Verso la costituzione della Consulta del verde urbano: servirà a promuovere una maggiore formazione alla salvaguardia dell’ambiente.
Gli Assessori Consalvo e Magliano, mettono intorno a un tavolo, Associazioni ambientaliste e comitati vari per promuovere la cultura dell’ambiente quale bene comune.
EBOLI – Lo scorso 27 marzo si è svolta, presso l’aula dei gruppi consiliari, la seconda riunione operativa per la costituzione della Consulta per il Verde Urbano. Si tratta di un lavoro che sta procedendo a tappe serrate. Nel corso del precedente incontro era stato presentato il Regolamento comunale per la salvaguardia del verde pubblico e privato.
Alla discussione, promossa dall’assessore ai Lavori Pubblici Vincenzo Consalvo, sono state invitate le associazioni ambientaliste operanti sul nostro territorio ed i comitati di quartiere, al fine di promuovere la cultura del verde e dell’ambiente in cui viviamo.
Alla riunione erano presenti, oltre all’assessore Consalvo, l’assessore all’Ambiente Carmine Magliano, l’associazione Legambiente Silaris, il comitato delle Aree protette regionali, il comitato di Quartiere del Centro storico e quello di Cioffi, l’associazione Eboli Verde – Eboli Viva, la ditta Manna, che si sta occupando della manutenzione del verde pubblico, e l’agronomo Fausto Manna.
Durante il corso della discussione è stata ribadita la volontà di procedere alla costituzione di questa consulta, giacché ritenuto un importante strumento di partecipazione dei cittadini alla gestione delle scelte amministrative in materia di verde pubblico e privato.
“E’ un fondamentale processo di coinvolgimento democratico e di condivisione delle scelte che dovranno essere compiute nei prossimi mesi”, – ha dichiarato a questo proposito l’assessore all’Ambiente Carmine Magliano.
“E’ stato definito – spiega Vincenzo Consalvo, assessore ai Lavori Pubblici – un programma di lavoro che si muove in direzione di un generale miglioramento delle caratteristiche estetiche e paesaggistiche del nostro territorio. Questo processo –secondo l’assessore – servirà anche a promuovere una maggiore informazione e formazione al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente”.
Nella riunione è stato espresso apprezzamento da parte dei partecipanti per la scelta compiuta dall’Amministrazione. L’impegno preso è quello di continuare a lavorare con spirito costruttivo, per dare un contributo alla crescita del verde urbano in città.
Eboli, 30 marzo 2012
L’IMPORTANZA DI VIVERE IN UN AMBIENTE DI QUALITA’
Il verde urbano, privato e pubblico, è un elemento di primaria importanza per la vivibilità urbana: la
sua quantità e qualità infatti, sono indicatori fondamentali per misurare la qualità ambientale delle
città e dei paesi.
Ciò si spiega col fatto che una qualificata presenza di verde nella città è in grado di migliorare
notevolmente le condizioni della vita sotto vari aspetti.
Oltre alla funzione sociale delle aree verdi che forniscono spazi di socializzazione e spazi per
attività ricreative, grazie alla presenza di attrezzature per il gioco, il riposo, il tempo libero e le
varie attività sportive all’aria aperta, va ricordata la funzione igienico – sanitaria del verde, che va
assumendo un ruolo crescente relazionato all’espandersi del territorio urbanizzato e all’aumento,
ormai allarmante, dell’inquinamento atmosferico.
Il verde infatti concorre alla formazione di microclimi atti a regolarizzare la temperatura
(assorbimento dell’umidità, zone d’ombra, ecc.), a mitigare i venti, a purificare l’atmosfera
(depurazione chimica per effetto della fotosintesi e fissazione delle polveri che vengono trattenute
dalle foglie) ed ad attutire ed attenuare i rumori per mezzo della capacità di assorbimento delle onde
sonore da parte delle masse di fogliame di cespugli e alberi.
E’ notevolmente importante anche la funzione estetica-paesaggistica del verde, in quanto esso
costituisce un gradevole elemento di arredo urbano che spezza la monotonia delle masse edilizie e
degli spazi asfaltati e fornisce vivaci e rilassanti note di colore nel tessuto urbano. Questo aspetto
caratterizza inoltre la funzione psico – sociale e culturale del verde in ambiente urbano, in quanto
esso opera una sorta di compensazione in un habitat a volte poco accogliente, contribuendo a
soddisfare l’aspirazione ed il bisogno di uno spazio vitale meno alienante e più confortevole e
riportando gli insediamenti alla scala umana. Una consistente presenza di verde (e in generale una
soddisfacente presenza di servizi pubblici ricreativi) è ritenuta anche preventiva di molte malattie
psicologiche, in particolar modo degli stati depressivi, oltre a creare un ambiente che, fornendo
spazi attrezzati per divertimenti positivi, educa e stimola i giovani.
L’aspetto educativo si esplica anche nel fatto di integrare nella vita di tutti i giorni vegetazione e
animali, permettendo alle persone il contatto diretto e la percezione dei fenomeni della natura, come
ad esempio il succedersi delle stagioni.
Per tali motivi il Comune di Eboli si è attivato con grande attenzione già nella tavola rotonda del 10 febbraio 2012 “Futuro e presente del Verde Urbano” , in quella tavola rotonda avevano Partecipato: oltre che gli Assessori all’Ambiente e ai Lavori Pubblici Magliano e Consalvo; l’Agronomo Manna e l’esperto di verde pubblico Barone; il Presidente di WWF della Valle del sele Pietropinto e il Presidente Regionale Legambiente Buonomo; Maisto e Landi rispettivamente presidenti dei Dottori in Agraria e dei Periti Agrari; Biagio Scanniello già responsabile del Verde Pubblico del Comune di Salerno; del Prof. Saracino del Dipartimento di Arboricoltura dell’Università di Napoli; il Sindaco di Eboli Martino Melchionda .-
Nel quadro delle politiche ambientali, al verde privato e alla diffusione sempre più capillare, alla tutela e alla accorta manutenzione del verde pubblico.
Ci auguriamo che questo Regolamento diventi uno “strumento” di valorizzazione del verde
pubblico e privato inteso come patrimonio collettivo da vivere adesso e da trasmettere intatto e
migliorato alle generazioni future. Eboli è una Città tendenzialmente vocata al verde pubblico. La sua vocazione è rappresentata dal fatto che tutte o quasi tutte le strade quelle più centrali e quelle periferiche sono alberate, ma la salvaguardia dell’ambiente, non è solo la cura del verde, naturale e attrezzato, sebbene rappresenti la presentazione di una Città. La tutela dell’ambiente ed il suo rispetto è dato anche dalla cura delle strade, dei quartieri delle colline, dei corsi d’acqua e l’ordine e la qualificazione urbana, oltre che la sensibilizzazione e l’educazione al valore della salvaguardia del “creato”, quindi per vivere in pace e non rischiare di distruggersi gli uni con gli altri,gli uomini hanno bisogno di norme che regolino la loro convivenza.-La prima è più importante di queste norme stabilisce che tutti dobbiamo sentirci impegnati a difendere il territorio in cui viviamo e tutte le cose buone che ci sono su di esso,proprio per questo è …FINALMENTE è ripeto FINALMENTE…oggi esiste una CONSULTA del verde pubblico città di Eboli,speriamo solo di raggiungere risultati più che positivi…dal BINGO BONGO f.m-167 davvero BUON LAVORO A TUTTI.-
Questa gente crede di rifarsi una verginità parlando di cose che manco conoscono, facendo finta che intorno tutto funzioni alla perfezione. Vi ricordate della querelle sul “Belvedere” realizzato nel “non luogo” dell’Ermice. I nostri signori del vapore (oserei dire dell’aria fritta) lo presentarono come la porta di accesso al parco dei Picentini dimenticando cosa stava avvenendo, a loro ‘saputa’, all’interno di quel parco. Io lo denunciai ma come spesso accade nulla si mosse. Vi prego di leggere quello che scrissi in quell’articolo, è un atto di accusa grave sul quale nessun organo di controllo è intervenuto. Sarebbe il caso che assessore, associazioni ambientaliste e via discorrendo dessero una risposta CHIARA E DEFINITIVA su questa scempio
Dalla relazione di accompagnamento al PRG del Comune di Eboli (del gennaio 2000) è possibile comprendere quanto sia stato importante dotarsi, finalmente, di un moderno (anche se perfettibile) strumento di programmazione per la crescita del nostro territorio e come i bei propositi (ed i sogni) dei nostri amministratori di allora (non disdegnando quelli attuali) si siano infranti contro i poteri forti (più o meno occulti) di personaggi che, dietro le quinte, da sempre manovrano e decidono la vera politica del paese. Da tempo stiamo portando avanti la battaglia per la tutela delle bellezze del territorio e da tempo stiamo denunciando lo scempio edilizio (palazzine di 2/3 piani dai colori improponibili) che sta devastando le colline alle spalle del centro abitato (in pieno parco dei Picentini dove le regole dovrebbero essere più stringenti). E’ con grande meraviglia che scopriamo come questa problematica era stata già affrontata nell’ultimo Piano Regolatore Generale per cui era ben nota agli amministratori di allora i quali se ne sono bellamente disinteressati (bastava frenare o, comunque, monitorare le licenze edilizia concesse in quell’area imponendo, quanto meno, cubature, adozione di materiale e colori adeguati all’ambiente in cui intervenivano). Nella relazione al PRG, il cui testo è richiamato integralmente nella relazione di presentazione al Piano Strategico Comunale dell’attuale amministrazione, si dice: “Negli anni Settanta e Ottanta, l’evoluzione dell’abitato non sempre rispetta le prescrizioni di piano: sono inattuate le zone da urbanizzare previo piano di lottizzazione (S. Andrea–Epitaffio, Madonna del Carmine, S. Giovanni, fascia costiera); altrettanto numerose sono quelle edificate in contrasto con lo strumento urbanistico” ed ancora “Un nucleo di aree turistico–residenziali, quantitativamente marginale, ma di impatto ambientale molto negativo, è previsto anche in montagna, in località Madonna del Carmine (35,5 ha). È destinata ad accogliere utenti di provenienza locale e, in effetti, si presenta piuttosto come una zona di espansione residenziale, e così è trattata nella relazione di piano” per chiudere in bellezza con il “Piano di lottizzazione in località Madonna del Carmine” nel quale si chiarisce tutto “Nel gennaio del 1979 [sindaco Presutto o Conte? ndr] la cooperativa edilizia ”Villaggio degli Ulivi” ha presentato un progetto di lottizzazione per l’area di Madonna del Carmine dove il Prg vigente prevedeva, come si è detto, una zona C4–turistica montana. Come si motivava nella stessa relazione del progetto, gli appartenenti alla cooperativa intendevano realizzare nell’area residenze stabili e avevano scelto tale localizzazione perché presentava minori costi delle aree. Il progetto, approvato insieme alla convenzione nel maggio del 1979, è stato riapprovato nel febbraio del 1982 senza alcuna modifica evidente rispetto al precedente. Nel 1986 fu stipulato l’atto di convenzione tra il comune di Eboli e la cooperativa. Il progetto prevede, su una superficie di 14,7 ettari e per una volume residenziale di 24.871 mc, lotti edificabili (6,7 ha), aree destinate a verde e a parco (7,5 ha), attrezzature sociali e commerciali (0,5 ha). Le caratteristiche orografiche del sito e le difficoltà di collegamento con il centro … sono state probabilmente la causa del mancato completamento dell’intervento. La parte realizzata determina comunque un pesante impatto negativo sul paesaggio, che in questa zona presenta peculiarità panoramiche di notevolissimo pregio”. Sono gli stessi estensori del PRG che pongono l’accento sul grande valore paesaggistico di quell’area e lo ufficializzano in alcune righe “L’elevato valore ambientale e paesaggistico dell’intero sistema collinare e montano evidenzia l’inammissibilità della conferma delle previsioni del piano di lottizzazione in località Madonna del Carmine che … prevedeva l’urbanizzazione di una quindicina di ettari e l’edificazione di poco meno di 25.000 metri cubi, all’interno di quella che il nuovo Prg classifica come sottozona collinare e montana. In tale sottozona, come si è detto, sono stabilite ammissibili soltanto le edificazioni strettamente funzionali all’attività agricola, alle rigide condizioni descritte appresso. La conferma dell’intervento lottizzatorio avrebbe quindi dato luogo ad una situazione di pesante discriminazione rispetto ai proprietari di tutti gli altri suoli compresi nella sottozona, oltre a contraddire pesantemente una delle opzioni fondamentali del piano. Questi argomenti motivano specificatamente a sufficienza, come richiesto dalla giurisprudenza consolidata, la mancata conferma delle previsioni di uno strumento esecutivo già convenzionato, come nel caso di specie”.
La tutela e la conservazione del paesaggio, e del patrimonio storico ed artistico della Nazione, è un valore di particolare importanza. La prima normativa in materia è stata la legge n. 1497/39 che ha introdotto lo strumento del Piano Paesistico, per regolamentare l’utilizzo delle zone di interesse ambientale per proteggere le bellezze naturali e per difendere particolari aspetti del paesaggio. A questa ha fatto seguito la legge n.39/1089 sulla protezione delle cose di interesse artistico e storico. Nel 1985, l’intera materia è stata riordinata con la legge 8 agosto 1985, n. 431 la cosiddetta “Legge Galasso”. Tale normativa ha reso obbligatorio per le Regioni la redazione dei piani paesistici (e la Regione Campania si è dotata di tale strumento) ed ha introdotto l’istituto del vincolo ambientale in base al quale è vietata qualsiasi trasformazione dell’assetto del territorio nonché di ogni opera edilizia, per zone e beni vincolati fino all’adozione dei piani paesistici. Alla citata legge Galasso ha fatto seguito il D.Lgs 29 ottobre 1999, n. 490, “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali”. L’ultima legge in tema di tutela ambientale è il D. Lgs. 21 gennaio 2004 n. 42 che, sulla base della delega contenuta nell’articolo 10 della legge n. 137/2002, ha introdotto il “codice dei beni culturali e del paesaggio”, meglio noto come “codice Urbani”, con il quale è stata ridisciplinata la materia ambientale, prevedendo anche sanzioni sia amministrative che penali. Il “codice Urbani” si presenta, da un punto di vista sistematico, come la diretta attuazione dell’articolo 9 della Costituzione, ai sensi del quale la Repubblica Italiana “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”. I beni ambientali sono definiti in tale norma come “la testimonianza significativa dell’ambiente nei suoi valori naturali e culturali” e il paesaggio come “una parte omogenea del territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana e dalle reciproche interrelazioni”. Tra i beni ambientali soggetti a tutela sono ricompresi: le ville, i giardini, i parchi; le bellezze panoramiche; i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 mt dalla linea di battigia, i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua; i ghiacciai; i parchi e le riserve nazionali o regionali e i territori di protezione esterna dei parchi;i territori coperti da foreste e boschi, le zone di interesse archeologico; le montagne, la catena alpina, la catena appenninica; i vulcani;le zone di interesse archeologico. In tali aree è vietata la distruzione e l’alterazione delle bellezze naturali, anche se vi è possibilità di intervento ottenendo una autorizzazione da parte dell’ente a cui è demandata la tutela del vincolo. Le Regioni assicurano (o meglio dovrebbero assicurare) che il paesaggio sia adeguatamente tutelato e valorizzato. A tal fine sottopongono a specifica normativa d’uso il territorio, approvando piani paesaggistici ovvero piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici, concernenti l’intero territorio regionale.
Anacronismo allo stato puro. In una società dove si fa sempre più strada la cultura del cemento e della cementificazione indiscriminata (ammantando il tutto con l’esigenza di creare lavoro, come se tale prerogativa dovesse escludere necessariamente l’esigenza di tutela del territorio) queste suonano come parole prive di significato. Una classe dirigente che si dimostra incapace di gestire anche problemi noti, rifiutandosi di intervenire in maniera decisa per imporre il rispetto delle regole, può giustificarsi in due modi: o è incapace di svolgere a pieno il proprio ruolo o tutela l’interesse di qualche notabile che, anche commettendo abusi plateali, si sta godendo il paesaggio della Piana dal balcone della propria villa (quasi sempre seconda casa). Uffici tecnici core business? In entrambi i casi si dimostrano inadeguati alla loro funzione e quindi da defenestrare. In tutto questo cosa fanno le associazioni ambientaliste? Possono intervenire senza far emergere un palese conflitto d’interesse grande quanto una villa (scusate se ho alluso).
Vorrei chiedere ai signori della Consulta: come farete a far convivere i vostri proclami di “… promuovere la cultura del verde e dell’ambiente in cui viviamo” con il progetto dell’Housing sociale che se attuato devasterà la collina di Grataglie (non è che ora è messa bene)? Come possiamo pensare al verde pubblico e privato se si progettano centinaia di alloggi per “giovani coppie” quando i giovani da Eboli vanno via e al loro posto arrivano solo extracomunitari? Questi ultimi saranno in grado di potersi pagare una di queste case? Io lo spero per loro. L’edilizia è bloccata? Non case nuove ha bisogno Eboli (l’ufficio anagrafe potrebbe confermare il calo di ebolitani e di nuove coppie) che ma la riqualificazione dell’esistente. Lavoro certo ma per migliorare l’ambiente in cui viviamo, realizzare strutture ricettive ecocompatibili, spazi verdi. Anche questo darebbe lavoro ma a chi gioverebbe tutto questo? Cemento, cemento, cemento … e il verde resta solo una bella parola ed un proclama da dare in pasto ai soliti quattro fessi.
Carissimo Armando senza nessuna polemica non vorrei essere uno dei quattro fessi che hanno dato in pasto la parola verde,va be che io non sono NESSUNO ma ti prego di porre le tue attenzioni agli adetti ai lavori magari farebbe piacere la tua presenza alla prossima consulta…insieme è chi veramente ama il verde ed altro MIGLIORARSI si può per il bene della CITTA’.-
cordiali ed affettuosi saluti Franco.-
Franco, lo scopo del mio intervento è stato solo far riflettere sull’incongruenza delle posizioni di questi signori che con una mano tolgono e con l’alytra fanno finta di dare per farsi “bellilli” agli occhi della gente “Hai visto finalmente ad Eboli c’è gente che si occupa della natura, del verde, del paesaggio”. Ma quanto mai. Hanno avuto anni per dimostrare di che pasta sono fatti e siamo ancora al palo. In questi lungo perido chiedo solo di farmi l’elenco delle cose che sono state stabilmente portate in cantiere, realizzate e date agli utenti. Una, dico una. E credimi non è solo per mancanza di soldi che ad Eboli le conìse non si fanno. manca competenza, capacità, sensibilità e lungimiranza. Queste persone vivono il proprio ruolo con lo spirito impiegatizio. Sono incapaci di guardare oltre il proprio naso (che poi è giusto il periodo del loro mandato) ed ancora più incapaci di guardare lontano. Ti ricordi che con Rosania nell’area dei prefabbricati era prevista la realizzazione di un parco attrezzato? Che fine ha fatto quel progetto? Non poteva essere questa un’occasione per dimostrare quanto questi signori amino il verde. E perché, ancora, hanno stornato 150 mila euro per il “Belvedere” invece di ultimare il percorso dei mulini all’Ermice? Perché non hanno bonificato e salvaguardato il parco di San Donato, il parco fluviale al Sele? Lo vedi che sono solo dei peracottari capaci solo di proclami. Lo spirito è “Ci sono dei fondi, inventiamoci qualcosa per ottenerli” e non viceversa. Le idee per questi signori sono degli optional e non un modo di vedere. Cosa faccio io oltre a chiacchierare? Cerco di essere un cittadino collaborativo e fare quello che mi è possibile fare (visto il lavoro che faccio). Il mio contributo anche se su carta lo stò dando, sono dei piccoli tasselli che messi insieme a quelli degli altri possono creare qualcosa di buono. Il resto è tutta fuffa!
Ciao Frà
iniziamo nel mettere i primi tasselli insieme,sono dello spirito che più gente collaborano più meglio sarà la CONSULTA,anzi prenderà il vero senso di essere una vera CONSULTA quindi un laboradorio di idee da mettere in campo tra amministrazione,associazioni,comitati e singoli CITTADINI,solo cosi si potrà lavorare in una giusta e sana direzione,non voglio colpevolizzare nessuno perchè al sottoscritto interessa solo che si faccia qualcosa per eboli,tutto il resto è solo “SCHIFEZZA POLITICA”…però devo ammettere che le magagne e le pecche ne sono state fatte tante,va be cerchiamo di cambiar pagina se i signori delle istituzioni lo vogliono altrimenti BONTA’ SEMPRE LORO.-
Noi altri,comuni cittadini che amiamo veramente la città di Eboli,di più sinceramente penso non possiamo proprio…tanto gira e rigira il “potere” è dalla loro parte,quindi siamo tutti “vigili” e attivi dando il proprio contributo.-
Spero di incontrarci alla prossima consulta cosi cosi le tue idee e pensieri le esponi ai signori avente voci in merito cioè ISTITUZIONALI,ciaoooo un abbraccio conto sulla tua presenza alla prossima Consulta.-
Franco, oltre a te ci saranno persone che veramente tengono al futuro della città? Non credo e quindi non vengo a farmi prendere in giro
ok comunque tentare non costa nulla ma rispetto la tua scelta,ovviamente se cambi idea ne sarei ben felice perchè vedo che sei veramente preparato sull’argomento è solo cosi con cittadini che vigilano per davvero… allora vera CONSULTA,nel salutarti ti auguro una serena e santa Pasqua a te e ai tuoi cari.-
Franco ricambio gli auguri e buona lotta.
Chu sta ggente ce vonn uommene tuost comm a tte!!