il manifesto” il segretario della F.I.O.M.: “indicare una strada!“. E lo deve fare subito, con chiarezza, altrimenti altro che Grillo! Questo discorso vale a livello nazionale, così come a livello locale.
Abbiamo letto con attenzione l’intervento di Melchionda sulla necessità di “unificare il centro-sinistra” e ci è sembrato, purtroppo, ancora una volta “fuori tempo”, venato di becero tatticismo e improntato ad un tono professorale addirittura irritante.
Melchionda – prosegue SEL – parte dal concetto che c’è una Sinistra radicale ad Eboli che farebbe, di volta in volta, il gioco di una Destra pericolosa e di “chi, eletto nelle fila del P.D., oggi tenta di crearsi uno spazio proprio”. Un linguaggio tutto venato di antico politichese per dire che ad Eboli ci sono due problemi che si chiamano: da un lato la destra spregiudicata dei “Cariello” e dall’altra la vecchia roccaforte dei “Contiani” (iniziamo a chiamare le cose con nome e cognome!)
Potremmo liquidare l’analisi di Melchionda – proseguono i SEL – facendogli semplicemente notare che lui fa il Sindaco grazie ai voti che gli hanno portato i Contiani e che la scelta di stringere un rapporto politico, fin dal 2005, con Conte è qualcosa che ricade tutta come sua responsabilità (crediamo che Melchionda abbia ancora memoria di una telefonata con l’ex Sindaco che gli evidenziava come quella alleanza po scientifico, per limitare e marginalizzare quella Sinistra che lui non ha mai sopportato e della quale ha avuto sempre tolitica sarebbe stata deleteria, perché avrebbe creato una frattura a Sinistra!). Lui quell’alleanza l’ha voluta perseguire in modimore.
Potremmo anche ricordare che con quella Destra, di cui oggi teme la “spregiudicatezza“, lui ci ha governato per un’intera legislatura, ancora una volta con l’obiettivo di mettere in difficoltà quella Sinistra con la quale (lo sapeva bene!) avrebbe dovuto confrontarsi non sul terreno della “spartenza” o della mera gestione del potere, ma sul terreno dei programmi, del modo di governare e di intendere la cosa pubblica e l’istituzione locale, sul terreno del rapporto partecipativo con la città e le esigenze vere che da questa venivano espresse.
Melchionda sa che questo è il terreno col quale si discute con S.E.L. e con un’area vasta, anche se “sfrantumata” e attraversata da contraddizioni, da sfiducia e da personalismi.
Questo è il terreno sul quale abbiamo sfidato da sempre quest’ Amministrazione, questo Sindaco e quella parte della sua Maggioranza che si dice di Sinistra e che oggi governa la città (vogliamo ricordare la questione finanziaria? la questione ospedaliera o delle politiche di sviluppo? la questione urbanistica o della fascia costiera? o la questione dei rifiuti ed ambientale in generale?).
Una sfida mai raccolta!
Qualcuno, ingenuamente, si è chiesto, anche a Sinistra, il perché di questa mancata disponibilità a discutere ed a confrontarsi.
Le risposte, a nostro avviso, sono due:
1. Il confronto sul terreno programmatico e delle idee avrebbe comportato un confronto nel merito delle questioni. Questo avrebbe comportato mettere in campo le idee di questa Maggioranza. E queste, che piaccia o no, faticano ad emergere. Il quadro drammatico che si è disegnato in questi anni è quello di una Maggioranza così dilaniata dalle lotte intestine e costretta a reggersi su equilibri così precari, che non può permettersi il lusso di un confronto tutto progettuale e programmatico.
2. A Melchionda non serve chi ha idee e proposte con cui essere costretto a confrontarsi: ha bisogno di chi alzi la mano in Consiglio e che, semmai, è “obbligato” a farlo nel quadro di uno squallido “calcio-mercato” che anche un recente articolo ha denunciato in modo altamente preoccupante.
Torniamo a domandare: quel giornalista che ha fatto nomi e cognomi di consiglieri “costretti” a votare, è stato querelato da qualcuno?
Melchionda non si accorge neanche di risultare offensivo nel suo furore a porsi come interlocutore dell’intero centro-sinistra: sostiene che chi non è d’accordo con lui, chi ha programmi diversi (La sinistra radicale! anche quest’ aggettivazione sa tanto di vecchio!) alla fine “fa eco” o “cade nelle trappole” della Destra o dei Contiani, e questo perché “non ha saputo adeguare le proprie chiavi di lettura”.
Fortunatamente “lui”, il “nuovo vate”, ha visto giusto: ha visto giusto sull’operazione “Fontanelle“, ha visto giusto sull’operazione San Giovanni, ha visto giusto quando ha portato il prelievo fiscale ad Eboli a livelli spropositati, ha visto giusto quando ha abbandonato la fascia costiera, ha visto giusto quando ha ridotto il Consiglio comunale ad una parvenza di organo di confronto politico e programmatico, ha visto giusto quando ha annichilito i partiti, aprendo un confronto diretto coi singoli consiglieri comunali (noi di S.E.L. non abbiamo dimenticato che Eboli con Melchionda è assurta agli onori della cronaca nazionale per il record di consiglieri che cambiavano casacca per salire sul carro del vincitore).
Allora Melchionda che idea ha del centro sinistra? Che idea ha della politica? Che idea ha del suo partito (ma esiste il PD ad Eboli? E, se sì, quali sono le proposte che potrebbero unire a sinistra?) ?
Noi di S.E.L. – conclude la lunga nota politica di SEL – non siamo sul mercato! Mai lo siamo stati e mai lo saremo! Siamo, invece, per il confronto e la collaborazione per un’idea della città che sia davvero dalla parte della comunità e della costruzione di un centro-sinistra degno di questo nome! e le manifestazioni sul problema dei rifiuti, intorno al quale abbiamo unito associazioni e partiti, e sul problema del lavoro che non c’è vanno certamente in tale direzione! Siamo convinti che oggi ad Eboli c’è una grande emergenza politica e culturale: la costruzione di una Sinistra capace di indicare la strada per la costruzione di una città altra, che sappia riaprire un terreno di confronto e di proposta che parli ai giovani che vanno via sempre più numerosi, che parli ai giovani senza vederli come terreno di conquista elettoralistica, che sappia parlare al mondo imprenditoriale (non solo a quegli imprenditori amici degli amici), per affermare un terreno di pari dignità e pari opportunità per tutti, in un quadro di chiarezza di ruoli: il disegno della città!
La Programmazione è della Politica, il cogliere le opportunità appartiene liberamente all’impresa privata.
Innanzitutto, quindi, ricostruire un’ identità politica e programmatica della Sinistra.
Per farlo, la nostra impressione è che bisogna guardare oltre quest’Amministrazione, oltre questo Sindaco, oltre quel modo di intendere il governo della cosa pubblica.
È il tempo delle risposte forti, nette, chiare.
Non c’è tempo né per i tatticismi, né per le mezze parole.
Oggi ognuno deve dire cosa vuole fare, accettando di andare in mare aperto nel confronto coi cittadini non solo quando si vota a conquistare consensi con promesse oscene, ma nella fase della costruzione del proprio programma per la città.
Eboli, 4 maggio 2012