Dichiarazione del Vicepresidente della Commissione agricoltura a Palazzo Madama, sen. Alfonso Andria: “La Riforma PAC una disfatta per l’Italia.
Riforma Pac, l’Italia dice addio a 285 milioni di euro per un piano antistorico ispirato a principi feudali.
ROMA – La Commissione europea ha presentato la riforma della Politica agricola comune. Con la Riforma PAC è stato introdotto un nuovo criterio di assegnazione degli aiuti, che verranno erogati in base agli ettari e non alla produzione.
Ed è così che l’Europa cambia il volto alla Politica agricola comune (Pac). La riforma presentata ieri dalla Commissione europea introduce un nuovo criterio per l’assegnazione degli aiuti diretti. I nuovi criteri di finanziamento non prendono più in considerazione la produzione, bensì l’estensione, cioè in base agli ettari. Il provvedimento penalizza fortemente l’Italia e soprattutto il mezzogiorno, destinata complessivamente a perdere circa il 6% delle risorse comunitarie.
La Regione Campania, tra l’altro, con il casertano e la Piana del Sele, praticando culture altamente qualificate ed intensive, neo-feudale.risulta essere la più colpita da questo provvedimento primitivo, ispirato a principi feudali, rivolto più che all’Europa moderna a quella medioevale, e scatta la protesta:
“E’ profonda e diffusa la delusione del mondo agricolo italiano dopo la presentazione della proposta di riforma della Politica agricola comunitaria, ufficializzata questa mattina a Bruxelles dal Commissario europeo all’agricoltura Ciolos“. A dichiararlo è il Vicepresidente della Commissione agricoltura a Palazzo Madama, Alfonso Andria che sottolinea: “In Commissione agricoltura al Senato, il Gruppo Pd che per primo nell’agosto 2010 aveva fatto suonare il campanello d’allarme chiedendo con una propria mozione al Governo di aprire una discussione al fine di raggiungere una posizione nazionale comune da rappresentare in sede comunitaria, condivide pienamente il giudizio negativo sulla proposta Ciolos. In particolare – precisa Andria anche a nome del Gruppo Pd – le due questioni sulle quali veniva richiamata l’attenzione del Governo nel forum sulla PAC, che il Ministro dell’epoca (Galan) convocò solo il 22 febbraio 2011, sono rimaste irrisolte: mantenimento del Budget Agricolo, ovvero una sua riduzione “sostenibile”, mantenimento del criterio della spesa storica, respingendo l’opzione della superficie, nettamente sfavorevole alla situazione italiana. Oggi emerge il contrario: forte decurtazione del bilancio della PAC; promozione, negli aiuti diretti ai pagamenti, del criterio della superficie al di là di altre considerazioni, pure di segno negativo, riferite ad ulteriori elementi contenuti nella proposta del Commissario”. – prosegue concludendo il Senatore Andria – “Una disfatta per l’Italia che paga ancora una volta l’inadeguatezza del governo, anche in tema di politica agricola, l’incapacità di costruire alleanze in sede comunitaria, la mancanza di autorevolezza del ministro competente nel far valere le buone ragioni dell’agricoltura italiana. Ora il cammino è in salita, di certo – conclude Andria – sarà complicato recuperare posizioni, essendosi ulteriormente deteriorato il livello di credibilità del Paese e di chi lo governa”.
In Commissione europea, benché inizialmente si sarebbe voluta orientare in modo da fornire lo stesso sostegno a tutti i 27, è prevalso il progetto del commissario per l’Agricoltura, Dacian Ciolos di nazionalità rumena, che lo ha calzato a misura dei Paesi entrati nell’Unione in seguito all’allargamento, i quali non potendo contare su statistiche storiche in grado di certificare la loro produzione, partecipano alla erogazione dei fondi con il criterio dell’estensione, avendo quei Paesi grandi superfici anche se non coltivate o scarsamente produttive o monocolturate.
La Politica agricola comune per il periodo 2014-2010, da sola rappresenta, nel quadro del bilancio comunitario, il 47% delle uscite, per un totale complessivo pari a 58,2 miliardi di euro. L’Italia, al momento beneficia di aiuti consistenti che si aggirano intorno al 10% dei finanziamenti, ma con questo provvedimento è costretta a rinunciare a 285 milioni per il settennato 2014-2020, misurabile in termini percentuali intorno al 7%.
La riforma presentata da Ciolos ha provocato una levata di scudi in Italia e il Senatore Andria a nome del suo gruppo (PD) è stato tra i primi a protestare evidenziando l’assenza di politiche agricole da parte del Governo Berlusconi. A queste proteste non sono mancate quelle della Federalimentare di Confagricoltura, Coldiretti e Cia.
Roma, 13 ottobre 2011
senatore lei e i suoi colleghi dove eravate? ma tacete che è meglio