Il Segreatrio Provinciale dei Comunisti Italiani Paolo Battista: Cirielli, riscrive la storia a suo uso.
Per i Comunisti contestano il contenuto del Manifesto per la celebrazione del 25 aprile e se Cirielli non fa un passo indietro minacciano un intervento della Magistratura.
SALERNO – Il Partito dei Comunisti Italiani della provincia di Salerno – con una nota del suo segretario Provinciale Paolo Battista – chiede le immediate dimissioni da Parlamentare e da Presidente della Provincia di Edmondo Cirielli. Sorvolando sugli scandali giudiziari che da qualche tempo investono l’Amministrazione provinciale, è preciso dovere dei Comunisti di questa provincia e in generale degli antifascisti e dei democratici tutti difendere la memoria della resistenza. Per il terzo anno consecutivo il presidente Cirielli cerca di riscrivere la storia del nostro paese, affiggendo per le vie del capoluogo un manifesto delirante. La misura della nostra indignazione è ormai colma. Le ipotesi sono due: o Cirielli crede veramente a quanto riportato nei suoi manifesti, o cerca di fare disinformazione.
Nel primo caso, sia chiaro una volta per tutte, la sua libertà d’espressione è stata garantita dal sacrificio di giovani partigiani come Giaime Pintor e dalla strenua resistenza di valorosi antifascisti come il dirigente del Pci Mario Garuglieri. Quando Cirielli parla di “onore ai Caduti” non fa altro che mettersi sullo stesso piano di minuscole organizzazioni para-teppistiche da qualche tempo operanti sul nostro territorio e afferenti all’area politica dell’estrema destra fascista. Pertanto, chiedere di “onorare” la memoria dei delinquenti che parteciparono alla Repubblica di Salò equivale all’apologia di reato. Inoltre, sostenere che gli angloamericani ci abbiano liberato dal comunismo è un falso storico, vuol dire ignorare gli accordi di Yalta.
Nel caso in cui Cirielli non creda a quanto affermato, ma cerchi di infangare la memoria dei Partigiani per mero calcolo personale, al fine di confondere quanti, in un’epoca ormai storicamente lontana dai fatti, sono vittime di una temperie morale superficiale e deviante, e pertanto inclini a credere alle mistificazioni filo-fasciste, si configura per il presidente della Provincia il reato di abuso della credulità popolare e di diffamazione. Infatti, offendere Città insignite della medaglia d’oro per la resistenza, quali Bologna e Reggio nell’Emilia, è indegno di un italiano che ricopre incarichi istituzionali.
Nel caso in cui Cirielli non facesse un passo indietro, ci vedremmo costretti a chiedere l’intervento della magistratura. Ricordando a tutti gli antifascisti le celebrazioni che si terranno in piazza vittorio Veneto a Salerno nella mattinata del 25 aprile, gridiamo a voce alta: Viva la Resistenza.
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Salerno, 23 aprile 2012
Per il Presidente Cirielli, che ogni anno scrive un manifesto “come atto dovuto” ma senza rispetto per la Resistenza Democratica, annacquando il tutto con un pietismo di maniera, cercando di mettere insieme FASCISTI ed ANTIFASCISTI sullo stesso piano. —–La democrazia è antifascista è bene ricordarlo……….!!
Lettera di un giovane 18.enne : Giordano Cavestro fucilato
Parma, 4.5 .1944
Cari compagni, ora tocca a noi.
Andiamo a raggiungere gli altri tré gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d’Italia.
Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l’idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.
Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare
più vittime possibile.
Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è cosi bella, che ha un sole cosi caldo, le mamme cosi buone e
le ragazze cosi care.
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.
Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.
Cara mamma e cari tutti,
purtroppo il Destino ha scelto me ed altri disgraziati per sfogare la rabbia fascista. Non preoccupatevi tanto e rasse-
gnatevi al più presto della mia perdita.
Io sono calmo.
Vostro Giordano
Questo manifesto della provincia, anche se scrtitto in maniera non eccellente, credo che non offenda nessuno ma vuole soltanto ricordare tutti coloro che sono morti durante il più grande periodo di oblio della nostra storia. Spendere qualche parola anche per i combattenti della repubblica di Salò è cosa inusuale, ultimamente anche i media stanno dando voce a questi reduci, ma non credo potesse essere facile capire cosa fare in un periodo in cui si poteva essere rastrellati anche mentre si andava a comprare il pane ( oggi ci sentiamo depressi se non abbiamo lo smarthpone ). Apprezzo molto, invece, il passaggio sui profughi istriano-dalmati che, anche se in numero minore, sono stati perseguitati, rastrellati, torturati ed ammazzati anche con l’aiuto di altri italiani che, in nome della resistenza ed anche in altre zone d’Italia, si sono macchiati di crimini atroci e terribili. In definitiva, credo che a distanza di 70 anni ci sono ancora troppe persone che dalla storia hanno imparato poco.. più che dire viva la resistenza dovremmo dire W la libertà dell’Italia.
Il fatto che dalla Democrazia nasce poi il sentimento della fratellanza della civiltà e della partecipazione che non sia misurata con le armi, è una cosa la storia è un’altra. La storia riporta in maniera ecumenica gli avvenimenti i quali sono riconducibili a periodi ben precisi e circostanze ben precise. Festeggiare il 25 aprile con una miscellanea di fatti, che sono si appartenenti allo stesso periodo, ma appartengono a circostanze e date diverse, è una delle più grandi ingiustizie è come se al mio matrimonio il fotografo fa il book fotografico ad un mio invitato anziché farlo a me e agli sposi.
In Italia si celebra anche il giorno della memoria, e quel giorno è dedicato non alla pietas ma ad un fatto specifico e condannabile allo stesso modo.
Riguardo ai famosi “ragazzi di Salò”, bisogna fare uno sforzo non indifferente per trovare un giorno in cui festeggiarli.
-IL MANIFESTO –
Quel manifesto si commenta da solo e sebbene il Partito dei Comunisti ne chiede le dimissioni, che non arriveranno mai, il Presidente della Provincia per quanto mi riguarda si è già “dimesso” con i suoi tentativi subdoli dall’Arma dei Carabinieri nel momento in cui, in maniera per nulla indiretta nelin quel manifesto utilizza il “tuttavia” riferendosi a quello che lui definisce il “triangolo della morte”, sminuendone la portata politica e storica di Città che se fosse per lui, quelli come lui e quelli che lui vuole giustificare, invece facevano rastrellamenti e alimentavano i forni nazisti, e poi in chiave vergognosamente mistificatrice, buonista e giustificativa, eravamo belli e fritti, mentre parla di “parte sbagliata” aggiunge “in buona fede”, evidenziando pacchianamente la su certificata non buona fede.
VERGOGNOSO.
Non a caso ho scelto quella foto, per sottolineare come in quell’atteggiamento si possa rivedere il “Cavaliere” suo ispiratore.
VERGOGNA.
Pensare che occupi una Istituzione, che fa parte del Parlamento e che provenga dalla gloriosa Arma dei Carabinieri, fa specie.
Massimo Del Mese
Succede anche a Roma. In prima pagina oggi sul Fatto Quotidiano l’editoriale di Furio Colombo:
Il loro 25 aprile
di Furio Colombo
Da ieri nelle strade e nelle piazze della Capitale italiana, si vedono grandi manifesti che celebrano la Repubblica di Salò. Avete capito bene. Celebrano la repubblica di Salò sotto la data del 25 aprile. La scritta è stampata in alto sopra la foto di un reparto di Brigate nere passate in rivista dall’ultimo segretario del Partito fascista, Pavolini. Non confondete. Non erano soldati per combattere. Erano soldati da rastrellamento. Rastrellamento vuol dire (nel linguaggio della mia infanzia, quando ho visto ciò che accadeva con lo stesso orrore che provo oggi) catturare antifascisti e partigiani destinati a morire. Sono i “soldati” impegnati a tempo pieno a trovare e catturare cittadini italiani ebrei, bambini e malati inclusi, da consegnare ai camerati tedeschi per lo sterminio nei campi. Quei campi hanno continuato a uccidere fino all’ultimo giorno e all’ultimo fascista in condizione di “combattere” quella guerra ignobile e spaventosa. Fa impressione che quei manifesti siano affissi negli spazi con la scritta “Comune di Roma”. Fa impressione e orrore che lo slogan del manifesto sia la scritta: “Tutti gli eroi sono giovani e belli”. Sono gli eroi che hanno mandato a morte ogni ebreo, ogni partigiano, ogni antifascista su cui sono riusciti a mettere le mani. Mani non di combattenti ma di carnefici. Sono gli eroi che hanno dato una mano alla razzia romana del 16 ottobre (tutte le famiglie trovate nel ghetto, mille persone con tutti i bambini, quasi nessuno è tornato). Sono i complici delle stragi compiute dai camerati tedeschi nei villaggi e paesi dove anche il parroco è stato ucciso, Sono coloro che pagavano lire 5.000 a quelli che indicavano il nascondiglio di un italiano ebreo da mandare a morire. Sono i “ragazzi” che si sono preoccupati di far arrivare ad Auschwitz Primo Levi, catturato mentre combatteva da partigiano. Il macabro manifesto reca in basso la scritta “ai ragazzi di Salò”. Nei giorni scorsi l’ambasciatrice svedese a Roma mi ha espresso il desiderio di celebrare insieme, a Roma, l’anniversario della nascita di Raul Wallenberg, il giovane diplomatico svedese che, assieme all’italiano GiorgioPerlasca, ha salvato migliaia di ebrei ungheresi. Le ho detto sì. Non nella Roma di Alemanno. A Roma hanno fatto bene le associazioni della Resistenza a non invitare le istituzioni di questa città e di questo manifesto alla celebrazione del 25 aprile.
Vorrei tanto sapere cosa pensa Cariello delle nuove affermazioni del suo nuovo riferimento politico Cerielli.
Grazie Rosania, Grazie Tarantino, Grazie Vece per aver creato il più grande mostro della politica ebolitana degli ultimi 10 anni.
Andatevene a …………….
OHIBÒ,ogni anno siamo alla solita,forse il prossimo si stancherà di SMINUIRE la Resisternza,che anche con qualche doveroso distinguo è stato uno sforzo genuino e amaro al tempo stesso del popolo italiano,riscattandosi dalla barbarie nazi-fascista.Condivido admin x lo sfogo teste scritto,Negare, etimologicamente, significa “non dire”.è la hybrys della parola convinta di poter trionfare in qualunque circostanza, di far vincere la volontà di potenza del singolo contro ogni condizionamento esterno;Sarebbe un errore della ragione, quasi una forma, a sua volta, di negazione, ridurre il tutto all’idea che si tratti di ingenui, o di un discorso che identifica una parte politica. Il problema del negazionismo non è mai, infatti, in ciò che dice, ma in ciò che nasconde, nell’obiettivo occultato dalla retorica e che, essendo occultato, è facile sottovalutare.Caro presidente :NOT IN MY NAME..W LA RESISTENZA, IL 25 APRILE,PIETRA MILIARE DELLA DEMOCRAZIA…
x comunista u problem nu e’ cariell , e memmen rosania tarantin e u dott vece ma sti pseudi compagn melchiorr baldassarr e gaspar che s stann svnnenn Ievol ei Iuvulesi , second mua ci vuless sul u furcon p ristabbilir nu poc e democrazia