Da piazza della repubblica a “Lebolle”, razionalizzare l’esistente guardando lontano.
Le nuova realtà del Centro Commerciale Le Bolle, stravolge il Quartiere Serracapilli e rende obbligatorio un nuovo approccio alla territorialità, senza però cadere negli errori del passato.
EBOLI -Riceviamo e volentieri pubblichiamo dal Comitato Serracapilli, alcune riflessioni politiche che si pubblicano qui di seguito integralmente, con le quali il Comitato vorrebbe dare un contributo politico in termini di pianificazione urbanistica individuando nell’asse Piazza – Area ex Pezzullo – area Centro Commerciale Le Bolle – Serracapilli, individuando delle criticità e indicando alcune risoluzioni, ma collocandole nel passato, inteso come pianificazione urbanistica riferita a soluzioni dettate dagli strumenti urbanistici redatti all’epoca delle Amministrazioni Rosania 1 e 2.
Pur riconoscendo che la cittadinanza attiva si manifesta soprattutto con la partecipazione allo sviluppo del proprio territorio, va da se, che si deve considerare che qualsiasi suggerimento non significa sia quello giusto, specie quando questi poi debba essere conciliabile con gli indirizzi generali ed il disegno programmatico complessivo, prerogativa esclusivamente politica ed istituzionale del massimo consesso cittadino (Consiglio Comunale).
E’ indispensabile ricordare che il tipo di sviluppo rappresentato in quegli anni, è stato superato dalla legislazione urbanistica, ma nello stesso tempo è stato superato nelle previsioni, da indirizzi che non hanno riscontrato le linee guida dello sviluppo immaginato e desiderato dai cittadini, ritenendo la manovra stessa superflua e addirittura un ostacolo ai flussi naturali di sviluppo che invece se opportunamente guidati, forse, oggi, i suggerimenti che il Comitato di Quartiere Serracapilli avanza sarebbero risultati superati ed inutili.
Strumenti urbanistici, superati nelle previsioni, superati dalla legislazione e superate dalle stesse applicazioni in taluni casi contrastanti o addirittura adoperati in ritardo, rispetto alle opportunità del momento, ma anche alle indecisioni del caso, basta pensare solo la complanare o la seconda uscita autostradale o addirittura alle tre aree destinate alla grande distribuzione, nell’asse diametralmente opposto a quello indicato come asse su cui operare una revisione urbanistica di ammagliamento, atteso il suo degrado e le sue superfetazioni inequivocabilmente di ostacolo a qualsivoglia azione di riqualificazione urbana.
Strumenti superati dalla legislazione dal momento che la pianificazione non è più considerata statica o attuabile in schemi rigidi, che vedono la loro attuazione nello spazio temporale di dieci anni con alcuni passaggi obbligati tipo piani particolareggiati. Il superamento legislativo vede una dinamicità degli interventi non più legati al tempo ma alla utilità e alla proposta, sempre che si incontri con le desiderate delle amministrazioni, inquadrando uno sviluppo urbanistico basato sulla convenienza reciproca non escludendo affatto gli utili e i così detti “dilettevoli” nel senso che attraverso la reciprocità si può ottenere interventi pubblici da operazioni private.
Tuttavia è inequivocabile che le nuove realtà che piombano sul territorio, così come è capitato per il Quartiere Serracapilli con il Centro Commerciale Le Bolle, rende obbligatorio un nuovo approccio alla territorialità, ma vivaddio sarebbe dovuto essere programmata sia con il Piano redatto dalle Amministrazioni Rosania, ampliamente deficitario visti i ritardi e le previsioni in grandissima parte non rispondenti nei loro indirizzi, e alle amministrazioni Melchionda per nulla attrezzate alle nuove visioni della territorialità, e all’inserimento delle nuove realtà economiche in quelle dinamiche di pronta attualizzazione.
Pertanto pur apprezzando il tentativo di suggerire all’Amministrazione delle soluzioni, è da prendere in considerazione non tanto le soluzioni, ritenute superate dai fatti, ma quanto l’invito a cercare di studiare soluzioni che contestualizzino le realtà consolidate a quelle che “prepotentemente” si sono inserite in quel contesto, per cercare un’armonizzazione che cerchi di salvare capre e cavoli, ritenendo che sia le “capre” che i “cavoli” non rappresentano più un contesto agricolo, ma una realtà periferica di tipo residenziale, se si tiene conto anche delle tipologia abitative che nel frattempo si sono realizzate in quell’area.
……………………… … ………………………..
Da Piazza della Repubblica a “LeBolle”: razionalizzare l’esistente guardando lontano.
L’inizio dell’anno nuovo predispone sempre ai buoni propositi. Con questo spirito il Comitato di Quartiere Serracapilli intende avviare per il duemiladodici la sua funzione di rappresentanza, di proposta e di sollecitazione critica.
Tutti i quartieri e le zone hanno pari dignità e rappresentano esigenze che meritano attenzione, ma è indubbio che lungo la dorsale della strada provinciale Serracapilli, le trasformazioni e processi messi in moto, sia dal diffuso insediamento abitativo sia dalla presenza degli impianti sportivi e dal recentissimo centro commerciale “Lebolle”, pone problemi che appartengono all’intera città e al suo territorio e non solo allo specifico della zona.
Il Consiglio Direttivo del Comitato “Serracapilli” ha sempre operato con la consapevolezza che una migliore vivibilità in un territorio non si realizza con una sommatoria di piccoli interventi di “favore”, in ordine sparso, per assecondare richieste dei “clientes”, ma con azioni armoniche e coordinate, che nel mentre razionalizzano l’esistente, guardano lontano, prefigurando e programmando un disegno complessivo della città e del suo territorio.
Senza andare a scomodare il “Piano Genovese”, della seconda metà dell’ottocento, che già individuava come baricentrico l’asse Porta S. Caterina – Madonna Delle Grazie – Serracapilli, tant’è che prevedeva lo spostamento della Stazione Ferroviaria all’incrocio con la strada Serracapilli, oggi, è quanto mai urgente la riorganizzazione funzionale di queste aree che sono diventate, di fatto, strategiche per il miglioramento complessivo della vivibilità della città moderna.
Infatti, si percepisce anche fisicamente l’assoluta necessità di porre finalmente mano a interventi di ricomposizione di un tessuto urbano lacerato e frammentato a partire da Piazza della Repubblica, ritenuto storicamente il cuore della città. Ancora oggi è indicato come un fiore all’occhiello della vecchia Eboli l’ingresso monumentale al “Viale dei Leoni”, oggi Via Fratelli Rosselli, che indicava chiaramente una linea ideale di apertura verso la Piana del Sele.
Oggi, dopo oltre un secolo, su quella linea ideale di sfondamento verso la Piana si conservano al suo interno inammissibili sacche di degrado, barriere architettoniche e (sperimentate) pericolosità. Stendiamo un velo pietoso su quel mostruoso cantiere per la realizzazione dei parcheggi interrati a valle della “Piazza”, che ormai rappresenta un autentico colpo al cuore per la città. Il problema vero va però oltre l’attuale disastro, perché rimane aperta la qualità e l’opportunità di questi interventi, in aree “sensibili” che, oltre ad imbruttire il paesaggio e cementificare zone verdi, sconvolgono luoghi già ristrutturate con denaro pubblico e destinate ad altre nobili funzioni (bambini e anziani).
Purtroppo, da notizie provenienti dal Palazzo di Città sembra che altre aree pubbliche stiano per subire la stessa sorte…Proseguendo, comunque, in questo percorso ideale dalla Piazza alla Piana, c’imbattiamo nell’area ex Pezzullo. Qui ogni commento è superfluo, da dieci anni si parla di progetti pronti per partire, ma, a questo punto, è lecito dubitare se i nostri nipoti riusciranno a vedere qualcosa. Intanto ne facciamo una bella discarica a cielo aperto e un parcheggio improvvisato.
Possiamo ricordare che, idealmente, l’innominabile piano De Lucia prevedeva in congiungimento con i sottostanti impianti sportivi, immaginando un agevole ed immediato percorso Piazza-Area ludico sportiva con il recupero ad aree verdi di tutti quei frammenti interclusi che oggi sono terre di nessuno? (Un percorso pedonale breve lo hanno già realizzato i fruitori degli impianti sportivi).
E cosa ne è rimasto, almeno nelle sue destinazioni funzionali, del Piano particolareggiato, già predisposto dall’amministrazione Rosania per l’area degli impianti sportivi di Serracapilli? E che fine ha fatto il programma che prevedeva un sistema di piste ciclabili che avrebbe congiunto Eboli al mare passando per S. Miele e costeggiando il Sele che prevedeva finanziamenti provinciali, regionali e consortili? Ed è lecito chiedere se una previsione di PRG, vigente e mai modificata, che riguarda una questione così importante per l’intero assetto del territorio, come l’uscita autostradale, possa essere ridotta a questione di traffico urbano? Si dirà, ma che c’entra in tutto questo il Comitato di Quartiere Serracapilli? Semplice, i residenti di Serracapilli, come tutti gli altri cittadini ebolitani, sono interessati a tutto quello che avviene sul territorio comunale e, in più, sono direttamente investiti e coinvolti quotidianamente da quello che si realizza o non si realizza nel proprio circondario.
Abbiamo già avuto modo di rilevarlo anche in altre occasioni, ma non ci stancheremo di ripeterlo in tutte le sedi, perché sia chiaro a chi proclama di operare nell’interesse pubblico, che per “Pubblico” non s’intende solo i propri elettori, o, peggio, qualche “grande elettore” e che “la pianificazione partecipata” non è uno slogan elettorale, ma una prassi irrinunciabile per un’amministrazione che si definisce democratica.
Intanto, anche a costo di diventare oziosamente ripetitivi, vogliamo rappresentare agli enti preposti, pubblici e privati alcune emergenze e problemi di prospettiva, annunciando da subito la nostra disponibilità a discutere e a collaborare per il buon esito delle questioni prospettate.
L’apertura del centro commerciale “Lebolle”, di fatto, ha creato un flusso di percorrenza veicolare e pedonale che non è ancora supportato da adeguate infrastrutture: marciapiedi non solo inesistenti in alcuni tratti di raccordo, ma anche estremamente pericolosi, perché nei raccordi con Via Serracapilli sono improvvisamente troncati in corrispondenza di canali di scolo e siepi di confine; illuminazione assente sui cavalcavia stradale e ferroviario, sempre su Via Serracapilli e percorribilità pericolosa per in corrispondenza degli impianti sportivi e dell’innesto sulla rotatoria; mancata sistemazione e protezione di parte delle proprietà private confinanti con le infrastrutture di nuova realizzazione.
Il potenziamento della Provinciale Serracapilli non è oramai più una questione “locale”, di servizio a un’area, ma attiene oramai al sistema della viabilità complessiva dell’intero territorio comunale, che include anche la questione dell’uscita autostradale, come abbiamo più volte ribadito.
Non ci attendiamo esiti miracolosi, sappiamo che si vivono tempi difficili, ma questo non significa che non si possano dare segni concreti di attenzione ed eseguire interventi, anche minimali, per alleviare i disagi dei residenti e della cittadinanza tutta. In prospettiva bisogna cominciare a pensare a nuovi ruoli e funzioni cui destinare le aree limitrofe, prima che siano investite dal morbo dell’“annesso rurale”, che sta scempiando e snaturando l’intero territorio comunale e che, di fatto, ne limita lo sviluppo a fini realmente produttivi.
Eboli, 10 gennaio 2012
ancora con il piano De Lucia e Rosania? Ma allora volete finire di distruggere Eboli? Quel piano é stato un fallimento e ha fatto precipitare Eboli a 20 anni indietro.
Vi lamentate? E di cosa? In quell’area c’é tutto, ma soprattutto ci sono dei veri e propri palazzoni. Il primo storpio lo hanno realizzato gli abitanti del posto, poi ltre a Rosania, si é messo anche il furbo Melchionda e siamo ormai tutti stesi. Pensate meno ai ……. Vostri con la scusa del comitato di quartiere.
Caro Massimo, sai come me che in materia urbanistica tutto è opinabile, perché si tratta di questione squisitamente politica. Le scelte non sono mai casuali, ma frutto di ragionamenti che hanno motivazioni culturali, nel senso che rappresentano linee di pensiero sull’organizzazione dello spazio urbano, sul valore e la funzione dell’ambiente e del paesaggio, sulle attività produttive, sull’organizzazione dei servizi, sui trasporti, le infrastrutture ecc…ecc… Cose arcinote, ma non mi pare che il livello della discussione attuale verta su questo. Sento solo in giro, non sempre da persone completamente disinteressate, giudizi genericamente liquidatori e retrive polemiche sul “vecchio e nuovo”. Ad un ragionamento bisogna contrapporne un altro, motivandone con dati di fatto scientifici e documentati le ragioni della diversa impostazione. Il Comitato Serracapilli, di cui mi onoro di far parte, ha semplicemente ritenuto valido un’impostazione che, oltre ad avere nobili riferimenti nella storia della pianificazione urbanistica della città, ha trovato anche una concreta prova di validità, piaccia o non piaccia, con la realizzazione del centro Lebolle. Non mi pare che questo significhi volersi appropriare delle prerogative del Consiglio Comunale. Che poi una “previsione” di Piano non sia un Vangelo e che bisogna tener conto delle mutate esigenze e delle nuove normative è del tutto ovvio, tant’è che il piano stesso prevedeva un’azione di monitoraggio permanente e una capacità di adeguamento normativo attraverso uno strumento di gestione che era l’Ufficio di Piano. Si sono scelte altre strade, ma si è sprecato tempo prezioso e si sono perse opportunità. Niente paura ora arriva il PUC (Piano Urbanistico Comunale). Con tutte le dotte consulenze di cui si è avvalso e la riconosciuta competenza con cui è stato diretto, certamente saprà far uscire il nostro paese dalla crisi in cui è piombato… Il Comitato Serracapilli dorme sonni tranquilli, resta solo in attesa, come tutti i comuni cittadini ebolitani, di sapere quali sono le indicazioni e le normative che consentiranno, finalmente, il risanamento e lo sviluppo della città e dell’intero territorio. In merito ai gratuiti quanto risibili commenti al vetriolo del cosiddetto “Cicirinella”, diciamo, semplicemente, che non ci possono riguardare parole in libertà di un anonimo sapientone ebolitano, che, dall’alto della sua autoproclamata onniscienza, trancia giudizi sommari e insinua sospetti. Le illazioni e le opinioni che esprime sul Comitato, sono in linea con “l’uomo qualunque” che rappresenta e non ci meravigliano. A chi non è affetto da pregiudizi, chiediamo di valutare i fatti: il Comitato di Quartiere Serracapilli, con questo comunicato vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di salvaguardare il territorio, per evitare che si riproducano altri scempi e si lascino altre aree nel degrado e nel caos urbanistico. Perché mai? Tutti cherubini? No. Semplicemente perché gli abitanti di Serracapilli hanno capito che in una zona pulita, ordinata, ben regolata e raccordata con la città e il territorio, si vive meglio…
E quale sarebbe il vetriolo a cui avrei fatto ricorso? ho dato dei giudizi politici su atti amministrativi e politici come il PRG redatto dall’Ing, Vezio De Lucia su incarico dell’Amministrazione Rosania.
Sig. Pindozzi di quegli atti, non ne è stato azzeccato nemmeno uno. Purtroppo i risvolti negativi sono ricaduti sulla Città, sugli imprenditori, sui professionist liberi e su tante famiglie.
Il mio giudizio politico negativo non è come dice lei “Parole in libertà”, semmai avessi offeso qualcuno avrebbe ragione, piuttosto lei è interessato inquanto era amministratore allora e quindi vorrebbe assolversi da solo.
Sapientone e perché perché ho espresso un giudizio negativo di quegli anni? E’ lesa maestà?
Pindozzi mi creda lei forse è abituato a parlare senza essere contraddetto nelle sue congetture, che possono essere apprezzate o meno. Io non le appresso e che sia anonimo o meno conta ben poco. Che cosa cambierebbe se mi conoscesse, potrebbe additarmi per mettermi al bando o in liste di proscrizione.
Mi creda ha fatto proprio toppa.
Non sono un sapientone, sono solo un cittadino che è stato amministrato da tante persone tra cui lei che hanno contribuito al declino della mia Città.
Una ultima cosa forse sono miope ma in quella serracapillivedo solo ville e palazzoni, sono tutte case agricole? Permette che nutro seri dubbi? permette che possa esprimerli quei dubbi, se poi molte di quelle abitazioni sono state sanate dai vari condoni non significa un bel niente, è solo intervenuta una legge che ha sanato qualcosa.
Ecco mi scusi se non la penso come lei. Mi perdoni, non lo farò più, lascerò che si facciano altre dieci aracne, Mazzitelli, Sarim, aree Pip, Iacp futura e tutte le previsioni che poratno lo sviluppo verso l’Africa. Buone cose
Succede spesso che si pensa che i propri problemi sono più gravi degli altri, come le proprie idee sono meglio delle altre. Succede anche al Comitato di Quartiere Serracapilli che ha tentato di mettere al centro della discussione i loro problemi, fanno male gli altri a non farlo, cosa diversa é invece pensare che si é i portatori della verità.
A giudicare dalla risposta di Pindozzi si capisce che alla base vi é una certa passione, ma quella passione non può essere il veicolo di un pensiero unico. Serracapilli proprio per l’intervento, del Centro Commerciale, per lo Stadio e il mercato, di per se la colloca in un’area urbanizzata che é stata individuata in quell’asse e quindi naturalmente al centro di processi di cambiamento molto importanti.
Resta solo scommettere sull’impegno dell’amministrazione, ma quanti sono disposti a scommettere sull’amministrazione? Io no.
Egregio Sig. “Cicirinella”, peccato che la discussione comincia solo ora a prendere forma. E’ proprio quello che lamentavo nella mia risposta. Se proprio il vetriolo non è appropriato, diciamo più garbatamente che con un colpo di spugna si sono liquidati dieci anni di esperienza amministrativa che, con le sue luci e ombre, ha fatto alzare in piedi una citta’ sfregiata fisicamente (qualcuno si ricorda che cos’era il Centro Storico, per non parlare dei prefabbricati, gl’impianti sportivi, il degrado del cuore stesso della città e delle periferie?) e ridotta politicamente e moralmente ad una colonia elettorale. Tanti, fra cui annovero anche la mia modesta persona, si sono cimentati con passione pensando di dare un contributo alla crescita del proprio paese. E’ vero non tutto non è stato lineare e di errori ne sono fatti, ma le distorsioni potevano e dovevano essere corrette dall’amministrazione successiva che, comunque, era figlia della precedente. Invece si è preferito buttare l’acqua sporca con tutto il bambino, mandando, adesso si, il paese allo sfascio. Naturalmente sono mie opinioni. Non difendo i miei errori, ma la dignità di tanti che credevano e ancora credono che i problemi non si risolvono con i processi sommari, ma con uno studio serio e ponderato delle questioni e con la ricerca condivisa della soluzioni.