Santimone nei panni di “Mosé” indica i “10 Comandamenti” per risollevare il Commercio ridotto con le “brache” in mano. I commercianti fanno autocritica e bocciano la Politica e il SIAD.
La crisi di oggi è il risultato degli errori degli ultimi 15 anni di cattiva gestione politica e amministrativa ma anche di una deprimente apatia.
EBOLI – L’assemblea affollata che si è tenuta sabato scorso nell’Aula consiliare di Eboli è il termometro politico di come il settore sia in crisi e di come la sta vivendo sulla propria pelle, sebbene come ha voluto sottolineare più di qualcuno, sia una crisi che viene da lontano e che individua in diverse cause le sue origini, non prima nella scarsa progettualità politica e non escludendo gli errori della stessa categoria dei commercianti che evidentemente non ha saputo incidere sui processi politico-programmatici messi in atto, se sono stati messi in atto, dalle varie amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi 20 anni. Da una parte al tavolo della presidenza Paola Fulgione, Virginio De Francesco, Donato Santimone, Enrico Bottiglieri, Enzo Schiavo, Attilio Astone di Confesercenti, dall’altra i Commercianti agguerriti.
Al di la della cronaca che pure interessa ma che rappresenta solo la parte che si espone, quello che più interessa alla Città, ai commercianti e conseguentemente ai cittadini è sicuramente una convergenza di fattori che uniscano, utilità e convenienza reciproca, ma anche una vivibilità che passa solo attraverso la frequentazione della Città in tutte le sue parti, riscontrando al momento una desertificazione che prende per prima il centro e poi il resto delle periferie.
Forse è la prima volta che si sono guardati in faccia e che si sono detto quello che avevano in corpo da mesi se non anni. C’è chi lo ha detto con fervore, come la giovane produttrice cinematografica Eleonora Raimondo che manifestando le sue difficoltà forniva una similitudine con le altre Città vicine; chi con rabbia, come Vincenzo D’Angelo titolare della Detercart in Via Nobile o Pasquale Ambrosio proprietario di Marachelle sulla Strada Statale, che puntavano il dito soprattutto sulla questione dei parcheggi ritenuti cari e che terrorizzano i clienti fino a proporre una sorta di tessera; chi invece come il titolare della pelletteria Rago di Viale Amendola, Antonio Lamberti, patron di Cabareboli e Gustavo Sparano proprietario del Panigaccio, facendo una valutazione sulla scarsa partecipazione, proponevano di fare rete o di promuovere iniziative di breve durata, pensando semmai a promozioni straordinarie o all’isola pedonale; chi come Bonelli strumenti Musicali, provava ad evidenziare la sua difficoltà a promuovere i suoi prodotti e offrirne le potenzialità, facendoli ascoltare, senza incorrere in probabili sanzioni; oppure chi come Ennio Ginetti nella sua doppia veste di commerciante e titolare di un Pub nel Centro Storico, e di Politico, sebbene di opposizione, ha sviluppato nel suo intervento, mai così completo e disinvolto a memoria del suo impegno politico come consigliere, ha centrato in pieno il tema sottolineando come questa crisi fosse da attribuire alla mancanza di progettualità e di come i commercianti siano stati fino ad ora “cani sciolti”, abbandonati a se stessi e a rincorrere gli eventi che puntualmente, per la loro improvvisazione risultano poco efficaci nell’economia generale, rispetto ai risultati conseguiti; Oppure chi come Raffaele Spaguolo e Vincenzo Galiano suggerivano forme di proteste estreme, il primo una serrata, il secondo spegnere le luci e abbuiare la Città.
Ma se le varie interpetrazioni hanno toccato singoli argomenti gli interventi che più hanno segnato l’incontro sono stati quelli del Presidente della Cofesercenti Donato Santimone, e di Vincenzo Galiano, anch’egli quadro provinciale della Confesercenti, al primo è toccato gli indirizzi, al secondo l’analisi e la critica.
Santimone ha indossato i panni del “Mosé” è ha indicato in 10 punti, quelli che dovrebbero essere i “10 Comandamenti” a cui, sia le forze politiche di maggioranza che di opposizione dovranno attenersi per cercare di risollevare le sorti di un Commercio cittadino ridotto con le “brache” in mano.
Enzo Galiano invece è stato più diretto e sotto gli occhi dei politici presenti in sala, i quali in precedenza, sono stati invitati a non intervenire: come l’ex Sindaco Gerardo Rosania, il suo ex Assessore e ora Consigliere Comunale e Provinciale Massimo Cariello; i consiglieri, Salvatore Marisei del PD, Lazzaro Lenza del PDL, Paolo Polito di FLI; L’assessore alle attività produttive Pierino Infante, e i suoi colleghi Enzo Consalvo e Adolfo Lavorgna; ha evidenziato e senza peli sulla lingua come la situazione di crisi di oggi sia il risultato degli errori degli ultimi 15 anni di cattiva gestione politica e amministrativa. Per Galiano quegli errori hanno condizionato il presente, e questa lezione diventi la base di una difesa perchè non si verifichino le stesse condizioni anche nel prossimo futuro.
Cronaca a parte, che si preferisce sia stata offerta dalla stampa locale, questo incontro non può passare inosservato e se le parole non sono pietre devono essere messe in evidenza per onestà rispetto alla Città, ai cittadini, a una parte importante dei vari settori produttivi che non di meno vivono le stesse difficoltà, semmai più drammatiche e più dolorose perché meno evidenti e più trascurate, e perché ogniuno si assuma per intero le sue responsabilità.
Ma quali sono questi dieci punti presentati come il canovaccio su cui operare ed invitare le forze politiche a discutere ai quali è stato attribuito un valore taumaturgico, tanto da poterli associare alle 10 tavole di Mosé e associando Santimone a Mosé stesso?
- La revisione immediata del SIAD, lo Strumento di pianificazione commerciale, rivedendo la presenza delle Mega strutture ritenute esagerate, prevedendo contestualmente aree dove gli esercizi di vicinato possano delocalizzarsi con servizi comuni per ridurre i costi di gestione;
- L’impegno da parte dell’Amministrazione di destinare l’IMU, la nuova imposta che sostituisce l’ICI, che viene dal Centro Commerciale Le Bolle e dell’Outlet di San Nicola Varco, ad un programma di riqualificazione urbanae delle Attività commerciali;
- Finanziare, dalle stesse risorse ricavate dall’IMU, un programma di rilancio dell’immagine della Città attraverso (TV, Radio, Stampa, Cartellonistica, Web), nel bacino di influenza storico della Città da Campagna a Potenza;
- Revisione delle Tariffe TARSU per il prossimo biennio, senza penalizzare le attività d’impresa;
- Trovare forme per evitare che la nuova IMU si scarichi immediatamente sulle imprese e contestualmente avviare una seria lotta all’evasione:
- Avviare una politica del Turismo seria e programmata mettendo insieme Museo-Biblioteca-Aree archeologiche-privati per far nascere una offerta turistica insieme alla risorsa mare da valorizzare in maniera definitiva privilegiando la qualità ambientale allo sfruttamento illimitato del territorio;
- Realizzazione di eventi veri e non piccole iniziative come: La grande Bufala, il Miele, Mostra sullo Sbarco. Favorire i Mercati specializzati: Etnici, di Antiquariato, di baratto, localizzabili in tutti i quartieri;
- Avviare una discussione sulla possibilità di pedonalizzazione della Città, introducendo inziative, attrazioni che attirino i ncittadini;
- Avviare una discussione sugli orari, mettendo in discussione i Decreti Monti, per andare incontro ai consumatori, prevedendo semmai anche la divisione della Città in zone.
- Sostegno vero ai Centri Commerciali Naturali da parte del Comune che stimoli anche il mondo dell’associazionismo.
Sulla base di queste proposte ora si dovrà aprire una discussione. Sinceramente ci si aspettava di più. I dieci punti soffrono di contenuti politici che non incidono nell’immediato, e non rappresentano nel medio e lungo termine certezze risolutive rispetto alla crisi del commercio che ha ben altre matrici, non ultima quella dei flussi storici. Non aver voluto parlare insieme alle forze politiche è stato indubbiamente un errore, un’occasione mancata che non potrà essere colmata nemmeno con un Consiglio Comunale monotematico, che sarebbe l’ennesimo e che sarebbe sempre parziale, non potendosi confrontare a 360 gradi con tutti i vari soggetti. Errore rilevato sotto voce da tutti i rappresentanti politici presenti, e se Paolo Polito ha ritenuto di essere stato inibito ad intervenire, Pierino Infante ha scosso la testa specie nell’ascoltare che il progetto contenuto nei “10 Comandamenti” venisse affidato alle opposizioni. Altro errore è stato quello che all’incontro non hanno partecipato le altre sigle del settore, CNA, Confocommercio, Unimpresa.
Se le proposte non sono un gran che, sebbene siano un viatico almeno per avviare una discussione, non si può non rilevare come sia stato negativo per il commercio locale l’aver individuato ben tre Aree da destinare alla Grande Distribuzione, tanto che gli stessi commercianti chiedono di rivedere il SIAD. Lo ha denunciato apertamente Galiano ricordando come avesse avvisato gli amministratori di allora e quelli successivi che non era giusto individuare 3 aree per la Grande Distribuzione, tre Aree, nelle quali si è realizzato già il Centro Commerciale LeBolle, e l’Outlet Cilento Village si avvia alla ultimazione dei lavori con prossima apertura.
E se è appena aperto Le Bolle è già si sente aria di soffocamento, figuriamoci quando aprirà i battenti l’altra grande struttura. Intanto Galiano fa un’altra denuncia ancora più grave, nel momento in cui sottolinea il tipo di contrattistica che si sta praticando in quella struttura, che mortifica i giovani che ci lavorano costretti ad accettare contratti anche a dieci giorni e addirittura ad ore. Sarebbe il caso mentre si discute di come sollevare il Commercio anche di verificare queste circostanze e invitare gli organi competenti ad effettuare delle verifiche e semmai punire senza mezzi termini chi usa queste modalità.
Purtroppo si diceva che le parole non sono pietre e non lo sono nel momento in cui si apprende che a Galiano, che si è sempre manifestato contrario a questo SIAD, si sia aggiunto anche il Presidente Uscente della Confesercenti Donato Santimone, nel momento in cui si è messo al primo punto dei “comandamenti” la revisione immediata del SIAD e delle Grandi distribuzioni.
Ma come al solito le motivazioni di una crisi non hanno tutte lo stesso indirizzo, in questi anni c’è stato un concorso di responsabilità che sarà difficile individuare la misura percentuale da attribuire ai vari soggetti, e se la politica e le varie Amministrazioni ci hanno messo il loro, non sono stati da meno gli imprenditori, i commercianti, i professionisti. Una città che a poco a poco ha organizzato il suo funerale non prima di lasciarsi morire, e così insieme ad altri fattori storici, di flussi, e sociali si è andato incontro passivamente ad una paurosa decadenza.
Facendo una semplice considerazione che tocca le attività commerciali al centro della Città, per intenderci intorno all’ovale della Piazza, su circa una trentina di esercizi commerciali di cui ben 5 sono Bar, solo sei sono di recente apertura ed i restanti conservano le stesse caratteristiche da oltre 30 anni, sia nella offerta merceologica che nell’arredo e nelle modalità di gestione, oltre che di rappresentazione, manifestando una depressione di fatto che non invita per niente gli avventori, evidentemente attratti da altre realtà commerciali, più moderne, più luminose, più attive e meno personalizzate. Una decadenza senza pari che coinvolge gli stessi commercianti ma anche i loro colleghi.
Tra i dieci comandamenti si sarebbe aspettato richieste diverse che andassero nel sostegno reale al rinnovamento delle attività, delle stigliature, delle vetrine oltre che delle merci, attraverso la creazione di un fondo al quale dovrebbero concorrere le organizzazioni dei Commercianti e il Comune e se non si può competere con i prezzi almeno si può puntare siulla qualità, poi tutte le altre cose ivi compreso spettacoli e mercatini, vanno bene lo stesso. Ma perché nella vicina Battipaglia risulta che ci siano particolari organizzazioni di spettacoli che attraggono i visitatori e riempiono i negozi se non le luci sfavillanti dei negozi e delle vetrine e l’offerta di merce a buon prezzo e di discreta qualità?
Il rilancio dell’immagine della Città passa pure attraverso la sicurezza. Si può mai pensare che si possa attrarre visitatori provenienti dal comprensorio se passa l’immagine di una città dove chi vince una normalissima partita di calcio ed esulta viene picchiato, o chi viene aggredito per strada senza nessuna ragione, o come nei giorni scorsi si arriva ad arrestare intere famiglie che hanno colonizzato interi quartieri convertendoli in luoghi di spaccio e di incubatoi della delinquenza, solo perché si tollera, sul falso presupposto del bisogno, condizioni di illegalità diffusa, che danno origine a delinquenze croniche e ambientali di dimensioni gigantesche e bene ha fatto il Sindaco ad allertare il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica.
Ma come si può pensare ad un rilancio del commercio di questa città se non si ritrova se stessi, come ha sottolineato anche Galiano? Verrebbe da dire, anziché giocare ai politici ed intingere ogni cosa di ideologismo sterile perchè non si stabilisce quando si vuole crescere e cosa si vuole fare da grandi?
I processi si guidano, ma è necessario credere in un progetto e ancor prima avere un progetto e poi saper osare. In ultimo tanto per rendere l’idea di che tipo di imprenditori operano nella Città, per dare una mano ho chiesto a più riprese e a diversi imprenditori di offrire spazi pubblicitari “gratis”, non ho mai ricevuto un banner. E se l’apatia non fa cogliere nemmeno le occasioni più semplici e a costo zero, come si può pensare ad altro?
Eboli, 24 gennaio 2012
Leggo nella minuziosa ricostruzione che i commercianti citano la lotta all’evasione come possibile deterrente contro la crisi, in grado di far recuperare risorse e reinvestirle in un incremento di decoro urbano volto ad una maggiore attrattività della città!!!
Mi assumo il rischio di essere banale ma quanti di quei commercianti sono causa di evasione fiscale?
Cosa pensano dei colleghi che evadono costantemente evitando di scontrinare o non scontrinando il giusto?
Qualcun’altro ha tirato in ballo le forme contrattuali (sicuramente deprecabili) attraverso le quali vengono precarizzati i giovani e meno giovani assunti al presso i punti vendita del centro commerciale!!!!!!
E’ abbastanza naturale obbiettare che il 90% degli occupati presso le attività commerciali non ha nessuna forma contrattuale, non detiene il ” lusso “di appartenere ad una categoria, guardano al precariato come ad un miraggio, senza speranza sul nascere.
Rivoluzionatevi dall’interno, guardatevi seriamente negli occhi, poi potreste esser credibili.
Il quadro desolante che ha offerto il dott. Del Mese, risponde a quello che mi sono fatto. I veri responsabili del declino di Eboli sono proprio i commercianti. I politici non significa che non hanno colpe, loro li hanno assecondato e non ricevendo nessuno stimolo si sono addormentati anche nel ruolo che gli e’ proprio: quello della programmazione. I commercianti hanno perso il treno. Ne devono prendere un’altro, ma devono imparare la lezione ed essere piu’ gentili, disponibili, educati, e abbassare i prezzi.
Ma sono proprio loro i veri responsabili della loro crisi. Sono maleducati e irriguardosi. Mi e’ capitato che dopo esere entrato in un negozio, aver chiesto, osservato e non convinto non ho comprato, non solo mi sono sentito dire di avergli fatto perdere tempo ma quanto ha fatto anche storie. non ho reagito per non mettermi allo stesso livello, ma una cosa e’ certa non entrero’ mai piu’ in quel nrgozio. Al diavolo.
Mia moglie mi chiede di ritirare della roba in lavanderia. Vado e……..
Chiedo quant’è ?: 19 euro.
Pago mi viene dato lo scontrino : 10 euro.
Dico: Se lei mi scontrina 10 euro, mi dia NOVE euro di resto.
Risposta: il costo REALE è 19, lei vuole lo scontrino intero?
Risposta : come è dovuto.
Ricevo il nuovo scontrino di 19 euro e con modo sgarbatissimo:
Mi faccia una cortesia, NON VENGA PIU’ nel mio negozio.
Lo strano comportamento della signora, mi ha scioccato e non ho avuto la prontezza di chiamare il 117. Anche perchè non c’erano testimoni e la “mia” parola valeva “quanto la sua”.
ma quali commercianti e quale commercio., non si meritano niente, ci hanno tartassato per anni.
bene lioi
a questo punto sputtaniamo la lavanderia e non ci andasse più nessun ebolitano
anzi qualcuno ci vada con uno della finanza in borghese
Ad Eboli il commercio al dettaglio segna il passo, la crisi e la GDO,”uccidono un uomo morto”.Lontani i fasti degli anni 80,dove Ascom e Confesercenti duellavano per una gioiosa supremazia cittadina,dove la “gens” mercantile aveva peso in tutti i sensi.Le vendite al dettaglio a gennaio sono calate dell’1,2% rispetto allo stesso mese del 2010 e dello 0,3% rispetto a dicembre. Lo dice l’Istat, precisando che su base mensile pesa soprattutto la performance del comparto alimentare (-0,5%). Una riduzione tendenziale così forte non si registrava da maggio 2010. Per quanto riguarda il calo congiunturale, si tratta del più marcato da aprile 2010. Il crollo interessa anche le vendite negli ipermercati rispetto a gennaio del 2010 (-2,7%).Le liberalizzazioni sugli orari,penalizzeranno ancor +i piccoli,che avendo un staff familiare,saranno schiavizzate dalla loro stessa azienda,privandoli del giusto riposo.il centro cittadino,con coprifuoco serale, ormai e’ in mano a bande di teppisti bulli e delinquenti?nessuna parola sulla totale assenza di forze dell’ordine e vigili?il commercio e’ in crisi sia per la crisi economica internazionale,sia per gli affitti delle botteghe( certi proprietari di botteghe affittano a prezzi come se fossimo al centro di londra) sia per il proliferare dei centri commerciali e su questo sono d’accordo,ma la gente va sempre meno in centro e preferisce i centri commerciali anche per ragioni di sicurezza,poi mettiamoci il degrado,la sporcizia e il quadro e’ completo!…e ancora non è aperto l’OUTLET…NON OSO IMMAGINARE IL DOMANI PEGGIORE PER LA CATEGORIA
voi state sbroccando
questi dieci comandamenti mi sembrano il trito insipido della campagna elettorale di chi sa già di avere i voti per essere eletto
sarà perchè questi pseudo commercianti ebolitani già hanno chiuso i boui da parecchio che non hanno idee innovative?
Be, sarebbe bello sentire le loro opinioni, in questo caso ci accontenteremmo anche di leggerle.
Bisogna dare atto però ai signori della categoria di aver avuto coraggio e determinazione, caratteristiche che sicuramente il popolo ebolitano non ha dimostrato e tutt’ora non dimostra, ovviamente l’inettitudine è rivolta in primis a me.
Sono anni che le stesse persone dicono le stesse cose, la minoranza politica in consiglio comunale sovente si trasforma in maggioranza, quest’ultima per “varie ragioni” non disdegna di vestire i panni della minoranza e noi stiamo a guardare, al massimo commentare l’articolo che riporta gli scontri di potere.
Saremo mai dotati di coraggio sufficiente utile a scatenare una rivoluzione civica??
Dott. Lioi lei ha fatto benissimo a richiedere loscontrino fiscale con la cifra giusta pagata e la reazione della commerciante maleducata ,come quasi tutti i bottegai ebolitani, è normale anche questa,perchè per anni abbiamo consentito loro questo comportamento,adesso basta!!!!!!!!!!!!
E’ arrivata” tassa.li” un’invenzione eccezionale per smascherare tutti gli evasori, ma aggiungerei che per alcuni esercizi commerciali come pizzerie, ristoranti, pab, bar e quant’altro non basta perchè l’illegalità non è solo nello scontrino, questo potrebbe essere l’ultimo anello di una catena di illegalità, per questo obbligherei l’installazione di telecamere a circuito chiuso, collegate ai Nas e alla Guardia di Finanza, senza ledere la privacy dei clienti naturalmente,dentro le cucine di pizzerie e ristoranti, ma anche dietro i banchi dei pab e dei bar per controllare il prodotto richiesto, che spesso non è adeguato per qualità e quantità alla cifra presente sullo scontrino, anche fiscale, approfittando spesso del cliente distratto o ignaro di alcune furberie.
Ho perso tempo a leggere i 10 comandamenti di Santimone, ma uno mi ha fatto riflettere particolarmente, mi chiedo come si può definire piccole iniziative “La Grande Bufala” e “Millefiori”? Il sig. Santimone è fuori da ogni logica commerciale, ( si ricordi il fallimento dei mercatini di Natale da lui proposti allestiti e dopo qualche giorno smantellati per l’idea fallimentare), quale sarebbe ,secondo lui ,l’evento da sostenere, forse l’idea balorda del mercato in piazza? Volevo ricordare al sig. Santimone e a chi non sa che il”Giffoni film festival” è nato da una piccola iniziativa e in poco tempo,ha stravolto positivamente l’intera economia di Giffoni Valle Piana e non solo..Dunque, invece di essere sempre stupidi disfattisti e pontificare,inviterei ilsig Santimone e suoi adepti a riflettete e accettare quelle iniziative che potrebbero essere utili per risollevare l’economia di Eboli in poco tempo se supportate e magari con qualche contributo d’ idee per l’ampliamento degli eventi. Voi siete gli unici artefici della vostra malasorte e la cosa peggiore è che perseverate senza sosta.
P.S.Mi raccomando sig Santimone qualsiasi cosa voi facciate non dimenticate un corso di buona educazione per i commercianti di Eboli, magari si chiederà alle scuole di organizzare tali corsi a titolo gratuito per il bene della loro attività commerciale e salvare così anche l’immagine del nostro paese. Buona parte dei nostri commercianti sono troppo maleducati , cafoni e arroganti.
Intollerabile!