BATTIPAGLIA – “A lezione da D’Acampora” è la lunghissima nota politica sarcastica, che il Movimento politico Etica per il Buongoverno, Fondato da Cecilia Francese ci ha inviato per prendersi burla del “MAESTRO“, individuato nel Sindaco di Battipaglia, Giovanni Santomauro e dell'”INSIGNE“, nel Consigliere Comunale di Maggioranza Luigi D’Acampora, mentre i “TARDIVI” e i “DISSOCIATI” sarebbero, o meglio sarebbe il Consigliere Francese di Etica. Sul filo della sottile ironia Etica per il buon Governo prosegue nella sua azione di opposizione all’Amministrazione Santomauro.
…………….. … ………………
“A lezione da D’Acampora”
BATTIPAGLIA – Etica per il Buongoverno, facendo autocritica e cospargendosi il capo di cenere, vuole, pubblicamente, ringraziare il Consigliere D’Acampora, per la sua presenza in Consiglio Comunale, e, al di là di ogni malinteso o incomprensione, per aver voluto, ancora una volta, nell’ultima seduta consiliare, illuminare una aula “mesta e scura” con alcune autentiche “perle ” di cultura politica, di rispetto istituzionale e di comportamento in consiglio comunale.
E siamo orgogliosi di essere stati scelti da cotanto, insigne, maestro quali destinatari di alcune delle sue sublimI lezioni politiche.
Noi, che non avremmo mai osato sperare in tale benefica sorte, notoriamente “TARDIVI” nell’apprendimento ed afflitti da “dissociazione” cronica, viviamo ora nella speranza di dimostrarci degni di tanto onore, e non nascondiamo la nostra ansia di continuare ad abbeverarci a tale inesauribile e corroborante fonte del sapere.
Prendiamo quindi, pubblicamente, ferma posizione di condanna, (ed esprimiamo senza remore, la nostra convinzione che vadano messi all’indice e banditi dalla comunita’ battipagliese) verso i soliti detrattori (mossi solo da evidenti intenti strumentali e provocatori, nonche’ da palese e frustrante senso di invidia), che si soffermano ad evidenziare qualche condizionale al posto del congiuntivo e qualche soggetto singolare accompagnato da un verbo al plurale. Viviamo nell’era del “poliglottismo”e dell’inglese dominante; forse occorrerebbe, con coraggio, prendere atto che l’italiano, come il greco antico ed il latino, fanno parte del novero delle “lingue che furono” ed in questo, quindi, a giusta ragione “il maestro” si colloca fra i precursori.
In ogni caso si tratta solo di provocatori prezzolati, incapaci di cogliere la grandezza del pensiero espresso, e destinati a languire per sempre nelle paludi dell’ignoranza.
Noi di Etica, invece, vogliamo cogliere l’occasione per invitare i cittadini a partecipare ai lavori del Consiglio, anche per estasiarsi alle esternazioni del “maestro” e tributargli il giusto e meritato apprezzamento (proponiamo l’arresto immediato, per coloro che avessero ad intendere il termine “apprezzamento” come l’invito ad abbandonarsi a forme di vocalizi sonori, cui la “plebaglia” indulge volentieri e sulle cui modalita’ di esecuzione, tale Eduardo De Filippo, diede in teatro indicibile lezione”).
Facciamo pubblica confessione del nostro avere molto da imparare.
Come si fa l’opposizione; ad esempio! Forse i più distratti non sanno che “l’insigne”, per alcuni giorni, abbandonò con irato sdegno la maggioranza Santomauriana (qualcuno dedito alla calunnia come unica forma di lotta politica, parlò di cacciata!) ma, poi, mosso da virile “pietas” a fronte di una intera maggioranza in scalza ed afflitta processione, che ne invocava il ritorno (memore dell'”ira funesta del Pelide Achille” e dei lutti infiniti che essa addusse agli Achei), ansiosa di tornare ad avere la strada illuminata da cotanta saggezza, il “maestro” benignamente rivide la propria posizione.
Quali siano state le basi programmatiche, progettuali e legate al destino della citta’, in virtu’ delle quali si ricompose quella “dolorosa” rottura e’ cosa che ai comuni mortali non deve e non puo’ interessare.
Abbiamo da imparare come stare in Consiglio Comunale (senza interrompere, senza gesticolare e possibilmente a “braccia conserte” specialmente quando l’ispirazione illumina il “maestro”).
Evidentemente l’insigne, pur senza citarlo, fa riferimento all’articolo 62 del regolamento consiliare: “il consigliere esprime apprezzamenti, critiche e rilievi…………ma escludendo qualsiasi riferimento alla vita privata ed alle qualità personali e vanno, in ogni caso contenute entro i limiti della educazione, e del civile rispetto”.
Per cui, potrebbe a ragione concludere il “maestro”, dare del “tardivo” o del dissociato ad un consigliere comunale, puo’ essere indice di “cattiva educazione” (o di cafoneria?), oltre che rappresentare una palese violazione del regolamento che disciplina il comportamento in consiglio.
Auspichiamo, quindi, che per la coerenza di cui e’ latore, il maestro si faccia promotore di una modifica al regolamento (che per l’autorevolezza del promotore non potrebbe che essere accolto all’unanimità), che preveda l’espulsione dall’aula per quei consiglieri che nell’aula indulgono nel mangiare il gelato, alle chiacchiere indipendenti dall’argomento in trattazione, o a commenti salaci e sarcastici, o al lancio delle patatine;
Abbiamo da apprendere, ad esempio, la intrinseca valenza del concetto di “dissociazione” (concetto filosofico di levatura altissima, che solo poche ed elette menti, possono “maneggiare” con sicurezza) che con troppa “disinvoltura” viene utilizzato in Consiglio. Noi eravamo rimasti fermi al concetto della dissociazione quale riportato nell’ormai superato vocabolario treccani della lingua italiana: “il dissociato è colui che non condividendo le opinioni e le azioni di un gruppo o di qualcuno, ne prende le distanze”.
Ma il dubbio “criptico” immesso dal “maestro” attiene al concetto psicopatologico della “dissociazione”, vista come “processo reattivo, a volte anche come causa di fatti traumatici in cui c’e’ incongruenza fra le idee, o fra pensiero e comportamento, la perdita di normali nessi associativi. Insomma un disturbo che potrebbe portare ad una doppia personalità “ovviamente noi partiamo dal concetto che in consiglio non vi siano consiglieri che abbiano avuti traumi di cotanta importanza.
Da vero ispiratore della azione della maggioranza, il maestro ha inteso evidenziare, evidentemente, un rischio:
– nel caso, in cui si addiviene alla prima interpretazione del concetto di dissociazione (quella politica), si darebbe il destro all’opposizione per una facile conclusione: “essere dissociati dal vostro modo di governare, dalla vostra cultura, dalla vostra politica? Si! Siamo dissociati”;
– nel secondo caso, di interpretazione del concetto (quello patologico) oltre alla violazione del richiamato articolo di regolamento, si incorrerebbe nella possibilita’ di dover andare a “spiegare” al magistrato il significato della parola dissociato.
C’e’, allora, bisogno dell’immensa esperienza del maestro per spiegare alla maggioranza che conviene utilizzare una lettura vaga ed indefinita di quel termine (i soliti detrattori parlano di una “utilizzo” che non significa un “beneamato”!). Quella della dissociazione dalle “commissioni”, e’ evidente che il maestro, quando ricorre a tali sottigliezze culturali, sa che li’, a quelle altezze intellettuali, ci possono arrivare solo pochi eletti.
– dobbiamo imparare a bandire dal consiglio atteggiamenti poco edificanti, come quelllo del consigliere che prima solleva una questione e la fa diventare elemento decisivo della sua presenza in maggioranza (questione ORMIB?) per poi sostenere, con intemerata faccia tosta, che quella vicenda gli è completamente estranea ed ignota. Ecco,allora, uno dei grandi obiettivi che le “perle” del maestro si pongono di perseguire: bandire l’ipocrisia e le questioni personali dalla politica e dalle istituzioni in particolare.
– dobbiamo imparare il concetto delle “mozioni quale carta straccia”. Anche qui il richiamo alto che il MAESTRO ha fatto, con vibrante autorevolezza, rimanda alla lettura dell’art 25 del regolamento, che individua la mozione fra i “diritti” dei consiglieri e rinvia tutti (Sindaco in testa!) alla lettera dell’art.29 dello stesso regolamento che spiega cos’e’ la mozione: “la mozione consiste in una proposta di deliberazione, oppure una proposta di voto su di un argomento diretto a sollecitare od impegnare, secondo un determinato orientamento, l’attività dell’amministrazione comunale”. In altri termini la “raccomandazione agli uffici” di cui parla Santomauro e’ una fattispecie giuridica che nulla ha a che fare con la mozione!
Lo evidenziamo perchè non vorremmo che qualcuno (i soliti “provocatori”) potessero pensare che il Sindaco sia un “dissociato dalle regole vigenti in questo comune” ( nel senso di non condividere quelle regole).
E’ evidente che questo aspetto del regolamento non sia sfuggito al “maestro”, neanche quando ha votato l’emendamento” del sindaco, in quanto consigliere “attento, che legge le carte” e che e’ vocato al “sacrificio”, ma il suo voto, non abbiamo dubbio alcuno, è stato dettato unicamente dall'”amore per la città” !
Noi, comunque, confessiamo che stiamo promuovendo una iniziativa (volevamo tenerla segreta, ma il senso di “identificazione” nel “Maestro”, ci porta a renderla pubblica!), visto che abbiamo avuto la immensa gioia di condividere alcuni anni di attività consiliare con cotanto intelletto, vorremmo lanciare di proposta deliberativa di inziativa popolare, tesa a far si’ che per la fine di questa legislatura (fra 1 mese?) al posto che il “maestro” solitamente occupa in consiglio, venga apposta una targa con la dicitura:
“qui sedeva una grandissima “testa”. I battipagliesi, orgogliosi, a peritura memoria per le future generazioni, riconoscenti, posero”.
Etica per il buongoverno
Battipaglia, 26 settembre 2011