Il bilancio ad oggi: diciassette morti, oltre 350 i feriti, e 15mila le persone assistite e ospiti nei campi allestiti dalla Protezione Civile.

Dalle 9,00 del mattino del 29 maggio le scosse sono state 228, tre delle quali superiori a 5 della Scala Richter. Una terra “sicura” affidata alla casualità del tempo, scopre la sua pericolosità sismica.

terremoto-emilia

MODENA – Il bilancio del disastro continua a salire. Al momento sono diciassette morti, oltre 350 i feriti, e 15mila le persone assistite e ospiti nei campi allestiti dalla Protezione Civile. Questi sono i numeri complessivi a seguito delle tante scosse, tre delle quali di grado superiore a 5 della scala Richter, che si sono abbattute sul modenese dopo il primo sisma che ha colpito l’Emilia il 20 maggio scorso. La Procura della Repubblica di Modena a seguito del crollo di numerosi capannoni, ha anche aperto un’inchiesta per omicidio colposo.

Le scosse che si sono susseguite dopo quella principale, delle 9,00 di mattina del 29 maggio sono state duecentoventotto. Poi una serie di scosse così dette di assestamento e alle 14,00 di mercoledì 30 una nuova scossa di grado 3.2 è stata registrata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nei pressi di Mirandola, Medolla e San Possidonio.

Si è aperta fortunatamente la gara di solidarietà che viene sempre fuori nei momenti difficili e gli Italiani in queste circostanze dimentivano tutto e danno il meglio di loro stessi. Il Governo con il Premier Mario Monti e il Presidente della Regione Emilia Vasco Errani hanno voluto imprimere un indirizzo politico alla tragedia e così fortunatamente la dichiarazione che ci aspettavamo, ora il via alla ricostruzione delle infrastrutture, nelle abitazioni e negli opifici industriali.

Per far fronte all’emergenza in Emilia, il Consiglio dei ministri ha quindi deciso di aumentare di 2 centesimi l’accisa sui carburanti, che però “durerà fino al 31 dicembre”. Ha approvato l’estensione dello stato di emergenza alle Province di Reggio Emilia e Rovigo, l’istituzione di una giornata di lutto nazionale per il 4 giugno e il rinvio a settembre dei versamenti fiscali e contributivi delle zone colpite.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, da Pordenone ha messo fine alle polemiche sulle celebrazioni del 2 giugno assicurando che saranno improntate a “funzionalità e sobrietà”. Si conferma la rassegna militare ma ridotta nei numeri, e l’incontro al Quirinale con le istituzioni.

Ore frenetiche, seguite anche da polemiche che come al solito nessuno vuole risparmiarsele nemmeno nei momenti più difficili, soprattutto ora che finalmente si è tolto il coperchio sulla verità circa la pericolosità in cui quotidianamente vive la nostra Italia. Coperchio che ci dice che nelle prossime ore o nei prossimi giorni, nessuno esclude vi siano altre scosse superiori alla magnitudo 5, sancendo un principio di pericolosità sismica non più impostato sul tempo ma su fondamenti scientifici.

Ed è proprio riguardo a queste realtà che si propone l’intervento che segue di Erasmo Venosi.

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di Erasmo Venosi
Astrofisico

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ROMA – La tragedia sismica dell’Emilia, l’Abruzzo, Haiti dovrebbe indurre la Politica e la Scienza a una doverosa e responsabile riflessione. Gli attuali livelli di conoscenza, rendono in concreto impossibile la predizione dei terremoti. Predizione che invece  sarebbe possibile se conoscessimo   la fisica della faglia durante il sisma e successivamente. E ancora, la composizione dei vari strati che compongono l’interno della Terra al fine di comprenderne il comportamento futuro. La predizione è frutto dell’elaborazione di un modello matematico che parte da determinati dati e giunge alla formulazione dell’evento.

Attualmente la predizione è unicamente espressa in termini di probabilità che l’evento accada. Un sisma è un momento di crisi che nasce dentro una faglia (frattura di un fronte roccioso) i cui contorni si mettono in movimento, producendo una turbolenza in tutto ciò che sta intorno e in un tempo breve che,al massimo si misura in un paio di minuti con raggio d’azione di chilometri.

Che cosa manca nel modello predittivo? Le deformazioni provocate sul guscio della Terra (litosfera) da parte della forza di gravitazione del Sole e della Luna oltre alle modificazioni conseguenti allo scioglimento dei ghiacciai. Un esempio è il caso della Scandinavia dove “riemerge“ la litosfera a seguito della minore pressione dei ghiacciai disciolti, provocando terremoti in Canada.

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Per comprendere com’è fatta e funziona qualcosa, bisogna guardarci dentro. Quando non è possibile rompere, usiamo nelle nostre osservazioni dei metodi alternativi. L’interno della Terra lo studiamo o attraverso le perforazioni (carotaggi) o usando i due tipi di vibrazioni prodotte dai terremoti ovvero le onde di compressione (onde P) e le onde di oscillazione (onde S), entrambe registrate dai sismografi. Avremmo anche un nuovo, scarsamente utilizzato, metodo che sarebbe la ricerca dei geoneutrini.  Il pozzo più profondo costruito nel mondo, si trova a 12 Km nella penisola di Kola in Russia.

La profondità di questo pozzo corrisponde a circa la cinquemillesima parte del raggio terrestre cioè quasi nulla! Le registrazioni dei sismografi ci hanno aiutato a conoscere un po’ l’interno della Terra, costituita da un nucleo centrale (core) di 3500 Km di raggio, un mantello di 3000 Km e la crosta o litosfera di spessore variabile riguardo ai continenti, dai 30 ai 75 km e di 10 km per la crosta oceanica. La potenza termica, emessa dalla Terra è stimata fra 31 e 44 miliardi di Kw ovvero equivalente a 11.000 centrali termoelettriche e dovuta al calore emesso dalle disintegrazioni dell’uranio, del torio e del potassio, 40 contenuti nel pianeta.

Una parte del mondo scientifico ritiene che solo la metà del calore terrestre sia dovuta alla radioattività e tale incertezza è dovuta all’impossibilità di determinazione della quantità di elementi radioattivi presenti nell’interno della Terra. I sismologhi in conformità a questi dati parziali di conoscenza hanno costruito vari modelli matematici, afflitti da inevitabili limiti, incongruenze e contraddizioni .La difficoltà primaria nell’elaborazione di un modello generale è proprio dovuta alla mancata conoscenza della composizione delle rocce che costituiscono l’interno del pianeta. La definizione della Terra come “ pianeta dimenticato” è fondata e condivisibile.

Le spese per le esplorazioni spaziali sono mille volte superiori alle spese per conoscere il nostro pianeta: per lo sviluppo del prossimo razzo, l’Heavy Lift Rocket per l’esplorazione dello spazio profondo, gli USA spenderanno 18 miliardi di dollari. Stratosferiche risorse investite nella conoscenza dello spazio galattico ma, nessun piano di ricerca e di studio organico della nostra Terra. La mia personale e opinabile opinione è che la possibilità di previsione dei terremoti dipende prevalentemente dalla conoscenza della struttura più interna del pianeta e delle relazioni che, le varie parti che lo compongono determinano tra di loro.

Vorrei andare anche oltre e chiedere se è solo il terremoto a uccidere o anche l’uomo? Nel Giugno 2008 un terremoto in Giappone, ha colpito diverse città, con un’intensità di 6,9 Richter causando 13 morti mentre il terremoto in Abruzzo di magnitudo 6.3 ha causato 308 morti. La diversità nel numero delle vittime non possiamo non associarla al rispetto di criteri di costruzione antisimica! Il terremoto produce un “carico vibratorio” sull’edificio, e i danni derivano dalle capacità di rispondere adeguatamente alle vibrazioni prodotte dal sisma.

Nella capitale di Taiwan, Taipei è stata costruita una torre di 101 piani alta 500 metri e in grado di resistere a sismi fortissimi che si verificano una volta ogni 2500 anni. Utilizzo dei geoneutrini nello studio della struttura intima della Terra per elaborare un modello di predizione dei sismi oggi impossibile, ingegneria antisimica per le costrizioni nuove e ristrutturazioni per aumentare la resistenza dei centri storici e del patrimoni edilizio esistente, sarebbe la scelta responsabile in un momento di aumentata frequenza e intensità simica che sembra interessare l’intero Pianeta e la cui accelerazione sembra forse correlata a cause non sufficientemente definite.

Roma, 31 maggio 2012

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