Dal vertice tra Alfano, Bersani e Casini nuova intesa sulla riforma destinata a sostituire il “Porcellum”. Il plauso di Napolitano.
Le novità: Soglie di sbarramento e taglio nel numero dei parlamentari da 945 a 750 e diritto di tribuna e i cittadini sceglieranno i Parlamentari. Idv: “E’ una truffa”. Maroni: “Una porcata”. SEL: Accordi di Palazzo.
ROMA – Il vertice fra Pierluigi Bersani, Angelino Alfano e Pierferdinando Casini ha partorito un accordo su una nuova legge elettorale. Dopo quasi due ore di riunione i tre segretari di maggioranza hanno trovato un’intesa sulle nuove regole del voto. In particolare sparisce l’obbligo di coalizione, il numero dei parlamentari viene tagliato, sulle liste deve essere presente l’indicazione del candidato premier. All’incontro erano presenti anche Italo Bocchino per FLI, Pino Pisicchio per l’API e Ferdinando Adornato per l’UDC. Infuriati la Lega, Italia dei Valori e Sinistra ecologia e Libertà.
Sono previste inoltre una soglia di sbarramento (4% o 5%) e il diritto di tribuna per i partiti che non riescono ad eleggere parlamentari. E ancora “la restituzione ai cittadini del potere di scelta dei parlamentari”. Niente ritorno alle preferenze, però.
Nel giro di un “paio di settimane” verranno presentate le modifiche costituzionali e la nuova legge elettorale. Le riforma saranno presentate in Senato: quella costituzionale sotto forma di emendamento soppressivo e interamente sostitutivo del testo già incardinato in commissione, la riforma del voto come proposta di legge. Il numero dei parlamentari dovrebbe scendere a 500 deputati e 250 senatori.
“Il processo è stato avviato positivamente”, commenta Bersani. “E’ uscito un comunicato congiunto e questo è un fatto molto importante – sottolinea – ci sono dei paletti e la volontà di proseguire in parallelo con alcune riforme istituzionali e con la legge elettorale su cui, come noto, il Pd insiste moltissimo e che per noi è prioritaria e dirimente”. Certo, ammette, “c’è ancora qualcosa da perfezionare e probabilmente ci riuniremo di nuovo la prossima settimana”.
Per Pierluigi Bersani, ci sono i tempi per chiudere entro la fine della legislatura. “Se ci si mette rapidamente, certamente ci sono i tempi per la legge elettorale e anche per qualche aspetto della riforma costituzionale – ha assicurato – bisogna però avviare un percorso sufficientemente condiviso”. Il segretario rimanda al mittente le critiche dei prodiani: “Non rinneghiamo il bipolarismo. Il problema italiano è come lo facciamo il bipolarismo, non se lo facciamo”.
Soddisfatto anche Pierferdinando Casini. “E’ stato chiesto alla politica di battere un colpo: lo abbiamo fatto”. “Questo – prosegue – è un fatto di grande importanza: siamo riusciti a passare dalle parole ai fatti. La politica sta dando una buona prova di sé”.
“E’ andata bene. Abbiamo fatto un buon lavoro. Ci rivedremo e credo che su riforme costituzionali e legge elettorale possiamo ambire a un buon risultato” sintetizza il segretario del Pdl, Angelino Alfano.
Chi dice no. Fermo il no dell’Idv. “La bozza sulla nuova legge elettorale è una truffa. Non solo non restituisce ai cittadini il diritto di scegliersi i loro candidati, ma gli toglie anche ciò che avevano in precedenza: il diritto di conoscere prima delle elezioni, e non dopo, il programma, la coalizione e il candidato premier” afferma il capogruppo alla Camera Massimo Donadi.
Critico anche il verde Angelo Bonelli: “ “Devono essere i cittadini a scegliere chi governa il paese e non gli inciuci di palazzo”. Disco rosso anche da Sel: “Siamo alla ‘seconda prima repubblica’. Se si vuole tornare agli accordi di palazzo, si dovrà fare i conti con la disistima crescente per la politica” dice Gennaro Migliore della segreteria nazionale.
Irata la reazione della Lega: “Se la nuova triplice, Pdl, Pd e Udc si mette d’accordo per fare una riforma in cui si sceglie la maggioranza dopo il voto sottraendo ai cittadini il potere di decidere, sarebbe la vera porcata” attacca il leghista Roberto Maroni. Che aggiunge: “Sulla riduzione dei parlamentari sono completamente d’accordo, purché sia contemporanea all’introduzione del Senato federale, allora sì che è una riforma vera altrimenti è una cosa che fa ridere”.
Il plauso del Colle. Giorgio Napolitano accoglie “con vivo apprezzamento” l’impegno assunto oggi da Pdl, Pd e Terzo Polo per le riforme e la modifica della legge elettorale, invitando le forze politiche che sostengono il governo Monti a “procedere senza indugio” lungo il percorso riformatore, come si legge in una nota diffusa dal Quirinale.
E il presidente del Senato Renato Schifani avrebbe assunto con Napolitano l’impegno di vigilare affinchè vengano rispettati i tempi per l’approvazione, al Senato, delle riforme costituzionali e della legge elettorale in tempi tali da divenire leggi entro la legislatura.
L’iter. Un emendamento congiunto di Pdl, Pd e Terzo polo sulle riforme costituzionali e un disegno di legge dei tre partiti sul sistema elettorale. In pratica le riforme costituzionali e la nuova legge elettorale partiranno entrambe al Senato. Entro 15 giorni sarà presentato un emendamento soppressivo di quanto è già stato discusso dall’inizio della legislatura sulle riforme.
Il ddl per la riforma elettorale avrà invece come base la bozza Violante, che prevede tra l’altro lo sbarramento. Pierluigi Bersani, però, avverte: “Ho detto andiamo in parallelo, perchè non intendo dire agli italiani facciamo tutto e poi non succede niente. Non metto in dubbio la buona fede degli altri, ma siccome c’è la possibilità, dico: prima facciamo la legge elettorale, poi le riforme costituzionali partendo dalla riduzione del numero dei parlamentari”.
Roma, 28 marzo 2012