L’amore tra gli italiani e Berlusconi è finito. Gli italiani ormai avvertono la sua presenza come un peso ingombrante.
La Nave Italia naufraga e nonostante nella Cabina di comando c’è Berlusconi si avverte che non c’è il timoniere.
ROMA – Francesco Alberoni, in un’intervista rilasciata al Giornale di Vittorio Feltri, sostiene che i movimenti collettivi, alla pari di quelli religiosi e politici, subiscono gli stessi effetti dei rapporti d’amore, specie nella fase dell‘innamoramento. Alberoni ha chiamato questa condizione-fenomeno: “stato nascente”.
Quindi tanto nella coppia quanto nella politica ci sono fasi: straordinariamente belle, ardenti, passionali, di piena fiducia, di dedizione assoluta; ma anche fasi fredde, di sospetti, di guerra, di controllo, di fastidio di repulsione, di rivolta; insomma fasi di accellerazione e di freno.
Ebbene mutuando le riflessioni e lo studio di Alberoni, e trasportandolo all’esperienza politica italiana, e all’amore che scoppiò tra gli italiani e Silvio Berlusconi, a quello “stato nascente” che dal 1992 ad oggi ha accompagnato il nostro premier nella sua ascesa politica inesorabile, possiamo registrare oggi, che quel rapporto d’amore è finito e gli italiani ormai avvertono la sua presenza come un peso ingombrante.
Sebbene questo grande amore è finito, proprio perchè è stato travolgente, gli italiani consapevoli di questa fase di crisi irreversibile, e nonostante nel frattempo non sono riusciti a stabilire un nuovo rapporto, mal sopportano la sua presenza ma non si sentono di abbandonarlo, sperando ardentemente sia lui a definirlo in tutti gli aspetti, risolvendo così l’imbarazzo.
Però mentre ci occupiamo dell’aspetto sociologico, avvertiamo una pericolosa deriva, politica ed economica. Deriva che, indipendentemente dalla crisi economica mondiale, è accentuata: dalle “fughe” del Cavaliere per evitare di essere “acciuffato” dalle Procure; dalla sua assenza rispetto alle politiche estere; dalla mancanza di provvedimenti adeguati e le indecisioni rispetto alle manovre finanziarie; dalla mancata eliminazione dei privilegi della Casta politica; dalla morsa mortale con la Lega di Bossi.
Gli italiani avvertono un senso di deriva, consapevoli che nonostante nella cabina di comando c’è Berlusconi, la “nave” sta sbandando lo stesso perchè al timone non c’è nessuno.
Questa condizione è riuscita ad argomentarla in maniera magistrale, sul Corriere della Sera, il Politologo Giovanni Sartori, il quale come al solito affronta i temi di attualità politica, con una estrema lucidità, affrendo ai lettori le sue opinioni sempre pungenti, perché pungenti sono le attualità politiche che racconta.
Nel suo interrogativo, “chi c’è al comando“, registrando lo sbandamento e la deriva della “nave Italia“, egli individua due questioni fondamentali che attraversano il mondo politico italiano: I sistemi di voto e il naufragio delle idee. Fornisce nel suo articolo tutte le informazioni e i riferimenti costituzionali a supporto della tesi che il Referendum abrogativo non ci riporta alla legge precedente, ma inevitabilmente ad un’altra Legge,
Giovanni Sartori chiarisce ai lettori del Corriere la falsa informazione che circola anche ad opera della stampa, secondo cui nel caso di vittoria del Referendum vi sarebbe un ritorno alla vecchia legge: al Mattarellum. In effetti L‘articolo 75 della Costituzione recita: «È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione totale o parziale di una legge». Il testo – fa osservare Sartori – dice chiaramente, dunque, che il nostro referendum è soltanto abrogativo e quindi che consente soltanto cancellazioni, non aggiunte e modificazioni.
In verità si cerca di trovare scappatoie per evitare il Referendum, quel Milione e duecentomila firme fanno paura e Berlusconi non vuole affatto arrivare ad uno scontro, egli avverte l’assedio e cerca di difendersi alla men peggio ma i suoi amici, quelli che lo stanno affondando, studiano per arginare e possibilmente raggirare il Referendum.
Ed è proprio qui la natura del divorzio con gli italiani e con i suoi. E’ questa continua sfida contro il tempo, e contro tutti, che lo rende prigioniero e vulnerabile. Prigioniero di Bossi che scorazza nel Governo e nelle istituzioni, e vulnerabile per le sue vicende personali che sono andate ben oltre il difendibile.
Cosicchè assistiamo che un ignorante, “proprietario” insieme alla moglie di un partito, in canottiera, riceve il ministro più potente del Governo Berlusconi e dal cortile della sua villa di Gemonio detta l’agenda del’esecutivo, ma cosa più grave duetta con le sue fantasie storiche frammiste a furberie elettorali e clientelari, con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, mentre indica per la nomina di direttore della banca d’Italia Vittorio Grilli perché è Milanese. Come siamo ridotti, anzi come siamo ridotti per colpa di berlusconi, pensano tutti e pensa anche la sua gente.
In tutto questo il Cavaliere è assente e con lui sono assenti anche le idee che avrebbero dovuto produrre quelle riforme epocali, che il Paese dopo tangentopoli si aspettava.
Il risultato è che ci troviamo un paese con il più alto tasso di disoccupazione, con una crescita economica zero, con la pressione fiscale più alta d’Europa e il costo del lavoro più alto d’Europa, ma con gli stipendi più bassi d’Europa. Insomma una vera catastrofe e Berlusconi si sta ammazzando da solo puntandosi contro la Pistola dei Referendum e per le sue scarse idee.
Roma, 4 ottobre 2011
A TUTTE QUELLE PERSONE ONESTE
A TUTTE QUELLE PERSONE ONESTE, che nel recente passato hanno delegato Silvio Berlusconi a governare l’Italia.
Dissero alla prima uscita politica di Berlusconi: PROVIAMO, vediamo cosa sa fare?
Questa idea nasceva nella testa di tante persone partendo dalla positiva valutazione che davano dei successi economico-imprenditoriali di Berlusconi.
Senza entrare nel merito dell’emotività del momento ( tangentopoli, crollo del “muro” di Berlino etcc..) certamente quella scelta era dettata principalmente da un “forte senso di antipolitica”. Berlusconi era ed è il tipico personaggio che criticando la Politica, diventa un politico per salvaguardare i suoi interessi. Ha sempre detto che lui era sceso in campo per “salvare l’Italia” dal Comunismo. Ma quale era in verità la sua prima preoccupazione ? Quella di poter continuare a fare quello che gli era stato consentito ( anzi spesso aiutato) i PROPRI INTERESSI.
In questi anni, di grave crisi economica, secondo voi il patrimonio di Silvio Berlusconi è diminuito o si notevolmente incrementato ? Perchè investe ingenti capitali per tenere in vita il suo partito ( PDL) e ha garantito con un forte fidejussione bamcaria la sopravvivenza della Lega Nord di Bossi, legandolo a se, comprando il suo servilismo?
Cari amici elettori di Silvio ( mi rivolgo SOLO QUELLI ONESTI MENTALMENTE), ora che avete “provato” le capacità “politiche ” del “vostro” premier, siete sempre convinti che è la persona onesta, giusta, moralmente irreprensibile, che ben ci rappresenta all’estero, faro di salvaguardia dell’unità della nazione, modello di sobrietà e compostezza civile, nonchè modello di buon padre di famiglia, insomma un uomo che come dice la nostra Costituzione, DEGNO di rappresentare un popolo ?
Date serenamente e con onestà un giudizio sul “vostro” Silvio Berlusconi e se in cuor vostro, vi sentite offesi, turlupinati, traditi e presi in giro, riconoscete che E’ ORA CHE SI TOLGA CON URGENZA DI MEZZO, LIBERI L’ITALIA DA QUESTO FLAGELLO e da un’accozzaglia di affaristi deputati e senatori nella stragrande maggiornza suoi dipendenti ( Mediaset, Pubblitalia, Mondadori,avvocati vari, etc.etc.etc.) o sue diciamo “amichette”.
Svegliatevi amici , perchè è tardi e riparare i danni MORALI ed ECONOMICI fatto dal Berlusconi e Bossi, ci vorranno anni.