Sabato 29 ottobre 2011, ore 18,00, Casino Sociale Salerno, presentazione del libro: Marco Cavallo, la storia che ha cambiato la psichiatria.
Il Libro di Giuliano Scabia, edito da Alpha Beta Verlag, è la cronaca diretta del lavoro condotto da alcuni artisti nel chiuso dell’Ospedale Psichiatrico di Trieste. Poi venne Franco Basaglia e la chiusura dei Manicomi.
SALERNO – Sabato 29 ottobre, alle ore 18.00, nella Sala Rossa del Casino Sociale di Salerno si terrà la presentazione del libro “Marco Cavallo, Da un ospedale psichiatrico la vera storia che ha cambiato il modo di essere del teatro e della cura”. Intervengono Peppe dell’Acqua e Aldo Mazza. Introduce Luciana Libero. Partecipa Ermanno Guerra, Assessore alla Cultura del Comune di Salerno.
A distanza di 35 anni tornano in una nuova edizione le cronache dell’esperienza di Marco Cavallo, scritte da Giuliano Scabia e pubblicate da Einaudi nel 1976, primo volume di una nuova collana -180, Archivio Critico della Salute mentale – appositamente dedicata ai temi della salute mentale dalla casa editrice Alpha Beta Verlag, diretta a Merano dal salernitano Aldo Mazza.
Nella riedizione, il testo originale di Scabia è rimasto così com’era, la cronaca diretta del lavoro condotto da alcuni artisti nel chiuso dell’Ospedale psichiatrico di Trieste; primo passo verso l’apertura al mondo dell’istituzione manicomiale e delle nuove pratiche avviate da Franco Basaglia che ben presto portarono alla chiusura dei manicomi e all’introduzione della Legge 180 ma soprattutto ad una nuova visione del disagio mentale e della cura.
Il libro è corredato dalla prefazione scritta da Basaglia per l’edizione tedesca del ‘79; dal saggio di Umberto Eco “Un messaggio chiamato cavallo” (Bompiani, 1977); il “Racconto dei viaggi di Marco Cavallo nel mondo fuori” di Peppe Dell’Acqua ed Elisa Frisaldi ed è inoltre arricchito delle foto originali e da un video del ’73. Con la riedizione del libro e la nuova collana “180”, gli autori e curatori intendono recuperare la storia importante di una epoca di grandi mutamenti con uno sguardo rivolto al presente, per “rafforzare, stimolare e provocare il desiderio e la memoria del cambiamento”.
“Il cavallo – scrive dell’Acqua nella prefazione al volume – oggi è ancora più magico di allora e, tuttavia, rischia di tornare a essere rinchiuso e circondato da mura. I milioni di persone a cui ha restituito possibilità e libertà lo hanno reso più potente che mai di fronte ai letti di contenzione, alle porte chiuse, agli abbandoni, alle miserie dei luoghi della cura”.
Un nuovo inizio, una storia che “va raccontata sempre dal principio” per “riafferrare il senso del viaggio” e perché “il viaggio di Marco Cavallo continui”.
Salerno, giovedì 2011