Monti e i suoi Ministri hanno giurato nelle mani del Capo dello Stato. Con 16 ministri di cui 5 senza portafoglio e 3 donne in dicasteri chiave parte il Governo del riscatto.
Definito Monti-Napolitano il nuovo Governo appoggiato da PDL, PD e Terzo Polo è Tecnico ma di lunga durata. Giovedì riceve la fiducia al Senato e poi alla Camera. Ecco i nomi del nuovo governo.
ROMA – Mario Monti è salito sul Colle ed insieme ai suoi Ministri ha prestato Giuramento. Un Governo Tecnico, ma che durerà fino al 2013, la fine della Legislatura. Il programma prevede che giovedì, sarà prima il Senato e poi la Camera a dare la fiducia. Per il momento i mercati hanno reagito timidamente, la Borsa ha fatto registrare una piccola ripresa mentre lo Spred era ancora alto, in effetti si aspettano le prime mosse.
E quali sarebbero queste mosse, visto che le precedenti 7 o 8 finanziarie, non se ne ricorda nemmeno più il numero, non hanno prodotto nessun effetto se non depresso il Paese e ogni forma di ottimismo dei mercati? Le mosse che si aspetta L’Europa, non sono altri che quelle che si è chiesto più volte a Berlusconi e al suo Governo, ma queste mosse, poiché devono essere strutturali, devono necessariamente passare per un principio di equità, per caratterizzarne anche la portata del sacrificio.
Quindi Monti per applicare ogni intervento volto a rimettere i conti a posto, dovrà mettere mano prima ai privilegi, agli sprechi, e poi passare all’introduzione della Patrimoniale, alla riforma delle Pensioni, a individuare nuoce forme di flessibilità del Lavoro, e necessariamente ripristinare l’ICI, dovrà dare fiato ai mercati, riducendo la pressione fiscale e introducendo incentivi per favorire la ripresa.
“Ci pensi lei” è stato il grido di un cittadino che si è levato dalla folla che aspettava Monti per salutarlo. Monti dovrà pensarci bene, sicuro di non sbagliare per non avvalorare la tesi, che non c’era nulla da fare e che quindi è stata una “spallata” dei poteri forti europei e mondiali, che hanno complottato alle spalle di Berlusconi per farlo dimettere.
Monti sa bene che il primo a scommettere su di lui è stato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che interpretando il sentimento degli italiani, oltre che ad aver valutato dal suo osservatorio quale fosse stata la migliore soluzione ad un Governo Berlusconi, che ormai pur avendo avuto di volta in volta la maggioranza parlamentare, non aveva più slancio e fiducia che potessero consentirgli di affrontare le difficoltà sempre più incalzanti della situazione economica del Paese.
E il Presidente Napolitano oltre a puntare su Monti sta puntando a suggerire anche momenti e contenuti, perché è consapevole del giudizio che gli italiani hanno di lui e per assicurarsi che qualsiasi sacrificio non sia sopportato iniquamente dai soliti italiani, quelli del 27.
Ormai gli italiani sono più che consapevoli di attraversare un mare in tempesta e che a nulla serve affidarsi a scialuppe di salvataggio, se non ad un “capitano” che sappia condurci fiancheggiando le correnti fuori dalla tempesta. Gli italiani accettano il pericolo e accettano la sfida, ma non sono più disposti a sopportare pesi e sacrifici che non gli competono più, mentre esistono intere sacche che vivono di privilegi che nelle precedenti manovre, non sono state nemmeno sfiorate. Quei sacrifici non saranno accettati se non si procede ad un drastico taglio a quella che è stata individuata come “Casta”.
Le insidie per Monti, indipendentemente dagli incoraggiamenti di tutte le forze politiche e di tutti i leader, da Angelino Alfano a Pierluigi Bersani, da Pier Ferdinando Casini a Gianfranco Fini e dello stesso Silvio Berlusconi, passano anche attraverso la posizione della Lega nord e di quelle frange individuate in alcuni partiti che vedono nel Governo Monti una continuità con quello di Berlusconi.
Insidie di cui il Presidente Napolitano ne è ben consapevole e ne è altrettanto consapevole Il neo-presidente del Consiglio Mario Monti che fa affidamento sulla fiducia che gli è stata accordata e sulle reazioni positive di tutti gli ambienti politici europei e mondiali. Sa bene che la strada è in salita, sa bene che deve conquistarsi la fiducia del Parlamento e sa bene che gli italiani si aspettano molto da lui, tutte condizioni che gli suggeriscono di mettersi immediatamente al lavoro insieme a tutti i suoi ministri.
Ecco tutti i nomi dei Ministri del Governo Monti:
Mario Monti: Presidente del Consiglio con delega all’Economia e alle Finanze.
Corrado Passera: Ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture
Giampaolo Di Paola: Ministro della Difesa
Anna Maria Cancellieri: Ministro dell’Interno
Paola Severino: Ministro della Giustizia
Giulio Terzi: Ministro degli Esteri
Elsa Fornero: Ministro del Welfare con delega alle Pari Opportunità
Francesco Profumo: Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
Lorenzo Ornaghi: Ministro per i Beni culturali
Renato Balduzzi: Ministro per la Salute
Mario Catania: Ministro delle Politiche Agricole e forestali
Corrado Clini: Ministro dell’Ambiente.
Cinque i ministri senza portafoglio: Enzo Moavero Milanesi, Ministro Affari Europei; Piero Gnudi,, Ministro Turismo e Sport; Fabrizio Barca, Ministro Coesione territoriale), Piero Giarda, Ministro Rapporti con il Parlamento; Andrea Riccardi; Ministro Cooperazione internazionale.
Monti proporrà al Consiglio dei Ministri la nomina di Antonio Catricalà, attuale presidente dell’Antitrust, a sottosegretario della Presidenza del Consiglio. Inoltre, sono stati cancellati, i due ministeri fortemente voluti dalla Lega: quello delle Riforme; quello dell’Attuazione del Federalismo e della Semplificazione normativa.
“Siamo sicuri di ciò che abbiamo fatto, abbiamo portato avanti un lavoro serio e confido che ciò si tradurrà in un rasserenamento delle difficoltà che si sono concentrate sul nostro Paese. – Ha dichiarato il neo Presidente del Consiglio che poi ha anche assicurato – Ho ricevuto l’incoraggiamento dall’Europa e dalle istituzionali internazionali”.
Monti e i suoi Ministri hanno giurato nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che è stato il vero e proprio ispiratore del nuovo Governo, dopo aver richiamato innumerevoli volte il precedente Governo, il Parlamento e i Partiti ad una maggiore coesione nazionale, tenuto conto del momento difficile che il Paese sta attraversando.
Il Governo dopo la “guerra fredda” condotta dal PdL e PD riguardo all’ingresso di Gianni Letta e Giuliano Amato, è composto nella sua totalità di tecnici, ritenendo sia più giusto e più libero dall’ influenza dei partiti, per modo da creare quel giusto rapporto tra esecutivo e i due rami del Parlamento, sebbene non si escluda che in futuro, quando i rapporti tra i partiti si sono rasserenati, possano partecipare anche personalità politiche.
Monti, tra l’altro, ha voluto un esecutivo snello di 16 ministri di cui 5 senza portafoglio, riservandosi per se la delega dell’Economia e delle Finanze, quella più importante, specie in questo momento così difficile come quello che stiamo attraversando, sperando che i Mercati e le borse europee ne comprendano il significato e che si attenuino le pressioni sul mercato italiano. Allo stesso modo ha voluto attribuire a tre donne Ministeri chiave come: Giustizia, Esteri, Welfare e Pari Opportunità; per dare anche un altro segnale quello del ruolo centrale che rivestono le donne nella nostra società.
Adesso al Presidente del Consiglio Mario Monti spetta affrontare le camere e avere la fiducia, per questo si è già scadenzato i tempi, a votare la fiducia, sarà prima il Senato nella giornata di giovedì e poi la Camera. Non si preannunciano sorprese, oltre al voto contrario della Lega Nord che restando fuori spera di recuperare in extremis il rapporto con la sua base, si pronunceranno a favore oltre al Popolo della Libertà, il Terzo Polo e il Partito Democratico, ivi comprendendo tutte le formazioni minori presenti in Parlamento.
Roma, 17 novembre 2011
Totò, Peppino e la Malafemmina.
Il trio ha raggiunto l’accodo per portare, sul palcoscenico Politico, la “Comica” che, stranamente, fa piangere e non ridere i poveri, i disoccupati (i giovani non acculturati, Diplomati e Laureati, i quaranta/cinquantenni che perso il posto non ne trovano un’altro) e tutti quelli che speravano, fidando nelle cariatidi che occupano le poltrone del potere Italiano, in un avvenire migliore.
Berlusconi, nelle vesti di Totò, fa il Primo Attore con le barzellette e con le belle femmine che ammirava e non toccava perché, senza la Prostata, nemmeno 100 pillole di citrato di sildenafil, acquistate senza ricetta, riescono a sollevare la “Leva del Mondo”, ha fatto ridere anche la gelida Tedesca che domina la politica Europea ed il Francese Cyrano de Bergerac.
Napolitano che, nelle vesti di Peppino, fa la Spalla e le battute, non è stato mai primo attore della politica Comunista Italiana, ha fatto sempre lo gnorri e, come il Grillo, ha saltellato, di qua e di la, tra le varie correnti del suo partito, pur di conservare una poltrona Parlamentare. Era con i Carri Armati Bolscevichi che invasero Praga e l’Ungheria, per trovarsi, dopo la “Caduta del Muro di Berlino”, tra i Comunisti moderati o quasi Socialdemocratici.
Il Professor Mario Monti (la Malafemmina), ora Senatore a vita (carica onorifica concessagli ad horas per completare la scena) fa la Malafemmina. Già amante di Scalfaro, Prodi, delle grandi Banche e dei Poteri Forti di Europa, Stati Uniti d’America e Giappone, osannato da tutti per la sua “Bellezza” Professionale, finalmente, si è concesso ai “Maschioni”(?) della Politica Italiana.
Gli assetati (di potere) CattoCoministi , dopo aver cavalcato la scena con ingiurie, risate , sollazzi, canti di gloria e semina d’odio, unitamente a UDC , FLI e API, ad ogni alzata del differenziale di rendimento tra btp decennali e bund tedeschi, si sono genuflessi ai piedi della Malafemmina, invocando una prestazione di alto livello per riportare su il loro MIB ed abbassare lo Spread alto di Berlusconi. Da veri codardi, senza spina dorsale, dopo tanto chiasso in tutto lo sconquasso, non hanno avuto il coraggio di andare alle Elezioni, pur avendo la certezza di vincere con il massimo dei voti, Viva il compagno Socialista Zapatero che, di fronte allo scasso provocato dagli stessi che ora governano la Grecia e L’Italia, ha avuto il coraggio di dimettersi e di indire nuove Elezioni, affidandosi al Popolo Sovrano.
Nella tragica “Comica”, appare anche il Poltronista Fini, che non molla nemmeno quando tutti sono andati a casa ed il sipario si è chiuso. Questo nobile politico (ha vissuto sempre con la dote del MSI e con gli stipendi dello Stato Italiano, senza mai lavorare) andava a pescare il “Corallo Atlantis” nel mar dei Caraibi.
Da: pierangelo.maurizio@alice.it
(….. Francesco Corallo era diventato uno dei concessionari delle «newslot» (si chiamano così in gergo). Comunque, di ritorno dalla trasferta caraibica, fatta con Fini, Amedeo Laboccetta, Perito Tecnico, figura storica prima del Msi e poi di An a Napoli, viene nominato rappresentante in Italia dell’Atlantis group..… …..Atlantis in Italia ha solo uno strapuntino, il gruppo ha sede legale in Olanda, base operativa nei Caraibi, il ramo che si occupa di giochi a distanza in Italia è registrato a Londra. Come ha potuto nel nostro Paese, in barba agli altri concessionari tutti italiani, nomi come Snai e Lottomatica, in pochi mesi fare la parte del leone, acquisire – come vantano i diretti interessati – il 30 per cento del mercato?
Naturalmente non c’è rosa senza spine. Gli affari vanno a gonfie vele, anche troppo. Se non fosse per quei rompiscatole della Guardia di finanza. Il Gat (il Gruppo antifrodi telematiche) accerta che delle 200mila macchinette installate in Italia solo una su tre è collegata al cervellone della Sogei (la società informatica pubblica che raccoglie i dati sul volume delle giocate e calcola il «preu», cioè il prelievo erariale unico che i concessionari devono versare allo Stato pari al 13,5%). Dal 2004 al 2006 il monte-giocate ufficiale è stato di 15,4 miliardi di euro. Una cifra enorme. Ma ancora più impressionante è l’ammontare reale dei soldi che gli italiani avrebbero riversato nelle slot machine secondo le Fiamme gialle: 43,5 miliardi. 28,1 miliardi di euro sono spariti nel nulla. Il 70 per cento del prelievo fiscale è stato evaso. La Corte dei Conti chiede ai concessionari, tra tasse evase e sanzioni, 98 miliardi di euro, l’equivalente di tre Finanziarie……
…….Le sanzioni più pesanti, 31 miliardi, riguardano proprio l’Atlantis group, che secondo le contestazioni si è reso colpevole delle infrazioni più gravi. Ma finora non hanno pagato un centesimo……
…..Ma a salvare i concessionari e a tenere afflosciato lo scandalo ci pensa il governo Prodi. Del resto, l’interesse al gioco è trasversale. ….La Gdf, fa lo screening anche alle sale bingo, dove il Pds ha una sorta di monopolio, e compila un elenco di società in cui a detenere le azioni sono addirittura cordate di federazioni Pidiessine….. L’allora ministro alle Finanze Vincenzo Visco nel giugno 2006 sull’affare delle newslot affida, in gran segreto, una commissione d’inchiesta al sottosegretario Alfiero Grandi….
…. Il rapporto, esplosivo, però non viene divulgato. A renderlo pubblico con un’inchiesta dettagliata e coraggiosa sono due giornalisti Ferruccio Sansa e Marco Menduni del Secolo XIX. La conferenza stampa indetta dalla Finanza salta all’ultimo momento. Del rapporto della commissione Grandi vengono stilate due versioni: in quella definitiva scompare ogni riferimento alla criminalità organizzata. Alfiero Grandi, ex sindacalista Cgil, sinistra Pds, fa una virata a 180 gradi. Si arriva al grottesco per cui i deputati partecipano alle audizioni dei vertici dei Monopoli alla commissione Finanze della Camera senza avere materialmente la relazione in mano. Testo che tuttora è praticamente introvabile.
Ai concessionari andrebbe revocata immediatamente la concessione, visto che, come recita il decreto ministeriale, il contratto appunto pone a carico loro la correttezza dei dati sulle giocate trasmessi all’amministrazione finanziaria. A proteggere i loro interessi e non quelli dell’erario provvede il governo di Romano Prodi. Come? Introducendo nella Finanziaria per il 2008 un codicillo che, semplicemente, cambia i termini dell’accordo tra Monopoli e concessionari. Il giocattolo – e i quattrini, tanti – sono salvi.
Resta in piedi, nonostante le pressioni enormi, il processo innescato dalla Corte dei conti, comunque diluito e rinviato per quattro anni. …………. C’è uno strano filo che si intesse nella ragnatela grazie alla quale l’appartamento di Montecarlo dal patrimonio di An è finito nelle disponibilità del «cognato» Giancarlo Tulliani, cognato di Fini. La società che ha acquistato il quartierino monegasco, la Printemps Ltd, per poi rivenderlo a un’altra società fantasma, la Timara Ltd, tutte e due con lo stesso indirizzo nell’isola di Santa Lucia ai Caraibi, è rappresentata da tal James Walfenzao. Il quale però rappresenta anche Francesco Corallo e la sua quota di maggioranza nella galassia dell’Atlantis World Group, con sale da gioco ai Caraibi e a Santo Domingo e una girandola di società da far girare la testa, tra le quali il ramo italiano, l’ex Atlantis Giocolegale ltd, sede a Londra, da un anno ribattezzata Bplus, che si occupa con strepitoso successo di slot machine e video poker….)
Ora saranno “Leve dure”, senza il Sildenafil, per noi Meridionali che c’è rimasto solo il Cielo e il Mare.