L’azione politica dei riformisti impedisce la svendita del macello comunale e svela i retroscena dell’affare.
Il privato guadagnerebbe 26milioni di euro, al comune il controvalore in beni per circa 1,6 milioni. Una permuta a meno del 7% del valore. C’è ne tanto perché la magistratura si occupasse del caso.
EBOLI – “I rilievi sollevati dall’area riformista del PD durante la discussione in Consiglio comunale di ieri sera – scrivono in una nota politica i Consiglieri Comunali dissidenti del PD Salvatore Marisei, Carmine Campagna, Antonio Petrone, Armando Cicalese, all’indomani del Consiglio Comunale nel quale si è discusso del Progetto di Finanza “Porta San Giovanni” e della relativa Variante agli strumenti urbanistici – obbligano il Sindaco, messo alle strette dinanzi all’evidenza dei fatti, a fare marcia indietro e ritirare il provvedimento, in un aula semideserta viste le assenza di tutti i consiglieri del centrodestra e dell’opposizione di centrosinistra.
Dopo aver con colpevole ritardo deciso di tagliare il bubbone del Consorzio farmaceutico – prosegue la nota dei Consiglieri PD – (chi pagherà i debiti prodotti nel 2011?), luogo del potere prima di sinistra e poi di destra, come da tempo noi sosteniamo, e dopo essersi divisi il bottino delle nomine dei revisori dei conti (due alla maggioranza, equamente divisi tra il Sindaco ed i Centristi, ed uno al centrodestra), tutti a casa a festeggiare con un piatto caldo.
Eravamo presenti noi.
La variante urbanistica per consentire ad un privato di realizzare ben 43 alloggi nell’area del Macello comunale, – continuano nella nota i riformisti del PD – lì dove non previsto dal Piano Regolatore Generale, nascondeva un vero affare tutto a danno dei cittadini di Eboli che è venuto a galla tra il finto stupore di alcuni, le gote arrossate di altri, la paura di molti consiglieri di votare un provvedimento che li avrebbe portati dritti dritti alla Corte dei Conti.
Ora è tutto uno scarica barile delle responsabilità sul Sindaco Melchionda, sull’Assessore Consalvo, sulla maggioranza, sugli Uffici.
Fatto sta – continuano nelle loro argomentazioni – che il provvedimento sostenuto da Melchionda, oltre a beneficiare il privato con una variante urbanistica assolutamente sovradimensionata rispetto alle reali esigenze del progetto, avrebbe avuto come conseguenza la perdita della proprietà del macello in cambio di quattro spiccioli.
Con l’intervento il privato avrebbe guadagnato 26milioni di euro, al comune il controvalore in beni per circa 1,6 milioni. Come dire, una permuta a meno del 7% del valore.
C’è ne tanto perché la magistratura si occupasse del caso.
Eppure – accusano Marisei, Campagna, Petrone e Cicalese – già in commissione consiliare avevamo sollevato più di una perplessità sulle varianti ad personam che stravolgono la città senza un disegno organico di sviluppo, mentre i Piani particolareggiati sono fermi al palo e nulla si sa del lavoro dell’Università di Salerno sul nuovo piano regolatore.
Ma l’arroganza di chi si crede potente – aggiungono – gioca brutti scherzi. A tal punto che frettolosamente, tra i volti scuri dei consiglieri di maggioranza, il Sindaco ha subito ribadito che il provvedimento tornerà in Consiglio molto presto, come se nulla fosse.
Ed invece – rincarano la dose delle accuse – ciò che è accaduto in Consiglio è molto grave e dimostra tutta l’inadeguatezza di questi amministratori per fronteggiare i mali di Eboli. Qualcuno dovrebbe almeno una volta assumersi le sue responsabilità e dimettersi per l’incompetenza e la leggerezza con la quale si amministrano i beni comuni, nella disattenzione generale che è occasione di malaffare per i vecchi volponi, con i Consiglieri comunali addomesticati a dire si senza neanche leggersi le carte.
C’è l’imbarazzo della scelta tra il Sindaco, l’Assessore, i Capigruppo. Ma non ci facciamo illusioni perché nessuno di loro ha gli attributi, e a tutti loro piace lo zuccherino del potere.
Ma quel che preoccupa per il futuro – concludono i Consiglieri Marisei, Campagna, Petrone, Cicalese – è la logica del “pochi devono sapere, gli altri seguire” che dispensa Melchionda. Impedire che si discutesse di questo e di altro nel partito e nel gruppo consiliare, tentando di zittire i Riformisti con l’uso spregiudicato del potere e la compravendita del consenso, era il vero obiettivo del Sindaco.
Non ci è riuscito e non ci riuscirà, come dimostrano i fatti di ieri sera, perché i Riformisti non rinunceranno mai alla loro azione e con sempre più convinzione praticheranno la politica disinteressata al servizio di Eboli.
Eboli, 18 gennaio 2011