Abbassare l’aliquota l’IMU: è la proposta “trasversale” di Vecchio, Cillo e Polito

I consiglieri Vecchio, Cillo e Polito propongono un emendamento per abbassare l’aliquota IMU per la Prima casa. Proposta politica e tecnica o prova tecnica di alleanza Politica?

“I tagli dei trasferimenti erariali impongono agli enti locali politiche fiscali più dure. Ma quando si parla di “prima casa”, però, non c’è demagogia, ma solo il frutto dei sacrifici di una vita.

Polito Paolo

EBOLI – Se le questioni politiche non finiscono mai, non finiscono mai nemmeno i colpi di scena. E così nella confusione più totale che vede la Maggioranza che sostiene Melchionda traballare a seguito di alcune decisioni politiche, ma anche a seguito di alcune scelte amministrative, come quelle in ordine di tempo, relative all’Housing Sociale in località Fontanelle e la nomina dell’Amministratore Unico alla Multiservizi, ecco che le alleanze, i raggruppamenti, le divaricazioni, prendono posto anche nuovi accorpamenti e magari nuove alleanze, sì dice: l’occasione fa l’uomo ladro e la donna ….. e l’occasione arriva e così avanza la proposta di abbassare l’aliquota IMU, soprattutto per la prima casa.

La proposta viene da un raggruppamento di Consiglieri Comunali eterogenei per la loro posizione politica: Fausto Vecchio, capogruppo del Popolo della Libertà; Alfonso Cillo Consigliere comunale del PD; Paolo Polito Consigliere Comunale di Futuro e Libertà per l’Italia; il primo di opposizione, i secondi di maggioranza, tutti e tre in “allontanamento” e piuttosto critici rispetto alle loro posizioni politiche e rispetto ai loro Partiti o Coalizioni.

Una proposta Politica trasversale che se da una parte lascia intravedere vi siano delle “prove tecniche di nuove alleanze“, dall’altra sottolinea come il quadro politico sia confuso, e l’IMU, rappresenta il “galeotto” che può disegnare da gui in avanti nuove alleanze e nuovi scenari, che potrebbero essere sperimentati anche a breve, per esempio, in occasione dell’approvazione del Bilancio.

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PROPOSTA  POLITICA

Fauso Vecchio

I consiglieri comunali Fausto Vecchio, Alfonso Cillo e Paolo Polito presentano la seguente “proposta politica” al fine di spiegare ai cittadini i motivi degli emendamenti che saranno presentati in materia di IMU.

La principale fonte di finanziamento dei servizi che i Comuni erogano ai propri cittadini, da quest’anno si chiama IMU.

E’ diretto, quindi, il nesso tra prelievo e servizio. Ne deriva che a maggior prelievo dovrebbe corrispondere una più alta qualità dei servizi.

Chi amministra deve essere ben consapevole che ai cittadini, a cui si chiede di pagare, occorre dare risposte serie in termini di erogazione di servizi.

Ci rendiamo conto che i tagli dei trasferimenti erariali impongono agli enti locali politiche fiscali più dure.

E’ per questo che siamo stati ben attenti a non cadere nella trappola  della demagogia.

Alfonso Cillo

Quando si parla di “prima casa”, però, non c’è demagogia, ma solo il frutto dei sacrifici di una vita.

La “prima casa” è un bene che non produce reddito, su di essa non andrebbe pagata alcuna tassa! Una politica attenta ai bisogni della famiglia non può dimenticare il suo bene primario.

L’interesse dei cittadini deve essere salvaguardato anche attraverso proposte coraggiose.

Le stringenti necessità del pareggio di bilancio e del rispetto del patto di stabilità hanno imposto a tutti i Comuni d’Italia, siano essi governati dalla sinistra, dal centro, dalla destra o dalla c.d. società civile, l’aumento delle aliquote Imu, portate  ai massimi livelli.

Noi riteniamo che questa non sia la scelta giusta.

Pertanto, proponiamo nell’interesse della nostra comunità i seguenti emendamenti, aggiuntivi e modificativi, delle proposte di delibera di G.M. per Imu e relativo Regolamento, al fine di rendere più equa questa imposta.

EMENDAMENTI MODIFICATIVI

1. Aliquota abitazione principale dello 0,5% ridotta allo 0,4 % (punto 3 del deliberato)

2. Aliquota fabbricati di nuova costruzione 0,76 % (punto 8 del deliberato).

3. Modifica integrale del comma 5, art.9 del Regolamento. Per fabbricato di nuova costruzione di cui al comma 4 lett.d) si intende quello per il quale l’ultimazione dei lavori (certificata ai sensi di legge) o, se antecedente, l’effettivo utilizzo decorre da data successiva al 01.01.2012. Per essi l’aliquota agevolata sarà applicata per i primi 12 mesi a decorrere dalla suddetta data.

EMENDAMENTI AGGIUNTIVI

4. Aliquota base dell’1 % ridotta allo 0,5 % per gli immobili classificati nella cat. A (esclusi immobili categoria A/8, A/9 e A/10) e relative pertinenze concesse in comodato a parenti in linea retta, da quelli in linea collaterale fino al secondo grado, dagli affini entro il secondo grado, purchè utilizzati come abitazione principale.

5. Aliquota base dell’1 % ridotta allo 0,76 % per gli immobili oggetto di locazioni abitative in base all’accordo territoriale ai sensi dell’art.2, comma 3 L. 431198.

MOTIVAZIONI

Con il primo emendamento (modificativo), si propone di riportare l’aliquota per le abitazioni principali e pertinenze alla misura base del 4 per mille.

Tale manovra, siamo certi, non provocherà scompensi, considerato che:

  • la previsione di accertamento Imu sulle abitazioni principali è stata effettuata solo sui dati storici relativi all’anno 2007;
  • si ha modo di ritenere che in questi ultimi 5 anni ci sia stato un incremento delle unità abitative con tale destinazione;
  • in linea generale, l’inquadramento della nuova imposta come unica vera fonte di finanziamento per i Comuni, da una parte costituisce una sorta di incoraggiamento per i cittadini contribuenti a far emergere tutte le situazioni di imponibilità, dall’altra costringe l’ente ad una più attenta e capillare azione di controllo.

Con il secondo e terzo emendamento (modificativi), si propone di correggere una grande iniquità riscontrata nel regolamento Imu, nella parte in cui si dà la definizione di “fabbricato di nuova costruzione”:

  • innanzi tutto, si delimita l’agevolazione ai primi 12 mesi successivi alla data di ultimazione dei lavori e non a 36 mesi, come proposto nel regolamento; convinti di dover dare un incentivo alle nuove iniziative produttive, ma senza che si determini una netta sperequazione rispetto alle attività già in essere;
  • l’agevolazione deve essere concessa solo  a coloro che iniziano l’attività nel 2012 o negli anni successivi; perciò è necessario evitare espressioni del tipo “non antecedente i 12 mesi” che possono dar adito ad interpretazioni equivoche da parte di chi nel 2011 ha iniziato l’attività;
  • questa “manovra correttiva” porterà benefici  anche immediati alle casse comunali, tali sicuramente da compensare l’eventuale minor gettito sulle abitazioni principali
  • viene, altresì, esclusa l’estensione del beneficio agli “ampliamenti”, nella convinzione che,  avendo già superato la fase di start-up, l’azienda utilizzatrice non ha bisogno di ulteriori agevolazioni.

Con il quarto emendamento (aggiuntivo), si propone di correggere una norma irragionevole ed ingiusta che obbliga il titolare del diritto reale su immobile adibito ad abitazione principale da parenti e affini a pagare l’Imu come se quell’immobile fosse locato (e quindi con rendita).

  • L’esempio classico è quello del genitore che ha donato l’abitazione al figlio riservandosi l’usufrutto. Non a caso, con l’Ici il legislatore aveva dato ai Comuni la possibilità di assimilare queste unità immobiliari alle abitazioni principali, attraverso una specifica previsione regolamentare. Con l’Imu ciò non è possibile; l’unico rimedio è ridurre l’aliquota. In ogni caso il contribuente risulterà danneggiato non potento utilizzare le detrazioni.
  • Del resto, l’alternativa per chi si trova in queste situazioni è di stipulare un atto notarile per rendere l’utilizzatore dell’immobile anche titolare del diritto reale, ma la cosa risulta particolarmente onerosa e, di questi tempi, non si possono chiedere ulteriori sacrifici economici a cittadini-contribuenti già vessati dal complesso del sistema fiscale italiano.

Con il quinto emendamento (aggiuntivo), si propone di applicare un’aliquota ridotta al 7,6 per mille per gli immobili oggetto di locazioni abitative ai sensi  dell’art.2, comma 3 L. 431/98, vale a dire a quelle locazioni abitative a prezzi c.d. “calmierati”.

Anche in questo caso non si scopre nulla di nuovo, considerato che la prima parte del comma 4 del citato art.2 recita:

“Per favorire la realizzazione degli accordi di cui al comma 3, i comuni possono deliberare, nel rispetto dell’equilibrio di bilancio, aliquote dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) più favorevoli per i proprietari che concedono in locazione a titolo di abitazione principale immobili alle condizioni definite dagli accordi stessi”.

Eboli, 2 maggio 2012

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