Al danno la beffa e i cittadini di Bellizzi per avere indietro qualche decina di euro devono spenderne 15 per la marca da bollo.
Una “richiesta indecente” quella della domanda con marca da bollo di 15 euro, per avere la restituzioni dei canoni di depurazioneindebitamente percepiti dell’Amministrazionecomunale“pentita”.
BELLIZZI – Con delibera n° 151/2011 l’amministrazione ha deciso il rimborso del canone di depurazione dopo la sentenza della Corte Costituzionale n° 335 del 2008, il cui dispositivo chiariva che si tratta di un “servizio” e non di un “tributo”.
L’allora amministrazione Dell’Angelo, con delibera di G.M. n.201/2008, decise il rimborso per il periodo 2003-2008, sui ruoli degli anni successivi. Di riflesso la lista Salvioli, non condividendo la procedura, fece della questione un oggetto di campagna elettorale facendo comizi e gazebo e raccolse delle domande su dei moduli appositamente preparati.
Le elezioni sancirono la vittoria di Salvioli ma della restituzione tanto sbandierata nemmeno a parlarne fin quando, nel giugno scorso, un manifesto di Italia dei Valori, UdC e FLI, contestava la mancata restituzione da parte dell’amministrazione, (essendo trascorsi più di due anni dalle elezioni), proponendo una Class Action al giudice di pace di Montecorvino.
“Se fossimo in una città “normale” la restituzione sarebbe dovuta avvenire d’ufficio. – dichiara Matteo Russo segretario cittadino dell’IdV – Se fossi stato io Sindaco avrei disposto la restituzione scalandola direttamente dalle bollette senza tanti bla-bla e senza costringere nessuno a dover presentare “domanda”, per giunta con marca da bollo di 15 euro, per riavere ciò che è loro. Per come la penso io avrei predisposto anche una lettera di scuse per i ritardi e i disagi apportati. E poi, stando a quanto pubblicizzato via manifesto dall’amministrazione, non c’è alcun impegno rispettato e, per dovere di informazione, restituendo il maltolto non ha fatto un piacere proprio a nessuno ma semplicemente adempiuto ad un preciso obbligo”-.
Matteo Russo
Forse per evitare una Class Action è partita la delibera di restituzione, visto che per oltre due anni non se ne è parlato. Così, come, ad onor del vero, non ne ha parlato la minoranza che all’epoca era maggioranza.
“C’è forse serietà, concretezza e responsabilità in un amministrazione che annuncia la restituzione del canone per gli anni dal 2003 al 2008, dopo aver emesso i ruoli del servizio acquedotto senza prevedere lo sgravio delle domande presentate nel 2009?– continua Matteo Russo – La delibera appena approvata denota uno stato confusionale dell’amministrazione che in campagna elettorale ha detto una cosa e ora ne fa un’altra. La restituzione ora la faranno scalando quanto dovuto dai ruoli dei prossimi anni. Ma questo lo aveva già deliberato la vecchia amministrazione, mentre “salvioliani”, pretendevano addirittura il rimborso pro-manibus.”–
Ma quel che di certo ha suscitato un vespaio di polemiche e fatto arrabbiare ancor di più i cittadini, è il dover presentare la domanda con la marca da bollo da 15 euro.
“Una richiesta indecente che aggiunge al danno la classica beffa: invece di dare gli interessi sulle somme versate, come ringraziamento chiedono 15 euro per una stupida marca da bollo che nessuna ha capito a cosa serve concretamente se non a gravare sui beneficiari della restituzione. Penso che oltre ad un vero e proprio furto legalizzato, questa è la classica furbata per perdere e far perdere tempo cercando far desistere dal presentare la domanda.–prosegue Russo –Nel 2009 tantissimi utenti hanno avuto la decurtazione facendo una banalissima richiesta su carta semplice. Cosa faranno adesso? Chiederanno il bollo a quelli del 2009? O faranno alla napoletana col classico “Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato”? La Legge è uguale per tutti e c’è un enorme ingiustizia tra chi ha già avuto la restituzione rispetto a quelli che si accingono a fare la domanda in bollo. Ci faremo promotori, come Italia dei Valori, di portare tutta la vicenda in tribunale affinché venga fatta chiarezza e ristabilito un principio di uguaglianza.”–
Da informazioni assunte è emerso che in tantissimi comuni la stessa richiesta avviene con semplice domanda in carta semplice, mentre secondo l’Agenzia dell’Entrate, se il gestore del servizio idrico è il comune stesso, l’istanza va redatta in marca da bollo. Se invece il gestore idrico è una società privata, la richiesta va fatta in carta semplice.
“Appare quindi evidente l’ingiustizia e la disparità di trattamento nei confronti di quei cittadini che, a seconda di chi gestisce il servizio idrico della città dove vive, così deve adoperarsi nel compilare la domanda.– conclude il coordinatore diIdV Matteo Russo – C’è poi il problema della prescrizione con cui dovranno fare i conti gli utenti bellizzesi vista la delibera comunale appena approvata. Se qualcuno perderà degli anni di restituzione è solo grazie al ritardo incredibile con cui l’amministrazione ha deciso per il rimborso. Che colpa ne hanno i cittadini se per negligenza amministrativa non si è provveduto prima?”-.
In ogni caso del problema, sono state investite anche le Associazioni dei Consumatori, che già si stanno adoperando, attraverso i loro canali, per vedere come e chi deve uniformare il rimborso, tuttavia la vicenda nonostante le ragioni dei cittadini assume sin da ora un esito incerto, resta l’amaro in bocca accentuato dai 15 euro che rappresentano proprio quel danno che si aggiunge alla beffa.