La chiusura del Macello Comunale, arreca danni all’economia del settore costretti a macellare a Nocera e a S. M.di Castellabate.
I terreni sono stati messi all’asta e non sono stati venduti. Riapriamo il Macello Comunale è diamo ossigeno ad un settore in forte crisi.
BATTIPAGLIA – Riceviamo e pubblichiamo l’Interrogazione che il consigliere Adolfo Rocco del MPA, ha inviato al Presidente del Consiglio Comunale di Battipaglia Ugo Tozzi, e al Sindaco Giovanni Santomauro, per sollecitare una discussione e una decisione sul Macello Comunale di Via Spineta, ormai chiuso da qualche anno e recentemente messo in vendita senza fortuna.
Con la chiusura del Macello Comunale, fa rilevare il Consigliere Rocco, gli operatori del settore sono costretti a macellare o a Nocera, o a S. Maria di Castellabate, lasciando immaginare, costi e disagi, ad un settore già fortemente in crisi. Poiché la struttura, secondo il Piano di dismissione predisposto dall’Amministrazione Santomauro, è stata messa in vendita, e al momento, non risulta ci sia stato nessun interesse, Rocco suggerisce di aprire una discussione per valutare l’ipotesi di una riapertura del Macello, dando così un poco di ossigeno al settore fortemente in crisi.
Al Dott. Ugo Tozzi
Presidente del Consiglio Comunale
Al dott. Giovanni Santomauro
Sindaco di Battipaglia
Loro SEDI
Oggetto: gravi danni per l’economia dopo la chiusura del macello comunale di via Spineta.
Interrogazione a risposta scritta e orale
Qualche anno fa per motivi igienico-sanitari fu disposta la chiusura del macello comunale di via Spineta. E’ un opera che, costruita sin dagli anni 90, è costata all’Ente svariate centinaia di milioni (non c’era ancora l’euro) e rappresentava per gli allevatori del circondario a sud di Salerno un punto importante per la macellazione. Allo stato il punto più vicino è quello di Nocera che accoglie un grandissimo numero di utenti, poi una macellazione privata a Santa Maria di Castellabate.
L’attuale situazione mortifica non poco gli allevamenti nostrani, capaci di grandi produzioni di bovini, suini e ancor più, la carne bufalina, che, per la tipicità dell’animale, presente in zona, per le peculiarità organolettiche della carne, ricca in ferro e povera in colesterolo, può a ben diritto rappresentare un doc non sfruttato, con enormi danni per l’economia, che, proprio in momenti come questi, avrebbe bisogno di iniezioni di iniziative per dare impulso ad un’occupazione in calo.
Fatalmente non macellati i capi vanno in naturale estinzione, perdendo, in tal modo, anche l’industria casearia dei derivati di indiscussa penetrazione sul mercato alimentare.
Bisogna dare risposta al settore, non possiamo accettare la chiusura del macello, restando inermi.
Gli allevatori stessi sottolineano come dal mercato internazionale giungano sulle tavole carni poco genuine e trattate, la difesa del prodotto è anche una maggiore attenzione alla salute .
Riaprire il macello (i cui terreni messi all’asta non hanno avuto acquirenti) o stimolare una soluzione alternativa possono e devono essere vie obbligate se non si vuole essere corresponsabili della non tutela di un prodotto genuino e della scomparsa di posti di lavoro.
Battipaglia, 5 novembre 2011