Per Etica e la Francese è necessario un intervento umanitario per una famiglia bisognosa, esclusa dalla graduatoria di assegnazione degli alloggi popolari. Dietro il dramma familiare quali politiche adottare.
Etica per il Buongoverno interroga l’Amministrazione e chiede solidarietà.
BATTIPAGLIA – Con una nuova interrogazione del gruppo consiliare Etica per il Buongoverno ha inteso sollevare all’attenzione della Amministrazione comunale il dramma sociale, che ha trovato spazio in questi giorni sulla stampa, di una famiglia, che vive di elemosina, impossibilitata a pagare il fitto di una casa, che non opportunamente seguita non rientra nelle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari, in via di assegnazione, di via Manfredi.
Quella famiglia con grandissima dignità vive la sua difficilissima situazione sociale, senza suonare la grancassa o cercare di attrarre l’attenzione della comunità battipagliese sulla propria condizione di disagio.
Il senso di solidarietà di alcuni cittadini, l’azione stessa del nostro movimento, ha fatto si che si accendessero i riflettori su un dramma sociale, dinanzi al quale tutto si può fare, tranne che chiudere gli occhi e far finta che non ci sia. E se questo principio vale per la comunità di Battipaglia, ancora di più vale per la politica e per le Istituzioni della nostra città.
Per questi motivi Etica per il Buongoverno, attraverso la sua leader Cecilia Francese, ha inteso presentare una interrogazione,innanzitutto per chiedere se la vicenda di quella famiglia era già nota alla Amministrazione Comunale ed ai servizi Sociali della nostra città ,e nel caso positivo, quali provvedimenti sono stati già adottati per alleviarne la situazione; in secondo luogo cosa si intende fare per risolvere il problema abitativo che diventa quello più immediato per quella famiglia.
Da questo punto di vista Etica ha avanzato una proposta:sono in via di assegnazione le case popolari di via Manfredi (i famosi 48 alloggi popolari che l’amministrazione vorrebbe mettere addirittura in vendita, quasi a negare il dramma dei senza casa nella nostra citta’). Si tratterebbe di accelerare i tempi della assegnazione (come etica ha gia’ suggerito in un’altra specifica interrogazione, facendo diventare la verifica della graduatoria, come una priorita’ della commissione provinciale e poiche’ alcune delle famiglie assegnatarie sono attualmente (da circa 7 anni!) ospitate in case private il cui canone viene pagato dal comune di Battipaglia, si tratterebbe di mantenere in vita uno di quei contratti di locazione per potere ospitare in quella casa la famiglia di diseredati che oggi ha trovato rifugio nel magazzino abbandonato.
Il Comune comunque avrebbe un risparmio, in quanto a fronte dei tanti contratti di fitto che paga oggi, ne conserverebbe soltanto uno, per consentire di restituire dignità ad una famiglia, a cui le vicende della vita hanno rassegnato un destino socialmente inaccettabile, e consentirle di riacquistare fiducia per affrontare le altre difficili prove della vita. Si tratterebbe davvero di un atto di solidarietà, facendo capire a quelle persone che non sono sole, che questa comunità è ancora capace di essere sensibile ai drammi sociali, e davvero di un intervento concreto di politica sociale. Abbiamo chiesto a questa amministrazione di risponderci con urgenza in Consiglio Comunale: aspettiamo!
Battipaglia,12 marzo 2012
Vogliono la casa, ma ‘a fatica no??