Festa del 1° MAGGIO 2012. promozione e salvaguardia dell’integrità della persona umana, il messaggio delle Acli salernitane al mondo del lavoro.
Ripartire dall’uomo, per promuovere il lavoro. Le ACLI salernitane per la valorizzazione della persona.
SALERNO – Parte dalla promozione e salvaguardia dell’integrità della persona umana, il messaggio delle Acli salernitane al mondo del lavoro.
L’uomo, dunque, il metro della dignità del lavoro; subordinando il capitale e la logica del mercato alla dignità della persona, come suggeriva Benedetto XVI nella Caritas in Veritatae.
Dalla crisi, che vive il nostro territorio, segnato tragicamente nelle ultime ore da atti disperati, che hanno visto eventi luttuosi minare la speranza nel futuro, se ne esce insieme, attraverso un necessario confronto con gli attori politici ed economici di tutta provincia. Basta querelle propagandistiche e sterili; occorre che ciascuno faccia la propria parte! Non siamo contro qualcuno, siamo tutti a favore della persona umana e del suo lavoro.
Vogliamo vivere un primo maggio, che non sia inutile commemorazione o volgare contraddittorio; tornare a far memoria dei milioni di infortuni sul lavoro, delle morti annunciate, delle percentuali di inoccupazione e del lavoro nero, non è mettere il lavoro al centro dell’agenda politica di un territorio.
Bisogna programmare il futuro, ripartire dall’economia possibile di un territorio, sensibilizzare i giovani alla presa di coscienza e responsabilità, ri-partire dalla formazione per eliminare i clientes, ridurre gli sprechi e recuperare stili di vita altri, più consoni alle disponibilità materiali di ciascuno, recuperare il rispetto del territorio, che va sostenuto economicamente, ambientalmente e demograficamente.
E’ necessario che ogni persona abbia un posto di lavoro per vivere con dignità, ma è soprattutto opportuno mettere nelle condizioni ogni persona di esprimere il proprio potenziale.
Una società che non riesce a garantire un posto di lavoro per tutti, è una società che sta sprecando delle risorse.
C’è bisogno di una consapevolezza comune; la disoccupazione o la cattiva occupazione non sono problemi dei singoli lavoratori, di categoria o dei sindacati, sono un problema del Paese Italia.
I numeri della crisi, hanno nomi e famiglie; Giovanni Paolo II scriveva nell’enciclica Laborem Exercens: “Il lavoro è una delle caratteristiche che distinguono l’uomo dal resto delle creature. Solo l’uomo – prosegue Wojtyla – ne è capace e solo l’uomo lo compie, riempiendo al tempo stesso con il lavoro la sua esistenza sulla Terra”. Questo significa Lavoro…persona operante in una comunità di persone, con il proprio bagaglio di competenze umane, professionali, relazionali, con i propri sogni e dei propri bisogni.
Chiediamo, uno scarto e slancio culturale, un nuovo patto tra le forze produttive del nostro Paese. Un patto, che riconosca nella centralità del lavoro e della formazione, l’unica via d’uscita alla crisi e alla stagnazione, che ormai caratterizza il panorama economico italiano in maniera strutturale.
Il modello di sviluppo basato sulla pura riduzione dei costi di produzione ed automaticamente sulla riduzione dei posti di lavoro, sulla precarizzazione e sul contenimento salariale, ha mostrato ormai tutto il suo limite. Dobbiamo imboccare con decisione la strada della qualità del lavoro, la strada di una condivisone degli obiettivi tra lavoratori e imprese, tra mondo che produce e decisori politici.
Il mondo dell’impresa, deve uscire da logiche di privilegi, protezione o connivenza rispetto finalizzate al mero tornaconto di breve periodo. Ciò riduce gli investimenti, la concorrenza, la sicurezza sul lavoro.
Abbiamo bisogno di imprenditori coraggiosi e di politici lungimiranti affinché lavoratori intelligenti e capaci possano costruire un Paese prospero, giusto e accogliente.
Abbiamo bisogno di regole certe, di rispetto della legalità e della dignità della persona umana, del lavoratore.
Questo per noi, è festeggiare il primo maggio.
Eboli, 1 maggio 2012