Per SEL, istituzioni locali, forze politiche e sociali devono rimettere al centro il disegno infrastrutturale della Piana del Sele.
Regione e Provincia sono dormienti. Bisogna individuare priorità e punti di forza dell’economia della Piana del Sele, su cui puntare e su cui investire risorse professionali e finanziarie.
EBOLI -Il Partito di Vendola, Sinistra Ecologia e Libertà, e del Consigliere ed ex Sindaco Gerardo Rosania, alla vigilia del suo 2° Congresso cittadino, che si celebrerà sabato 19 novembre, dalle ore 17.00-21.0 e domenica 20 novembre 2011, dalle 9.00-13.00 presso la sede del Circolo “La Sinistra” in Via Europa, 6, Eboli dal tema: “… la Sinistra che si rinnova e unisce … TU protagonista insieme a NOI per ridare speranza ad Eboli e all’Italia”, introduce un tema importantissimo, quallo delle Infrastrutture.
Tema che tocca tutte le prospettive economiche e di sviluppo della nostra Città, di quelle vicine, Battipaglia, Capaccio, Pontecagnano, Serre, della così detta Area vasta, rimproverando senza mezzi termini i Partiti e le Amministrazioni che governano, riferendosi in particolare alla Regione di Caldoro, alla Provincia di Cirielli, alle Amministrazioni di Melchionda e Santomauro, colpevoli in maniera diversa ma solidalmente, di non aver creduto nelle grandi Infrastrutture come volano di crescita della Piana del Sele.
Riguardo alle responsabilità che toccano Stefano Caldoro, Edmondo Cirielli, Martino Melchionda, Giovanni Santomauro e altri sindaci, mi trovano abbastanza d’accordo, in quanto: i primi due hanno amministrato cercando ad ogni costo di evitare benefici ad amministrazioni che non ritenevano fossero amiche; i secondi invece incapaci di individuare un minimo di progettualità comune a difesa e a correzione di progetti ormai consumati di sapore “miraggeschi“, e portarli avanti magari correggendo gli errori, intenti solo a combattere e gestire il quotidiano e le spicciolate.
Per il resto, il contenuto dell’intervento che qui appresso si pubblica integralmente, per una parte, quella che si riferisce a concetti di massima sebbene discutibile è parzialmente condivisibile, per l’altra parte, quella che contiene proposte e giudizi politici, è del tutto non condivisibile, ma credo ritornerò sull’argomento in un articolo a parte, per meglio illustrarne le ragioni.
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Infrastrutture della Piana del Sele: le grandi incompiute
Era il 2003; in un importante convegno sulle prospettive della Piana del Sele, tenutosi a Battipaglia, cui parteciparono economisti, rappresentanti del mondo imprenditoriale, rappresentanti del mondo creditizio (il convegno si teneva presso la sede di un istituto di credito), rappresentanti del mondo sindacale, politici ed istituzioni, venne affermato con forza un concetto: la Piana del Sele per le potenzialità che possiede, sul terreno agricolo, turistico e della stessa industria potrebbe essere il “volano motore” della crescita economica, non solo della Provincia di Salerno, ma dell’intera Regione Campania!
Concetto importante, al quale doveva far seguito un’ azione politica ed istituzionale, tesa ad individuare le “priorità”, i punti di forza dell’economia della Piana, su cui puntare, su cui investire risorse professionali e finanziarie.
Concetto che richiedeva un salto di qualità dell’azione delle istituzioni locali, che avrebbero dovuto ragionare fuori dai recinti del “municipalismo“, come pezzi di un unico puzzle, di un’ area vasta, denominata Piana del Sele. Qualcosa fu avviato: il progetto Costa del Sele (vergognosamente rimasto nei cassetti della Provincia per anni), il lavoro sul PTCP, il Piano Territoriale di Coordimamento Provinciale (poi assurdamente violentato da Cirielli & c.); i fondi europei del patto territoriale (di cui l’inaugurazione recente del campo da golf di Serre rappresenta un pezzo evidente), l’idea di un’area industriale unica fra Eboli e Salerno (rimasta appesa per evidenti limiti delle amministrazioni locali dei due centri); l’idea di un circuito culturale unico, che, partendo dalla “risorsa” Paestum, collegasse quello che c’è a Pontecagnano, quello che c’è ad Eboli, il grandissimo patrimonio storico ed architettonico di cui è costellata la Piana; ecc, ecc.
Uno dei terreni su cui misurarsi era quello della infrastrutturazione della Piana del Sele: aeroporto a Pontecagnano, interporto a Battipaglia, polo agro-alimentare ad Eboli, portualità turistica, strutture ricreative e sportive fra Serre, Eboli e la stessa Battipaglia, uscita autostradale nella zona industriale Eboli-Battipaglia ecc.
Dopo anni, il quadro che presenta la Piana è devastante:
- -in questi giorni la notizia che probabilmente l’interporto di Battipaglia non si farà;
- -in questi giorni la notizia che il polo agro-alimentare, non è più nelle priorità della Regione Campania;
- -uscita autostradale per la zona industriale Eboli-Battipaglia tutta in alto mare (mentre le due amministrazioni giocano a chi la porta dentro le mura della propria città);
- -aeroporto di Pontecagnano a scartamento ridotto;
- -portualità’ turistica negata dal PTCP di Cirielli.
Questo il quadro devastante in cui anni di abbandono della politica intesa come progettazione e disegno di un’area vasta, ha ridotto la Piana (dove esiste una grandissima realtà di allevamenti, ma non esiste un polo di macellazione; ed i macelli piccoli che esistevano chiudono! l’ultimo a chiudere è stato quello di Battipaglia; dove esiste una grandissima realtà di produzione florovivaistica, ma non esiste un mercato dei fiori!).
Sinistra Ecologia e LIBERTA’ è convinta che le istituzioni locali, le forze politiche e sociali debbano rimettere al centro il disegno della grande Piana del Sele.
In altri termini, se non si fa l’interporto a Battipaglia, non è un problema della sola Battipaglia, ma di tutti i Comuni della Piana; se non si fa il polo agro-alimentare ad Eboli, non è un problema della sola Eboli, ma di tutta la Piana; se l’aeroporto funziona poco e non svolge il ruolo che potrebbe svolgere, non è un problema della sola Pontecagnano, ma di tutti i centri piccoli e grandi della Piana; se non si realizza una portualità turistica nel tratto di costa fra Pontecagnano e Paestum, è un problema di tutti i comuni costieri della Piana; avremmo bisogno di rimettere al centro la discussione politica sull’area vasta, di ragionare guardando al di là delle piccole beghe di campanilismo spicciolo (la vicenda dell’ospedale unico è manifestazione clamorosa del livello del confronto politico-istituzionale di oggi).
Sono capaci gli amministratori locali di oggi di elevare il confronto a questi livelli? Per adesso noi non abbiamo visto una sola posizione comune, espressa dai vari sindaci dei comuni della Piana, contro l’ipotesi di non realizzazione di queste infrastrutture, non abbiamo visto una sola posizione comune sulla questione dell’aeroporto e sul come funziona, non abbiamo visto una sola posizione comune sulla questione dello svincolo autostradale o dell’ospedale unico. Neanche un Consiglio comunale congiunto si è riusciti a fare su questi temi. È il fallimento dell’idea di area vasta ed unica!
Noi di S.E.L. chiediamo ancora una volta che i sindaci di Pontecagnano, di Bellizzi, di Battipaglia, di Eboli, di Capaccio, e degli altri centri piccoli e grandi che gravitano sulla Piana del Sele, si facciano promotori di un momento di riflessione congiunto sul destino della Piana del Sele, e si facciano promotori di un incontro congiunto dei Consigli comunali, per rimettere al centro dell’agenda provinciale e regionale, pur in tempi così difficili, la Piana del Sele. Staremo a vedere.
Eboli, 14 novembre 2011
rosania se questo era il suo programma non poteva che perdere le elezioni, oggi le priorità sono altre, la parola va data ai privati (vedi carrfour ecc.) basta con lo stato demagogo