PD a Congresso: tra Franceschini e Bersani arriva Ignazio Marino

E’ ufficiale: Ignazio Marino si candida alla segreteria del PD

La corsa potrebbe ben presto diventare a 5 con la discesa in campo della Binetti: ecco i candidati

Assemblea PD
Assemblea PD

ROMA – Massimo D’Alema intervenendo ad una festa del PD a Roma si dice contrario allo statuto del Pd che prevede che a eleggere il Segretario siano anche i votanti alle primarie – “è una regola assurda” -, ha detto D’Alema. L’ex presidente del Consiglio ha sottolineato che bisogna fare il congresso anche per cambiare questo statuto, senza per questo abbandonare le primarie, che sono sicuramente necessarie per scegliere il candidato premier o magari i candidati di collegio, ma non possono accettarsi quando si tratta di scegliere il segretario del Partito, che resta una prerogativa solo degli iscritti.

Intanto la corsa alle candidature per eleggere il nuovo segretario del Partito Democratico si arricchisce. Il Senatore Ignazio Marino, il medico scienziato ritornato in Italia su incoraggiamento di Massimo D’Alema, si è candidato ufficialmente a sfidare Dario Franceschini , Pierluigi Bersani e l’outsider Mario Adinolfi, tra polemiche e mal di pancia.

La candidatura di Marino, padre del testamento biologico, mette altro subbuglio in un quadro politico già di per se complicato. Diventa uno spartiacque tra una classe dirigente che si è autoreferenziata, ma che per assurdo si è mescolata nelle varie culture e si combatte in una lotta di potere che rappresenta la sopravvivenza di una classe politica più volte sconfitta da Silvio Berlusconi e più volte ripresasi rifugiandosi dietro il “professore” (Romano Prodi), salvo poi ad impallinarlo il giorno dopo.

Ognuno dei due schieramenti si sente “il nuovo” si vorrebbero presentare come il nuovo e per questo si ha paura di aprire le porte del voto anche al popolo delle primarie oltre che agli iscritti. Nel momento in cui Marino ha sciolto la riserva e si è candidato, immediatamente Beppino Englaro ha dichiarato la sua disponibilità a votarlo, anche se ha dichiarato che continuerà ad essere Socialista, di qui la preoccupazione fondata dell’attuale classe dirigente, D’Alema in testa. Le elezioni aperte anche agli elettori e ai simpatizzanti rappresenterebbero una vera e propria incognita.

Ecco il fuoco di sbarramento contro Marino da parte di D’Alema, che quando ha saputo della sua candidatura è rimasto più che contrariato e pur dichiarando che le vere novità di questo congresso sono Marino e Bersani, con la sua solita sottile capacità di sintesi, pur riconoscendolo come una persona seria e capace, ha aggiunto che comunque – “manca dell’esperienza politica necessaria a dirigere questo partito soprattutto in questo momento” -. Una bocciatura che è anche un “premio”.

La candidatura Marino ha indebolito e non poco Dario Franceschini, che anche se all’ultimo momento ha incassato l’appoggio di Piero Fassino,Walter Veltroni, e di Francesco Rutelli e i Liberaldemocratici, sperava fortemente in un coinvolgimento di buona parte del gruppo dei “piombini” riuniti al “Lingotto” con Pippo Civati, i quali dovendo scegliere fra i due apparati, avrebbe scelto quello meno “grigio” di Franceschini.

Al momento le candidature sono quattro, ma sono tendenti a crescere, anche perché nei giorni scorsi, Paola Binetti aveva preannunciato che se vi fosse stata la candidatura di Marino, vi sarebbe stata anche la sua per esercitare una sorta di bilanciamento. Altro menagramo per i due candidati “maggiori” è la discesa in campo di Mario Adinolfi, con la sua mozione “tutti dentro” che mira a costruire ad un nuovo PD.

Una considerazione su tutte va fatta e va anche “gridata”, un Partito che si presenta come nuovo, che vuole essere riconoscito come nuovo, che ultimamente si è schierato a favore del SI nell’ultimo Referendum abrogativo, come fa a proporsi come nuovo nel momento in cui presenta liste bloccate? Questo interrogativo risponde solo ad una logica: nessuno della sua attuale classe dirigente “autoreferenziatasi” vuole mollare quello che ha.

PD: ECCO I CANDIDATI UFFICIALI

Dario Franceschini
Dario Franceschini

Segretario del PD, ha guidato il partito dopo l’addio di Veltroni. Tra i suoi sostenitori ci sono lo stesso Walter Veltroni e Piero Fassino, Francesco Rutelli e Debora Serracchiani, l’astro nascente del partito che alle europee ha superato Silvio Berlusconi per numero di preferenze in Friuli.

Pier Luigi Bersani
Pier Luigi Bersani

L’ex Ministro e responsabile economico del Pd. Al suo fianco si sono schierati Massimo D’Alema, Rosy Bindi ed Enrico Letta.

Ignazio Marino
Ignazio Marin

Il senatore del Pd, salito agli onori della cronaca soprattutto per la battaglia laica sul testamento biologico. Si sono schierati con lui i “piombini” con a capo Pippo Civati e un ex-veltroniano Goffredo Bettini.

Mario Adinolfi
Mario Adinolfi

Membro della direzione nazionale del Pd, Adinolfi si era già candidato alla guida del Pd nel 2007, alle primarie vinte da Walter Veltroni. La sua mozione “Tutti dentro” vuole costruire un nuovo Pd grande e accogliente, capace di alleanze e dialoghi con Idv e Udc senza preconcetti, che punti prima a battere la peggiore destra populista d’Europa.

Paola Binetti
Paola Binetti

La deputata teodem ha annunciato la sua probabile discesa in campo «per la guida morale del partito» contro la candidatura di Marino, ma al momento la sua decisione non è stata ancora ufficializzata.

3 commenti su “PD a Congresso: tra Franceschini e Bersani arriva Ignazio Marino”

  1. Spero che la teodem Binetti richiamata dalla rappresentazione della laicità del Dott. Marino scenda in campo per dar vita ad un confronto interessante all’interno del PD, forse l’unica cosa interessante rispetto al solito canovaccio margherita-post.comunisti.

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