Il prezzo delle angurie: 4 centesimi al kg. Produzioni azzerate. Dietro le Aziende in crisi grandi speculazioni dei gruppi di acquisto.
L’Assessore Lucia scrive al Ministro dell’Agricoltura Romano e chiede l’istituzione di un tavolo tecnico che affronti la crisi, nel silenzio degli Assessori provinciale e regionale Miano, Fasolino e Amendolara.
BATTIPAGLIA – L’Agricoltura è uno dei settori della produzione più soggetto alle crisi. Crisi che possono venire da fattori naturali legati alle condizioni del tempo come siccità o alluvioni, ma che in ogni caso legati anche al mercato e a eventi straordinari che possono determinarsi nel corso delle varie annate e produzioni.
La Piana del Sele, negli ultimi tempi ha risentito più di tutte le altre aree regionali e nazionali di queste condizioni, non ultimi gli eventi legati all’alluvione dei mesi scorsi che ha colpito il salernitano, che mise in ginocchio Aziende e produttori Agricoli, che tra l’altro si videro aggiungere al danno la beffa di miseri finanziamenti, 2 milioni di euro in due anni a fronte dei 300 milioni pretesi dal Presidente leghista Luca Zaia per l’alluvione del Veneto.
Al danno la beffa, se si tiene conto della visita dell’allora Ministro delle Politiche Agricole Gian Carlo Galan, accompagnato dal Ministro salernitano Mara Carfagna e dall’Assessore Provinciale all’Antonio Fasolino, esperto in annunci bluff e presenzialista inutile riguardo agli eventi disastrosi, tanto che pare nessuno più lo inviti, preoccupati dalla sfiga che possa portare quando egli arriva in un posto. Si ricorderà a proposito la crisi dell’Acqua, quando in tempi record una ditta di Battipaglia risolse il problema. Quel problema è stato risolto a spese di quella ditta e di tutti quelli che hanno collaborato: Al momento non hanno avuto una lira e il “farfallone” Fasolino che fa? Ora siamo seriamente preoccupati per la vicenda delle discariche, se ne sta occupando lui.
Tornando alla crisi dell’agricoltura, e nella fattispecie quella legata particolarmente alla produzione delle angurie, che quest’anno hanno risentito della vicenda legata al virus del cetriolo, la Confagricoltura salernitana attraverso il suo presidente Rosario Rago, ha sollecitato i comuni a fare propria la protesta e a tale proposito l’Assessore all’Agricoltura del Comune di Battipaglia, Vito Lucia, ha preso carta e penna ed ha scritto al Ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano.
“Sono intervenute diverse segnalazioni da parte di aziende agricole operanti nella piana del Sele, – scrive l’Assessore battipagliese all’Agricoltura Vito Lucia – le quali lamentano gravi difficoltà riguardo la coltura dell’anguria. In particolare le aziende, loro malgrado, sono costrette a lasciare i terreni strapieni di frutti che non vengono nemmeno raccolti, a causa della iniqua domanda e della spietata concorrenza di competitori esteri che producendo con minori vincoli riescono a proporsi sul mercato con prezzi bassi, dove la grande distribuzione e non, trova terreno fertile per la speculazione.
Si ritiene necessario – secondo Lucia – avviare fin da subito una profonda riflessione del sistema che ruota intorno alle coltivazioni tipiche del nostro territorio per non arrivare alla resa finale dei produttori con abbattimenti delle coltivazioni e conseguente perdita di occupazione e delle peculiarità e qualità delle nostre produzioni.
Inoltre, – l’assessore ricorda al Ministro – come già da lei stesso dichiarato, in questo delicatissimo momento è fondamentale sostenere il settore che subisce gli effetti della crisi economica, attraverso degli aiuti finanziari tesi alla valorizzazione del prodotto.
Questa Amministrazione – conclude l’Assessore Lucia chiedendo l’istituzione di un tavolo tecnico che affronti la crisi in generale e nello specifico – resta fiduciosa di un v/s riscontro in merito alle problematiche sopra dette, in attesa di convocazione per un tavolo tecnico circa la trattazione nello specifico di tali argomenti”.
L’Anguria è il frutto simbolo dell’estate, di quell’estate conviviale, del divertimento, delle cocomerate, in famiglia, con gli amici, sulle spiagge. Il frutto più estivo che c’è, quello per eccellenza, sta vivendo una crisi mai registrata prima, a seguito del crollo del mercato. I prezzi sono talmente giù che i produttori agricoli non hanno ricavato neppure i costi di produzione, tanto, che non vale nemmeno la pena raccoglierli, lasciandoli, dopo il primo tentativo fatto all’inizio dell’estate, nei campi, fino a che non si dovrà prepararli a nuove culture. Tutto nel più colpevole silenzio degli assessori provinciale e regionale all’agricoltura Mario Miano e Vito Amendolara.
Nella Piana del Sele l’Istituto Tagliacarne in una indagine commissionata circa due mesi fa, ha censito circa 2000 Aziende Agricole. Aziende di estensione media di circa 80 ettari che contribuiscono in maniera significativa ai risultati economici agricoli regionali e nazionali raggiunti, registrando produzioni eccezionali per qualità e innovazione come: la quarta gamma e la frutta pronta da consumo immediato. Questa indagine, sempre nel silenzio dei vari responsabili, non è bastata ad attirare l’attenzione verso questa importante area di produzione, visto come poi si sono orientati i fondi in occasione dei riparti PSR Campania.
Fu nei giorni scorsi che lo stesso Assessore all’Agricoltura del Comune di Battipaglia Vito Lucia denunciò commentando le esigue risorse finanziarie assegnate alla Piana del Sele, relativamente alle misure 121 e 123 del PSR Campania 2007-2013 (Il Programma Operativo Regionale Campania Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007-2013). Prima di lui la stessa protesta l’aveva fatta anche il Sindaco di Eboli Martino Melchionda. Entrambi fecero rilevare come quei finanziamenti fossero indirettamente proporzionali alle realtà economiche.
Per quei fondi, circa 20 milioni di euro, su 887 aziende ammesse a finanziamento solo 4 di queste sono dislocate nel salernitano, mentre Benevento e Avellino, realtà agricole, anche se rispettabili, ma ben diverse dalla nostra hanno assorbito circa il 95% delle risorse messe a disposizione dalla Regione Campania.
Un’altra rapina.
E’ evidente però che il mondo economico legato all’industria primaria, non si guadagna i galloni nel suo complesso, anche se in questa circostanza può far valere le sue ragioni. Proprio osservando quei dati, emerge una grossa discordanza, riguardo alla massa di economia che si mette in moto, rispetto alle dichiarazioni dei redditi presentate, che non sono affatto rispondenti, così come si legge nei fatti, un utilizzo di un grande numero di addetti, specie extracomunitari, che non riescono ad emergere dal nero, pur lavorando e concorrendo alla produzione, altrimenti non sarebbe possibile raggiungere livelli di produzione tenuto conto delle estensioni, delle produzioni, delle eccellenze e della produzione super intensiva sotto serra.
Battipaglia, 20 agosto 2011
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Ecco il testo della lettera della Confagricoltura Salerno
Battipaglia, 20 agosto 2011
Bravo quest’assessore LUCIA. la Piana del Sele,per produttività,qualità e innovazione non ha niente da invidiare ad altre agricolture europee e mondiali.
Infatti può essere considerata tranquillamente la California italiana!
Purtroppo ha dovuto subire scelte nazionali ed europee che ne hanno mortificato le potenzialità e le capacità imprenditoriali.Ci vorrebbe maggiore attenzione da parte della regione Campania
fra qualche mese produrremmo non piu ortofrutta ma pannelli al silicio teloni di plastica alla quarta gamma condita con spazzatura stagionata con colatura di alici alla costiera.
Non contesto quello che dice Lucia ma non basta la piana è un contenitore dove tutto si puo’ senza controlli ne piani di urbanizzazione.
Non credo che i posti di lavoro della zona industriale tra Eboli -Battipaglia ripagano il terreno consumatro tra cementificazione smoog e spazzatura. Quando ero ragazzo non molto tempo fa’ il nostro territorio era diverso bello pieno di verde ossigeno e niente spazzatura . i tempi sono cambiati perche noi siamo cambiati.
@ecologia. Hai pienamente ragione, anch’io ricordo la Piana del Sele di quando eravamo ragazzi. Sarebbe veramente la più grande iattura per le generazioni future trasformarla in un immondezzaio o consentire la cementificazione selvaggia.
Non sarei tanto contrario all’utilizzo corretto delle nuove tecnologie alternative per la produzione energetica, inserite in un contesto ecocompatibile . Bisogna stare attenti ed incalzare gli amministratori locali affinchè si vada in questa direzione.
la regione campania non ha studiato ed emanato un piano di urbanizzazione o costruzione delle centrali fotovoltaiche ne di quelle eoliche.C’è un regolamento nazionale al quale si fa riferimento ma al quale gia si è studiato come evaderlo per costreuire a piu non posso le centrali di energia alternativa in cambioo di contributi sostanziosi e guadagni notevoli per la produzione di energia in cambio di inquinamento ambientale e paesaggistico e consumo di terreno agricolo. Nel comune di Eboli loc. Santa Chiarella stanno costruendo una centrale fotovoltaica enorme,sicuramente le carte sono a posto ma non del tutto perche nessuno controlla,un po come monte di eboli mi riferisco all’inchippo amministrativo per prima e poi a quello di impatto ambientale.Su monti di Eboli si puo essere anche cechi e quindi non daccordo ma nella piana a 3km dal centro abitato non si puo essere cechi non vedere le carte .Questo è uno tra i primi esempi di fotovoltaico selvaggio nel nostro comune. Uscendo fuori dal territorio ebolitano di esempi del genere ce ne sono tanti coperture di pannelli solari a piu non posso e colline piene di pale eoliche facendo sembrare dis tere su un altro pianeta. No non è vero che non inquinano lo fanno di meno rispetto alle centrali elettriche tradizionali e al Nucleare ma inquinano comunque se non regolamentate. Una pala eolica se sviluppa meno di1 megavatt non ha bisogno di alcuni passaggi importanti della regione per le concessioni, praticamente se ho un pezzetto di terreno e un politico in paradiso posso realizzare centrali eoliche di un megavatt e impianti fotovoltaici pagati pienamente con fondi europei,alla faccia della comunita’.Qualcuno parlando del fotovoltaico su monti di eboli diceva che dove vi era una centrale del genere si potevano coltivare addirittura orti,a che punto le menti sono confuse sull’argomento.continuando cosi cosa lasciamo ai nostri figli? un pianeta sempre piu morto.Possiamo ancora correggere il tiro non siamo ancora in un processo irreversibile di progresso distruttivo se non lo vogliamo.Credo che l’uomo e le nuove generazioni conoscono poco la natura il mondo che ci ospita,da esso rispettandolo potremmo avere una vita migliore e condizioni per le nuove generazioni migliori di questo.Educhiamo la gente a cambiare strada e controlliamo gli impostori che evadono le leggi per arricchimenti veloci e selvaggi.
Dopo il boom di luglio ed agosto della produzine di angurie arrivando alla cifra di 4 centesimi al chilo veniamo invasi di angurie straniere a prezzo molto piu alto perche aumenta la richiesta. Strano? Per niente ,un caporalato camorristico su cosa produrre e come produrre. Una politica antistato iniziando dalla manodopera al raccolto, perche c’è chi paga sempre e comunque i centri AIMA ad esempio ed altro.
Allora la risposta dovrebbe essere su una produzione alternativa fatta di qualita’ culturale e poi di politica economica superando i ventagli di concorrenza stranieri e poi la locale cultura del maleaffare.Le angurie ne sono un esempio ,ma pensiamo alla produzione di mozzarella di bufala e poi ai prodotti caseari anche di vaccino ,alla produzione di vini ai salumi e all’olio chi prende contributi a non posso per ingrandirsi alla faccia dei connazionali produttori onesti ,non c’è equita e onesta di dipartizioni per licenze del marchio DOP e DOC per attingere ai famosi fondi nazionali o europei . le aziende sono sempre le stesse sul mercato italiano ,ma all’estero spesso passano in secondo piano poche aziende pochissime stanno agalla.
innanzitutto il prezzo in campagna è di 2 cent. x kg e dall’estero non arriva un bel niente,figurarsi ad un prezzo più alto, l’AIMA non esiste più da anni,un conto sono le angurie ben altro è mozzarelle ,olio e vini,non create ulteriore confusione
mi dispiace che non sono stato capito ,pazienza,ma i prepotenti sempre un santo in campidoglio hanno.
L’AGEA sostituisce L’AIMA il 27 maggio 1999 ma la musica non cambia è sempre la stessa attingono agli aiuti pochi e gli stessi imbroglioni perche si ha un concetto diverso da quello che rappresenta l’AGEA.
Una corretta politica di sviluppo non permetterebbe tutto cio’ e crerebbe indotti di distribuzione su territorio nazionale ed estero. Il vecchio grande progetto degli anni settanta il mercato ortofrutticolo di San nicola Varco mai finito ed è stato solo un fottimento di soldi pubblici ed oggi sembra che arrivi il grande sogno chiamato “outelet cilento” .Su queste cose siamo bravi e non facciamo confusione.
@gin . Infatti: dove è finito il grande progetto partito 40 anni fa sul mercato ortofrutticolo di S.Nicola Varco? A chi ha dato fastidio il completamento di questa impresa? Il fallimento è dovuto solo alle incapacità degli amministratori locali e regionali oppure dietro c’è ben altro,compresa la delinquenza organizzata?
Qualcuno deve rispondere. La mancata realizzazione di quest’opera rappresenta ancora un grave handicap per il rilancio del settore agricolo nella piana del Sele.
Questo rilancio,insieme ad un piano organico per l’utilizzzo turistico della fascia costiera,potrà effettivamente avviare quel circolo virtuoso che tutti desiderano solo a chiacchiere!
solo per precisare alcuni punti,l’AIMA quale ente assuntore non è stato sostituito dall’AGEA che rimane un ente che finanzia le domande PSR,bandi regionali aperti a tutti gli imprenditori agricoli.
per Pietro non ti accanire in particolari che sono bezzecole rispetto ai problemi reali,non stiamo a rischiatutto ,ma tutti sappiamo gli imbrogli commessi fino ad ieri nel settore agricolo per attingere ai fondi di aiuto statale per lo sviluppo dei prodotti e delle attivita agricole. Da quando vogliamo iniziare? e da chi .A livello locale iniziarmo dai primi del 1900 ,una famiglia mette su un’azienda conserviera ,in breve tempo aumenta la richiesta di manodopera,tutti gli ebolitani li acclamono sono i santi S.G.e S. A. salvano l’economia agricola locale coi fondi statali sulla trasformazione del prodotto consrviero. Fruttano milioni e poi qualche miliardo di ex lire,poi il periodo di stasi ,costoro vanno in paradiso ed ecco che la buonuscita degli eredi la pretende dal comune di eboli al rialzo del rialzo Batuffo al contrario.altre aziende come queste anche a battipaglia nei pressi della stazione hanno fatto la stessa cosa.Non vado oltre nei particolari non serve non apro un ‘inchiesta.Ancora oggi con altre aziende succede la stessa cosa ,i contributi arrivano le frode restano e i danni pure. In riferimento al sito San Nicola Varco è da citare che li proprio li vicino è attivo un deposito di ecospazzatura che paghiamo noi italiani per spedirla in Germania, e sta li proprio li e tutti ne sono informati tempo fa attraverso un servizio televisivo addirittura trasmesso su RAI Uno.Ma veramente vogliamo credere a Babbo Natale,perche i lavori di Autolet Cilento sono stati fermati piu volte e perche sono ancora fermi.
Perche Bolle in loc. Serracapilli i lavori sono fermi ancora e perche ci sono stati gli inghippi sulla VIA? Quanti punti interrogativi devono rispondere i nostri amministratori e quanti ancora non citati ci sono. Scrivo su questo blog perchè sono convinto che del Mese detto Admin è in buona fede ,rientra nelle mie conoscenze anche se non lo conosco personalmente per situazioni diverse dagli anni settanda quando i gruppi di giovani facevano la vita di eboli occupando anche posti diversi in Piazza della Repubblica. Il mio posto era diverso da quello occupato dai giovani davanti al Bar Clemente.Quindi rispetto del mese anche se ho una posizione ideologica diversa perche è originale ha saputo mettere su un grande strumento di confronto e comunicazione.Voglio dire che di cose da dire ce ne sono tante e si possono conprovare con poca storia locale bisogna volerlo ,stare nel mezzo ma a lor signorinon interessa questo, stanno in un angolo a guardare che succede,non si espongono e allora la storia continua è sempre la stessa,sta a noi cambiare la storia basta volerlo Esempio : se non ci piace un programma televisivo basta non guardarlo o spegnere la televisione ed è fatta.La valle del Sele ritornando alle angurie è simile alla zona di Rosarno per gli aranci .
Per amico di Gin –
Bisogna parlarne e come. Bisogna parlare di tutto quello che ci coinvolge e bisogna confrontarsi con l’intelligenza di affrontare i vari problemi, anche in forma critica, ma nella lealtà di un libero confronto.
Mi rendo conto che è difficile essere leali con una classe politica che nel suo complesso non dimostra l’interesse che noi vorremmo usassero per il bene della Città, ma è necessario non scomporsi e porsi sempre in maniera corretta. In questo modo si ottengono più risultati. Le parole feriscono, uccidono e premiano, bisogna solo usarle appropriatamente.
Porre quesiti, fare critiche, avanzare ipotesi, esprimere dubbi, è legittimo, ma bisogna solo essere accorti ad evitare si cada nello scandalismo tout court, così come bisogna evitare di applicare retropensieri sol perché pretendiamo, in buona fede, di più.
Circa il mondo dell’Agricoltura e delle Imprese Agricole, che ormai con i contadini non hanno più nulla a che fare, ci sarebbe e c’è tanto da dire, a partire dallo sfruttamento del personale extracomunitario, all’utilizzo senza regole di prodotti altamente inquinanti le falde freatiche (pesticidi, fitofarmaci, concimi e inibitori selettivi, ecc.), altissima evasione fiscale, agevolazioni immeritate, e chi più ce ne ha più ce ne metta, ivi comprendendo le varie truffe che di volta in volta seguono alcune crisi, che riguardavano l’AIMA prima, o le provvidenze di cui ai PSR Campania 2007-2013 getsite dall’AGEA oggi, passando attraverso le siccite e le alluvioni.
Ma bisogna fare attenzione anche su queste cose ed evitare di sparare nel mucchio, perché mica sono tutti disonesti e furbi come quei 108 allevatori del Nord protetti dalla Lega, che sono stati Multati dall’Europa, a proposito delle quote latte e che lo Stato ha pagato per loro circa 300 milioni di euro, quanto ai danni che sono stati riconosciuti al Veneto e centocinquanta volte in più rispetto ai danni riconosciuti per l’alluvione nel salernitano.
In quelle circostanze li ho difesi, ma adottando il principio generale, così come li ho difesi nella circostanza dei PSR, ma ho difeso il principio, ben sapendo che in mezzo a loro come in tutte le categorie c’é una buona dose di imbroglioni.
PS- a proposito del Bar Clemente, neanche io lo frequentavo. Le mie origini non sono blasonate, così come riguardo alla diversità di posizioni ideologiche va detto che ideologia a parte, se si osserva un oggetto non si può discutere ne la forma ne il colore, semmai l’uso e le modalità, quindi rispetto alla verità, quella è una sola,non c’è spazio per diverse verità, semmai saranno opinioni quelle per le quali si nota una diversità.
Massimo Del Mese
per amico di gin
Le puntualizzazioni (e non accanimento)sono utili per dare ordine ad una discussione altrimenti si parla di tutto,quindi di niente.Benchè mi occupi di agricoltura non mi ritengo all’altezza di affrontare una discussione su temi così complessi ed articolati.Certo è che siamo di fronte a cambiamenti(così come accade nel mondo della finanza)epocali.L’intreccio tra finanza e materie prime,la globalizzazione degli scambi delle produzioni e delle informazioni aprono scenari fino a qulche anno fa inimagginabili.Non è più iltempo di discussioni,dibattiti e quanto altro,ma di indirizzi precisi che la classe dirigente di questo Paese dovrebbe dare agli imprenditori agricoli.Mi scuso per il tono degli scritti precedenti.
OK Pietro ,sono pienamente daccordo.